6. Pratica di Mare.

Presso l'aeroporto di Pratica di Mare hanno sede reparti ed enti dell'Aeronautica Militare, come il 14° Stormo, i Gruppi Radio Misure e Contromisure Guerra Elettronica, il Reparto Sperimentale di Volo e la Divisione Aerea Studi Ricerche e Sperimentazione. Nel cd. hangar "Buttler" di questo aeroporto sono custoditi i reperti del DC9 provenienti dalle quattro campagne di recupero operate sui fondali del Tirreno, e quelli del MiG 23 provenienti dai recuperi sulla Timpa delle Magare in Sila.

La sera del 27 giugno 80 atterrò su questo aeroporto un PD808, bireattore in forza all'8° Gruppo del 14° Stormo. Riguardo a tale missione è stata svolta attività istruttoria finalizzata ad individuare nel dettaglio il velivolo utilizzato e gli effettivi scopi della missione stessa. Sono stati così individuati il comandante ed i membri dell'equipaggio di cui di seguito, in stralcio, i passaggi testimoniali più significativi.

Il tenente colonnello Walter Spampinato era il comandante della missione a cui era destinato il volo del PD808. I ricordi dell'ufficiale sono labili e nel corso dell'escussione testimoniale si mostra incapace di fornire elementi degni di nota in ordine alla missione stessa. A tal riguardo vale la pena di riportare, in stralcio, il seguente passaggio: "Questo viaggio ho tentato di ricostruirlo sulla base della memoria personale, ma non ci sono riuscito. Ho quindi chiesto a dei colleghi dello SMA tra cui il tenente colonnello Scotto e ad altri che ora non ricordo... . Recandomi da lui mi ha fatto presente che la citazione era forse collegabile al fatto che io fossi in volo al momento della caduta del DC9 Itavia" (v. esame Spampinato Walter, GI 08.04.91).

Il capitano Giampaolo Ocone ha così ricordato quel volo, in cui egli era membro d'equipaggio del PD808: "Mi è rimasto impresso il volo da me compiuto il 27, perché al ritorno a casa ho sentito dalla televisione dell'incidente di Ustica. Mi ricordo di essere partito dall'aeroporto di Pisa per compiere il controllo del Tacan di Firenze, e cioè del sistema di navigazione e radio assistenza militare. Non ricordo quando eravamo partiti da Pratica, se lo stesso giorno o nei giorni precedenti. In genere si dovevano fare diversi controlli in diverse basi... . Il velivolo era un PD808, equipaggiato con speciali apparecchiature elettroniche per la rilevazione e l'analisi di segnali radio-elettrici emessi dalla radio assistenza ovvero dai Tacan, dai Vor, NDB e ILS... . Non ricordo l'orario esatto in cui siamo partiti da Pisa. Era di sicuro nel tardo pomeriggio, perché dopo un paio d'ore di volo, siamo arrivati intorno alle 21.00 a Pratica di Mare". (v. esame Ocone Giampaolo, GI 11.04.91).

Il maresciallo di 1ª classe Mario Sgrulletta, all'epoca operatore di bordo al pannello radio misure presso il 14° Stormo, ha anche lui ricordi vaghi della missione compiuta il giorno del disastro di Ustica: "Eravamo partiti da Pisa. Prima di Pisa eravamo stati a Cervia; sempre per il nostro lavoro specifico e cioè radio misure. Non ricordo però quale controllo facemmo a Cervia. Non ricordo quale missione avevamo compiuto prima di Cervia. In genere si parte per diversi giorni e si fanno più radio misure... Il velivolo era un PD808 equipaggiato per il lavoro specifico delle radio misure". (v. esame Sgrulletta Mario, GI 11.04.91).

Il maresciallo Vincenzo Colella, indicato dal collega Sgrulletta quale membro dell'equipaggio del PD808, non ricorda se era in volo quella sera del 27 giugno 80, ma neanche lo esclude. (v. esame Colella Vincenzo, PG 25.01.95).

Il sergente Giovanni Taffuri ha ricordato la missione volativa solo dopo aver preso visione dei relativi atti: "Il 27 eravamo stati dapprima a Cervia per controlli delle radio assistenze alla navigazione aerea, in particolare al Tacan di Firenze... . Cominciammo il volo da Pisa la sera tardi, mi sembra intorno alle 19.00 e ritornammo a Pratica di Mare dopo circa un'ora, un'ora e un quarto, completando il controllo su Firenze". (v. esame Taffuri Giovanni, PG 11.04.91).

