10. L'attività del 3° ROC dopo il 27 giugno 80.

Il 10 luglio 80, in ordine temporale, il ROC riceve prima il messaggio dell'ITAV, indirizzato anche a Licola e Marsala, che richiede i DAT da consegnare alla commissione Luzzatti e successivamente il telex della 3 Regione Aerea in cui è trascritto il decreto di acquisizione dell'AG di Palermo del 5 luglio 80. In entrambi i casi il ROC non fornirà alcuna documentazione di propria pertinenza. Si limita a pianificare le richieste dei due messaggi ed ordina ai CRAM di Licola e Marsala di allegare alla registrazione i tracciamenti radar ed eventuali registrazioni TBT. Tra il 18 e 20 luglio riceve la documentazione dai citati centri radar di cui consegnerà una copia il 29 luglio a personale del S.I.S.MI. Detta documentazione non sarà più reperita al ROC perché distrutta nel 1983. E' certo che se il ROC, invece di svolgere soltanto funzione di coordinamento, avesse conservato e consegnato la documentazione che aveva già raccolto sin dalla sera dell'incidente, l'AG e le varie commissioni d'inchiesta avrebbero avuto un quadro più chiaro e completo di tutta la vicenda.

Il 18 luglio 80 in relazione all'incivolo del MiG 23 libico il ROC chiede la trasmissione dei plottaggi ai siti di Licola, Otranto, Jacotenente, Siracusa e Marsala, e dispone la conservazione dei nastri di registrazione di quel giorno da parte dei siti di Otranto e Marsala. I plottaggi dei siti di Jacotenente e Licola non sono stati mai trasmessi a Comandi superiori né rintracciati agli atti del ROC. Invece per quanto concerne i nastri di registrazione di Otranto e Marsala, da cui è stata ricavata la riduzione dati dei momenti dell'incivolo, il primo, quello di Otranto, non è stato mai rinvenuto; il secondo invece è stato consegnato in data 27 giugno 95 ma tale esemplare è risultato diverso da quello che avrebbe dovuto contenere i dati del momento dell'incidente. Il nastro d'interesse non è mai stato rinvenuto.

Il 29 luglio 80 viene consegnato al maresciallo Maraglino Cosimo del distaccamento del S.I.S.MI di Taranto, su richiesta per le vie brevi, dal colonnello Fulvio Pacini, comandante interinale del ROC che sostituiva il generale Mangani perché in licenza, una copia della carta dei ritrovamenti dei relitti del DC9 e una copia delle registrazioni radar di Marsala e Licola. Detta consegna è formalizzata con lettera di accompagnamento del ROC, a firma del citato Pacini senza alcuna classifica, avente per oggetto incidente DC9 Itavia.

Sempre in data 29 luglio un appunto interno del S.I.S.MI, la cui fonte è il maresciallo Maraglino, indica che il 3° ROC ha fornito, a seguito di esplicita richiesta verbale, ad un sottufficiale della Guardia di Finanza di Martina Franca copia delle carte concernenti i ritrovamenti dei relitti. Questo atto quindi è ben diverso da quello che risulta essere stato eseguito dalla Guardia di Finanza di Martina Franca il 6 agosto 80 sulla base del decreto di sequestro emesso il 16 luglio 80 dal PM di Roma.

Il 30 luglio, sempre lo stesso sottufficiale del S.I.S.MI, riceve dal 3° ROC a seguito di richiesta, in via breve, la copia in chiaro dei tracciamenti radar rilevati dalle 10.30 alle 11.30 locali del 18 luglio 80 - la data è quella asserita dell'incivolo del MiG 23 libico - dei siti di Otranto, Marsala e Siracusa. La nota di trasmissione questa volta riporta la classifica "segreto", è sempre firmata dal colonnello Pacini, ha per oggetto il rilascio di documenti di tracciamenti radar.

In merito a queste acquisizioni di documenti da parte del S.I.S.MI, il Maraglino ha dichiarato che egli ha richiesto i dati del DC9 di Ustica e non quelli del MiG 23 libico caduto in Calabria, così come gli era stato richiesto dal suo superiore del Centro di Bari Curci, via telefono. Ha ricevuto i plichi di risposta chiusi. Mentre ricorda nella prima occasione una lettera di accompagnamento, al riguardo della seconda esclude una circostanza del genere. Aggiunge che mentre era in attesa al ROC di ricevere la documentazione, il giorno 29, sentì che la carta dei ritrovamenti dei relitti era stata chiesta anche dalla Guardia di Finanza. La documentazione del giorno 29 egli la consegna al Curci presso la sede di Bari. Il giorno successivo, gli viene richiesto, forse dal capo Centro di Bari Antonicelli, di ritornare al ROC per chiedere il materiale in chiaro senza far riferimento alcuno all'incidente del MiG 23 libico. Sempre nell'attesa della consegna - più lunga del giorno prima dovette procedersi alla declassifica dei documenti - il sottufficiale ascoltò, come la precedente volta, che gli stessi documenti erano stati chiesti dal SIOS/A, ed anche in questo caso riferì con appunto al Centro di Bari la notizia (v. esame Maraglino Cosimo, GI 16.03.93).

