5.7. Le testimonianze degli addetti al servizio in torre.

Identificati gli addetti in quel periodo al servizio in torre, veniva citato per primo colui che aveva come nome di battesimo Mario, e cioè il controllore di traffico aereo Capitani. Costui veniva sentito numerose volte, anche in sede di PG; come tanti, o forse i più in questa inchiesta, sulle prime non ricordava nulla, nemmeno se era in servizio la sera del disastro, quindi negava anche l'evidenza, da ultimo ammetteva l'innegabile ma non ne dava spiegazione.

Di seguito i passi di rilievo delle sue deposizioni "Non ricordo se ero in servizio la sera del disastro" (v. esame Capitani Mario, GI 18.02.92). "Nel periodo in cui sono stato in servizio a Grosseto, cioè dal 68 all'81 ho assistito dai 4 ai 6 scramble reali. L'allarme veniva dato da Poggio Ballone. Si accendeva una luce ad intermittenza rossa nella torre e in più cominciava a suonare una campana. Noi in questi casi non facevamo nessuna relazione. Riportavamo soltanto sulla striscia progresso volo i dati ricevuti da Poggio Ballone e cioè il vettore, il livello di volo e la frequenza del radar della Difesa... In torre avevamo le linee dirette solo con Poggio Ballone e Roma controllo (v. esame Capitani Mario, GI 25.09.92). "... la parola bambi non mi ricorda proprio nulla. Per quello che a me risulta, non era abitudine parlare di indicazioni tattiche che riguardano gli aerei... non so assolutamente nulla di quando sono entrati in servizio gli F104 in Italia... Il nome Nicola mi ricorda tale Stefanucci Nicola... il nome di Sandro non mi ricorda assolutamente nulla... Non ero a conoscenza del numero della forza che prestava servizio presso l'aeroporto Baccarini. La parola "cross-tell" non so cosa significhi e comunque non era utilizzata in torre". E sempre nel corso di questo esame, nulla o poco sapeva dire sui restanti nomi che apparivano nella conversazione (v. esame Capitani Mario, GI 24.06.92).

Fatta ascoltare questa conversazione a coloro che all'epoca erano addetti alla torre e cioè Rubini Alberto, Cipolletti Armando, Petrucci Renzo, Fiordispino Armando, Adami Siro, Algaria Vito, oltre che allo stesso Capitani, costui come Rubini e Algaria non ricordava alcuna voce, mentre tutti gli altri riconoscevano tra le altre la voce del Capitani (v. esami Rubini Alberto, Capitani Mario, Cipolletti Armando, Petrucci Renzo, Fiordispino Armando, Adami Siro, Algaria Vito, GI 04.03.93).

Richiamato il solo Capitani ed escusso con l'assistenza di membri del Collegio fonico - l'esame veniva compiuto in una prima fase presso la fondazione Bordoni - dapprima ammetteva di essersi riconosciuto nelle comunicazioni del mattino di quel 27 giugno; poi riconosceva la sua sigla e cioè Charlie Mike adoperata in quelle comunicazioni; quindi rammentava che chi faceva il turno del mattino faceva anche il turno della notte, che andava dalle 20.00 alle 08.00 successive, sempre locali; inoltre si riconosceva in una telefonata di questo turno, e cioè in quella delle 18.30Z, e cioè di mezz'ora dopo l'inizio del servizio notturno; non solo, riconosceva la voce del collega Giagnorio nella telefonata successiva; anzi si ricordava che costui aveva fatto il turno del pomeriggio e dacchè abitava a Manciano, era rimasto in torre per far compagnia a lui e agli altri colleghi di servizio.

A questo punto gli venivano fatti ascoltare dapprima un nastro ove erano state raccolte tutte le frasi che secondo i fonici erano state pronunciate da "Mario" e quindi il nastro con la registrazione completa. Vale la pena riportare per intero la relativa parte del verbale: "a questo punto viene fatto ascoltare al teste il nastro sul quale sono riportate tutte le frasi che secondo il Collegio Peritale sono state pronunciate dalla persona chiamata "Mario": in questa registrazione mi sembra che ci siano due voci, una è sicuramente la mia, l'altra potrebbe essere quella di Giagnorio.

A questo punto viene fatta ascoltare al teste la registrazione completa della comunicazione delle ore 20.04Z. L'ascolto viene interrotto alla frase n.30: in questa parte riconosco la mia voce e quella di una seconda persona che mi sembra essere Giagnorio. L'ascolto viene ripreso dalla frase n.30 alla n.64. In questa parte ci sono le due persone di prima, cioè c'è il timbro della mia voce e quella di Giagnorio. L'ascolto viene ripreso e si procede dalla frase n.64 alla n.79. La voce col timbro più alto è la mia voce. Compare una terza voce che non mi sembra quella di Giagnorio. Potrebbe essere Stanca o Grasso. L'ascolto viene ripreso e si procede dalla frase n.79 alla n.105. Giagnorio si chiama Matteo: viene però chiamato Nino. Stanca si chiama Paolo - Grasso si chiama Michele. Devo però dire che mentre Giagnorio viene sempre chiamato Nino, gli altri vengono chiamati a volte per nome e altre per cognome. In questa ultima parte ci sono tre voci: la mia, quella che ho detto essere di Giagnorio, e la terza che potrebbe essere di Stanca o di Grasso. L'ascolto viene ripreso e si procede dalla frase n.105 alla 139. In questa parte c'è Giagnorio l'altra voce. Io conosco bene la voce di Giagnorio, perchè abbiamo lavorato insieme circa quindici anni. Invece con Grasso e Stanca abbiamo lavorato insieme solo qualche anno, nemmeno continuamente bensì ad intervalli. L'ascolto viene ripreso e si procede dalla frase n.139 alla 161.Sono sempre le stesse tre voci: io, Giagnorio e l'altra Grasso e Stanca. L'ascolto viene ripreso e si procede dalla frase 161 alla 171. Siamo sempre i soliti tre. L'ascolto viene ripreso e si procede dalla frase n.171 alla n.190, cioè l'ultima. Io sono quello che ha alzato un po' la voce. Ci sono anche gli altri due soliti. Si dà atto che la numerazione delle frasi è quella seguita nell'elaborato peritale Ibba-Paoloni.

A questo punto viene fatta ascoltare al teste la registrazione dell'intera conversazione delle ore 20.04Z. Si dà atto che l'ascolto viene effettuato in cuffia. "Nella prima parte non ho ben capito di cosa si stesse parlando. Ci sono poi considerazioni sul comandante dell'aeroporto. Discutiamo anche delle valutazioni che venivano compiute periodicamente sulla base"...

Si dà atto che al teste viene fatta ascoltare più volte la registrazione della comunicazione delle ore 20.04Z. "Dall'inizio all'interruzione tecnica si sta parlando, per me, di quando è arrivato l'F104, che ha in quel momento 17/18 anni di vita; per il resto non riesco a capire le parole.

In seguito capisco di nuovo la parola "F104" e poi portaerei.

