5. Le risultanze sulla flotta di superficie e subacquea.

E' emerso, però, attraverso il prospetto delle unità sovietiche presenti nel Mediterraneo il 27 giugno 80 - a suo tempo fornito dalla Marina Militare e di cui s'è già parlato - e l'analisi di esperti sempre della Marina, che in tutta l'area del Mediterraneo erano effettivamente presenti quattro unità subacquee, e precisamente: una SSN classe Victor, una SSGN classe Echo II, una SS classe Tango e una SS classe Foxtrot. Il Victor era stimato nel Mediterraneo occidentale; l'Echo II nello Ionio - Canale di Sicilia; il Tango nel Canale di Sardegna; il Foxtrot nel Canale di Creta. Queste posizioni erano state stimate in base alle informazioni sulle posizioni precedenti e al comportamento abituale delle unità subacquee sovietiche. Le posizioni, certe e stimate, erano le seguenti: unità d'attacco a propulsione nucleare (SSN) classe Victor, segnalato per quel giorno in Mediterraneo, stava operando nell'Atlantico centro-settentrionale nell'ambito di una esercitazione aeronavale con la partecipazione delle portaeromobili "Kiev" e "Leningrad". La prima, usualmente di stanza nel Mediterraneo, stazza di maggiori dimensioni che la seconda, con armamento più potente, e dotato, oltre che degli elicotteri antisom KA-27 Helix, dei velivoli a decollo verticale YAK-38 Forger. Un sommergibile classe Victor era effettivamente entrato in Mediterraneo nel successivo mese di agosto.

Dalle unità presenti nel Mediterraneo, esclusivamente tre erano impegnate in attività in mare, mentre le rimanenti risultavano stazionate presso porti di paesi amici per lavori o rifornimento. In particolare: il sommergibile lanciamissili classe Echo II veniva stimato in attività di pattugliamento nel Mediterraneo centrale; il sommergibile convenzionale classe Tango veniva stimato in attività di pattugliamento nel canale di Sardegna; uno dei sommergibili convenzionali classe Foxtrot era localizzato a Sud delle isole di Creta.

L'SSGN classe Echo II, proveniente dalla flotta del Nord, era entrato nel Mediterraneo il 15.06.80 e ne uscirà il 23.07.80. Durante questa permanenza, il sommergibile aveva condotto una missione che non si è discostata dai tradizionali canoni di impiego osservati per questo tipo di unità. In particolare, secondo le valutazioni condotte: 15/19 giugno trasferimento verso il Mediterraneo centrale; 19 giugno/10 luglio: pattugliamento nel Mediterraneo centrale; 10/12 luglio: transito canale di Sicilia; 12/15 luglio: pattugliamento canale di Sardegna; 19/23 luglio: trasferimento verso Gibilterra per effettuare uscita dal Mediterraneo. Durante queste attività nel Mediterraneo, l'SSGN Echo II era stato localizzato soltanto due volte, precisamente: il 20 giugno probabile in 3728N - 01758E (Ionio meridionale), e il 12 luglio in 3825N - 01137E (canale di Sardegna).

Nel periodo 11-21 giugno 80 alcune unità di Sovmedflot hanno condotto una missione di monitorizzazione della esercitazione multilaterale "Tridente 80" svolta nello Ionio con la partecipazione del CVBG USA "Saratoga". Considerando l'area di pattugliamento stimata dall'Echo II in quel periodo, non si può escludere la possibilità che questa unità abbia partecipato alla sorveglianza della portaerei statunitense durante l'esercitazione. Inoltre è da evidenziare che i sottomarini classe Echo II (Velocità 20 nodi in superficie/24 nodi in immersione, profondità operativa massima 300 m, equipaggio 90-100 uomini) erano stati costruiti proprio con lo scopo di attaccare i gruppi di portaerei con missili antinave.