Successivamente, il sottufficiale in qualità di indiziato, afferma di non ricordare se effettivamente si recò a Martina Franca a chiedere i tracciati del MiG 23 libico. Questa vicenda gli fu richiamata alla memoria dal suo superiore Curci nell'ottobre 89, allorquando, dovendo relazionare sui fatti alla Direzione del S.I.S.MI, gli fu esibita dal predetto una ricevuta che recava la sua firma, come quella della persona che si era recata a Martina Franca nei giorni 29 e 30 luglio 80 (v. interrogatorio Maraglino Cosimo, GI 25.10.96).

Il 31 ottobre 96, il Maraglino produce una sua memoria difensiva ove, tra l'altro, si legge testualmente: "l'essermi recato vuol dire aver ricevuto l'ordine di ritirare un plico. E' assurdo presentarsi da sprovveduto per richiedere verbalmente documenti classificati, se non si è stati preventivamente agganciati. Non mi presentavo ad un amico o conoscente ma addirittura al comandante di un reparto delicato dell'AM, dove solo per accedere bisogna sottostare ad una serie di controlli, essere dotati di "passi" e poi accompagnati. Le richieste quindi sarebbero state fatte, certamente prima del ritiro del plico, al comandante di Martina Franca da uffici paritetici... Eseguivo un servizio di corriere che per sua natura non fa richiesta di documenti, ma di materiale plico o busta di cui non è tenuto a conoscere il contenuto...".

Il colonnello Pacini ha dichiarato di non aver mai conosciuto il Maraglino; non ricorda di una richiesta da parte del S.I.S.MI, attraverso il Centro di Bari e il Sottonucleo di Taranto, di documentazione attinente gli incidenti del DC9 e del MiG 23 libico. Ma riconosce la sua firma nelle lettere di accompagnamento del 29 e 30 luglio 1980 e ammette pertanto di aver dato il suo assenso per la consegna della documentazione (v. esame Pacini Fulvio, GI 16.03.93).

Il segretario dell'ufficio del comandante del ROC, maresciallo Stante Osvaldo, citato dal Maraglino come persona da lui conosciuta e punto di riferimento in occasione delle sue visite, dichiarava di conoscere il sottufficiale del S.I.S.MI in quanto lo intratteneva nelle attese prima che esso Maraglino venisse ricevuto dal comandante o da altri. Non ricorda però di sue richieste sulle vicende di Ustica e del MiG libico (v. esame Stante Osvaldo, GI 23.04.93).

Il comandante del ROC, generale Mangani, ha dichiarato di non aver mai ricevuto, durante il suo periodo di Comando, richieste da parte del S.I.S.MI. Non ha mai ricevuto alcun input da parte del S.I.S.MI. L'unica persona che sa essersi presentata al ROC era un maresciallo dei CC. distaccato a Taranto. Ricorda, perché gli era stato detto da Pacini, della consegna dei dati relativi al DC9. Non è mai venuto a conoscenza della consegna dei dati inerenti l'incidente del MiG libico. Afferma che Pacini non gli parlò mai di questa trasmissione, forse perché stimava che si trattasse di ordinaria amministrazione. Non ha mai conosciuto né parlato con i responsabili del Centro S.I.S.MI di Bari Antonicelli e Curci. Non ricorda se già in quel periodo l'AG avesse emesso decreto di sequestro per i plottaggi radar e per la mappa dei relitti del 27.06.80. Non ricorda che il materiale consegnato il 29 e 30 luglio era stato richiesto anche dalla Guardia di Finanza e dal SIOS. In quei giorni si trovava in licenza ad Albinia (v. esame Mangani Romolo, GI 22 e 24.06.93).

Anche in questa vicenda emergono più contraddizioni che restano inspiegabili. Appare inverosimile che un sottufficiale del S.I.S.MI si presenti presso il comandante del ROC, che ha grado di generale o quanto meno di colonnello, per richiedere per le vie brevi documentazione "delicata", per ben due volte in due giorni consecutivi su due incidenti aerei di notevole risonanza, e che tali documenti vengano consegnati come se fosse documentazione di ordinaria amministrazione, senza alcuna richiesta scritta o preavviso tramite i canali previsti cioè il SIOS/A. Tutto ciò a fronte della negativa opposta dieci giorni prima, il 19 luglio, all'AG di Palermo e alla commissione d'inchiesta, che avevano fatto esplicita richiesta di documentazione radar, con l'asserita giustificazione della necessità del nulla osta del Gabinetto della Difesa per la relativa consegna.

Ma sull'intera vicenda ci si soffermerà più oltre, allorchè sarà trattata la parte relativa al S.I.S.MI.

Il 6 agosto 80 viene sequestrata dalla Guardia di Finanza di Martina Franca, in esecuzione al decreto di sequestro emesso dal PM di Roma il 16 luglio, la sola copia della mappa dei ritrovamenti dei relitti, dal momento che l'originale era stato già trasmesso il 17 luglio alla Procura di Palermo.