Tale discorso potrebbe riferirsi al fatto che si commentava che gli F104 forse erano progettati per le portaerei, poi risultando invece troppo veloce in fase di atterraggio, non avendo portanza alare sufficiente, li hanno messi in funzione di linea di volo presso gli aeroporti. Insomma li hanno dati in dotazione agli aeroporti. Ad un certo punto capisco le seguenti frasi: "non ci hanno gli equipaggiamenti"; "allora voi a questo punto dove cazzo li avete mandati?"; "in un campo di bietole"; "e infatti è completato il discorso della valutazione"; "loro sono venuti a Grosseto già col proposito di sentire"; io non ci credo al 100% può... loro sono venuti da Grazzanise hanno preso gli equipaggiamenti degli aeroplani"; agli aeroplani gli avevano cambiato lo stemma". "Si tratta di un discorso sulla valutazione, un discorso che faccio con colleghi, con amici. Ho ricordato di averlo fatto quella sera" (v. esame Capitani Mario, GI 26.05.93).

Ad oltre un anno e tre mesi dal primo esame testimoniale l'ammissione della paternità; ma solo questa ammissione, giacchè sui significati delle frasi il teste ha - solo nelle ultime deposizioni la registrazione gli era stata fatta ascoltare per ben sette volte e in molti passaggi anche di più - persistito pur riconoscendo frasi e parole così come interpretate dai periti - come quelle relative all'F104, alla portaerei, agli equipaggiamenti, al cambio degli stemmi, al numero dei militari in servizio all'aeroporto di Grosseto - nel suo atteggiamento, cioè non dando spiegazioni o dandone di inattendibili o debolissime. Al successivo esame infatti dichiarava: "proseguendo nell'ascolto percepisco le seguenti frasi: "io adesso mi sto ricollegando al fatto che lessi..." "e a quei tempi io lessi, per acquisì punteggio..." "un maresciallo dentro in galera, di Villafranca, non mi ricordo perchè io ricollego la storia durante una esercitazione, una valutazione, che un radar è stato trasferito da Pisa a Villafranca o Martina Franca, roba del genere, era stato riverniciato". Ricordo che si sono fatte delle discussioni di questo tipo; tra le poche parole che riesco a collegare riferendomi all'episodio di un "maresciallo che fu messo in galera", riesco a far mente locale in merito a un episodio analogo, per averlo appreso dai giornali o altro.

Di questo episodio, non riesco a determinare nè il periodo a cui si riferisce l'episodio, nè altri particolari inerenti allo stesso.

Successivamente, percepisco le seguenti frasi: "un'altra possibilità potrebbe essere che l'America a differenza però dell'Italia..." "però ritorniamo al fatto che l'aeroporto di Grosseto era..." "e allora il Ministero..." "allora Grosseto quando noi andiamo a fare..." "hanno la valutazione in base al sistema..." "la colpa mia non è di..." "il personale..." "la valutazione per esempio che il comandante..." "è che dà le colpe.." "ora questo è montato a ottobre, a febbraio c'è stata la valutazione..." "siamo duemila persone, siamo 1800 e passati..." "Il comandante che telefona con autorità, comandante è tutto a posto non si preoccupi..." "siamo otto..." "è quello il discorso che facevamo quel giorno con Bianchi, ti ricordi si o no? Quando lui mi disse: di cosa parli quello è..." "ma non mi rompere i coglioni.." "non è questione che il comandante a quel tempo..." "no, ma lui m'ha detto questo qui è un testa di cazzo, sta rompendo i coglioni..." "allora quello che ha detto?".

In merito a quest'ultima frammentaria conversazione, posso ipotizzare che in quel momento si stesse discutendo su una valutazione avvenuta presso l'aeroporto di Grosseto, e, nel corso della stessa sia pervenuta una telefonata del comandante, al quale qualcuno rispondeva di stare tranquillo perchè era tutto a posto, poi sembra che qualcuno aggiunge che infatti eravamo otto. A volte accadeva che si organizzava in torre una cenetta tra colleghi e si potesse essere in numero superiore al previsto. Il resto della conversazione è per me allo stato indecifrabile" (v. esame Capitani Mario, GI 28.05.93).

Ripresi gli esami nell'autunno così dichiarava: "lette al teste le parti della trascrizione della conversazione delle ore 20.04Z sulla bobina VI in giudiziale sequestro che comincia "questi ci sono venuti da Grazzanise", ecc sino "agli aeroplani gli avevano cambiato lo stemma". Il teste risponde: non riesco a ricordare il significato di queste parole. Invitato a meglio ricordare; dichiara: "ribadisco, non riesco a ricordare" (v. esame Capitani Mario, GI 20.10.93).

"Ribadisco che si parlava di valutazione. La valutazione c'era da noi ogni anno, ma non in un periodo stabilito. Per popolo amico può intendersi qualsiasi popolo facente parte del Patto Nato. Questa espressione è per me insolita, anche se non nego di averla usata. Per quanto riguarda il terzo comando non so a cosa si riferisca questa espressione. A Grosseto c'è il Comando dell'aeroporto. Il Comando del 9° Gruppo, il Comando del 20° Gruppo, il Comando G.S.T.O. (Gruppo Servizi Tecnici Operativi), il Comando G.S.L.O. (Gruppo Servizi logistici operativi). Mi pare che siano tutti. Per quanto riguarda "terzo", conosco la 3ª Regione Aerea; non so se in Aeronautica si utilizzino messaggi in codice, comunque l'unico codice che io conosco è l'alfabeto fonetico. Ripeto che questa conversazione era una chiacchierata informale che si faceva in torre fra colleghi.

Parlavamo di cose di cui non avevamo una diretta conoscenza, ma di cui avevamo sentito parlare. Gli aerei a cui avevano cambiato gli stemmi potevano essere velivoli che venivano prestati ad un'altra base, nella quale doveva svolgersi un'esercitazione. Non ho mai visto dal vivo aeroplani del tipo F15 e non so neanche quali nazioni li possiedano, oltre gli americani.

Mi ricordo che nell'ambito di Squadron Exchange vennero a Grosseto squadroni danesi, mi pare nel 1973 e squadroni norvegesi ed inglesi, ma non ricordo i periodi. I danesi ed i norvegesi vennero, mi pare, con degli F104, e gli inglesi con i Lightning" (v. esame Capitani Mario, GI 22.10.93).

Veniva quindi sentito l'altro, di cui ora appariva individuata la voce, cioè Giagnorio Matteo, all'epoca controllore di avvicinamento con il grado di maresciallo al Baccarini; detto, come s'è visto, Nino e quindi più che probabilmente il Nino della conversazione. Escusso più volte e altrettante ascoltata la registrazione delle 20.04Z, segue la condotta del Capitani. Dapprima non ricorda nemmeno se fosse presente quella sera in torre, poi a contestazione del suo nomignolo ammette d'essersi fermato in torre per far compagnia ai colleghi, ma non sa dare spiegazioni chiare ai contenuti della conversazione.

Riconosce, nel punto in cui si dice "siamo nell'80...", la voce di Capitani Mario. "Successivamente capisco la frase "gli aeroplani... gli cambiavano lo stemma," a tal proposito posso affermare di non essere mai venuto a conoscenza di episodi del genere. Proseguendo capisco le seguenti parole "valutazione, Villafranca, maresciallo, punteggio, aereo riverniciato e fatto bello": probabilmente il senso del discorso potrebbe riferirsi alla valutazione e ai cambiamenti o sostituzioni resisi necessari per dimostrare una maggiore efficienza da parte dell'aeroporto. Per il resto non riesco a dare un senso alle poche parole che riesco a percepire. Nel corso della conversazione ho cercato di capire se una delle voci degli interlocutori potesse essere la mia, non potendo escludere che mi fossi fermato per qualche tempo ancora, anche perchè riconosco come mia la voce della conversazione registrata alla 18.53, quindi con il mio cambio, ossia il collega Capitani, già presente in torre in servizio. Faccio presente che molto spesso mi fermavo comunque in torre per fare due chiacchiere o anche per mangiare insieme, soprattutto nel periodo pre-estivo. Non riconosco comunque la mia voce anche se è molto probabile che anch'io fossi presente... Verosimilmente ci sono anch'io. Io ero lì, perchè quella sera sono rimasto a chiacchierare in torre, come capitava di sovente. Abitavo fuori Grosseto, a Manciano, e a volte restavo in torre a mangiare qualche cosa o bere una bevanda fresca specie d'estate, con i colleghi". "Quando parliamo di Phantom, a quanto abbiamo capito, facevamo delle correlazioni tra le caratteristiche di questo aereo e quelle dell'F104. Non ho inteso che si parlasse di un inseguimento di un Phantom da parte di un F104.

