5.2. Gli F111 atterrati sull'aeroporto.

Tra gli altri aerei che potrebbero aver volato quella sera del 27 giugno 80 sul Tirreno con rotte in parte coincidenti o non lontane da quella del DC9 Itavia, sono degli F111 di nazionalità statunitense che sarebbero atterrati in particolare situazione di emergenza sull'aeroporto di Grosseto, come riferito da militari dell'AM all'epoca in servizio presso quella Base.

Dell'intento di riferire circostanze utili alla presente istruzione emerge notizia d'interesse da una nota dell'AG di Siena, cui aveva riferito un ex VAM, vigile presso il Comune di Poggibonsi. Costui, Arconti Nicola, ascoltato ha ricordato di aver prestato servizio all'aeroporto di Grosseto dai primi di marzo dell'80 al 2 di gennaio dell'81. All'imbrunire di un giorno che non sa precisare, i VAM di cui egli faceva parte furono posti in stato di allarme, radunati nell'area cd. del fortino ed armati; fu fatta decollare la coppia di caccia di pronto intervento. Di lì a poco, allorchè s'era fatta quasi sera, i due velivoli rientrarono alla base, "accompagnati" da due aerei, di nazionalità americana, che si disse fossero degli F111. Egli che non è un esperto così li descrive: "Avevano due motori, non ricordo se avevano una o due derive, erano di dimensioni maggiori dell'F104". Furono parcheggiati, precisa, in un'area a fine pista detta "i collegamenti". Le guardie furono raddoppiate, se non triplicate. L'indomani egli fu assegnato a una postazione proprio nei pressi dei due velivoli. S'accorse così che ad uno di essi mancava un missile. Cioè questi aerei portavano i missili sotto le ali; il teste non sa quanti per ala; ricorda però che v'era differenza negli armamenti delle due ali nel senso che indipendentemente da quanti fossero per ala, in una ve n'era uno di meno che nell'altra. Tal fatto fu notato anche da altri colleghi e fu oggetto di conversazione in base.

Sull'atterraggio di quei velivoli fu posto una sorta di segreto militare. A seguito dell'evento furono ordinate due adunate, una la sera stessa l'altra il mattino successivo, la prima dal capitano Battista, la seconda da costui o dal maresciallo Emiliani. Probabilmente il capitano in quella del mattino successivo ordinò di non parlare del fatto con alcuno, giacchè su di esso vi era il segreto militare per avere quei velivoli partecipato ad un'azione od esercitazione non precisata. Non specificò se quegli aeromobili trasportassero o meno degli ordigni nucleari. Erano sicuramente americani, perchè ne vide le insegne e cioè la stella, che egli ben conosce.

Non ricorda il periodo dell'anno in cui il fatto avvenne. Ricorda solo - dalle condizioni in cui si presentava l'aeroporto l'indomani e cioè solo con la presenza dei VAM, assenti gli altri addetti agli aerei - che era un giorno prefestivo. Non ricorda quanto tempo i velivoli rimasero sul campo. Non vide i piloti americani, nè sa dove alloggiarono. Lo colpì il fatto che per la messa in funzione dei motori si ruppero alcuni compressori, perchè di potenza inferiore a quella richiesta.

Mostrategli delle fotografie acquisite presso un commilitone, Gendrini Piero, in servizio nei VAM nel suo stesso periodo, Arconti riconosce nell'aereo che vi è rappresentato il velivolo del tipo da lui visto, a due motori e una deriva. Nel mentre riconosce il velivolo spontaneamente esclama: "Sarei felice che non c'entrassero niente!" Precisa che egli non scattò foto, perchè era proibito scattarne.

Riconosce il collega che vi è ritratto e cioè il possessore delle foto stesse. Riconosce nell'abbigliamento da costui indossato quello d'ordinanza per il periodo estivo e cioè la maglietta a mezze maniche a carne e sopra la mimetica a maniche lunghe. Questo capo è lo stesso sia d'estate che d'inverno; diversa, d'inverno, è la maglia a carne, di lana a collo alto.

S'è deciso a riferire di questi eventi, spiega poi, perchè da qualche tempo a questa parte li stima utili all'inchiesta. All'epoca in cui si verificarono non fece alcun collegamento tra di essi e la vicenda di Ustica, giacchè viveva in aeroporto e non disponeva di televisione. A dir il vero nemmeno al tempo degli esami testimoniali riusciva a collegare quegli eventi; li riferiva e implicitamente si rimetteva per il giudizio su di essi.

