2. Le attività di ricerca del DC9 Itavia.

Le attività relative alla ricerca del velivolo Itavia coinvolsero immediatamente il 3° ROC poiché il punto di caduta del DC9, 39°43'N-12°55'E, rientrava nella sua area di competenza. La direzione del soccorso aereo venne coordinata dall'RCC, che però non essendo in grado di comunicare in fonia con gli aeromobili impiegati nelle operazioni di soccorso, si avvalse dell'ausilio dell'RSC di Ciampino che disponeva invece di tali mezzi. La sala operativa del 3° SOC richiese ai Centri Radar dipendenti e competenti nella zona di scomparsa, Marsala e Licola, i plottaggi del traffico aereo avvistato per verificare se esistesse altro traffico nelle vicinanze del velivolo. Analoghe notizie il SOC le chiese anche ad altri Centri Radar pur non competenti, sia del 3° che del 1° SOC.

Risalire al personale in servizio la sera del 27 giugno 80 presso la sala operativa del SOC non è stato semplice, giacchè non è stato rinvenuto alcun registro o documento che ne attestasse la composizione quella sera; mentre è stato possibile identificare sin dalla prima richiesta di questa AG, nell'ottobre 86, il personale in servizio presso l'RCC, grazie al rinvenimento del cosiddetto "quaderno di stazione", nel quale era annotata la cronologia degli eventi. Quanto alla ricostruzione di turno di detta sala operativa, oltre al mancato rinvenimento di documentazione, nel corso dell'inchiesta si è anche verificato che l'AM abbia comunicato a questa AG nominativi diversi, da quelli realmente in turno, talvolta addirittura inesistenti nella forza organica del ROC.

La prima richiesta al 3° ROC, in tal senso, viene formulata dall'AG il 7 febbraio 87. In data 18 febbraio, tramite il Nucleo di PG Carabinieri, venivano comunicati i nominativi del comandante e degli operatori della sala operativa: capitano Patroni Griffi Vito; maresciallo Romeo Antonio; maresciallo Mastromauro Filippo; maresciallo Tesauro Vincenzo; maresciallo Nobile Cosimo; maresciallo Todaro Ernesto; maresciallo Verdesca Cosimo; maresciallo Reca Giovanni; maresciallo Comune Vincenzo; maresciallo Pignatale Francesco; maresciallo Tortorella Vincenzo.

Nel novembre 92 viene rinnovata la richiesta allo Stato Maggiore che comunica i nominativi del personale in servizio h.24 presso la sala operativa, senza specificare tra i turni antimeridiani e pomeridiani. Dall'elenco scomparivano alcuni operatori, mentre altri ne venivano aggiunti senza alcuna motivazione da parte dell'AM: gli ufficiali capitano Patroni Griffi Vito e tenente Ancora Antonino; i sottufficiali marescialli Tomassi Francesco, Conversano Giuseppe e Attanasi Rosario; i sergenti maggiori Epiro Sergio, Lazzaro Ciro, Libardi Girolamo, Pionati Pietro, Ruggieri Francesco, Comune Vincenzo, Pignatale Francesco, Nobili Cosimo, Tesauro Vincenzo, Todaro Ernesto, Tortorella Vincenzo e Verdesca Cosimo; sergente Pallozzi Raffaele.

In data 17 novembre 93 a seguito di un decreto di sequestro presso il 3° ROC, veniva consegnato un documento datato 2 luglio 80, a firma del direttore dell'RCC tenente colonnello Guglielmo Lippolis e indirizzato al comandante del ROC, in cui viene evidenziato il comportamento del personale del turno "delta", in servizio alla sala operativa del SOC la sera dell'incidente. I nominativi segnalati per il compiacimento risultavano essere: capitano Patroni Griffi, maresciallo Attanasi, sergente maggiore Masella, Tortorella e Pignatale.

Le indagini esperite attraverso riscontri documentali (fogli mensa e presenze giornaliere) e in particolare con l'esame testimoniale degli interessati portavano ad accertare che i sottufficiali Romeo, Mastromauro, Reca e Tortorella, non erano in servizio la sera dell'incidente. Il sergente maggiore Masella, segnalato per un eventuale elogio, non risultava nell'organico del 3° ROC del 1980. L'unico sottufficiale in forza nel 1980, il cui cognome si avvicinava a Masella, era quello del sergente maggiore Masiello Mario, che è risultato in turno il 26 e non il 27 giugno.