Quando si parla di radar io ho sentito che si trattava della riverniciatura di un qualche impianto radar o qualcosa del genere. Si parla di portaerei, almeno così mi è sembrato di capire, lì dove parliamo delle caratteristiche dei velivoli sopra menzionati e cioè della impossibilità per essi di atterrare su portaerei. Anzi preciso, questa impossibilità riferita all'F104. Mi riservo di ritornare con la memoria su questa vicenda al fine di meglio comprendere il significato delle frasi che ho inteso" (v. esame Giagnorio Matteo, GI 10.06.93).

"Sulla frase di Capitani "...sono venuti da Grazzanise ecc." devo dire che precedentemente i gruppi di Grazzanise, Gioia del Colle e Grosseto formavano una sola Aerobrigata, poi divisa. Per questa ragione i rapporti tra i tre erano molto intensi. Molto probabilmente si parlava di valutazione e del fatto che i mezzi venivano spostati da una base all'altra. Strano che noi parlassimo di questo perchè eravamo al di fuori di tutto questo, degli aspetti prettamente militari-operativi non ne sapevo niente. Questa discussione, anche se su argomenti specialistici, è fatta in termini elementari, in termini da "trattoria"... . Se non si parla di valutazione, non so a cosa altro stessimo facendo riferimento. Non ricordo quando era avvenuta l'ultima valutazione prima della conversazione di quel 27 giugno 80, comunque più o meno c'era una valutazione l'anno. Non so dare un significato alla parola "messaggio al terzo comando". In Aeronautica esiste una Terza Regione Aerea, noi dicevamo sempre Terza Regione. Non abbiamo mai usato la locuzione terzo Comando. Non ho mai sentito questa locuzione.

Come comandi conoscevo solo la 5ª ATAF, che ha sede a Vicenza. "Messaggio" in codice vuol dire messaggio criptato. In Aeronautica, per quello che so io, si usava nelle torri di controllo il codice Q. C'era anche il codice Notam, usato dagli operatori Notam. Anche i bollettini meteorologici sono scritti in codice. Prendo atto che io subito dopo le frasi di Capitani, parlo di due F15. Conosco l'F15. Ricordo che durante una valutazione l'aeroporto di Grosseto fu sorvolato da due aerei ad alta velocità, verso l'ora di pranzo; questi due aerei potevano essere due F15, perchè non erano nè F104 nè Phantom. In occasione di uno Squadron Exchange vennero sei aerei dalla Germania, che potevano essere degli F15. Non ricordo però se fossero americani o tedeschi" (v. esame Giagnorio Matteo, GI 22.10.93).

Come ben si vede, detto atteggiamento è in tutto analogo se non identico a quello del collega Capitani. Più di questi però dice chi era all'epoca il responsabile della torre e cioè il capitano Umilio Angelo. Di costui si deve notare che assumerà nel corso dell'istruzione la veste di consulente di parte imputata nella prima perizia di trascrizione di registrazioni AM cioè nella perizia Giordano-Rossi cui era stato conferito incarico di trascrivere tra l'altro anche la bobina - la VI di Ciampino - sulla quale era registrata questa conversazione delle 20.04, ma con incarico di trascrizione solo fino alle 20.00. Nomine di altri ufficiali, già in servizio in enti AM che si erano anche occupati di accertamenti relativi al disastro si verificheranno - è bene ricordarlo - ancora nel seguito del procedimento come nei casi del maggiore Di Natale Salvatore, del maggiore Torri Andrea, del colonnello Oddone Giovanni.

Il terzo della conversazione "Sandro", nella voce non è stato con certezza riconosciuto da nessuno, come da nessuno dei due "Mario" e "Nino" è stato indicato come presente in torre un terzo con questo nome la notte dell'evento; così come nessuno degli interrogati s'è riconosciuto nella voce e presente in torre.

Su questa conversazione, nonostante i rapporti AM e le dichiarazioni di militari chiamati ad interpretarla o in essa coinvolti, molteplici sono gli elementi certi. In primo luogo il sito ove s'è verificata detta conversazione, e quello ove è stata registrata; in secondo luogo le modalità della registrazione; quindi i nominativi e le funzioni di due su tre degli interlocutori, e cioè Capitani e Giagnorio.

Ma anche sulla interpretazione della maggior parte delle frasi non vi sono più dubbi. In particolare sulla versione Franco-Benedetti-Franco, più estesa delle altre, perchè compiuta anche con l'ausilio di gruppi di ascolto; coincidente in larghissima parte con quella Ibba-Paoloni; entrambe poi arricchite dall'ausilio degli ascolti di PG e di testi qualificati quale il colonnello Del Zoppo.

Nelle prime due frasi - si segue la numerazione aggiunta dall'AM al testo Franco+2 - si parla chiaramente di soccorsi, - e sul punto è stata di grande utilità l'interpretazione di Del Zoppo, che sentì la sigla "call Falcon Control" la sigla cioè del soccorso.

Nella 5 le versioni differiscono di pochissimo e il senso comunque è che si è mentito e si dovrà "andà dove finisce" o "dipende da dove finisce".

Nella 6 si parla di Phantom, di distanze da un traffico, di traffico ufficiale.

Nella 7 di un Phantom che si va a mettere, che anche si nasconde.

Nell'8a che "avranno già chiuso tutto".

Nella 10 si fa menzione dell'Aeronautica che non ci pensava a mettere un controllo.

Nella 11 si parla di Governo, di Americani, di qualcosa che "casca". "Primo il Governo, se non so', o quando so', americani, non valgono un cazzo, o un kaiser, gli aerei americani, Mario, parliamoci chiaro, o di radar, manco che cascasse, o passasse". Nonostante alcune incertezze, comunque alcuni punti appaiono chiari.

Nella 12 una frase di rilievo, ascoltata da Franco+2 "Non sapete niente voi: Quando so' ritornato che quando un (inc.) è scoppiato in volo...".

Nella 13 sempre Franco+2 "quello è un Phantom".

Nella 14 si parla di aeroporto Militare, che si ferma o ha chiesto.

Nella 15 si afferma "ma ora è andato...".

Nella 16 di qualcosa che è partito "voi l'avete visto stavate lì".

Nella 18 sempre i Franco, che operano come s'è detto con gruppo di ascolto, "già che poi da un aeroporto militare è partito...".

Tra la 21 e la 26 si parla dell'F104, dell'anno in cui è arrivato in Italia fissato nel 62 o nel 63, per cui esso ha 18 o 17 anni.

Nelle 27 e 28 si passa al traffico aereo "Vabbè Mario, ma tu conosci il traffico aereo, perchè quando, quando nasce un aereo deve essere... deve essere fatto in modo che 'st'aereo... (27); "ma so' d'accordo con te (28).