Ricordava di altre fotografie dell'aereo scattate da altri colleghi, ma di esse non s'è trovata traccia. Non sa di un atterraggio per rifornimento di un F111 avvenuto il 5 ottobre 80. Ha ricordato nell'ultimo esame che la sera del fatto suonò l'allarme e dopo il decollo della pattuglia in stato di allerta, furono convocati dopo essere stati armati del MAB e della Beretta cal.9, e collocati sul piazzale. Ha ricordato anche che i due velivoli statunitensi non partirono contemporaneamente, bensì il primo l'indomani dell'atterraggio l'altro nel pomeriggio o il giorno successivo. (v. esami Arconti Nicola, GI 06.12.91; 25.01.92; 06.04.92; 10.04.92 e 25.10.93).

Le fotografie sequestrate al Gendrini hanno confermato molteplici circostanze riferite dall'Arconti. Che fosse atterrato nel periodo del suo servizio e vi fosse rimasto parcheggiato un aereo quanto meno di dimensioni maggiori dell'F104, con due getti e una deriva, aereo che per essere un cacciabombardiere doveva essere parcheggiato in area particolare (nelle riprese si nota che si trovava all'estremità dell'aeroporto) abbisognava di speciale sorveglianza, non doveva essere fotografato. Che l'evento fosse avvenuto in periodo estivo, come dimostrato dalla divisa di Gendrini. Che il velivolo sotto l'ala destra mostrasse un pilone recante un carico (serbatoio supplementare o "pave tack") ed un secondo - quello esterno, generalmente destinato ai missili - senza carico. Che fosse statunitense. Un'analisi più accurata delle fotografie mostrava che esso apparteneva allo squadrone LN398.

Sono stati sentiti i commilitoni dell'Arconti, i suoi superiori e il comandante della base sul fatto; i più di costoro più volte; ne è risultato il quadro che segue. C'è chi ricorda che nel periodo estivo, forse giugno-luglio atterrò un aereo di nazionalità straniera, di dimensioni maggiori degli F104 per un'emergenza - secondo le voci, per avaria - che fu parcheggiato ai "collegamenti", che esso era simile a quello riprodotto nelle fotografie di Gendrini (v. esami Baglioni Ilario, GI 25.01.92, 26.06.92 e 25.10.93).

Chi ricorda che la presenza di un F111 sull'aeroporto era avvenuta all'inizio dell'estate, alla fine di giugno, che l'aereo era di sicuro un F111, perchè riconosciuto in pubblicazioni, con due alette verticali, due ugelli posteriori, e a due posti l'uno dietro l'altro; atterrato colà perchè secondo quanto si diceva, in avaria; "... a me sembrò che fosse armato, ricordo che per la vigilanza fu raddoppiato il turno di guardia; ricordo inoltre che circolava la voce che di quell'atterraggio non se ne doveva parlare per nessun motivo, in quanto era coperto da segreto di Stato" (v. esame Baldacci Rinaldo, GI 10.04.92; 25.10.93).

Chi ricorda, con maggiore precisione, che all'aeroporto di Grosseto atterrò un velivolo statunitense per avaria, di dimensioni maggiori dell'F104 - riconoscerà in esso un F111 - che rimase in base per tre, quattro giorni, e che fu un evento particolare. Questo velivolo fu parcheggiato ai collegamenti; ne fu ordinata vigilanza speciale, 24 ore su 24, a differenza che per altri velivoli anche stranieri atterrati su quell'aeroporto - cosa che meravigliò i VAM -, che fu vietato a tutti, anche a coloro che lo vigilavano di avvicinarsi, che il servizio era scrupoloso. Erano venuti dei tecnici a bordo di un furgone non militare con targa straniera. Che l'episodio avvenne nel periodo estivo perchè faceva molto caldo; probabilmente a giugno, perchè da poco avevano effettuato il cambio di divisa; non in autunno, perchè in quella stagione era già stato promosso capo-posto e perciò non montava più di guardia. L'aereo portava missili sotto le ali, non s'era accorto però se al velivolo mancasse uno o più missili; "non ci si faceva molto caso, perchè essendoci in Grosseto un hangar-officina, spesso atterravano aerei di altri stormi, mancanti di qualche cosa come serbatoi o armamenti", comunque dovevano essere due per ogni ala ed inoltre v'erano una o due mitraglie nei pressi del vano carrello, alloggiate nel vano della stiva interna. "Vorrei aggiungere che non ricordo con molta precisione se ad atterrare furono due velivoli, di cui uno rimase per avaria, mentre l'altro ripartì subito dopo" (v. esami Becucci Angelo, GI 19.12.91; 25.01.92; 11.09.92 e 25.10.93).

