5. Conclusioni.

In conclusione resta che il decreto Guarino pervenuto dal Comando Gruppo Carabinieri di Palermo il 7 luglio 80 è inspiegabilmente messo in circuito a distanza di tre giorni il 10 luglio alle ore 13.35 locali, dopo un lungo iter burocratico tra l'ufficio del Capo di Stato Maggiore, del vice Comandante e del Comandante della Regione. Singolare è anche il fatto che ancor prima che il telex pervenga ai comandi competenti della 1a Regione, questi hanno già effettuato THR o compilato i DA1 secondo gli orari richiesti dall'AG e cioè 18.00Z-21.15Z. In vero non è stata trovata documentazione di corrispondenza tra la Regione Aerea di Bari e lo Stato Maggiore e altri Reparti periferici concernenti il decreto Guarino prima del 10 luglio 80. I responsabili della Regione dell'epoca escludono contatti con altri Reparti della Forza Armata per l'iter del decreto, come escludono la disposizione data ai carabinieri di Palermo secondo cui per la esecuzione del provvedimento di esibizione dell'AG fosse necessario il nulla osta del Gabinetto della Difesa.

Anche presso la 3a Regione Aerea, come per altri reparti della Forza Armata, solo con i sequestri del novembre 95 e aprile 96, con la costante presenza della polizia giudiziaria, venivano rinvenuti documenti, appunti manoscritti ed anche una bobina registrata nell'aprile 89 dal colonnello Giannandrea, che servì come prova per identificare il capo sala operativa di Licola la sera del disastro, nella persona del capitano Abbate; il quale in precedenza aveva escluso la sua presenza. A tutto questo materiale, ovviamente di rilevante interesse per l'istruttoria, prima dei detti sequestri, non s'era mai fatto cenno; anzi è stato occultato per ben quindici anni.

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