Tra la 29 e la 34 di nuovo sull'F104. Velivolo progettato per venti anni almeno, ora ad esaurimento, senza più pezzi di ricambio; velivolo su cui l'Aeronautica Militare italiana "si è fatta". E quindi una sorta di confronto con altro velivolo: "anche se... (inc.) se è americano non c'è possibilità, l'F104 (appiccicato) all'aereo", oppure anche "se sei americano, se voi rischia', noi rischiamo ogni possibilità"

Nella 35 si esprime un termine sicuramente iniziante con "ba", che è stato interpretato come Bamby o come Bang.

Nella 36 una difformità d'interpretazione. Per Franco+2 "o americano, io dal radar non vedevo niente" - si ricordi che questa frase è pronunciata dal terzo interlocutore, di cui non si sono appurate identità nè mansioni, ma che si tenterà di circoscrivere - e Ibba+1 "- ci puoi andare, - oh!, - a sentire se...".

Tra la 37 e la 41 di nuovo l'F104. "Con l'F104, secondo me" (37ª) "Valeva per quello che (dava)" (38) "Era uno di quelli. L'F104 era uno dei migliori intercettori (del mondo)" (39).

Tra la 42 e la 49 emerge oltre l'F104 anche un Phantom. "Quello è un 104 deve sta' qui, vengo via bum. Andava bene anche, o ancora un'ora o due poi" (44). "E' un Phantom" (45). "Non potrà mai anda' appresso all'F15, all'F16, ci ha un'altra struttura, poi è anche un Phantom (inc.) però fino a pochi mesi fa... (46). " 'Ndo sta' il Phantom ma lo vedevi tu, o me lo devi dire" (47). "C'era un Phantom lo vedevo lì solamente c'era (inc.)" (48). "Però c'era pure il Phantom". (49).

Tra la 50 e 55 una ricerca. "No si poteva cerca'" (50). "Beh, non cambia niente" o "Non lo sapeva" (51). "Ci ha gli indicatori che scompaiono" o "Ci ha gli indicatori dietro" (52), "No ma vedi mi diceva che su tutto (inc.) montano un (inc.) radar ed era un Phantom (inc.)" o "No, ma vedi mi diceva... e allora il Pha..." (53). "Sul radar" (54).

Tra la 56 e 67 considerazioni sul Phantom e confronti con l'F104. Il Phantom è un aeroplano vecchio, ha vent'anni per cui gli americani..., ha la stessa velocità dell'F104. In questo gruppo di frasi il termine Phantom è ripetuto con chiarezza ben sei volte.

Tra la 68 e 73 si parla di velocità e d'intercettazione, di un Phantom da parte di F104. "Però diciamo, se te fai un volo a 490, 500 nodi, no, metti a una velocità inferiore..." (68) "Sono otto stasera no" o "a vola'" o "... là" (69). "Vabbè, che c'entra, poi... solo che, per esempio, ti arriva un Phantom, devi intercetta' un Phantom, innalzo (o ti danno) la prua, sistemi (o ti danno) tutto quanto devi dare conto (o fondo) ai... mettere in alto la prua e tutto quanto, e poi (inc. per 2 sec) se sei a velocità supersonica è meglio evita' (inc.) ore di di volo... beh insomma la la, siccome me ne dai..." (70). "E' partito da Napoli per Napoli (inc. per 4 sec.)... allora guarda" ma anche "è partito e poi è stato fermato" (71) "Eh sì, ma il Phantom arriva a due terzi in più" (72) "Ok, questo è un certo quadro" - ma anche "questo è il centoquattro" - di un Phantom normale che sta lì da basso, che poi si deve (inc.)... oh quanto è pericoloso (o anche: polverone) qui finisce che vanno a dire che non c'erano problemi (o anche: qui finisce che decisamente ci hanno un problema verso (inc. per 2 sec.). L'F104 poi potrebbe (inc.) anche essere superiore a (inc.) infatti oggi..." (73).

Tra la 74 e 78 si parla di portaerei. "Qui il discorso è... dove sta la portaerei inc." (74). "Infatti dicono (o. dicevano) che la portaerei (o: vicino 'sta portaerei) non ce l'hanno trovata (o anche: bisogna trovarlo o trovarla) (76). "Ma infatti, dove vivono, chissà che fine ha fatto." (77) "inc. o un 104, dicono che l'ha - o là - nella rada non ce l'hanno nemmeno trovata perchè dopo" o anche "ci han prova... scusa che hanno provato, non ci hanno nemmeno provato, perchè dopo... centoquattro..." (78).

Nella 79 "Senti se io penso all'F104, dovessi dire (inc.) laggiù non rispondete io penso che sì... già risolve un volo l'F15 che ha due motori".

Nella 81 "Eh, quello è il momento ideale per vede' (inc. per due sec.) dei motori" o anche "Ma sì, quello se ne fregava benissimo ah, sarà per vedere".

Nella 82 "Sempre se quello è un 104, senti ma dubito che o anche "Penso che non è normale, eh ma senti cosa ha... inc."

Di rilievo la 86 "Infatti non l'hanno trovata", la 90 "Ma troppe, è ovvio che è caduto", la 91 "E' partito in ritardo e quindi", la 93 "dovrebbe andà fino al massimo a livello 450", la 94 "Insomma a questo punto, voi dove cazzo l'avete mandato?", la 95 "No, ... ma qui un ritardo (di linea o di chiesa!) sarà notevole (o: è enorme) in questo caso". Poi discorso sulla valutazione (96) e su coloro che erano venuti da Grazzanise" (108).

Importante appare la 111. "Scusa una cosa, lì su da voi vanno a prendere gli equipaggi di volo, voi (inc.) con gli aeroplani, i due aeroplani (inc.) due F15 (inc.3 sec.).

Tra la 131 e 138 con collegamento alla 139 e seguenti. "In Italia era (inc.3 sec.) hanno visto il (inc.) avevano richiuso tutto, loro avevano (inc.2 sec.) (131). "Andare lì con gli aeroplani per dire vabbè questo... questo è un (inc.) e questo poi sarebbe (inc.)" (133) "Aeroplani... e lì questi mi dicono sempre che questa è una zona dove ci sono altri due aeroplani, quindi non è" (135) "Ma io non sapevo niente che è stato fatto un piano di... (inc. per 4 sec.)" (137) "Vabbè, fino adesso ci so' due... (inc.) possibilità, eh!" (138).

Alla 139 altre battute di rilievo. "Vabbè, un'altra possibilità potrebbe essere che l'America ha interesse che l'Italia rimanga neutrale, però se l'Italia ha questi requisiti (inc.) gli americani (inc.) se poi l'Italia non ha questi requisiti potrebbe rimanere tagliata, ma oggi poi dipende, io ti pago se... se... (inc.) tecnologici agli aeroporti, alle strutture, anzi alle strutture (ci penso io) perchè ho visto le strutture non bastano più (inc.), però qui c'è un'altra cosa da chiedere... perchè... ritorniamo al fatto, quando gli... l'aeroporto di Ciampino voleva sape', voleva sape' (inc.) il comandante o un comandante di pattuglia decidono (inc.) che fanno le leggi (inc.) al Ministero Difesa Aeronautica, lì parlano di tre sul radar."

Come la successiva la 140, ove però vi sono due interpretazioni, ma entrambe interessanti. "Qui ci sono già due piani di volo che chiedono se gli aerei possono circolare - ovvero: ci sono quattro piattaforme... gli aerei possono decollare - liberamente dal momento in cui si so' alzati, mo' st'aeroplani (inc. 3 sec.) chiedo a che serve far vedere...".