Chi ricorda la permanenza di un aereo particolare - riconosciuto con somiglianza all'F111 - ai collegamenti, particolarmente vigilato, che subì delle particolari riparazioni perchè fu l'unico evento particolare del suo servizio a Grosseto. L'aereo, parcheggiato ai "collegamenti" fu vigilato secondo le consegne del capitano Battista a vista, con divieto di avvicinarsi ad esso - furono addirittura collocati delle fettucce colorate per delimitare l'area -; era armato di missili sotto le ali e il fatto cagionò stupore in base; era danneggiato e vennero tecnici americani per le riparazioni. Questo evento "particolare" era avvenuto tra il luglio e l'agosto di quell'anno (v. esami Bettarini Marco, GI 19.12.91, 25.10.93).

Chi ricorda che l'aereo, bireattore con le insegne statunitensi, era parcheggiato per guasto in fondo all'aeroporto dalla parte di Marina di Grosseto (l'area dei collegamenti, secondo la pianta del Baccarini, allegata agli atti) in zona dove di solito non si parcheggiavano velivoli, transennato con strisce di plastica bianche e rosse; che era atterrato la notte precedente al giorno in cui fu notato, per avaria, che rimase in quella collocazione per alcuni giorni e fu riparato da specialisti esterni. Il fatto era avvenuto tra il giugno e l'ottobre dell'80 (v. esami Borgogni Sergio, 10.04.92 e 25.10.93).

Chi ricorda, avendo avuto modo di montargli la guardia, un bimotore a reazione americano di notevoli dimensioni - che presentava forte rassomiglianza con l'F111 - in sosta in zona protetta per avaria. Tra l'altro presentava una ruota forata e rimase in aeroporto per qualche giorno. Per la vigilanza il servizio era stato appositamente disposto, con turni supplementari. Il fatto era avvenuto o a luglio o a settembre dell'80 (v. esami Corso Antonino, GI 10.04.92 e 25.10.93).

Chi ricorda ancora altri fatti e circostanze. Un cacciabombardiere, con ogni probabilità un F111 statunitense, con colori mimetici e parcheggiato ai collegamenti. Questo velivolo era atterrato a Grosseto quando era quasi buio in un giorno della fine del giugno 80. Era atterrato per un'avaria al carrello. Per esso fu disposta una particolare vigilanza con raddoppiamento dei turni di guardia e transennamento dell'area di parcheggio con paletti e cordoni di colore rosso e bianco. Fu impartito l'ordine, da parte del sottufficiale di turno, di non avvicinarsi per nessun motivo al velivolo e di non parlare di quell'atterraggio con nessuno, neanche con i propri familiari. Il fatto cagionò stupore, perchè non era mai successo che un velivolo militare straniero fosse piantonato con quelle modalità, ed agitazioni nella base, ove circolava la voce che l'aereo fosse reduce da un'azione militare nei confronti della Libia o addirittura nei confronti di Gheddafi. Di sicuro rimase in aeroporto quella notte e il giorno successivo. Alla fine di settembre era anche atterrato un aereo da trasporto, pure americano, somigliante ad un Boeing B-52, mimetizzato, da cui erano discesi una cinquantina di soldati in tuta mimetica armati di fucili mitragliatori con i volti anch'essi mimetizzati (v. esami Di Biase Marco, GI 26.06.92, 25.10.93).

Chi rammenta di avere svolto servizio di vigilanza ad un aereo statunitense somigliante al Tornado, armato di missili collocati sotto le ali. L'aereo rimase sull'aeroporto un paio di giorni. Il servizio di vigilanza fu molto riservato. Questi che riferisce ricorda che il fatto avvenne di mattina; ed è molto sicuro sul mese e cioè giugno di quell'anno, giacchè in quel mese egli compie gli anni e fu comandato di servizio l'intero periodo non potendo fruire di licenza a casa. Ricorda anche che i piloti furono prelevati dalla macchina del comandante, così come ricorda, dopo qualche incertezza, che i velivoli erano due - i missili li ricorda con esattezza, otto complessivamente, quattro per velivolo - e uno di essi il sottufficiale di giornata aveva detto che era in avaria (v. esami Ferrini Daniele, GI 10.04.92, 25.10.93).

Ma c'è altresì chi, pur ricordando l'episodio, non rammenta la sua data o il periodo dell'anno in cui esso avvenne, come l'aviere Gendrini, colui che dell'aereo ha anche le fotografie. Ha visto un F111 sull'aeroporto, ma non è stato presente al suo atterraggio. Sulle prime ricordava di averlo visto nell'area di pronto intervento e così riteneva perchè l'aereo era armato di missili; in seguito parlando con i colleghi e meglio mettendo a fuoco i ricordi, stima che fosse ai collegamenti.