In definitiva solo all'inizio del 94, grazie ai documenti rinvenuti e alle conversazioni telefoniche, si poteva stabilire con un largo margine di certezza quale fosse il personale in servizio la sera del 27 giugno nelle varie agenzie del ROC. Nella sala operativa del SOC erano presenti: capitano Patroni Griffi Vito, capo controllore; maresciallo Attanasi Rosario, assistente capo controllore; i sottufficiali sergente maggiore Tesauro Vincenzo, sergente maggiore Todaro Ernesto, sergente maggiore Pignatale Francesco, sergente maggiore Comune Vincenzo, addetti alla sala. Il turno presso la sala dell'RCC era così composto: tenente colonnello Lippolis Guglielmo, direttore dell'RCC dalle ore 22.00 in poi; tenente Smelzo Giovanni, ufficiale di turno; maresciallo Marzulli Pietro, sottufficiale di turno. Alle sezioni intelligence e meteo erano presenti rispettivamente i sottufficiali sergente Sgovio Giuseppe e maresciallo Lato Francesco.

I nastri di registrazione magnetici non sono stati mai rinvenuti né sono stati reperiti quei documenti che ne disponevano la loro conservazione; circostanza, quest'ultima, che rimane senza spiegazione se si tengono presenti le dichiarazioni del comandante del SOC, colonnello Arati, il quale ha dichiarato che la sera dell'incidente dopo essere stato avvisato dal capitano Patroni Griffi, diede la disposizione di bloccare i nastri di registrazione magnetici e TBT (v. esame Arati Giancarlo, PG 22.05.96). La conservazione dei nastri era una prassi seguita anche per eventi meno gravi; inoltre secondo quanto riferito da Patroni Griffi, era abitudine effettuare una riduzione dati; operazione che non venne realizzata la sera dell'incidente, ma che di certo lo è stata nei giorni successivi (v. esame Patroni Griffi Vito, GI 08.01.96). Si rammenta che non è stata mai rinvenuta alcuna riduzione dati del SOC di Martina Franca.

Per quanto riguarda i nastri TBT del 27 e 28 giugno 80 è stato accertato che furono cautelati sin dal 28 giugno; di ciò si trova conferma sul foglio di passaggio di consegne, in cui i sottufficiali addetti marescialli Di Mitri Nunzio e Moretti Raffaele, annotano: "le bobine del registratore tolte la mattina del 28.6.80 gli orari non sono attendibili in quanto trovate commutate, pertanto in totale sono nr.5. Dette bobine non devono essere smagnetizzate fino a nuovo ordine su richiesta specifica del colonnello Arati". Detto documento è stato rinvenuto e trasmesso dal 3° ROC nel giugno 95.

Il 16 giugno 88, il Sottocapo di S.M. generale Meloni ordinava alle Regioni Aeree, agli Ispettorati ed ai Reparti dello SMA la ricerca di tutti i documenti relativi all'incidente del DC9 Itavia. Il successivo 4 luglio il ROC segnalava alla 3a RA la presenza di cinque nastri del 27 giugno 80, specificando che solo quattro di essi erano stati analizzati, in quanto l'ascolto del quinto non era stato possibile effettuare perché registrato ad una velocità diversa. Veniva precisato altresì che non era stato riscontrato alcun canale con le registrazioni tra il SOC e il CRAM di Marsala, e che la prima comunicazione successiva all'incidente risultava alle 19.19, ed era tra il capo controllore del SOC e il CRAM di Licola, conversazione durante la quale veniva richiesto al CRAM se stesse controllando o avesse controllato il DC9 Itavia.

I nastri venivano così identificati: nastro nr.1 dalle 00.01Z alle 23.52Z del 27 giugno; nastro nr.2 dalle 09.40Z del 27 alle 08.10Z del 28 giugno; nastro nr.SX1 dalle 21.00Z del 26 alle 21.37Z del 27 giugno; nastro nr.3 dalle 22.30Z del 27 alle 07.20Z del 28 giugno. Veniva precisato che i nastri SX1 e nr.3 riportavano la registrazione degli stessi canali. Non veniva invece menzionato l'orario del quinto nastro.

Il successivo 8 luglio vengono trasmesse, alla 3a Regione, le trascrizioni di tre dei cinque nastri ed esattamente i nr.1-2 e SX1 riferiti al periodo tra le ore 18.00Z e le 20.00Z; per giustificare la mancata trascrizione degli altri due nastri si riferiva che essi non attenevano al periodo d'interesse.