Ma nessuna documentazione sulle finalità della missione è stata rinvenuta. Il volo potrebbe corrispondere alla serie di plots primari evidenziati sia dal radar Marconi che dal radar Selenia, corrispondente ad un velivolo che dal centro del Tirreno compie una manovra di avvicinamento alla costa laziale, all'altezza di Pratica di Mare.

Altra vicenda che si sarebbe consumata in questo sito, per la precisione nell'hangar "Buttler" è quella dell'asserita scomparsa di un reperto del relitto del DC9, denunciata da un consulente di parte. E' costui l'ing. Ermanno Bazzocchi di parte imputata. Queste le sue dichiarazioni sul fatto denunciato "...sono perito di parte imputata - Bartolucci, Ferri, Tascio, Zauli e ritengo Cavatorta - e per tale incarico sono stato contattato inizialmente dal generale Tascio e successivamente dagli altri che ho nominato. Il giorno 18 febbraio u.s. mi sono recato per la prima volta a Pratica di Mare poiché informato dal Tascio che si sarebbe svolta una riunione peritale. Ho passato circa tre ore a studiare - visivamente - il relitto dell'aereo mentre gli altri periti lavoravano per proprio conto. In detta circostanza non ho scattato foto. Durante la mia ricognizione ho rilevato un certo numero di fatti interessanti e durante questo sopralluogo ho osservato deposto sul pavimento dell'hangar, nella parte sinistra dello stesso hangar con le spalle rivolte al portone d'ingresso ed a circa un metro dalla parete laterale in mezzo ad altri reperti costituiti dalle intelaiature di alcuni seggiolini passeggeri, un pezzo di lamiera in lega leggera che ho individuato far parte del pavimento della cabina passeggeri. Questo reperto aveva le dimensioni approssimative di 60/80 centimetri di larghezza e della lunghezza di circa un metro, e si presentava in parte piano ed in parte arrotolato con tracce dell'incollaggio della moquette con una striscia rosso scura e l'altra giallo marrone.

Il 24 successivo sono tornato per la seconda volta a Pratica di Mare per riunione peritale. Sono subito andato alla ricerca del pezzo di pavimento sopra descritto perché nei giorni precedenti sfogliando la rivista "Flight" che riportava un articolo sull'incidente di Lockerbie riscontravo delle particolari analogie tra le illustrazioni relative agli effetti di quell'esplosione con l'aspetto di alcuni reperti osservati a Pratica di Mare la volta precedente tra cui il citato frammento di pavimento. Non ho ritrovato detto pezzo nella posizione in cui lo avevo notato la volta precedente. Ho esteso la ricerca in tutto l'hangar con esito negativo. Ne parlai con alcuni periti presenti, non ricordo quali, ipotizzando il fatto ad una possibile visita di altra Commissione peritale avvenuta presumibilmente nei giorni precedenti. Nel verbale conclusivo della riunione peritale ho espresso un certo numero di rilievi fatti in occasione delle ricognizioni, ma non ho menzionato il mancato ritrovamento del reperto citato. Nella riunione del 24.02.92 era presente il colonnello del Genio Aeronautico Cardinali, anche lui perito di parte imputata, che effettuò numerose riprese fotografiche.

Il 6 marzo u.s. mi sono recato per la terza volta a Pratica di Mare per riunione peritale, informato sempre dal Tascio. La riunione era presieduta dal prof. Santini. Io ho continuato la ricerca del pezzo mancante fra tutto il materiale raccolto nell'aviorimessa. Dei tre giri che ho fatto in uno ero accompagnato dal generale Cinti, perito di parte. Abbiamo commentato la mancanza del pezzo e lui ha detto che gli sembrava di averlo visto in precedenza. Ho chiesto allora al prof. Santini e ad altri periti se avevano conoscenza della visita di altra Commissione autorizzata a prelevare dei pezzi e la risposta fu negativa. Pertanto alla stesura del verbale di riunione peritale ho denunciato la mancanza del pezzo che mi risultava avvenuta tra il 18 e il 24 febbraio u.s.". (v. esame Bazzocchi Ermanno, PG 04.04.92).

