4. Le rogatorie alla Federazione di Russia.

Sulla base di queste dichiarazioni venivano pertanto richieste, tramite rogatoria informazioni alle autorità russe, concernenti l'identificazione e l'esame di Pavlov, di Sulameinov, del generale Sulinov, e dell'ambasciatore Anassimov in carica nel 1980 presso il Governo di Tripoli; la trasmissione di copia del rapporto redatto dai primi due e custodito presso gli archivi del GRU e del KGB; l'acquisizione di copia della stampa che aveva riportato il fatto ed in particolare l'edizione del giornale "Stella Rossa"; informazioni sulle caratteristiche del sistema radar-satellitare di Maitighe (v. rogatorie russe 08.03.98, 22.04.93 e 07.12.93)

Con la rogatoria dell'8 marzo veniva inoltre richiesta la disponibilità a render testimonianza dell'ex Presidente Gorbacev, che era stato intervistato nel corso della trasmissione radiofonica GR1 del 3 marzo 93 - quella in cui era stato intervistato il sedicente Pavlov - ed aveva affermato: "Devo confessare che non venni mai informato dell'episodio, né come Segretario Generale del PCUS, né come Capo supremo delle Forze Armate. In questi mesi ho scoperto però che non tutto mi veniva riferito. Io sono a disposizione delle Autorità italiane per qualsiasi chiarimento possa offrire, e chiedo che il Governo russo renda pubblici tutti i documenti che dovessero richiedere gli italiani". Gorbacev, tuttavia pur essendo stato informato dalle autorità russe della richiesta di esame, non forniva alcuna risposta sulle sue disponibilità a essere sentito (v. missiva del Ministero degli Affari Esteri della Federazione Russa, 08.08.94).

Le autorità russe, in risposta alle rogatorie di cui sopra, informavano innanzitutto di non disporre di alcun documento ufficiale, né di relazioni di funzionari ed indicazioni radar, concernenti la vicenda di cui è processo. Riferivano inoltre che non risultava la presenza in Libia nel 1980 di Pavlov e Sulaimeinov e che non era stato pertanto possibile identificarli. Veniva confermata la esistenza del generale Sulinov Yuris Kostantinovich. Questi era stato effettivamente in Libia, ma in un periodo diverso dal 1980 e precisamente dal 1986 al 1988 in qualità di capo gruppo degli specialisti sovietici. L'ufficiale, continua la nota, aveva chiarito a quelle autorità, che le sue funzioni non comprendevano l'analisi dei dati del monitoraggio radar e satellitare e di non essere al corrente di informazioni sul disastro al DC9. Affermava, peraltro, di non aver rilasciato alcuna intervista e di non conoscere i sedicenti Pavlov e Sulaimeinov.

Con la stessa missiva le autorità russe trasmettevano copia del quotidiano "Stella Rossa" in cui era stata pubblicata la notizia dell'agenzia Tass del 6 luglio 80 relativa all'incidente e la trascrizione del dispaccio, che è bene riportare integralmente: "Roma, 6 luglio 80 (Tass). Quali sono i motivi del disastro accaduto all'aeromobile della Compagnia italiana Itavia sulla rotta "Bologna - Palermo? La stampa italiana discute ampiamente il problema in relazione alle ipotesi di uno scontro avvenuto nel mar Tirreno tra l'aereo italiano e un aereo militare americano. Le ipotesi sono basate su informazioni secondo cui nell'aerea della catastrofe, avvenuta una settimana fa, sarebbero stati rinvenuti alcuni frammenti dell'aereo con la scritta "Forze Navali degli USA", un giubbotto da salvataggio, due imbarcazioni di gomma e un sedile da pilota. Secondo altre fonti d'informazione - come riferito dalla stampa - nello stesso tempo uno degli aerei non sarebbe ritornato sulla portaerei statunitense che stava in rada nei pressi di Napoli. Nei mass media si esprime sorpresa per il fatto che, ad una settimana dal disastro che ha provocato la morte di più di 80 persone, la commissione d'inchiesta non ha rilasciato alcuna dichiarazione sulle cause" (v. risposta Ministero degli Affari Esteri della Federazione Russa del 16.09.93 a rogatoria russa del 22.04.93).