La 141 "Gli aerei americani" (inc. per 5 sec.).

La 142 "Oh, e allora il Ministero risponde di no, allora no, scusa, quando noi andammo a fare l'identificazione, che cosa devo dire? Queste sono le leggi protocollate, io sono stato autorizzato, questa quindi finchè... questo è di competenza del comandante (inc.) per cui io prima di andare lì avrò dato l'allarme" (inc.). Con leggere variazioni nella versione Ibba+1. "Oh, e allora il Ministero risponde di... allora io ho spinto la cosa a fare la... Non conta nulla, queste sono le leggi protocollate... la spesa... sì finchè queste competenze non sono state dette e neppure chieste, bisogna fare... (inc.) ... posso parlare?".

Dopo discorsi che concernono problemi della base o che comunque si mostrano di diretto interesse per l'inchiesta, appaiono battute di rilievo tra 172 e 175. "Però parlavano tutti calmi" (172) "Come calmi?" (173) "Hanno fatto il cross-tell, dimmelo tu (inc. per 3 sec.)" (174) "Cioè te lo ricordi" (175).

Ed anche a 179 e 180. "Che poi... però guarda che quello che bisogna guardare è quello che voi avete visto (inc.) come, come forza reale, diciamo, cioè io..." (179) "Io sì ho firmato però in realtà non volevo firmare" (180).

Dei tre due, come s'è detto, sono identificati. Entrambi sottufficiali AM in servizio presso l'aeroporto di Grosseto con funzioni di controllori del traffico aereo nella torre dell'aeroporto, lì ove si svolge la conversazione: il Capitani in turno serale, il Giagnorio smontato da quello pomeridiano e trattenutosi in torre per parlare con il collega e con il terzo allo stato ancora sconosciuto. E' costui sicuramente una persona che svolge un lavoro simile, ma non identico a quello dei due. E per questo e per il fatto che si trova in un luogo di vietato accesso agli esterni, anch'esso sicuramente un militare. Ma dalle battute che pronuncia nel corso della conversazione si può ancor più stringere la cerchia delle sue mansioni. Egli sa dove si va a mettere un Phantom (7); sa che "quello" è un Phantom (13); riferisce come se parlasse a persone che hanno visto partire qualcosa, di certo non diversa da un velivolo (16); sta al radar, perchè afferma "io dal radar non vedevo niente" (36); sta al radar, perchè a proposito con tutta probabilità del Phantom afferma che gli "indicatori" - e più sotto si vedrà cosa esattamente siano gli indicatori - scompaiono sul radar (54); sa che quella sera sono otto - e certo non si può affermare che si tratti di oggetti diversi da velivoli - a volare (69); sa che è partito da Napoli per Napoli, o che è partito e poi è stato fermato (71); si preoccupa di qualcosa di cui non si sa che fine ha fatto (77); sa che ci sono velivoli che vanno fino al massimo a livello 450 (93); risponde ad un'affermazione di Capitani che dice "Lì su da voi" (111 e 112); riferisce che parlavano tutti calmi e a Giagnorio che si chiede "come calmi", Capitani risponde "hanno fatto il cross-tell" (172, 173, 174).

Il terzo perciò è, con ogni probabilità, un militare in servizio presso un radar. E il CRAM a un passo dall'aeroporto di Grosseto è quello di Poggio Ballone, a poco più di due dozzine di chilometri, a quindici - venti minuti di macchina. E' un addetto alla sala operativa perchè lavora sul radar e "vede" su PPI. Che è stato in sala e riferisce del suo lavoro.

La registrazione del discorso dei tre inizia - ed inizia casualmente per le modalità che si son dette - quando esso è già in corso, ma non deve essere iniziato da molto, se si tiene conto della presenza del terzo che deve aver lasciato il suo CRAM quando si sono già verificati determinati eventi, come si vedrà.

Da non dimenticare che i due controllori di torre, uno quanto meno, quello in turno all'approssimarsi delle 19.00, ma probabilmente anche l'altro, hanno controllato l'avvicinamento e l'atterraggio in pista della coppia di F104 dello Stormo, che ritornano alla base alle 20.45L, che hanno volato in prossimità del DC9 e di cui uno, come provato dalla THR di Poggio Ballone, squocca emergenza generale .

Il discorso comunque è appena agli inizi e la prima questione che vien posta, da Capitani - che fra i tre è quello che pone gli argomenti e più degli altri interviene - è quella dei soccorsi e al proposito si menziona la sigla Falcon Control del Soccorso preceduta dal verbo inglese Call, cioè "(inc.) i soccorsi, scusa (inc.) call ... Falcon Control" (2). Cioè chiama il soccorso. Tutto si può sostenere meno che qui non si parli di questioni attinenti al soccorso. E il Soccorso scatta quando un velivolo scompare. Questa frase, come quelle che la seguono sono al presente. I tre stanno parlando di vicende attuali e non passate da tempo. E a dir il vero, come ben sa colui che viene da Poggio Ballone ed anche i due che sono collegati direttamente con Poggio Ballone, nei tempi immediatamente precedenti a quelli della conversazione presso il CRAM si stanno adoprando (v. telefonate delle 19.52Z e 21.54Z tra Poggio Ballone e Marsala) per la ricerca del DC9 che è scomparso.

E' questa perciò una conversazione tra i due della torre che sanno dei due F104 atterrati poco prima delle 19.00Z, di cui uno che ha squoccato emergenza generale, e uno del CRAM che, oltre a conoscere questa vicenda, sa con ogni probabilità che la rotta dei due F104 è stata per lungo tratto parallela a quella del DC9 e sa con sicurezza della scomparsa del DC9 e delle conseguenti ricerche.

Per questa ragione la conversazione, anche se a volte prende strade diverse e tocca argomenti vari, ha come oggetto principale un qualche evento o una serie di eventi avvenuti recentissimamente. Questo è immediatamente evidente, e sarebbe più che azzardato sostenere il contrario. Oltre alle modalità delle battute, all'uso del presente o di passato prossimo, è il contenuto stesso di esse, come via via si mostrerà, a provare l'attualità delle notizie discusse.

E infatti subito dopo aver parlato di soccorsi e Falcon Control, si introduce l'argomento del Phantom; Phantom che comparirà molteplici volte nell'intera conversazione. Non v'è dubbio che si parli del velivolo così nominato, statunitense ed imbarcato, e di un Phantom in particolare che ha richiamato, colpito con forza l'attenzione dei tre. Il discorso, con buona pace dei minimalisti tra cui coloro che hanno stilato rapporti a spiegazione, ovviamente devianti, della conversazione, attiene a un ben determinato Phantom, e non a un velivolo teorico, di cui teoricamente si parla. Un Phantom, non a far confusione, un Phantom per cui si pone un problema di traffico - e traffico in senso tecnico, di terminologia radaristica. E infatti "si distanzia", distanzia da altro traffico. Phantom che si va a mettere. E' un caso, un caso speciale, che potrebbe indurre preoccupazioni, sospetti od altro, perchè anche "se è, avranno già chiuso tutto". Qualcosa di strano - le frasi non possono avere altra interpretazione - di abnorme è avvenuto, ma già, nell'ambito di brevissimo tempo, s'è tutto chiuso. Anche i sottufficiali sanno che le "stranezze" le "irregolarità", quando vi è volontà in tal senso, si nascondono, si chiudono in tempi strettissimi.