Sull'altra vicenda, quella riferita nell'appunto S.I.S.MI, del 29 luglio, di cui già s'è detto, appunto secondo cui sottufficiale della Guardia di Finanza aveva acquisito il detto materiale il 29 luglio, si deve ricordare che essa è stata negata dai testi escussi. Infatti i sottufficiali di stanza a Martina Franca in quel periodo Mura Giovannino, Argiolas Albinio e Rizzo Giuliano esaminati in merito, hanno escluso un fatto del genere (v. esami Mura Giovannino, Argiolas Albinio e Rizzo Giuliano GI 09.04.93 e Argiolas Albinio 23.06.93).

In data 13 agosto 80, il maggiore Montinaro Pasquale, ufficiale addetto alla segreteria del SOC, a seguito di specifica richiesta verbale del colonnello Bomprezzi del 2° Reparto SIOS, trasmette delle cartine riproducenti il percorso dei velivoli descritti nei plottaggi consegnati al S.I.S.MI il 29 luglio 80.

Come già detto nel luglio 88 vennero rinvenuti al ROC i cinque nastri TBT del 27 giugno 80. Il comandante pro-tempore del ROC, generale Frigo, ha dichiarato che in quella occasione fu rinvenuta nell'agenzia del SOC una scatola contenente cinque nastri. Furono ascoltati per intero con un'apparecchiatura in uso al tempo, rinvenuta a Bari-Palese. Fu trascritto il contenuto dei vari canali. Non ricorda perché la trascrizione sia stata limitata al periodo 18.00Z-20.00Z. Non venne effettuato alcun controllo incrociato tra le registrazioni trascritte e i brogliacci delle varie agenzie. A rilettura del verbale rettifica che per "intero" intendeva dire nel periodo in cui sono state trascritte le registrazioni , cioè 18.00Z-20.00Z (v. esame Frigo Alberto, GI 01.07.91).

Il capo Ufficio Comando del ROC, tenente colonnello Molinaro, ha dichiarato che i nastri trovati erano cinque, che su ciascuno di essi v'erano quindici canali e che furono ascoltati con il solo registratore che si riuscì a reperire. Ricorda che furono ascoltate le conversazioni a cavallo dell'evento, da mezz'ora prima ad un'ora dopo, non certo per un tempo superiore (v. esame Molinaro Tommaso, GI 03.07.91). In un appunto manoscritto del comandante della 3 Regione Aerea, generale Casagrande, rinvenuto e sequestrato nell'aprile 96 nel corso del sequestro eseguito con la costante presenza della PG si legge: "da ieri 29/6 si è scoperto al ROC di possedere 5 nastri registrati tra il 27 e il 28.06.80 di vecchio tipo a 15 piste che richiedono 6 giorni per il loro completo ascolto. Per ora trovata una pista SOC da un'ora prima a 30' dopo e solo dopo l'incidente c'è qualche chiamata relativa all'incidente, prima niente. Si sta ascoltando tutto per sicurezza all'epoca furono messi da parte per precauzione". In tal senso l'ufficiale ha dichiarato che quello scritto significava che erano stati trovati e riascoltati tutti e cinque i nastri (v. esame Casagrande Siro, GI 25.11.97).

Anche in questa vicenda vi sono varie contraddizioni. Infatti, come già detto precedentemente, dapprima il ROC segnala alla 3 Regione in data 4 luglio che un nastro non si può ascoltare perché non vi è l'apparecchiatura idonea, e poi, il successivo 8 luglio, che due nastri non erano stati ascoltati perché non rientranti nel periodo d'interesse. Ma tali segnalazioni non corrispondono a verità perché sicuramente si sono ascoltati gli interi periodi compresi tutti e cinque nastri come scrive il generale Casagrande, e come afferma in un primo momento il generale Frigo. In un secondo tempo, probabilmente su disposizione dello Stato Maggiore, vengono invece trascritte e trasmesse solo le registrazioni a cavallo dell'evento.

Nei primi giorni di aprile dell'89, lo SMA richiede alla 3 RA l'identificazione del capo controllore di Licola la sera del 27 giugno 80, in quanto deve essere escusso dalla Commissione Pratis; capo controllore in quel periodo ancora non individuato con certezza. Il ROC comunica che dalle registrazioni risulta essere il capitano Abbate Gerardo. In tal senso il capitano Patroni Griffi ha dichiarato di essere stato convocato dal vice comandante della 3 Regione per un confronto con Abbate, che aveva affermato di non essere stato in servizio. Giunto al citato Comando il confronto non vi fu, perché nel frattempo Abbate aveva ritrattato le sue dichiarazioni ed aveva ammesso di essere stato in servizio quella sera (v. esame Patroni Griffi Vito, GI 08.01.96).