Aveva una delle due ruote principali afflosciata. "Per farlo atterrare era stato necessario alzare due F104, che lo accompagnarono sull'aeroporto di Grosseto". Egli ricorda anche un episodio di improvviso decollo da Grosseto di due velivoli. Anche qui sulle prime non collega i due fatti, poi afferma che essi con ogni probabilità coincidono. Spiega quindi perchè ha parlato di improvviso decollo. "Dico che si levarono con una "rapidità" incredibile nel senso che essendo abituati a vedere i decolli normali degli F104, che prendevano un certo tempo ed una certa lunghezza della pista, in questa occasione i due velivoli si levarono come missili, dopo un brevissimo tratto di pista e con improvvisa impennata verso l'alto". Come detto, egli non ricorda il giorno di queste vicende, ma ne ricorda l'ora. Di sicuro di pomeriggio, perchè durante il giorno non si monta la guardia che invece inizia dopo il tramonto. Il decollo degli F104 avvenne nel tardo pomeriggio, al tramonto, quando c'era ancora la luce, perchè pur seguendo la manovra, non notò la fiamma degli ugelli che ben si vede quando è scuro. Fu colpito dalle dimensioni del velivolo che era colorato con tonalità mimetiche e cioè a chiazze di differenti colori. Quando egli s'era avvicinato a quella macchina, aveva notato dei tecnici, un paio di persone adulte che però non riconobbe nel personale della base. In effetti presso di lui furono rinvenute, a seguito di provvedimento di questo Ufficio, 3 fotografie che riproducevano il teste in posa presso un F111 ed egli conferma che si tratta dell'aereo di cui ha parlato. All'aereo egli non ha montato la guardia. Non ha mai visto un F111 atterrato in ottobre per rifornimento di carburante. In un altro esame pur confermando quanto dichiarato in precedenza, non ricorda stranamente quasi più nulla, al punto che appare opportuno riportare integralmente questa sua nuova versione: "Non sono in grado di precisare se il decollo "rapido" dei due F104 coincise con l'atterraggio del velivolo straniero con il quale vengo ritratto nella fotografia da voi sequestrata. Non ho visto l'aereo in questione nè nella fase di atterraggio nè in quella di decollo. Non ricordo in quale periodo dell'anno avvenne tale episodio, non ricordo se si trattava di mattina o pomeriggio, non riesco a ricordare neppure in quale momento della giornata venne scattata la foto da voi sequestrata. Non ho mai fatto servizio di vigilanza a tale velivolo, tutte le notizie che ho appreso sul velivolo le ho sentite dai miei commilitoni; probabilmente in quei giorni ero in licenza. Non mi risulta che sia stato imposto di mantenere il silenzio su quell'episodio. Preciso che i due F104 che decollarono non li vidi neppure atterrare, l'intero episodio mi venne riferito da altri. Non ricordo di aver notato delle strisce che delimitassero la zona antistante il velivolo, qualcosa probabilmente c'era in quanto se non ci fosse stato nulla io certamente sarei andato sotto il velivolo per vederlo meglio, visto che non l'ho fatto il motivo potrebbe essere quello, cioè la presenza di qualcosa che mi impedisse di avvicinarmi di più. Non sono a conoscenza di adunate fatte per imporre il segreto su quanto succedeva nella base; non ne sono a conoscenza forse anche perchè ho fatto molti servizi al centralino e non facevo turni di vigilanza" (v. esami Gendrini Piero, GI 08.01.92; 26.06.92; 25.10.93).

Diverso l'atteggiamento di altro VAM. Costui ricorda che durante il periodo in cui fu assegnato all'aeroporto di Grosseto - ovvero tra il 1°.02.80 e l'1.02.81 c'era stato in quell'aeroporto un aereo americano, al quale era vietato avvicinarsi; questo velivolo, di dimensioni maggiori dell'F104 secondo le voci che circolavano nella base, era fermo a causa di un'avaria, e presentava, fattogli visionare il testo della De Agostini "velivoli d'attacco", somiglianze con il modello dell'F111. Nell'ultimo esame dichiarava - mentre dapprima aveva asserito che il fatto, non potendo essere accaduto nel periodo estivo in cui egli prestava servizio a Marina di Grosseto, fosse successo in autunno - che quell'aereo, da lui visto ai collegamenti era atterrato a giugno (v. esami Pizzi Sandro, GI 08.01.92, 26.06.92 e 25.10.93).

Altri, pur rammentando l'episodio con precisione e dovizia di particolari, ricordano circostanze che potrebbero coincidere con la vicenda dell'F111 ed altre che contrastano con le ricostruzioni di cui alle testimonianze precedenti.