Le affermazioni del consulente di parte non hanno trovato alcun sostegno di prova. La scoperta del pezzo, come l'asserita sua mancanza, non furono rilevate in sede di verbale delle rispettive riunioni. Ogni prelievo di reperto doveva essere sempre autorizzato. Nè il collegio tecnico-scientifico nè gli altri, così come i rispettivi ausiliari, hanno mai rilevato mancanze di reperti. Ogni apertura dell'hangar Buttler veniva effettuato dal custode e suoi sottoposti, tutti dell'Arma dei CC., custode che è ufficiale di PG. Durante il tempo di apertura dell'hangar le entrate, le uscite come le permanenze all'interno sono vigilate dal detto personale di custodia, che a seguito di disposizione di questo Ufficio ha instaurato un registro degli ingressi con date ed orari. Nel corso delle operazioni peritali di massima è stato presente l'Ufficio. Il frammento di cui parla il consulente di parte è di dimensioni tali, che non poteva essere assolutamente nascosto al passaggio della predetta vigilanza. Di sicuro il denunciante è incorso in errore.

A proposito di questo sito non devono dimenticarsi alcune dichiarazioni dell'ex capitano AM Mario Ciancarella. Esse riguardano un asserito decollo di aerei militari italiani dall'aeroporto militare di Grosseto e di un MiG libico dall'aeroporto militare di Pratica di Mare.

E proprio quest'ultima circostanza viene ad essere segnalata dal Ciancarella che, in data 28.01.94, nel corso dell'esame così, tra l'altro, riferisce: "Il ritardo del volo del DC9 dell'Itavia, la sera del disastro, avvenne non a causa di condizioni meteo avverse ma a seguito di una telefonata arrivata all'aeroporto di Bologna che disponeva la sosta del velivolo fino a nuove disposizioni".

Partendo da questa considerazione iniziale, Ciancarella espone una sua ipotesi in ordine all'abbattimento del DC9 Itavia: "...il tutto era da inquadrare nel tentativo di enfatizzare la pericolosità della Libia di Gheddafi per l'Occidente e motivare, di conseguenza, l'installazione dei missili a Comiso... si arriva a prefigurare un progetto in cui sarebbe stato abbattuto un aereo civile in concomitanza con il passaggio sui cieli italiani di un volo che avesse a bordo il leader libico, ciò perché fosse possibile attribuire a lui, cioè a Gheddafi la decisione dell'abbattimento... . Il MiG che si era inserito in ombra del DC9 all'altezza dello spazio aereo di Roma decollando da Pratica di Mare rimane sulla scena senza alcuna possibilità di giustificazione in quanto non poteva né essere l'accompagnatore del volo di Gheddafi in quanto quest'ultimo aveva deviato per Malta né aveva l'autonomia utile a coprire la distanza dalla Libia all'Italia né infine era stato rilevato dalla nostra Difesa Aerea". (v. esame Ciancarella Mario, GI 28.01.94).In effetti si tratta di ipotesi, che non ha sortito supporto di prova, né da parte di colui che denuncia il fatto, né in riscontri nel corso delle indagini. Nessuno ha mai parlato né è mai emersa una telefonata come quella sopraindicata. I dati radaristici non indicano una immissione di velivolo all'altezza di Roma. Il resto, come la tesi della giustificazione per i missili di Comiso, appare un'interessante teoria, ma senza riscontri di fatto.

Nel corso dell'istruttoria sono stati eseguiti tre decreti di sequestro e quattro di esibizione. I primi riguardavano i nulla-osta concessi dallo SMA per scali di aeromobili civili e militari di nazionalità straniera su aeroporti civili e militari italiani nel periodo giugno- luglio 80; i registri e ogni altra documentazione da cui risultavano atterraggi e decolli di aeromobili di qualsiasi nazionalità sull'aeroporto di Pratica di Mare nel periodo giugno - luglio 80; gli oggetti di natura vetrosa provenienti dai recuperi compiuti nei giorni successivi al disastro di Ustica e in particolare un frammento di lente. L'esito dei sequestri è stato sempre negativo.

Le acquisizioni concernevano i voli compiuti il 27.06.80 dal PD 808 del 14° Stormo di Pratica compresi gli stralci di volo; i rapporti della missione del PD 808 iniziata con volo da Pratica nei giorni immediatamente precedenti il 27.06.80 e qualsiasi altra documentazione custodita negli archivi del detto stormo; i rapporti di volo, parti 2ª, 3ª e 4ª dei mesi di giugno - luglio 80 e giugno - luglio 81 del reparto Elicotteristi di Vibo Valentia; i libretti di volo degli elicotteri con matricole militari AB206 81034 - AB206 81040 - AB206 81043 - AB205 80779; i rapporti di volo parte II del mese di agosto 1980 del reparto Elicotteristi di Vibo Valenzia ed i rapporti di volo parte II relativi all'attività volativa dei mesi di giugno - luglio 1980 dell'elicottero AB206 81043.

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