Anche per questa vicenda, meglio descritta nel sito di Licola, si deve dire che nelle conversazioni telefoniche tra il SOC e il CRAM di Licola, il capitano Abbate appare menzionato soltanto nella telefonata delle ore 18.00, all'inizio del turno notturno, quale capo controllore di quella sera. Nel corso della serata e della notte non interviene mai, nonostante l'intenso scambio di notizie e dati tra i due siti. Nelle uniche due occasioni in cui viene esplicitamente richiesto dal capitano Patroni Griffi, telefonate delle ore 20.07 e 21.20, interviene al suo posto il maresciallo Di Micco, che senza giustificare la mancata presenza dell'ufficiale tiene il colloquio con l'ente chiamante. E' da sottolineare anche il fatto che le telefonate di Patroni Griffi sono sul canale 14, cioè la linea diretta tra il SOC ed il capo controllore di Licola, e che quella sera su questo canale hanno sempre risposto gli assistenti del capo controllore, marescialli Acampora e Sarnataro, il sergente maggiore De Masi e il guida caccia maresciallo Di Micco; cioè colui che appare, come ben si percepisce nelle comunicazioni telefoniche, il capo controllore effettivo di quella sera a Licola.

Il 10.04.89 nell'ambito dell'inchiesta condotta dal generale Pisano, il tenente colonnello Lippolis, comandante dell'RCC di Martina Franca, ha sostenuto, nell'audizione condotta dal colonnello Barale, che dall'esame delle condizioni dei sedili del DC9 e dei cadaveri egli aveva dedotto immediatamente che a bordo si era verificata una esplosione e che questa era avvenuta in corrispondenza del secondo o del terzo sedile a sinistra del portellone di accesso. Il colonnello Lippolis ha confermato tali dichiarazioni nel corso della sua testimonianza formale davanti alla Commissione, aggiungendo di aver immediatamente informato della sua convinzione il generale Mangani, comandante del ROC di Martina Franca e di aver dovuto molto insistere per la consegna alla Guardia di Finanza delle mappe relative al recupero dei relitti e dei cadaveri. L'ordine di Mangani era infatti "di non dar niente a nessuno". Secondo il racconto del responsabile del Soccorso, nel corso dell'incontro con il PM di Palermo e i suoi periti durato un'intera giornata, il Sostituto Procuratore lo condusse in un hangar per mostrargli i reperti che a suo dire dovevano costituire i resti di un missile e di un carrello del DC9; l'ufficiale riconobbe invece nei reperti mostratigli una tanica di T33 e un carrello di un aereo della 2 Guerra Mondiale. Tra gli oggetti esibiti vi era anche un casco di volo con la scritta John Drake che in seguito risultò essere appartenuto ad un pilota americano lanciatosi da un velivolo da portaerei. L'incontro tra Lippolis, il PM ed i periti non risulta verbalizzato anche se v'è in atti invece la citazione firmata dal sostituto procuratore di convocazione del Lippolis a Palermo per il giorno 06.10.80.

Il colonnello Barale riferisce altresì alla Commissione Pisano che il tenente colonnello Lippolis ha escluso che durante le ricerche iniziali qualcuno avesse rilevato la presenza di mezzi aerei in zona. A tal proposito è da porre in evidenza l'annotazione delle ore 01.48 locali sul quaderno di stazione dell'RCC effettuata dal Lippolis e commentata dal colonnello Barale come quella dei famosi flares lanciati dall'Atlantic. Il direttore dell'RCC a quell'ora annota: "signor Mancini dell'ANSA comunica che nave Clodia della Tirrenia in servizio fra Palermo e Napoli avrebbe avvistato due razzi da segnalazione nel tratto di mare fra Ustica e Ponza alle ore 01.44. Avvisato Trombetta". Quanto scritto sul brogliaccio risulta, come s'è visto, anche dalla conversazione telefonica registrata alle ore 23.40Z sul canale 9 del nastro C di Martina Franca, conversazione tra Lippolis e il giornalista Mancini. Da quel momento l'ufficiale effettua una serie di controlli per accertare la veridicità della notizia; infatti come risulta dalle annotazioni, di suo pugno, sul brogliaccio parla alle ore 02.30 locali con il maggiore Cerino della Marina Militare, alle ore 02.43 locali con il capitano Trombetta dell'RSC di Ciampino, alle ore 02.55 locali con il comandante Basile di Marisicilia. Tutti escludono che i mezzi di soccorso abbiano fatto uso di "razzi bianchi". Alle 02.57 locali, a Lippolis giunge notizia che i razzi bianchi potevano essere stati lanciati dall'Atlantic. Egli richiede al capitano Trombetta di controllare e questi, avendo interpellato per ben tre volte lo stesso Atlantic, conferma che gli stessi erano stati lanciati da quel velivolo identificato con la sigla ISSGE. Le notizie trascritte sul brogliaccio trovano riscontro anche nelle conversazioni telefoniche del canale 9 del nastro C di Martina Franca delle ore 00.23Z (Lippolis-Cerino) delle ore 00.32Z (Lippolis-direttore aeroporto Napoli), delle ore 00.38Z (Lippolis-capitano Trombetta). L'equipaggio dell'Atlantic Breguet 1150, ha invece escluso che nel corso del pattugliamento nella zona fossero stati lanciati flares. Dalla relazione di Maridipart di Napoli sulle operazioni di ricerca del DC9, risulta che alle ore 01.35 locali il suddetto velivolo ha effettuato soltanto un lancio di bengala, mentre il teste Gagliardo Umberto, componente l'equipaggio di un elicottero, ricorda che quella sera furono lanciati 5-7 bengala flares allo scopo di illuminare i tratti di mare d'interesse. Tutto questo non emerge dai rapporti di volo degli equipaggi impiegati nel corso della notte nelle operazioni di ricerca ed in particolare da quello del BR 1150. Nella telefonata delle ore 00.38Z, il capitano Trombetta riferisce a Lippolis di aver contattato l'Atlantic per ben tre volte confermandogli di aver lanciato dei razzi. Di tale questione non risulta traccia nella relazione Pisano.