Come Benelli, VAM anch'egli all'aeroporto di Grosseto. Costui ricorda d'aver visto un F111 americano con un'avaria al carrello, tant'è che si mosse la squadra antincendio; che tale aereo rimase parcheggiato per più giorni in una piazzola dell'aeroporto dalla parte di Principina; che, più grande dell'F104, era verniciato con colori mimetici sul grigio chiaro. Ricorda che vi lavorarono tre o quattro tecnici; da essi apprese che i danni erano al carrello. E' in grado di precisare che l'episodio si verificò tra il maggio e il giugno perchè indossava al tempo la divisa estiva, anzi era a fine giugno perchè ai primi di luglio fu trasferito dal servizio di vigilanza a quello d'autista. Lo colloca però di giorno, anzi di mattina (v. esami Benelli Flavio, GI 10.04.92 e 25.10.93).

Come Bottaccio, anch'esso VAM a Grosseto tra l'aprile dell'80 e quello dell'81. Anche costui ricorda l'atterraggio di un aereo statunitense nei primi mesi estivi dell'80. Attribuisce però questo velivolo, secondo quanto gli avevano riferito i commilitoni, alla Marina degli Stati Uniti. Specifica poi che l'evento accadde tra fine giugno e i primi di luglio, di pomeriggio, giacchè faceva servizio di guardia ad un ufficio che di notte era chiuso. (v. esami Bottaccio Antonio, GI 10.04.92 e 25.10.93).

Come Valentini, sempre VAM a Grosseto. Anche lui ricorda di un aereo atterrato a causa di un'avaria. Per questa ragione fu sospesa la libera uscita; l'aereo non fu posto in un hangar ma lasciato su pista e picchettato. E' rimasto fino al lunedì successivo. "Erano due aerei simili, ma uno soltanto atterrò, mentre l'altro andò via. Non ho certezza che fosse sabato il giorno in cui arrivò l'aereo in avaria, in quanto sono passati molti anni, ma credo che fosse sabato mattina". I due velivoli erano più grandi degli F104; la fusoliera era più alta rispetto al suolo, avevano le ali mobili; ed erano bimotori. Egli fece servizio di guardia a quello rimasto in aeroporto ai "collegamenti"; era nel periodo estivo. "Non ricordo nulla - è bene riportare ora queste sue dichiarazioni su altro episodio, che in seguito sarà esposto; nde - in merito al rifornimento di un F111 avvenuto il 5.10.80 e nè tantomeno tale evento lo posso mettere in relazione al fatto della presenza del velivolo straniero presso il suddetto aeroporto".

Nell'ultimo verbale appare più preciso, pur confermando che si trattava di sabato: "Vidi due velivoli in avvicinamento, cioè li vidi sopra la base ma uno soltanto atterrò. Io mi trovavo al Fortino cioè presso i nostri alloggi in quanto ero libero dal servizio. Si trattava di un sabato pomeriggio tra le 16.00 e le 18.00 circa. Non sono certo del mese, ma poteva trattarsi di luglio o agosto in quanto partii per il servizio militare il 1° maggio ed arrivai a Grosseto dopo 56 giorni circa di CAR a Viterbo. Tale episodio accadde circa due mesi dopo il mio arrivo a Grosseto. L'aereo venne fatto parcheggiare in fondo alla pista a circa un chilometro di distanza dal Fortino. Non ricordo se si trattava della zona denominata "collegamenti". Ricordo di aver prestato la vigilanza al velivolo, ma non ricordo in quale turno ne in quale orario... . Ricordo che vennero sospesi i primi permessi orari e forse anche qualche licenza giornaliera, ci venne detto che l'esigenza era causata dalla necessità di reperire personale per quel servizio di vigilanza... . Non ho visto i piloti né i tecnici vicino al velivolo; infatti quando era presente il personale in servizio permanente, noi militari di leva non facevamo vigilanza; per tale motivo non sono in grado di precisare quando tale velivolo se ne andò. Riguardo alla ragione della presenza di tale velivolo in base si diceva che avesse un'avaria, non so precisare di quale natura. Riconosco con una certa probabilità nelle fotografie che mi sono state mostrate - quelle dell'F111, secondo il libro sopra citato; nde - l'aereo di cui ho parlato. L'aereo da me visto aveva le ali mobili" (v. esami Valentini Danilo, GI 01.04.92; e 25.10.93).

Altri VAM o ricordano pochissimo o non ricordano nulla sia per il tempo trascorso sia perchè addetti ad altri servizi.

I superiori, che più dei VAM avrebbero dovuto ricordare, o nulla son capaci di rammentare o escludono l'episodio o sono morti.