Di seguito, ma proprio per questo connesso ed anche perchè prima s'era parlato di un velivolo americano: "l'Aeronautica non ci pensava a mettere, con ogni probabilità, un controllo, e il governo quando sono americani non valgono un cazzo ... cascasse". A prima vista appare difficile dare un senso a queste battute. Ma di certo si può affermare che Capitani e Giagnorio parlano di qualcosa che la nostra Aeronautica non controlla, e che potrebbe essere gli aerei di nazionalità americana, che, come spesso è emerso, volano e si esercitano senza piani di volo o comunicazioni, perchè guidati dai propri radar; e di governo, cioè autorità italiane che allorchè si trovano di fronte ad entità statunitensi non hanno alcuna possibilità di farsi valere.

Poi Capitani riferisce che quando è ritornato - quindi qualcosa che è avvenuta non lontano nel tempo - "un (inc.) è scoppiato in volo". Quell'incomprensibile in verità non si può riempire che con la parola velivolo - non si vede cosa d'altro possa scoppiare in volo. Un velivolo cioè è scoppiato in volo. E qui il terzo, quello del CRAM, interviene asserendo che "quello è un Phantom". Costui sembra conoscere, per motivi allo stato non comprensibili - egli potrebbe aver seguito direttamente sulla strumentazione del CRAM o in cross-tell la visione di altri radar, dando così conferma alle parole del maresciallo Dettori, suo collega al CRAM riportate però da un'affine dopo la sua morte, - che il Phantom di cui stanno parlando è esploso. E la notizia la conoscono anche gli altri, in particolare Capitani, che ritorna da un qualche luogo - altri uffici od articolazioni dell'aeroporto o lo stesso CRAM di Poggio Ballone.

Poi i tre dopo aver discusso delle caratteristiche dell'F104, si pongono il problema di un particolare F104 "che deve sta' qui o qui" e che "fa vengo via bum!". Questo particolare F104, sembra così proseguire il discorso, a meno che non vi si inserisca nuovamente il termine Phantom; questo F104, si diceva, non potrà mai "andare appresso all'F15, all'F16". E questo appare ovvio, perchè "ha un'altra struttura".

Di nuovo il discorso sul Phantom, che in effetti si può dire l'oggetto principale della conversazione. Ci si chiede dove stesse, se lo si vedesse e si risponde che c'era e lo si vedeva - Capitani e gli altri due. Si asserisce che lo si poteva cercare, e si risponde che aveva gli indicatori che scompaiono - Capitani e il terzo del CRAM. E qui una volta per tutte si deve eliminare una ipotesi che pure s'è tentato di accreditare e cioè che indicatori potesse significare luci di posizione del velivolo. Qui si sta parlando di ricerca sul radar, e gli aerei si individuano sul radar mediante le risposte che essi danno al radar, principalmente le risposte cosiddette di secondario, cioè mediante i SIF, che possono, quando non si vuole essere identificati, essere azzerati o del tutto "spenti". Come evidentemente è successo in questo caso.

Continuano poi discutendo sulle caratteristiche del Phantom fino a quando non si pongono il problema pratico di una intercettazione di un Phantom - salvo un inciso dell'uomo di Poggio Ballone, che riferisce "sono otto stasera no, o a vola' o là", frase che dimostra che stanno parlando di eventi di quella sera, tuttora in corso, di eventi seguiti su radar, di eventi che mostrano la presenza in volo di molteplici aerei.

Comunque il problema è quello della intercettazione "T'arriva un Phantom, devi intercetta' un Phantom ..." quindi le modalità dell'intercettazione e l'avviso che se l'intercettazione è a velocità supersonica ovviamente è meglio evitare ore di volo. Altrettanto ovviamente si deve dedurre da queste frasi che vi è un problema per noi, cioè nello spazio aereo italiano, di intercettare un Phantom, che per tutto quanto già detto prima non può essere che statunitense, e peraltro ha spento anche i SIF. Disponendo la nostra Aeronautica all'epoca solo di F104 come intercettori, l'intercettazione a carico del Phantom deve essere compiuta da un F104.

Viene consigliata - è Giagnorio che parla - una particolare manovra che come s'è visto si chiama snap up, necessaria in due casi, quando l'intercettore non riesce a raggiungere la quota prevista per l'intercettazione portandosi alla stessa quota del target, che nell'ipotesi è al di sopra dei 45.000 piedi, oppure quando l'intercettore non riesce o non vuole portarsi in un intorno della quota del target che gli consenta di sganciare le armi in manovra di "coaltitude". Per l'F104 la manovra di "snap up" all'aumentare della velocità diventa sempre più pericolosa e perciò a velocità supersonica ha poche probabilità di successo.

Quindi una frase (71) "E' partito da Napoli per Napoli", che, considerato che si parla sempre di Phantom, può riferirsi a un decollo e atterraggio su portaerei, giacchè Napoli non può interpretarsi, come pure è stato tentato, con Capodichino o Grazzanise.

Immediatamente dopo altra affermazione sul Phantom: "esso arriva a due terzi più". Essa non si riferisce - è ovvio che il confronto avviene sempre con il possibile velivolo intercettore e cioè l'F104 - nè alla velocità nè alla quota, perchè le prime sono comparabili e quanto a quota l'F104 raggiunge altezze superiori al Phantom. Ci si riferisce invece all'autonomia. Il Phantom in configurazione standard ha autonomia quasi doppia rispetto all'F104.

La superiorità dell'F104 nelle prestazioni dette è confermata dalla frase successiva (73) ove comunque si legge - a parte "quelli finisce che vanno a di' che non c'erano problemi" - "che l'F104 potrebbe anche essere superiore a (inc.)".

Emerge a questo punto - e non poteva essere altrimenti - la questione della portaerei (74-78). E' sempre Capitani a porre l'argomento. Di portaerei si parla; il punto è vedere dove sta la portaerei; una portaerei che non viene trovata in rada - con ogni probabilità a Napoli, perchè qui veniva ancorata in rada - o che non si tenta nemmeno di trovare. E in effetti se si parla di Phantom, si deve parlare anche di portaerei, essendo comunque questo velivolo - che può essere partito, come si dice, anche da un aeroporto - imbarcato.

Dopo tanti discorsi un'ovvia considerazione (90) "E' ovvio che è caduto", cui segue altra frase strana (91) che può essere attribuita a più velivoli, "è partito in ritardo".

Quindi si ritorna all'intercettazione con le affermazioni che - e qui si fa con tutta probabilità riferimento alla quota raggiungibile dall'F104 - "dovrebbe anda' fino al massimo a livello 450". Qui, quasi spazientito, Capitani chiede dove è stato mandato il velivolo intercettore. Domanda cui dà ovviamente una risposta l'uomo del CRAM, risposta però incomprensibile, giacchè vi si parla di ritardo, e forse si riferisce al ritardo con cui si sono alzati gli intercettori, ma potrebbe riferirsi, essendo egli a conoscenza delle vicende del DC9, anche a quello della partenza di quest'ultimo velivolo.

Altro riferimento a fatti di quella sera potrebbe essere la frase 111 pronunciata da Giagnorio nei confronti del terzo, che infatti gli risponde. "Scusa una cosa lì su da voi - ulteriore riferimento al sito di Poggio Ballone, collocato ad oltre 600 metri di altezza - ... si vanno a prendere gli equipaggi di volo voi (inc.) con gli aeroplani, i due aeroplani (inc.) due F15 (inc. per 3 sec.)". Questo discorso potrebbe essere messo in relazione con altre frasi di seguito ove si parla di più velivoli visti sul radar.