In data 11.04.89 il colonnello Barale, a chiarimento dell'annotazione riportata sul quaderno di stazione dell'RCC di Martina Franca relativa al giorno 27.06.80 alle ore 22.27 locali, rivolge, sempre nell'ambito della Pisano, domande al capitano Giovanni Smelzo, ufficiale di servizio la sera dell'incidente, che così ha risposto: "la comunicazione proveniva dall'RSC di Ciampino nella persona del maresciallo Bruschina che aveva ricevuto la notizia dall'ACC di Roma; l'annotazione sul quaderno fu effettuata dal maresciallo Marzulli; si chiedeva l'interessamento dell'Ambasciata USA per avere in supporto alle operazioni di soccorso l'intervento di mezzi statunitensi; non è stata intrapresa nessuna ulteriore azione poiché l'RCC, non avendo conoscenza diretta della situazione del traffico aereo, interessava il capo controllore del SOC, il quale escluse però la presenza di portaerei americani in zona; pertanto non è seguita alcuna richiesta. (v. audizione Smelzo, Commissione Pisano, 11.04.89).

Il colonnello Barale, escusso in merito all'incarico assegnatogli dalla Commissione Pisano e in particolare agli accertamenti esperiti presso l'RCC di Martina Franca, ha dichiarato che venne a conoscenza della presenza di velivoli americani dall'annotazione sul brogliaccio riferita alla telefonata tra l'RSC di Ciampino e il citato RCC. Prese visione anche delle trascrizioni delle telefonate di Martina Franca con vari enti, ma non vi trovò traccia della telefonata in questione pur avendola ricercata con cura data l'importanza della stessa (v. esame Barale Nello, GI 22.06.91). Si deve osservare che le trascrizioni visionate dal Barale terminano alle ore 20.00; era necessario perciò, per reperire la telefonata in argomento, registrata sul brogliaccio alle ore 22.27 locali, ore 20.27Z, ascoltare il nastro di registrazione TBT, che in quel periodo era giacente ancora a Martina Franca. Si deve poi sottolineare il fatto che proprio il 7 aprile 89, come già detto, a seguito di richiesta per le vie brevi, viene inviato alla Commissione Pisano un nastro di registrazione TBT di Martina Franca, successivamente identificato come nastro D" che contiene le registrazioni tra il SOC e i CRAM ma sul quale non è registrata la telefonata tra l'RSC e l'RCC. In questo nastro risulta la richiesta del SOC al CRAM di Licola nella quale si chiede se è stato controllato, nella serata, traffico americano. Il colonnello Muzzarelli, membro della Commissione, all'atto del sequestro del nastro, nel novembre 90, ha dichiarato che lo stesso non era stato mai ascoltato per la mancanza idonea di apparecchiatura. Risulta da tutta questa vicenda che il senso della telefonata, quella sera, fu quello di accertare la presenza di intenso traffico americano nella zona dell'incidente, avvistato dall'ACC di Ciampino, traffico che avrebbe potuto causare una eventuale collisione con il DC9, Itavia e non invece, la ricerca di mezzi statunitensi da impiegare nei soccorsi, come pure interpretato e scritto oltre che da altri, dal colonnello Barale dopo l'audizione di Lippolis e Smelzo il 10 e l'11 aprile 89.

Tra la documentazione che il ROC avrebbe dovuto possedere, non sono stati mai rinvenuti i registri di sala operativa del SOC, e i messaggi con i relativi plottaggi pervenuti nel corso della notte da Licola e Marsala, documenti che avrebbero chiarito tante questioni che purtroppo restano insolute, quali: l'orario di inizio nel plottaggio della traccia AG266 trasmessa da Licola, se a 18.50 come emerge dalle conversazioni telefoniche o a 19.04; al riguardo del plottaggio delle tracce trasmesse da Marsala, se questa operazione venne effettuata nella notte tra il 27 e il 28, cosicchè se ne trarrebbe la certezza che era stata previamente compiuta una riduzione dati; quanto all'analisi che il ROC invia al COP ed al COSMA la sera del 28 giugno, da chi fu effettuata e da quali documenti venne tratta.

Altra documentazione che non è stata rinvenuta, perché distrutta nel 1988, è quella relativa alla manutenzione del CRAM di Siracusa il giorno dell'incidente, giacché tra il 1989 e il 1990 alcuni testi avevano dichiarato davanti alla Commissione Stragi che il sito alle 19.00 si trovava ancora in manutenzione, mentre altri, come Patroni Griffi e Arati affermavano il contrario.