A conclusione della vicenda relativa ai nastri, vale la pena sottolineare che nel novembre del 95 a seguito di decreto di sequestro che prevedeva la costante presenza della polizia giudiziaria nelle ricerche della documentazione, veniva rinvenuto presso la sede del 3°ROC il quinto nastro (del quale nel 1988 non era stato comunicato l'orario di registrazione); dalla successiva analisi si accerterà che il nastro copriva l'arco di tempo dalle ore 00.01Z alle ore 03.37Z del 28 giugno.

In data 10 luglio 88 la 3a Regione Aerea trasmette le trascrizioni delle registrazioni, realizzate dal 3° ROC, al Sottocapo di Stato Maggiore. L'interesse dello Stato Maggiore per quelle conversazioni si ripropone l'anno seguente, quando il 7 aprile 89 viene trasmesso il nastro di registrazione delle comunicazioni intercorse tra il 3° SOC ed i Gruppi Radar la sera del 27 giugno 80; il nastro era quello individuato, nel luglio 88, con il nr.2. Si ricorda che in questo periodo sono in corso i lavori della cosiddetta Commissione Pisano, per cui deve presumersi che il nastro sia stato utilizzato per avere una maggiore conoscenza dell'evoluzione delle comunicazioni la sera dell'incivolo. Il nastro in questione viene sequestrato il 19 novembre 90 presso lo Stato Maggiore e non al 3° ROC, dove erano stati rinvenuti e sequestrati altri tre nastri; in occasione del sequestro lo SMA precisava di non conoscere la data della sua consegna e solo in data 7 gennaio 91 comunicava che la bobina era stata trasmessa il 7 aprile 89.

Il 28 giugno 91, questa AG richiede allo SMA di consegnare le registrazioni telefoniche del sito di Martina Franca utilizzate dalla Commissione Pisano. Nell'occasione veniva riferito che, al fine di allargare il periodo temporale, 18.00-20.00, riportato nelle trascrizioni telefoniche trasmesse nel 1988, era stato richiesto verbalmente un ulteriore nastro la cui trascrizione non era stata inviata nel 1988; richiesta che si era rivelata inutile secondo il ricordo del colonnello Muzzarelli membro della Commissione Pisano, poiché il nastro non risultava essere stato poi utilizzato né trascritto, sia per la mancanza di idonea apparecchiatura sia perché ritenuto non essenziale ai fini dell'inchiesta.

Quanto sopra affermato dallo SMA non corrisponde al vero, perché la trascrizione del nastro era stata trasmessa il 10 luglio 88. Inoltre la motivazione secondo cui la bobina non era stata ascoltata dalla Commissione e per la mancanza di apparecchiature idonee e perchè ininfluente ai fini dell'inchiesta, appare assolutamente inaccettabile. La richiesta del nastro era mirata; l'attenzione dello SMA era rivolta a quel nastro che conteneva le registrazioni tra il SOC ed i CRAM, e dal momento che le trascrizioni in possesso terminavano alle ore 20.00 e si mostravano di un certo interesse, la Commissione richiese, il nastro di registrazione per ascoltarne sicuramente il seguito. Deve anche presumersi che in quella occasione si sia accertata la reale mancanza delle registrazioni con il sito di Marsala, che dovevano essere contenute sul canale 15 e già segnalate dal ROC alla 3a Regione Aerea il 4 luglio 88 come mancanti.

Sul nastro nr.2 sono registrate le conversazioni intercorse quella sera tra il SOC e il CRAM di Licola, dalle quali si evince che il SOC aveva considerato la traccia AG266 come il DC9 fino alle 23.18; da quest'ora in poi la traccia del DC9 veniva invece correlata con il NTN LK477 in quanto il capo controllore del SOC definiva la traccia AG266 non attendibile perché presentava "un salto da canguro", cioè una velocità supersonica che non era possibile attribuire ad velivolo civile.