Anche la 130 e la 131 potrebbero essere d'interesse. Vi si parla, da parte del terzo, di "Americani che avevano" (130) e subito dopo, da parte di Capitani, "In Italia (inc.3 sec.) hanno visto il (inc.) avevano richiuso tutto, loro avevano (inc.2 sec.)" (131). Anche qui si parla di "chiusura", di qualcosa che è stato visto e su cui s'è chiuso tutto.

Come la 134 ove si menzionano "altri due aeroplani". "Questi mi dicono sempre - è Giagnorio che parla - che questa è una zona dove ci sono altri due aeroplani, quindi non è...".

Di notevole interesse pure il discorso delle battute 139 e 140. Lì in primo luogo vi si parla degli Stati Uniti che avrebbero interesse, o un interesse, a che l'Italia rimanesse neutrale, su dei requisiti che il nostro Paese potrebbe avere o non avere. E non si comprende se si tratti di un discorso in generale oppure di carenze che si sono manifestate quella sera. In secondo luogo, si ritorna su un argomento, questo di certo attuale, che riguarda l'aeroporto di Ciampino. Qui questo aeroporto voleva sapere e ben si sa che quella sera Ciampino mise in movimento la macchina della ricerca e quindi si rivolse a più siti per sapere del DC9. Poi c'è un comandante di pattuglia che di certo ha fatto qualcosa. E subito dopo delle autorità che decidono, redigono delle normative, lo stesso Ministero Difesa Aeronautica o lo SMA. E comunque questo discorso contorto, ed anche in un certo senso concitato, si conclude con un'affermazione inquietante, "Lì parlano (o anche passano) 3 sul radar.". C'è qualcuno, cioè qualche sito che riferisce di aver visto tre velivoli sul radar. Alla frase non si può dare assolutamente alcun altro significato.

Della 140 ci sono due versioni, la Franco+2 e la Ibba+1. Ebbene entrambe sono d'interesse. Perchè la prima così suona "qua ci sono già due piani di volo che chiedono se gli aerei possono circolare liberamente dal momento in cui si sono alzati". L'altra: "ci sono quattro piattaforme, lì ti chiedono se gli aerei possono circolare". Comunque ci sono sempre aerei che chiedono di volare senza seguire determinate traiettorie. Da una parte si parla di piani di volo, dall'altra di piattaforme, che possono essere intese anche come portaerei. C'è sempre un movimento di aerei, che di certo non sono civili. E gli interlocutori fanno sicuramente riferimento a qualcosa successa da poco, che s'è impresso nella loro mente e di cui discutono vivacemente e quasi accalorandosi. Fatti, si potrebbe dire che li hanno scossi.

Un ultimo riferimento è nella frase 179, quasi casuale, al centro di altri discorsi, a dimostrazione che il pensiero dei dialoganti comunque ritorna su eventi vicini e da cui sono rimasti impressionati. "Che poi... però guarda che quello che bisogna guardare è quello che voi avete visto (inc.) come, come forza reale...". E' un chiaro riferimento alla visione su radar e quella forza reale è una delle classifiche del Nadge, cioè la consistenza numerica del segnale di risposta radar. Ovvero, dice, Capitani, si deve accertare quanti velivoli fossero rappresentati da quel segnale, uno, due o più.

Anche la vicenda di questa conversazione testimonia da un lato la malafede delle autorità militari chiamate ad interpretarla, dall'altro la chiusura dei singoli militari protagonisti di essa o comunque dipendenti del sito. Se vi fosse stata la collaborazione di costoro, l'inchiesta non sarebbe rimasta ferma per anni per acquisire brandelli di verità ed avrebbe sicuramente compiuto un salto di qualità notevole, se avessero parlato e detto il vero Capitani, Giagnorio e quel terzo proveniente da Poggio Ballone.

La Commissione dell'ITAV aveva riferito che dalla lettura dei brani della conversazione era emerso che la maggior parte degli stessi non presentava correlazione logica. Ragion per cui si formulava una serie di ipotesi. Poste le definizioni di conversazione interna, esterna, principale e secondaria, queste le ipotesi. 1. Registrazione di una sola conversazione principale; 2. Registrazione di conversazione secondaria attribuibile a "rumore ambiente"; 3. Registrazione secondaria dovuta ad interferenza di altre linee; 4. Residui di registrazioni precedenti; 5. Registrazione di conversazione principale concomitante a conversazione secondaria (rumore ambiente - interferenze); 6. Registrazione di conversazione principale sovrapposta a residui di registrazioni precedenti; 7. Registrazione secondaria (rumore ambiente - interferenze) sovrapposta a residui di registrazioni precedenti. Di ciascuna una dettagliata spiegazione.

Nessuna risposta però sulla natura della registrazione; solo osservazioni di carattere generale , secondo cui, supponendo che essa fosse di bassa qualità, se ne deduceva che potesse trattarsi o di conversazione principale in presenza di anomalie del sistema di registrazione e/o del sistema di trasmissione, o di registrazione di una conversazione secondaria e/o residuo di precedenti registrazioni. Quale differenza dalle risposte del collegio peritale!

Si continua poi con le incertezze, sul numero e la qualificazione professionale degli interlocutori, sull'incoerenza dei dialoghi, sulle canalizzazioni. Si continua con la ricerca di elementi di congruità tra i vari brani. E qui si arriva a individuare un brano relativo ad un evento che presumibilmente ha riguardato velivoli militari e nel quale si confrontano le caratteristiche dei diversi velivoli; un brano relativo ad una non meglio precisata valutazione; un brano relativo probabilmente ad argomenti di carattere personale; frasi non correlabili con alcuno dei brani precedentemente citati, ma riferibili ad un "servizio di sala operativa", nelle quali tra l'altro si fa cenno a soccorsi e ad una portaerei; frasi che non si è potuto con certezza far rientrare in nessuna delle circostanze sopra riportate. Indipendentemente dal fatto che un militare dell'AM con buona preparazione su velivoli, radar e attività di sale operative, avrebbe d'acchito potuto interpretare la maggior parte delle frasi e il contesto entro cui quella conversazione si svolge. A parte che quello stesso militare, se a conoscenza di fatti e circostanze di quella sera del 27 giugno 80 avrebbe potuto interpretare la quasi totalità degli eventi descrìttivi e con immediatezza. A parte ciò si deve rilevare comunque che anche l'AM ammette che lì si parla di soccorsi, di portaerei, di servizi di sala operativa, di evento che ha riguardato velivoli militari.

Ma l'ITAV immediatamente quasi si premura di allontanare certezze e chiarezze. Basandosi sulla frase 111 pone il dubbio che si tratti esclusivamente di conversazione interna. Quindi, pur ammettendo che possa trattarsi di conversazione di tal tipo, cioè esclusivamente interna, avanza subito due ipotesi ovvero che la conversazione abbia avuto luogo presso la sala operativa della RIV di Roma, o che abbia avuto luogo in altro sito collegato alla RIV di Roma. E conclude: "i riferimenti geografici individuabili attraverso l'analisi delle conversazioni registrate non sono inequivocabilmente riferibili ad un unico sito nè consentono, qualora non si trattasse di "conversazione interna", di definire con certezza i siti interessati".