Nel novembre 95, nel corso di sequestro della documentazione con la costante presenza della PG, come già detto, viene rinvenuto e sequestrato un nastro di registrazione TBT che non era stato consegnato all'atto del sequestro avvenuto il 15 novembre 90. Il nastro inizia alle 00.01Z del 28 giugno e tra le conversazioni d'interesse v'è quella registrata sul canale 8, collegamento tra il SOC e il 31° CRAM di Jacotenente, nella quale viene trasmesso da quest'ultimo sito il plottaggio del DC9, ricevuto da Poggio Renatico e Potenza Picena fino alle ore 18.46 con il numero di traccia LE157 e non LK477, come invece conosce il SOC. Sempre nel corso di una successiva conversazione al capitano Patroni Griffi viene comunicato dal sergente Cassano di Jacotenente che la traccia LK477, quella che secondo il SOC si correla con la traccia del DC9, non risulta essere stata mai inizializzata quella sera dal sito di Potenza Picena. La decifrazione di questo nastro TBT è avvenuta con incarico peritale del 9.12.95 ai periti Ibba-Paoloni.

Il messaggio relativo all'analisi dei plottaggi di Ferrara, Licola e Marsala, è stato rinvenuto in originale il 10.07.95 agli atti del 3° Reparto SMA, mentre in copia era stato esibito, come si ricorda, dal generale Mangani nel corso del suo esame testimoniale del 24.10.89 e dallo SMA alla Commissione Stragi dal 89. Ma non è stata trovata traccia né del documento né del protocollo agli atti del ROC. Dalla documentazione sequestrata presso il ROC si è potuta così ricostruire la storia del messaggio SOC/A/0215/NC/G10-1. Nel 1980 il SOC aveva in uso un registro di protocollo, che non è stato rinvenuto, con il quale si protocollavano anche i messaggi giornalieri degli avvistamenti radar inviati dopo la mezzanotte di ogni giorno. Il SOC aveva anche a sua disposizione un registro denominato proprio SOC/A, rinvenuto, che inizia il 19.09.78 e termina il 20.10.80, che però nel periodo di interesse riporta una numerazione superiore a quella del messaggio, 1800 invece che 0215. Esaminato il registro di protocollo della sezione "I", (o Intelligence), si constatava che il messaggio relativo agli avvistamenti radar trasmesso dalla sala operativa del SOC il 28.06 riporta la numerazione 0214 e quello trasmesso il 29.06 la numerazione 0216. Pertanto, sulla base della considerazione che la numerazione del messaggio in disamina ha il numero 0215 ed è stato inviato alle 21.15Z cioè prima della mezzanotte del 28, si è indotti a ritenere che sia stato formato da personale della sala operativa del SOC e non da personale degli Uffici della Segreteria. Che il messaggio 0215 sia stato originato dalla sala operativa o comunque senza passare per l'Ufficio Operazioni, può inoltre essere confermato dal fatto che i dati in esso contenuti coincidono totalmente con quelli della conversazione avvenuta la notte del 28 tra il SOC e il 31° CRAM, mentre differiscono in parte da quelli del messaggio inviato il 28.06.80 alle ore 11.00Z da Potenza Picena, peraltro protocollato in arrivo il 30 giugno sul registro di protocollo dell'Ufficio Operazioni del ROC e mai su quello del SOC.

Il generale Romolo Mangani, deceduto il 9 giugno 96, comandante del ROC, dichiarò nel 91 che solo dopo esser venuto a conoscenza, attraverso la stampa della presenza militare statunitense la sera dell'incidente ebbe a ricordare della proposta di chiamare l'Ambasciata americana per accrescere le possibilità di soccorso; e in quella sede precisò che il termine "pollaccione" significava che un pilota commette errori in buona fede (v. esame Mangani Romolo, GI 26.07.91). In un successivo esame ricordò anche di aver disposto la conservazione dei nastri di registrazione; di aver avuto contatti con la 3 RA di Bari con il comandante o con il vice nel corso della notte o la mattina successiva per riferire sui fatti; di aver riferito ai suoi superiori che non vi era stata alcuna collisione dopo aver compiuto gli accertamenti necessari; così come di aver comunicato al COP l'assenza della portaerei e la prima investigazione proveniente da Marsala, che indicava il DC9 senza altri aerei nell'intorno l'aerovia; di aver parlato la mattina successiva con il capo di Stato Maggiore generale Bartolucci (v. esame Mangani Romolo, GI 12.10.91). Per esso Mangani il termine traffico americano significava collisione in volo; una volta esclusa la collisione, per lui non esisteva più il problema del traffico americano (v. esame Mangani Romolo, GI 14.01.92).