L'SSK classe Tango era entrato in Mediterraneo il 12.06.80 e ne era uscito il 19.12.80. Anche la missione di questa unità ha visto l'alternarsi del pattugliamento con la sosta in porti amici. Secondo le valutazioni condotte, il sommergibile nel periodo giugno-luglio 80 ha condotto la seguente attività: 12/16 giugno trasferimento nel Mediterraneo occidentale con direttrice Est, 16/20 giugno pattugliamento area isole Baleari, 21 giugno trasferimento verso canale di Sardegna, 22 giugno/13 luglio pattugliamento canale di Sardegna, 13/14 luglio trasferimento verso Hammamet, 15 luglio/5 agosto sosta ancoraggio Hammamet. Durante il periodo compreso fra il transito in ingresso dello stretto di Gibilterra e l'arrivo all'ancoraggio di Hammamet, non risultano disponibili localizzazioni dell'unità. L'SSK classe Foxtrot era entrato in Mediterraneo il 24 febbraio 80 e ne era uscito il 22 agosto del medesimo anno. Nei sei mesi di permanenza nel bacino l'unità aveva, come di consueto, alternato l'attività di pattugliamento e sorveglianza con soste presso gli ancoraggi e porti di Paesi amici. In particolare nel periodo giugno-luglio 80, il Foxtrot aveva svolto la seguente attività: 28 aprile/16 giugno sosta di manutenzione presso il porto siriano di Tartus, 16 giugno/12 luglio pattugliamento nel Mediterraneo orientale (area a Sud di Creta), 13 luglio/5 agosto pattugliamento nell'area a Sud-Est della Sicilia. Il 27 giugno l'unità era stata localizzata in posizione 3424N - 02315E (area a Sud di Creta).

Queste posizioni escluderebbero la possibilità di monitorizzazione dell'area di interesse. In considerazione però del margine di incertezza delle stime, non si può nemmeno escludere che uno di tali sommergibili si trovasse nel Tirreno centro-meridionale il 27-28 giugno e potesse pertanto rilevare eventuali attività in corso. E' necessario perciò a questo punto esporre e valutare le capacità delle predette unità subacquee di comprendere e monitorizzare la situazione navale ed aerea a mezzo di sensori ottici, servizi elettroacustici, cioè idrofoni ed ecogoniometri, radar e radio di cui erano dotati quelle unità. I sensori ottici, costituiti da due periscopi, uno per la ricerca e uno per l'attacco, sono considerati i sensori più precisi del mezzo, in quanto forniscono il migliore apprezzamento della situazione esterna, consentendo di osservare navi di superficie con portate di 15-20km e velivoli a bassa quota con portate dimezzate a causa delle piccole dimensioni di questi obbiettivi. I sensori elettroacustici - di cui l'idrofono era considerato l'orecchio del sommergibile, in grado di riconoscere i bersagli grazie alla loro impronta sonora, e l'ecogoniometro, in grado di fornire la posizione (rilevamento e distanza) dei bersagli di superficie e subacquei - consentivano di seguire con continuità la sola situazione navale nelle immediate vicinanze dell'unità. Per quanto concerne i sensori elettromagnetici attivi ovvero i radar di scoperta, anche se essi consentivano di seguire la situazione navale ed aerea a bassa quota (per i velivoli limitatamente a 1500-2000 m dall'unità), ne veniva sconsigliato l'uso in quanto avrebbe dato modo alle unità nemiche di localizzare il sommergibile intercettando le emissioni elettromagnetiche della sua antenna, mentre i sensori elettromagnetici passivi cioè l'intercettazione di emissioni radar, avrebbero consentito di ricavare informazioni saltuarie sulla presenza di unità navali e di aerei di pattugliamento antisom con radar in emissione. In merito all'intercettazione passiva di emissioni elettromagnetiche i sommergibili (probabilmente limitatamente ai soli mezzi della classe Tango e Foxtrot) erano in grado di captare anche emissioni sulle bande di radio-comunicazioni UHF-VHF.

Quindi le unità subacquee sovietiche, eventualmente dislocate nel Tirreno meridionale, avevano capacità di comprendere e seguire la situazione navale entro 15km, mentre avevano capacità teorica di comprendere specifici eventi della situazione aerea entro 100/200km solo mediante la fortuita intercettazione di comunicazioni UHF/VHF. La comprensione delle fortuite intercettazioni sarebbe stata però molto più probabile mediante analisi a posteriori piuttosto che da ascolto diretto durante l'intercettazione.

Alla luce pertanto della presenza in Mediterraneo di unità della flotta sovietica , in particolare : la DA Kaschin 716 e la DD Kothin 527, ferme in porto a Tunisi, la FS Mirka 824 e FS Petya 833 alla fonda nel golfo di Susa, più altre minori negli stessi siti o altrove sempre nel Mediterraneo, in grado con i loro sistemi radar di aver registrato presenze di aerei nell'area del disastro, veniva richiesto alle autorità russe copia dei nastri radar registrati ed eventuali data reductions e trasposizioni grafiche degli stessi (v. rogatoria verso la Russia, 11.06.92).

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