Dalla capacità di complicare così evidentemente delle cose semplici, se ne possono ricavare dubbi sulla buona fede di questa Commissione ITAV. Ma essa non si ferma qui. Prosegue, apparentemente con buone intenzioni, nella ricerca; nella ricerca in questa parte del documento di riferimenti temporali nei vari brani e/o singole frasi. Queste le conclusioni della ricerca. Il brano 1 non contiene precisi riferimenti temporali. Ma alcune frasi di esso potrebbero indicare un certo collegamento con il brano n.2, per cui potrebbe assumere la datazione di questo. Il brano n.2 contiene riferimenti temporali che lo daterebbero tra l'ottobre 79 e il gennaio 80. Il brano n.3 contiene un riferimento temporale che parrebbe supporre che la conversazione non si sia svolta il venerdì 27 giugno 80. Tra le singole frasi collegabili ad un servizio di sala operativa, la 35 contiene un riferimento temporale, che daterebbe la conversazione in epoca successiva al 24 gennaio 80. Solo le frasi 2, 74, 76, 84, 86, 89, 90 e 91 potrebbero per il loro contenuto riferirsi alla sera del 27 giugno 80, ancorchè non sussistano riferimenti temporali che consentano di rendere incontrovertibile tale datazione.

Se ne deduce, secondo la Commissione, che "l'esistenza di riferimenti temporali non sicuramente correlabili tra loro, farebbe supporre che ci si trovi davanti a brani/frasi risalenti a periodi diversi; quindi le singole frasi potrebbero risultare non attribuibili ai tre interlocutori indicati". E quindi "le incongruenze spazio-temporali evidenziate sembrano inconciliabili con l'ipotesi che la registrazione in esame sia riferita esclusivamente ad una "conversazione interna" svoltasi presso un unico sito e con l'ipotesi che gli interlocutori siano sempre gli stessi per tutta la durata delle registrazioni e che quindi le singole frasi siano state correttamente attribuite".

Delle conclusioni così dubbiose - nelle quali appaiono anche doglianze per non aver potuto esaminare direttamente il nastro, ma copia di esso potrebbe essere stata estratta prima dell'accantonamento per le inchieste od anche dai periti di parte per più versi collegati all'AM - conclusioni cioè che escludono qualsiasi certezza, di fronte alle nitide conclusioni peritali, mai contestate da alcuno, inducono a stimare che al di là della buona fede vi possano essere intenti di impedire accertamenti e conoscenze degli inquirenti.

Questo al riguardo dell'amministrazione dell'Arma. Quanto ai singoli militari che sono stati escussi, essi si sono rivelati tra i più reticenti tra i tanti testi dell'AM esaminati nel corso di questa istruttoria. Con l'aggravante che costoro erano a conoscenza di fatti di massimo rilievo per l'inchiesta. Hanno ammesso, e solo dopo estenuanti verbalizzazioni negative, esclusivamente ciò che non potevano negare. Hanno taciuto sul terzo personaggio in torre, impedendo che si individuasse un elemento fondamentale della ricostruzione, un soggetto che con ogni probabilità proveniva dalla sala operativa del radar di Poggio Ballone e che quindi, ove avesse assunto atteggiamento diverso dai tanti, principalmente da Capitani e Giagnorio, avrebbe potuto dare un contributo notevolissimo alla soluzione di nodi tra i più intricati dell'inchiesta. Hanno taciuto sui contenuti delle loro dichiarazioni, asserendo, del tutto incredibilmente, di non ricordare o di non capire. Mentre con risposte positive si sarebbero potuti riempire vuoti in passaggi basilari delle vicende della base di Grosseto e del CRAM di Poggio Ballone e conferma sulla ricostruzione di eventi essenziali di quella sera.

Al termine dell'analisi per identificare i testi più certi di questa comunicazione e dei tentativi di interpretazione non può dimenticarsi, dopo che si è accertato che gli interlocutori parlano diverse volte di Falcon, di F104, di intercettazioni di F15 e F16 da parte di un velivolo inadeguato, di velivolo esploso, che di Falcon si parlava anche in una comunicazione telefonica del sito di Ciampino.

La conversazione di Grosseto e la comunicazione di Ciampino prendono le mosse a pochissimo tempo di distanza l'una dall'altra; la prima a 20.04, la seconda a 20.41. Anche le battute d'interesse di Ciampino provengono dall'interno, non appartengono cioè a un colloquio telefonico bensì sono la registrazione di un qualche dialogo interno alla sala ove è installata l'utenza telefonica registrata. Tra le due conversazioni ci sono più punti in comune.

Si rammentino quelli che erano i commenti provenienti dall'interno della sala durante questa telefonata che intercorreva tra l'ACC e l'Ambasciata statunitense. La più parte di questo commento è in romanesco e spesso vengono usate male parole. Le voci appartengono a quattro diverse persone. Quella che più si agita è X3, che con buona probabilità è stata identificata, sia da colleghi escussi sia dalla somiglianza con la voce delle battute in cui si qualifica, nel colonnello Guidi.

Tutti si preoccupano di avere al più presto il contatto con gli Americani - e anche quelli di Grosseto più volte hanno fatto riferimento agli Americani. Poi parlano di esercitazione, quindi affrontano la questione dell'autonomia del DC9, probabilmente per tentare di capire dove quel velivolo potesse esser finito. Inoltre il Soccorso, altro tema toccato dai Grossetani della torre. Nuovamente il contatto con gli Americani "(inc.) telefoni a Sigonella e gli dici: ma quando lì è cascato un Phantom, chi cazzo chiamate degli Americani? Ecco, è cascato un Phantom, dimme chi devo chiamà!".

Gli argomenti sembrano coincidenti; avvengono nello stesso ambito di tempo; sono persone che parlano senza preoccupazioni di essere registrate. E parlano, non sembra che possa esservi dubbio, delle stesse questioni. Sono questioni che infervorano coloro che le trattano: a Ciampino quasi vanno in escandescenze, a Grosseto alzano, specie Capitani, il tono delle voci. E' qualcosa - sono impossibili altre interpretazioni - che è successo, è successo da poco; sono fatti gravi ed urgenti.

Ma v'è di più: le battute della torre di Grosseto inducono a dare un significato diverso a quelle dell'ACC di Ciampino, in particolare sul Phantom. Grosseto sembra parlare di un Phantom realmente esistente, ma se così è, anche le grida di Guidi sul Phantom non possono essere considerate delle battute a mo' di esempio, ma delle affermazioni vere e proprie. Il tono potrebbe essere reputato non semplicemente esemplificativo, ma drammaticamente assertivo. Certo non può dirsi che ogni qualvolta cade un aereo civile si verifichino tante "stranezze" e che addirittura, in casi di ordinari incidenti di volo, il responsabile della RIV di Roma dica "quando lì è cascato un Phantom, chi cazzo chiamate degli Americani?" e "Ecco, è cascato un Phantom, dimme chi devo chiamà!" e gli operatori della torre di Grosseto in compagnia con ogni probabilità di un operatore del CRAM di Poggio Ballone dicano, dopo aver parlato di Phantom, Phantom che si prende e si distanzia, Phantom che si va a mettere..., e di Americani, che qualcosa è caduta, è scoppiata in volo.

Vicende che colpiscono, univoche, che non ammettono più interpretazioni, sulle quali si ritornerà più oltre, allorchè si tenterà di spiegarne il significato della storia del cd. memoriale Naldini, ovvero delle dichiarazioni di costui a un suo conoscente, certo Crociani, storia che ha punti in comune con la conversazione della torre di Grosseto e dell'ACC di Ciampino.

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