Il tenente Smelzo Giovanni, ufficiale di servizio all'RCC, già escusso nel novembre 1986, non aveva dichiarato che quella sera vi fu un interessamento, da parte della sala del soccorso, sulla presenza di traffico americano nella zona dell'incidente. Nel corso dell'interrogatorio del 22.06.91 dichiarava che la grafia sul quaderno di stazione sul traffico militare statunitense alle ore 22.27 locali era del maresciallo Marzulli; non era in grado di fornire spiegazioni sulle dichiarazioni con le quali il capo controllore aveva escluso la presenza di portaerei, annotazione anch'essa riportata sul quaderno di stazione dell'RCC. Fattagli ascoltare la telefonata delle 20.22 sul traffico intenso americano, risponde che all'epoca il Soccorso non aveva la possibilità di mettersi in contatto diretto con la flotta americana. In altro esame gli viene fatta ascoltare la telefonata delle 20.25 in cui parla con il maresciallo Berardi del COP; su di essa risponde che la ricorda, ma non è in grado di indicare quale sia stato l'ufficiale dell'ACC che ha parlato del traffico militare americano. Ammonito a dire la verità risponde testualmente "non sono in grado di ricordare. E' passato tanto tempo. Se ho fatto indagini sulla presenza americana, è probabile che ne abbia parlato di ritorno con Ciampino Soccorso" (v. esame Smelzo Giovanni, GI 26.07.91).

Il maresciallo Marzulli Pietro, sottufficiale di servizio all'RCC, come il citato Smelzo, nell'interrogatorio del 1986 non aveva riferito alcunchè sull'interessamento al traffico americano. Nell'esame del 1 luglio 91 conferma di non ricordare di una telefonata in cui s'è parlato di Ambasciata americana. Preso atto della telefonata delle 20.22 in cui parla con il collega Bruschina dell'RSC di Ciampino, ne ricorda il contenuto e ammette di aver parlato con Smelzo, precisando che era assolutamente impossibile che si lasciasse cadere una notizia del genere; non ricorda altri particolari. Ammonito a dire la verità, risponde testualmente: "per il lavoro che facevo a me interessava solo il soccorso. Era irrilevante sapere come fosse successo il disastro. Sarebbe stato rilevante saper solo se c'era una portaerei, perché ciò avrebbe consentito l'intervento di elicotteri. Se ci fossero stati soltanto degli aerei, ciò per me sarebbe stato irrilevante e non di mia competenza. Oggi non so dire a cosa servisse l'Ambasciata americana. Anche all'epoca di sicuro avrò ritenuto che l'Ambasciata non c'entrasse nulla. Io posso avere ricevuto una risposta da Smelzo sul tipo "a noi non interessa sapere se c'erano mezzi americani, me la vedo io". A nuova contestazione relativa a cosa c'entrasse l'Ambasciata americana rispondeva che aveva appreso la notizia e basta. Non ricorda cosa abbia fatto Smelzo, anche perché in sala erano presenti due ufficiali superiori.

Il direttore dell'RCC, il tenente colonnello Lippolis Guglielmo, dichiara che quella sera, allorchè pervenne la telefonata sul traffico americano, era sicuramente presente in sala, giacchè era arrivato poco dopo la notizia dell'incidente. Non diede importanza alla comunicazione poiché l'unico interesse era quello di evitare interferenze con i mezzi dei soccorsi. Esclude di aver ricevuto la comunicazione della non presenza di una portaerei nella zona dell'incidente. Ricorda che fu chiamato il centro di Bagnoli tramite linea sip ma da altri e non da lui (v. esame Lippolis Guglielmo, GI 01.07.91). Nella successiva escussione, il 26 luglio 91, prendeva atto che fino alle 21.42Z non era stato presente in sala per cui non poteva esserlo al momento della telefonata giunta da Ciampino, 20.22Z sulla presenza del traffico americano. Ma nulla sa rispondere al riguardo.

Il colonnello Arati Giancarlo, comandante del SOC dichiara che la sera dell'incidente si trovava presso la propria abitazione; venne avvisato dal capo controllore del SOC intorno alle ore 21.15-21.20 locali; la notizia era pervenuta al SOC dal sito di Marsala e secondo questa notizia già era stato avvisato sia il soccorso che il comandante del ROC. Ricorda che i siti di Marsala e Licola avevano trasmesso esclusivamente il plottaggio del DC9; ricorda altresì di aver disposto la sera stessa la conservazione delle registrazioni telefoniche della sala operativa e Nadge; non ricorda di aver formato alcun documento relativo all'analisi dei dati radar provenienti dai CRAM di Licola, Marsala e Ferrara (v. esame Arati Giancarlo PG 26.10.94 e GI 22.05.96).