L'8 gennaio 91 viene dato l'incarico peritale per le trascrizioni dei nastri al collegio Franco-Franco-Benedetti, che utilizzerà per la decodifica dei nastri un registratore consegnatogli dall'AM a 22 canali, lo stesso utilizzato per le trascrizioni del sito di Marsala; tuttavia, a differenza del nastro di Marsala, i nastri di Martina Franca nel 1980 non registravano le conversazioni su apparecchiature a 22 canali bensì a 15 canali, cosicchè usando tale tipo di registratore, le conversazioni sono state, sì, trascritte nella loro integrità, ma i canali non corrispondono a quelli indicati dal 3° ROC. Tale inconveniente ha causato l'impossibilità di associare con esattezza le conversazioni ad un Ente o Reparto dell'AM chiamati dal SOC e dall'RCC, anziché ad un altro. L'unica conversazione registrata, successivamente individuata con il registratore a 15 canali, è risultata d'interesse per l'inchiesta; cioè la conversazione delle ore 19.28 tra il SOC e il sito di Siracusa, in cui l'operatore di Siracusa asserisce che il sito ritorna ad operare sotto il controllo di Marsala.

I periti identificano i nastri di registrazione come "pizze" "A" - "B" - "C" e "D", corrispondenti rispettivamente ai nastri segnalati nel 1988 come SX1, 1,3 e 2. Della errata canalizzazione descritta, l'Aeronautica prende atto, ma non fornisce spiegazioni. In effetti prendendo in considerazione l'elenco con la canalizzazione dell'epoca trasmesso il 17 giugno 91 dal 3° ROC, si rileva che i canali sono 15; escusso in merito, il comandante del ROC, generale Maghelli, non sapeva spiegare la ragione per la quale le trascrizioni riportavano 22 canali e non 15, come risultava negli elenchi trasmessi a sua firma (v. esame Maghelli Gino, GI 15.07.91).

Il 9 ottobre del 91 l'Ufficio invia allo SMA le trascrizioni dei nastri effettuate dal collegio peritale Franco-Franco-Benedetti con la richiesta, al capo di Stato Maggiore, generale Nardini, di identificare il personale AM, individuare i siti in contatto con Martina Franca, interpretare le parti di comunicazioni apparentemente in codice e identificare infine gli aeromobili menzionati. Ventuno giorni dopo, il 30 ottobre l'AM risponde in modo incompleto e sicuramente non collaborativo. Queste le omissioni più evidenti: sull'identificazione del personale vengono comunicati vari nominativi di omonimi e non quelli degli interessati; si veda il caso del maresciallo Malfa Sebastiano dell'aeroporto di Crotone e del sergente maggiore Capone Ugo del COSMA. I nominativi erroneamente trascritti nella perizia non vengono corretti con quelli esatti o comunque vengono segnalati omonimi di cui l'AM è a conoscenza sin dal 1988; si vedano i casi del sergente maggiore Comune, nella trascrizione indicato come Famone, e del maresciallo Di Micco Antonio, imputato del sito di Licola dal 1989, che viene indicato nell'elenco con un omonimo, anch'esso in servizio a Licola, Di Micco Raffaele. Sull'indicazione dei siti in contatto con Martina Franca, viene segnalata l'ubicazione dei Comandi e dei nominativi in codice di siti e aeroporti. Si omette di segnalare che la canalizzazione riportata in perizia non corrisponde a quella del 1980. Mentre quella esatta era già a conoscenza dello Stato Maggiore dal luglio 88.

Per quanto concerne l'identificazione degli aeromobili la risposta specifica le sigle dei velivoli del soccorso, di un velivolo USA e, in relazione alla sigla Alpha Juliet 421, indica che è quella del DC9 Itavia controllato da Marsala. Appare singolare il fatto che l'unica volta in cui appare la citata sigla nelle trascrizioni di Martina Franca è nella conversazione delle ore 22.22Z, nastro D, canale 20 perizia Franco-Franco-Benedetti (canale 14 Ibba-Paoloni nel 96) nel corso della quale l'operatore di Licola, maresciallo Acampora, riferisce al capitano Patroni Griffi, del SOC, che l'AJ421 è un C141, un velivolo militare e non il DC9 Itavia.

Altro elemento di rilievo al quale tuttavia non è stato possibile dare alcuna spiegazione è che nelle perizie del 91 (Franco-Franco-Benedetti) e del 96 (Ibba-Paoloni) non risulta dai nastri di Martina Franca alcuna conversazione registrata tra il SOC e l'RCC da un lato e il sito di Marsala dall'altro; mentre risultano invece registrate sul nastro TBT di Marsala le conversazioni tra i due siti fino alle 22.08. I canali sui quali venivano registrate le comunicazioni con il SOC erano: bobina o "pizza" B sul canale 11, collegamento tra 3° SOC e TPO di Marsala; "pizza" C sul canale 8, collegamento tra 3° SOC e Marsala; "pizza" D sul canale 15, collegamento 3° SOC e capo controllore Marsala.

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