Il comandante all'epoca, attualmente generale, Tacchio Nicola ha escluso un evento del genere. Dapprima implicitamente, affermando che quel giorno sull'aeroporto di Grosseto si era tenuta solo normale attività di addestramento dei due Gruppi, il 9° e il 20°, di cui era composto lo Stormo, attività cessata tra le 20.30 e le 21 locali - erano come già detto gli F104 trainers di Bergamini e Moretti, di Nutarelli e Naldini e di Giannelli, e v'era stato solo il passaggio di due F104 dell'Aeronautica Militare tedesca, che avevano fruito del cross-service, provenendo probabilmente dalla base di Eggbek (v. esame Tacchio Nicola, GI 09.05.91).

Quindi esplicitamente, affermando di non ricordare atterraggi di F111 americani sull'aeroporto di Grosseto anche se non può escludere un episodio del genere. Non ricorda nemmeno l'atterraggio dell'ottobre, documentalmente provato. Dichiara che ha lasciato Grosseto il 27 di quel mese, ma l'episodio del rifornimento è del 5. Asserisce che per gli aerei Nato non si disponevano vigilanze speciali né di averne mai disposte. "se è stata disposta una vigilanza speciale per l'F111, di certo l'ordine non è venuto da me" (v. esame Tacchio Nicola, GI 12.06.92).

Il comandante dei VAM all'epoca, nel 92 tenente colonnello, Battista Pierluigi ha escluso in più esami testimoniali l'episodio. Non ricorda alcun episodio particolare nell'80, che avesse determinato situazioni di emergenza o di "rafforzo" delle guardie. Non ricorda atterraggi di aerei statunitensi diversi dall'F104. Non ricorda, nonostante gliene avesse parlato Tacchio prima dell'esame, l'episodio dell'F111 di ottobre 80. Non ritiene che su un fatto come quello descritto dai VAM si sarebbe dovuto imporre il segreto; comunque non crede di aver dato durante tutta la sua carriera un ordine di serbare il segreto su un qualche evento. Ma aveva già precisato che ordini di questo genere non erano di sua iniziativa, bensì del comandante o del capo ufficio operazioni (v. esami Battista Pierluigi, GI 12.05.92, 12.06.92, e 24.11.93).

Il tenente colonnello Maresio - che all'epoca rivestiva la carica di comandante interinale, giacchè il pari grado Gon assumerà l'ufficio solo il 1° luglio - non ricorda di aver visto sino a quando è rimasto a Grosseto "atterraggi o permanenze di F111 americani" (v. esame Maresio Luigi, GI 12.06.92).

Il maresciallo Emiliani, pure indicato come persona che potrebbe aver adunato i VAM e dato loro l'ordine del segreto, è deceduto il 25 gennaio 92 per complicazioni sopravvenute all'amputazione di una gamba. (v. rapporto CC., 06.11.93).

Come s'è notato, sull'episodio, secondo diversi VAM, fu imposto una sorta di segreto: "... l'adunata della sera dell'atterraggio fu fatta dall'ufficiale responsabile del turno di quel giorno ... nella quale ci furono impartiti gli ordini per la vigilanza raddoppiata del velivolo ... mentre l'altra, ovvero la mattina successiva, non ricordo con esattezza se fu fatta dal capitano Battista o dal maresciallo Emiliani ... fu detto, non posso essere più preciso da chi, per quanto io ricordo, mi sembra dal capitano Battista, di non parlare dell'atterraggio dei due velivoli americani, in quanto vi era apposto il segreto militare giacchè detti velivoli avrebbero partecipato ad una non meglio precisata azione o esercitazione" (v. esame Arconti Nicola, GI 25.10.93).

"... ricordo che furono impartiti ordini attraverso le consegne che in nessun modo, nessuno di noi si doveva avvicinare al velivolo piantonato, l'accesso al velivolo era consentito solo ai colleghi che montavano la guardia" (v. esame Becucci Angelo, GI 25.10.93).

"... ricordo che ci fu detto, ma non ricordo da chi, che non bisognava avvicinarsi al velivolo per nessun motivo e di quell'atterraggio non se ne doveva parlare con nessuno..." (v. esame Bettarini Marco, GI 25.10.93).

"... ricordo che ci furono impartiti degli ordini da parte del sottufficiale di turno di e di non avvicinarsi per nessun motivo al velivolo e di non parlare di quell'atterraggio con nessuno, neanche con i propri familiari..." (v. esame Di Biase Marco, GI 25.10.93).

S'è chiesto, da parte di questo Ufficio, persino al Governo della Repubblica, (v. nota GI 21.04.94). La Segreteria generale della Presidenza del Consiglio dei Ministri ha risposto che "il vincolo del segreto non è stato mai opposto e che allo stato non vi sono iniziative in tal senso" (v. nota Presidenza del Consiglio dei Ministri, 03.05.94).

