11. Conclusioni.

Le vicende del 3° ROC di Martina Franca hanno rivestito un ruolo determinante in questa inchiesta.

La sera del 27.06.80 alle 19.16 il sito fu informato della scomparsa del velivolo, dal centro radar dipendente di Marsala. Ha coordinato le ricerche con i velivoli del Soccorso attraverso l'RCC; ha raccolto i dati degli avvistamenti dei centri radar della Difesa Aerea dapprima al fine di individuare il velivolo, quindi per accertare se vi fosse stata collisione con altri velivoli.

Tramite l'ACC di Ciampino veniva a conoscenza che nella zona di scomparsa del DC9 vi era stato un intenso traffico militare americano nonché la presenza di una portaerei. Anche per questa ragione contatta i Centri radar dipendenti, Licola e Marsala, il Comando NATO di Bagnoli, la sede di West Star, l'ADOC di Monte Cavo, Catania Sigonella, ricevendo da tutti risposta che non vi è traffico militare statunitense né portaerei.

Tutto questo emerge a seguito della trascrizione delle conversazioni telefoniche di Martina Franca nel 91, anche se cenno risultava nel quaderno di stazione dell'RCC, di cui il colonnello Barale aveva preso cognizione, senza però compiere alcun approfondimento, come invece doveva esser fatto nell'ambito di quella Commissione.

Alle 19.30 il SOC non tiene in considerazione dei dati registrati a Marsala, perché quel sito aveva affermato che al momento della scomparsa era impegnato nell'esercitazione Synadex e non aveva seguito la traccia del DC9. Si scoprirà in seguito che quelle affermazioni non corrispondevano assolutamente al vero.

Sono perciò presi in considerazione solo i plottaggi del sito di Licola. Intorno alle 20.00 questo centro radar comunica il nominativo di una traccia che dagli orari e dall'avvistamento si correla con il DC9. Il nominativo della traccia è AG266, avvistata intorno a Ponza alle 18.50 sul punto Georef Papa Lima 0050 e seguita fino alle 19.00 sul punto Georef Papa Kilo 0010, meglio conosciuto come punto di riporto Ambra 13 Bravo. Questi stessi dati vengono comunicati a Marsala, dietro richiesta di quest'ultimo sito alle 19.47 e trascritti sul registro del guida caccia. Da una successiva richiesta del capo controllore del SOC, alle 20.11 il Guida Caccia di Licola, riferisce che in quel momento vi sono due traffici. La seconda traccia ha il nominativo LK477, che come primo avvistamento viene indicata sul punto Georef NL 5055 alle ore 18.55. I plottaggi di Licola, trasmessi quella notte, non sono stati mai trovati a Martina Franca.

Il capo controllore del SOC non riesce a parlare mai quella sera con il suo pari grado di Licola e le uniche due volte in cui lo richiede espressamente, 20.07 e 21.20, non riceve alcuna giustificazione da parte dei Sottufficiali che rispondono al suo posto. Non vi è però alcuna richiesta specifica da parte di Patroni Griffi affinché il capo controllore di Licola si metta in contatto con il SOC. Lo stesso discorso vale, in parte, anche per il capo controllore di Marsala, capitano Ballini Adulio, che dopo le 19.30Z, nonostante sia ricercato espressamente, non risponde al telefono perché impegnato nel servizio di ronda - che in seguito si accerterà non esistente - o perché al bagno. Non risulta che il Ballini in seguito abbia contattato coloro che lo avevano chiamato.

Alle 23.18 il capitano Patroni Griffi parla con il maresciallo Acampora ed afferma sul plottaggio della traccia AG266, fino a quel momento considerata come quella correlabile al DC9, che è impossibile stimare che la stessa appartenga ad un velivolo civile perché essa presenta "un salto di canguro" cioè procede ad una velocità superiore a quella dei velivoli civili, caratteristica cioè di velivoli militari. L'ufficiale non rileva mai che la traccia non è correlabile perché situata in orario differente. Dopodichè prende in esame la traccia LK477, che ricade approssimativamente negli orari e nella posizione dell'ultimo contatto radio del DC9.

