4. L'attività della 3a Regione Aerea
nella vicenda del MiG libico.

Per effetto dell'acquisizione e sequestro documentale presso il Comando di Regione, rispettivamente nel novembre 95 e aprile 96, si è accertato che fin dal 1989 la Regione aveva raccolto, in copia, tutta la documentazione relativa al 35° CRAM di Marsala e trasmessa allo Stato Maggiore. Mentre l'inchiesta ha speso anni e decreti specifici per il suo rinvenimento. E' da porre in rilievo la singolarità di un appunto manoscritto con il nominativo del maresciallo De Giosa ed il recapito telefonico della Stazione Carabinieri di Caccuri (CZ) trovato all'interno della cartella relativa alla raccolta della documentazione del DC9 Itavia (v. esibizione, GI 08.11.95). Quest'appunto avrebbe dovuto invece trovarsi tra la documentazione relativa all'incivolo del MiG 23 libico; infatti il De Giosa era il sottufficiale che, nel 1980 in servizio al 3° Nucleo SIOS di Bari, si era recato sul luogo di caduta del velivolo, Castelsilano, e presso il comando Stazione dei Carabinieri competente che era appunto Caccuri. Ed invece è confluito negli atti di Ustica.

In relazione all'incidente del MiG 23 libico dal quaderno brogliaccio dell'ufficiale di servizio al Comando di Regione, capitano Tesse Giovanni, il 18 luglio 80 emerge quanto segue: alle ore 15.15 locali la RIV di Brindisi , informa della caduta di un velivolo, forse da turismo, tra le 14.15 e le 14.20 locali in zona tra Castelsilano e Cirò Marina; alle 15.25 la notizia viene data dall'ufficiale di servizio al tenente colonnello Giuliani e al colonnello Salvi Vinicio, capo Ufficio Operazioni; alle 16.50 locali il colonnello Brancaleone Cherubino, comandante del 36° Stormo di Gioia del Colle, mette a disposizione degli Ufficiali della 3ª Regione, che sono interessati ad osservare da vicino i resti del velivolo precipitato, un elicottero; alle 17.40 locali viene comunicato dalla RIV di Brindisi che si tratta di un Phantom medio orientale bimotore.

Il comandante della Regione, generale Piccio, ricorda che dopo aver appreso la notizia inviò sul luogo il comandante del 3° Nucleo SIOS di Bari, tenente colonnello Luigi Tramacere e il comandante del 36° Stormo di Gioia del Colle, colonnello Brancaleone. Non ricorda se sul posto si portò anche il Capo di Stato Maggiore della Regione, colonnello Roberto Boemio. Egli invece non vi si recò mai. (v. esame Piccio Pietro, GI 27.02.91).

Il Comando di Regione dopo l'invio del suddetto personale a Castelsilano non prese più parte alle indagini. Infatti sin dalla sera stessa del 18 luglio 80 sul posto di caduta del velivolo giunse il Capo del 2° Reparto SIOS, generale Zeno Tascio, che coordinò ogni tipo di accertamento. Anche la nomina della Commissione d'inchiesta per determinare le cause dell'incidente, che secondo le procedure vigenti all'epoca doveva essere effettuata dalla 3ª Regione, fu compiuta direttamente dallo Stato Maggiore. La nomina della Commissione avvenne il 23 luglio 80 ed a capo di essa fu posto il colonnello Sandro Ferracuti, del 36° Stormo di Gioia del Colle.

Nel settembre 88 a seguito di specifica richiesta dello Stato Maggiore alla 3ª Regione Aerea, che doveva riferire ai quesiti posti da questo GI con la nota del 4 giugno 88 sul MiG 23 libico, il comandante di Regione generale Casagrande, più volte sollecitato dallo Stato Maggiore, nel trasmettere la documentazione in possesso della Regione, in data 26 scrive una lettera al Capo di Stato Maggiore generale Pisano, dai toni alquanto polemici. Il Casagrande tiene a sottolineare che i documenti e gli elementi trasmessi, da soli, sono palesemente inidonei a consentire la risposta ai quesiti posti dal magistrato e propone l'opportunità che i dati forniti fossero correlati con altri non più disponibili dal comando di Regione perché trasmessi sin dal 1980 agli enti centrali su esplicita richiesta dello Stato Maggiore. Tale correlazione, prosegue il generale, deve essere operata da chi dovrà formulare la risposta ultima ai quesiti della magistratura. Sottolinea ancora la circostanza che le conclusioni a cui è pervenuto lo Stato Maggiore sin dal 1980 non sono state mai rese note alla 3ª Regione. Conclude la sua lunga lettera proponendo che lo SMA convochi una riunione a cui dovrà partecipare personale tecnico e operativo qualificato, possibilmente reperito tra quanti hanno già lavorato al problema allo scopo di valutare i nuovi elementi e confrontarli con quelli già raccolti a suo tempo; solo così forse sarà possibile pervenire alla formulazione di risposte obiettive e puntuali. La proposta di Casagrande viene accolta ma non allo scopo di fornire le risposte ai quesiti della magistratura, bensì per determinare, sulla scorta della documentazione disponibile, se il velivolo libico fosse stato avvistato dai radar della Difesa Aerea nazionale. In tal senso il Sottocapo di Stato Maggiore, generale Meloni, il 13.10.88 conferisce il mandato all'Ispettore dell'ITAV, generale Pugliese, di nominare un'apposita commissione con il compito di produrre una relazione tecnica. Viene nominata una commissione composta dai colonnelli Gaudio Francesco e Gioffrè Giuseppe, dell'ITAV, dal tenente colonnello Montinaro Pasquale, Capo del 3° SOC di Martina Franca, e dal maggiore Cipriani Antonio, ufficiale addetto alla Brigata Tecnica Addestrativa di Borgo Piave. La commissione, che ha eseguito i propri lavori presso gli uffici del 2° Reparto SIOS, il 15 ottobre 88 giunge alla conclusione che il giorno dell'evento - 18 luglio 80 - nessun radar della Difesa Aerea nazionale ha dato classificazione al proprio avvistamento in maniera compatibile con quella che sarebbe stata assegnata al MiG 23 se identificato. Tra l'altro pur essendoci possibilità di correlazione tra la traccia LJ054 e il velivolo MiG 23, non se ne poteva esser con sufficienza certi.