Dai documenti sequestrati presso la base nulla emerge. Emerge solo da un memorandum doganale senza data, che il 5 ottobre di quello stesso anno - le cifre della data appaiono invero come sovrascritte su altre, vergate in precedenza - che un velivolo di nazionalità statunitense del tipo F111 matricola 70-398 era stato rifornito di JP4 (F40) per litri 9.800 pari a galloni USA 2581,1600; e per ricevuta aveva firmato lo Staff Sergent Aaryn Self. Colui che firma per l'AM cioè il direttore del magazzino MSA Materiale Speciale Aeronautica, il tenente colonnello Vazzano Salvatore, non ricorda l'episodio, nè poteva vedere l'aereo o il suo equipaggio, giacchè il suo ufficio si trova nella sede distaccata di Marina di Grosseto, a circa quindici chilometri di distanza dall'area operativa (v. esame Vazzano Salvatore, GI 19.05.91). Il maresciallo carburantista, Rossi Federico, non ricorda assolutamente l'episodio, affermando di aver visto F111 su Grosseto solo tra l'85 e l'89. Tutti i documenti su cui sarebbe riportato il rifornimento, che egli cita, non sono stati reperiti. Colui che ha firmato come carburantista, secondo lui, era il maresciallo Balsamo Giuseppe, la persona della quale Rossi si fidava di più e che per questa ragione egli incaricava dei rifornimenti ai velivoli stranieri, è deceduto nell'88 (v. esame Rossi Federico, GI 12.06.92).

Questo rifornimento potrebbe trovare conferma in annotazioni su un'agendina sequestrata al VAM Bellini. Costui aveva riferito di essere sicuro sulla data dell'atterraggio dell'F111, per averla tratta da una sua agenda dell'80, in cui soleva annotare i suoi turni di guardia. Ed i particolari che altri ricordano come accaduti in occasione di un atterraggio avvenuto in precedenza egli li attribuisce all'episodio del 3 o 4 ottobre. L'aereo rimase nella base quattro o cinque giorni; aveva una ruota a terra; ci furono problemi per la sua partenza, giacchè con i gruppi elettrogeni disponibili in aeroporto non si riuscì ad avviare i motori ed uno di essi addirittura si bruciò; per questa operazione si perse quasi un'intera giornata ed il velivolo riuscì a decollare soltanto nel tardo pomeriggio all'ora dell'ammaina - bandiera; per le riparazioni ai danni della macchina era venuto un Fiat 238 targato Roma. Il velivolo era comunque armato di missili, anche se il teste non ricorda quanti fossero e se ne mancasse qualcuno (v. esame Bellini Massimo, GI 08.01.92).

Acquisita agli atti l'agenda di cui è menzione in detto verbale, in essa in effetti si legge sotto il quattro e il cinque ottobre esplicitamente "sono montato ai collegamenti perchè c'è un aereo americano (F111) e ho montato ai collegamenti all'F111" (v. decreto di sequestro dell'08.01.92).

Sulla coda dell'aereo riprodotto nelle fotografie di Gendrini appare di certo un numero 398 che in parte appare anche sul documento di rifornimento, 70-398. Si sa pure che questo numero dovrebbe indicare un velivolo appartenente a squadrone di stanza a Lakenheat in Gran Bretagna, ove aveva sede il 48° Tactital Fighter Wing, composto di quattro squadroni con codice di coda LN e dotati di F111-F. Quindi potrebbe anche darsi che le fotografie riprendano l'episodio di ottobre. Appare però strano che il comandante, o chi per lui, che firma la ricevuta del rifornimento, ha un nome sicuramente diverso da quelli dei due membri dell'equipaggio che risultano scritti sulla fiancata della fusoliera.

Sta di fatto che quel 27 giugno erano in volo sulle FIR nazionali degli F111. Ciò risulta, come già s'è detto, dalle registrazioni delle comunicazioni sequestrate all'ACC di Roma Ciampino. Sono quattro conversazioni: le prime due sul canale 9, che risponde a Milano 1, alle ore 17.38 e 17.41; la terza sul canale 11 che corrisponde a Milano 3, ad ore 18.24; la quarta sul canale 26, che corrisponde a Napoli, alle ore 18.27. I testi sono sufficientemente chiari, anche se come al solito non si è riusciti ad individuare gli interlocutori ed alcuni punti si sarebbero potuti meglio interpretare, se vi fosse stata collaborazione dei controllori di Ciampino. I testi delle conversazioni sono riportati sotto il sito di Aviano.