Alle 23.31 l'assistente del capo controllore, per la prima volta, parla con il 31° CRAM, riferendo che la traccia AG266 non è stata più considerata correlabile al DC9, perché il suo primo avvistamento inizia alle 19.04. Ma è proprio lo stesso assistente che qualche ora prima, a 21.47, parlando con il collega di Marsala aveva affermato che l'AG266 era stata avvistata da Licola dalle 18.50 alle 19.00 e non aveva menzionato per niente l'altro orario di avvistamento, 19.04. E' sempre lo stesso sottufficiale che alle 23.05 riferisce a Licola che ha ricevuto il plottaggio della traccia AG266 e vuol conoscere se sia stato trasmesso il messaggio con il plottaggio delle altre due tracce. In questo caso il guida caccia di Licola gli fa presente che le due tracce sono inserite nello stesso messaggio di cui la seconda è la LK477. A questo punto, probabilmente, si nota la differenza di orari della traccia AG266. Si deve tener presente che l'identificatore di Marsala alle 19.17 parla con il suo collega di Licola e chiede del traffico avvistato da quel sito. Quello di Licola risponde che segue la traccia AG262 e prima ha avvistato quella avente il NTN AG265. Non menziona mai l'AG266. Nel telex del 28 giugno trasmesso al COP e al COSMA il SOC, in riferimento ai tre plottaggi di Licola, ne comunica uno senza il numero di traccia, il cui primo avvistamento ha inizio alle 19.04. Non viene riportato il plottaggio dell'AG266 né con orario 18.50 né con quello delle 19.04. Tale plottaggio fa riferimento, per posizione e tempo, alla traccia AG262 identificata per l'Air Malta, come si riscontra anche nella THR di Marsala e nella conversazione delle 19.17.

Pertanto dalle 23.31 il capo controllore del SOC prende in considerazione la traccia LK477 come quella correlabile al DC9 e dopo quasi due ore di accertamenti tramite il 31° CRAM di Jacotenente, che richiede le notizie ai Centri radar del 1° SOC, Potenza Picena, sito originatore della traccia, Poggio Renatico e Poggio Ballone, gli viene comunicato che la traccia attribuita al DC9 è la LE157, mentre quella segnalata non risulta mai inizializzata e assegnata ad alcun velivolo.

Il SOC non contesterà mai l'inesistenza della traccia LK477 a Licola che la riporta sui dati estratti dal DA1, nella lettera dell'11 luglio 80, consegnata all'AG il 22 successivo. Questa stessa viene correlata altresì come la traccia del DC9 nel messaggio del 28 giugno, anche se il SOC è a conoscenza della sua inesistenza.

Non sono stati mai trovati i registri di sala operativa del SOC né i nastri di registrazione magnetici.

Nel corso dell'audizione alla Commissione Stragi il 10.01.90 il capitano Patroni Griffi riferisce dati della sera dell'incidente estrapolati da documenti esistenti al ROC, che non sono stati più rinvenuti. Questi dati trascritti in forma di appunto su un foglio sono stati acquisiti nel corso dell'interrogatorio del 31.01.96.

Il sequestro dei nastri TBT, ha segnato un notevole progresso nell'inchiesta. Infatti attraverso la loro trascrizione si sono potute di individuare situazioni di quella sera, che non erano mai emerse attraverso gli interrogatori e gli atti ufficiali trasmessi dall'AM. Tra le vicende più importanti quelle relative all'accertamento dell'intenso traffico americano, segnalato dall'ACC di Ciampino, nella zona dell'incidente; i plottaggi trasmessi da Licola delle tracce AG266 e LK477, correlati al DC9, poi risultati la prima non attendibile e la seconda inesistente - ma nonostante ciò l'AM fino al 90 ha sempre correlato la LK477 al DC9 -; il plottaggio della traccia AJ421, alle ore 22.22 proveniente da Licola, come velivolo militare USA C 141, inesistente nella THR di Marsala a quell'ora, mentre ma quel NTN qualche tempo prima era stato assegnato da Marsala al DC9 Itavia; conversazione questa che per anni, dal 91 al 96, è stata fatta credere come intercorsa con il sito di Marsala mentre il relativo canale era diretto tra il SOC e il capo controllore di Licola.

Quanto alla strana vicenda, infine, dei razzi bianchi segnalati da Lippolis all'incaricato della Commissione Pisano nell'aprile 89, si deve dire che l'argomento non è stato mai approfondito dall'AM. Dai documenti e dalle conversazioni telefoniche gli stessi appariva che erano stati lanciati dal velivolo Atlantic Breguet di Sigonella, ma dagli esami testimoniali resi dall'equipaggio di detto velivolo nonché dal rapporto di volo non risulta assolutamente l'uso di razzi bianchi bensì di bengala; per cui rimane il dubbio di chi abbia fatto uso di questi mezzi alle ore 01.44 locali.

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