Il capitano Patroni Griffi Vito, capo controllore della sala operativa del SOC, è teste chiave, colui che conosce tutte le attività che sono state poste in essere quella sera nella sala operativa del SOC e in quelle dei centri radar dipendenti di Marsala e Licola. Ma nel tempo ha reso dichiarazioni contraddittorie. E' lui che ha visionato e tracciato il plottaggio dell'AG266 prima versione con avvistamento alle 18.50; è sempre lui che alle 23.18 comunica al sito di Licola che il plottaggio anzidetto non è credibile perché presenta "un salto da canguro", cioè percorre un tratto della rotta a velocità supersonica; che prende in esame la traccia LK477 e dopo qualche ora riceve la comunicazione, secondo cui che la stessa è inesistente presso il sito d'origine, cioè Potenza Picena; che afferma di aver ricevuto dopo varie insistenze con il suo collega capo controllore il plottaggio di Marsala nel corso della notte. Nel luglio 88, unitamente ad altri colleghi ufficiali procede all'ascolto e alla trascrizione dei nastri TBT. Nel corso della sua audizione davanti alla Commissione Stragi, il 10.01.90, riferisce con precisione gli accadimenti di quella sera che ha tratto da documenti esistenti al ROC. Ma nel suo racconto vengono citate alcune operazioni che non trovano riscontro nei documenti sequestrati dall'AG. Questi appunti vengono acquisiti in copia nel corso dell'esame dell'8.01.96. Nel gennaio 92 dichiara che la conversazione delle 22.22, in cui si parla del plottaggio dell'AJ421, intercorre tra il SOC e il sito di Marsala e non invece, come si accerterà solo nel 96, tra il SOC e il sito di Licola. Per queste ragioni, per il suo atteggiamento cioè estremamente reticente, il Pubblico Ministero dovrà prendere in considerazione la sua posizione.

Il maresciallo Attanasi Rosario, assistente del capo controllore, altro teste chiave delle attività eseguite quella sera nella sala operativa del SOC, nonostante che la sua memoria sia stata ravvivata con l'ascolto delle conversazioni telefoniche, non ricorda situazioni importanti per l'inchiesta. E' l'operatore che riceve la comunicazione della scomparsa del DC9 da parte di Marsala e ciò lo conferma in sede di esame testimoniale. E' il primo collaboratore del capo controllore e si attiva a ricevere ed analizzare i dati che provengono dai centri radar della difesa aerea, in particolar modo da Licola. Nell'interrogatorio del 1° aprile 96, non ricorda più il contenuto delle conversazioni ascoltate. Mentre in data 14.01.92 aveva addirittura dichiarato che Martina Franca aveva ricevuto anche i plottaggi di Poggio Ballone, dato questo mai emerso nel corso dell'inchiesta. Non ha collaborato nell'analisi per la formazione del messaggio datato 28 giugno trasmesso dal SOC al COP e al COSMA. Infine, pur preso atto dei contenuti delle telefonate da lui effettuate quella sera, con Licola, Marsala, Jacotenente, tutte di rilievo per l'inchiesta, come già detto, nulla ricorda. (v. esame Attanasi Rosario, GI 30.01.96).

I restanti testi in servizio in sala operativa la sera dell'incidente, Tesauro, Comune, Pignatale, Todaro, hanno confermato soltanto la loro presenza in sala, anche perché comprovata dalle conversazioni telefoniche, ma non hanno fornito, come usuale, alcun utile elemento alle indagini.

Dalle dichiarazioni rese da Mangani e Arati pertanto si può ben notare che dopo l'incidente venne disposta anche la conservazione del nastro di registrazione radar. Nastro di cui purtroppo si è persa ogni traccia. Questo importante documento di prova avrebbe sicuramente fornito elementi utilissimi alle indagini tenuto conto che al SOC giungevano soltanto le tracce più significative, così come ben specifica il comandante del SOC, Arati: "Il SOC non ha radar, coordina la Difesa Aerea facendo capo alla 5a Ataf di Vicenza. Al SOC veniva trasmesso il traffico significativo: per traffico si intendono le seguenti tracce:

- X ray: tracce sconosciute probabilmente nemiche;

- Zombie: velivoli del Patto di Varsavia o comunque nemico potenziale in transito autorizzato nel nostro territorio oppure non autorizzato ma fuori del nostro spazio aereo;

- Hostile: velivoli nemici che hanno compiuto atti ostili sul nostro territorio;

- Uniform: tracce sconosciute probabili nemiche;

- Ic: intercettori nostri in volo;

- Kilo: erano tracce di particolare interesse (velivolo dirottati, di emergenza, vip, ecc.).

In questa testimonianza il colonnello Arati aggiunge - dopo aver dichiarato di aver disposto la conservazione dei nastri TBT e Nadge - che dei nastri non ha saputo più nulla, ricordando che anni dopo "4 o 5 circa non ricordo l'esatto periodo il generale S.A. Casagrande, comandante della 3a Regione Aerea - io ero allora direttore del personale della 3a Regione Aerea - mi chiese informazioni su un contenitore di cartone con all'esterno la dicitura a mano: "bloccati dal colonnello Arati" contenente delle registrazioni telefoniche o radar di Martina Franca inerenti l'incidente ritrovati in quel periodo al 3° ROC. Io risposi che non potevo dare nessuna informazione se non quella di confermare il mio intervento la sera dell'incidente o il mattino successivo per bloccare le registrazioni (v. esame Arati Giancarlo, PG 26.10.94).

Si ha ragione di ritenere pertanto - poiché i nastri di registrazione TBT anche se in modo travagliato sono alla fine giunti a questo Ufficio - che di quello di registrazione radar sia stata volutamente omessa la trasmissione da parte dell'Aeronautica.

Dietro