Altra vicenda singolare connessa all'incidente del MiG libico è l'occultamento del nastro di registrazione radar del 32° CRAM di Otranto. Così scrive la 3ª Regione, il 19 settembre 88, allo Stato Maggiore sul nastro: "tale approfondimento potrebbe effettuarsi con l'analisi del nastro originale di registrazione del 32° CRAM di Otranto che fu trasmesso al Centro Tecnico Addestrativo di Borgo Piave il 30.07.80 tramite corriere del 2° Reparto SMA, come risulta dal telex del 3° ROC e dalla ricevuta rilasciata". In quel periodo sia il sito di Otranto che la 3ª Regione affermavano, sulla scorta dei documenti esistenti, che il nastro di Otranto era giacente a Borgo Piave dal 30 luglio 80 e che sarebbe stato di grande utilità per approfondire e conoscere le cause dell'incivolo del MiG. Tutto ciò non corrispondeva al vero perché una attenta consultazione dei documenti avrebbe consentito di stabilire che il nastro il 19 agosto 80 era stato restituito alla Segreteria Speciale della 3ª Regione dal Nucleo SIOS di Bari per la successiva consegna al 32° CRAM di Otranto, operazione questa effettuata in quel periodo. Tra l'altro il nastro non poteva essere smagnetizzato o riutilizzato se non su apposita autorizzazione della Regione o dell'ITAV, in quanto conteneva i dati relativi ad un incivolo di velivolo militare straniero, richiesta quest'ultima mai avanzata dal 32° CRAM. Il nastro pertanto nel settembre 88 doveva trovarsi presso il citato CRAM. Questa vicenda è citata nel capitolo del 32° CRAM di Otranto.

Singolare è anche il rinvenimento e successivo inoltro a quest'Ufficio, il 27 giugno 95, dal 35° GRAM di Marsala, del nastro di registrazione contenente i dati relativi all'incidente del 18 luglio 80 occorso al MiG libico. Qualche giorno dopo l'Ufficio procedeva alla riduzione dati di questo nastro presso la Brigata Tecnica Addestrativa di Borgo Piave ed accertava che i dati e gli orari in esso contenuti erano successivi all'asserito incidente, e cioè a partire dalle ore 09.30Z. L'Ufficio sin dal 1988 era in possesso della Track History relativa al periodo dell'incidente, cioè dalle ore 06.59Z alle ore 09.24Z. La 3ª Regione avviava un'indagine per conoscere i motivi di un così tardivo rinvenimento del nastro. In data 27 settembre 95, il comandante della Regione, generale Marcello Caltabiano, comunica al Capo di Stato Maggiore che il nastro in argomento faceva parte di una raccolta di nastri sottoposti a conservazione per motivi vari ed indagini. La Regione era a conoscenza dell'esistenza del nastro sin dal maggio 90, allorquando il 35° CRAM aveva richiesto l'autorizzazione a reimpiegare quel nastro in quanto ritenuto non più d'interesse. Alla richiesta non aveva fatto seguito alcuna autorizzazione alla smagnetizzazione. Precisava altresì che non era stata effettuata dal nastro alcuna Track History. In relazione invece alla THR conservata ancora dal CRAM che corrispondeva a quella trasmessa all'AG, il comandante di Regione comunicava che non era possibile determinare da quale nastro essa fosse stata effettuata; così come non risultava conservato presso il sito di Marsala alcun nastro relativo all'evento. La vicenda del nastro è specificamente descritta nel capitolo del 35° CRAM di Marsala.

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