Con ulteriore missiva del 12 luglio 94 le autorità rogate aggiungevano che nessuno dei militari facenti parte del gruppo di specialisti presenti nel Paese africano nel 1980 era a conoscenza delle circostanze che avevano provocato il disastro accaduto la sera del 27.06.80 al velivolo italiano. La circostanza veniva peraltro confermata dal responsabile del gruppo degli specialisti residenti in Libia nel 1980, generale Viktor Kuzmicev Evghenevich. Questi dichiarava a quelle Autorità di non disporre di informazioni sull'evento e che comunque se nel disastro del DC9 Itavia fossero state coinvolte le forze aeronautiche libiche, certamente la circostanza gli sarebbe stata riferita dai piloti (v. risposta del 12.07.94 a commissione rogatoria del 7.12.93).

Accertamenti presso il S.I.S.MI consentivano di appurare che risultavano note numerose persone con il nome Ivanov (ivi comprese le varianti Anatolj, Anatoly e Anatoliy). Sulla base dei dati disponibili era stato possibile evidenziare tre soggetti, le cui caratteristiche trovano possibili riscontri con l'Ivanov.

Il primo, Ivanov Anatoli, nato il 20.01.28, collaboratore della rappresentanza commerciale sovietica, in Italia dal 1958 al 1962. Durante il suo accreditamento in Italia era stato classificato come agente sospetto dei Servizi informativi sovietici per aver: svolto attività di ricerca informativa nel settore militare (NATO, installazioni militari, carri armati USA, unità navali della MM statunitense ed italiana, sopralluoghi nei porti ed attrezzature portuali), settori tipicamente nell'obiettivo del GRU; aver contattato assiduamente il personale di bordo delle navi russe in sosta a Genova - circostanza che potrebbe avvalorare l'ipotesi che l'incarico di "collaboratore commerciale" non fosse altro che una copertura della vera professione di ufficiale della Marina sovietica appartenente al GRU; aver dimostrato la perfetta conoscenza della lingua italiana, requisito che determina spesso l'impiego dell'ufficiale dei SS.II., al suo rientro in patria, nel settore che tratta l'Italia. In relazione alle indicazioni ricevute è il soggetto che presenta maggiori analogie con l'elemento segnalato.

Il secondo, Ivanov Anatoly Vasilyevich, colonnello, indicato quale uno dei vice direttori del "Direttorato T" del KGB, responsabile dei dipartimenti 2, 6 e 8 in servizio nel 1990. Sul soggetto non risultavano disponibili ulteriori elementi identificativi.

Il terzo, Ivanov Anatoli, nato a Tambov il 03.01.34, tecnico-operatore commerciale sovietico dell'ente Technomarchimport che dal 1965 al 1983 aveva compiuto frequenti viaggi in Italia per trattative commerciali con varie ditte italiane operanti nel settore petrolchimico e meccanico. In particolare, nel 1981, aveva svolto un periodo di accreditamento presso la ditta "Nuovo Pignone" di Firenze. Il soggetto aveva destato perplessità in ordine al luogo di nascita indicato a più riprese in Tambov, Bolotnikovo e Jambowsk. Era l'unico per il quale l'età (59 anni) trovava corrispondenza in quella citata nell'intervista. Infine veniva precisato che il nominativo Ivanov Anatolij, non risultava conosciuto dal Servizio sovietico (SVR).

Per quanto concerneva Pavlov Alexei Alexeievich venivano segnalate, tra le oltre 200 persone note in atti del S.I.S.MI, con il nome Pavlov: tale Alexei, classe 1958, che si riteneva di poter escludere per motivi di età; tale Alexei Pavlovich, classe 1905, che si riteneva anch'esso di poter escludere per motivi di età e di patronimico; tale Alexei Grigorjevich, classe 1936, accreditato presso la rappresentanza della Federazione russa in Finlandia. Veniva peraltro precisato che agli atti del Servizio non era stata riscontrata alcuna evidenza con patronimico Alexei Alexeievich e come non risultava al Servizio sovietico (SVR) alcun residente nel 1980, in Libia a nome di Pavlov Alexej. Infine si affermava che gli scarsi dati disponibili non avevano consentito di formulare attendibili ipotesi di identificazione del Pavlov.

Sul conto di Sulameinov Piotr veniva riferito che non risultavano note persone con tale nome. Risultavano soltanto alcuni nominativi con cognome similare (Suleimanov, Souleimanov, Suleimanov) di cui nessuno a nome Piotr (v. rapporto Reparto Operativo CC. del 02.04.93).

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