Quindi un F111 proveniente da Lakenheat (che ha come sigla EGUL) intorno alle 17.30 deve impegnare le FIR nazionali - ai 53 è previsto sul Korner e non corner come trascritto, ovvero sull'Ambra 1 nel tratto da Torino all'Elba, all'altezza di Pisa, diretto a Grazzanise. Ma con ogni probabilità non uno solo, giacchè al sito che riferisce quanto dettogli dal militare - e cioè dal settore di Difesa Aerea presente in ogni sala ACC - ovvero che quell'F111 è stato dirottato ad Aviano, l'altro sito risponde che una striscia è rimasta e l'altra no. I siti che parlano, come s'è desunto dai canali, sono Roma-Ciampino e Milano 3.

Nulla può sapersi dal "militare", nulla, più che ovviamente, da Ciampino, da Milano e da Grazzanise, giacchè i decreti di acquisizione di documentazione relativa alla presenza di quel velivolo presso il CRAV di Milano Linate, l'ACC sempre di Milano Linate, l'ACC di Napoli, la Direzione dell'aeroporto di Napoli e la base AM di Grazzanise, hanno dato esito negativo per distruzione o mancato reperimento degli atti richiesti.

Ma nulla si riesce a sapere neanche dagli Stati che dovevano sicuramente sapere sul movimento di questo F111. La Gran Bretagna, cui s'era chiesto quanti voli avesse compiuto LN398 da quel Paese verso l'Italia ed in quali date, le ragioni delle missioni e i nominativi dei componenti dell'equipaggio, ha risposto di avere contattato l'Aeronautica Militare degli Stati Uniti nel Regno Unito, ma di non avere ricevuto le informazioni richieste, ed ha invitato quest'Ufficio a richiederle direttamente alle Autorità statunitensi (v. Commissione rogatoria Gran Bretagna, 21.07.92 e risposta delle Autorità britanniche, 05.02.93).

A dir il vero una richiesta in tal senso era già stata inviata al Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti ed il Dipartimento della Difesa di questo Paese aveva sì risposto che un F111 con numero di coda era nella dotazione dell'USAF; che tale aereo era stato assegnato nel giugno dell'80 al 48° Tactital Fighter Wing di stanza presso la base RAF di Lakenheat nel Regno Unito; che vi era rimasto sino all'aprile del 92, quando era stato trasferito al 27° Wing presso la base USA di Cannon nel New Mexico; ma che l'Air Force Safety Agency non era in possesso di alcun registro che indicasse un atterraggio di emergenza all'aeroporto di Grosseto; di più, che tutti i contatti con il 48° e il 27° Fighter Wings non avevano rilevato registri di operazione e manutenzione risalenti all'80, nè altra informazione utile alle risposte ai quesiti (v. Commissione Rogatoria USA, 11.06.92 e risposta delle Autorità statunitensi, 24.11.92).

Le indagini su Aviano, come s'è detto, non hanno avuto miglior sorte. Questa base ha subito diversi decreti di esibizione e sequestro, e in più anni. Quelli del 90, del 91 e del 92 hanno avuto esiti prevalentemente negativi; essi riguardavano i registri di ingresso alla base, i registri con annotazione delle persone estranee, i piani di volo, memorandum doganali, la manifestazione aerea del 29 giugno 80. Nel 93 è stato invece ordinato il sequestro dei documenti relativi all'atterraggio del nostro Trest 31 dirottato. E per effetto di tale provvedimento, che portò anche all'acquisizione di materiale relativo all'Air Show del 29 giugno, si sono accertate quelle circostanze di cui s'è riferito nella parte dedicata al detto aeroporto di Aviano, in cui si era anche concluso per la estrema "stranezza" di tante presenze di F111, assolutamente non previsti nei primi programmi della manifestazione.

La dislocazione di F111 in Gran Bretagna cominciò nel 70, quando alla fine di quell'anno giunse presso la base RAF di Upper Heyford il primo F111, dell'altro Wing cioè il 20°. Questo Wing e quello di Lakenheat erano dotati complessivamente di circa 160 F111; il 20° del tipo E, il 48° del tipo F. Entrambi i reparti erano sotto il Comando della 3° Air Force e costituivano il nucleo del deterrente nucleare aviotrasportato della NATO. In effetti nella versione E la stiva bombe interna era impiegata esclusivamente per il trasporto di ordigni nucleari e non di bombe convenzionali a caduta libera. La capacità distruttiva delle bombe poteva variare a seconda delle missioni, come poteva variare il numero degli ordigni trasportati, da due a sei. Il velivolo trasportava altresì due missili aria - aria a fini di autodifesa. Disponeva di un radar d'attacco in grado di fornire le informazioni di distanza al sistema di puntamento ottico asservito a un calcolatore a disposizione del pilota.

La versione F per attacco di precisione era dotata invece di un apparato elettro-ottico, collocato nella parte anteriore del velivolo, in grado di inviare immagini al visore nella cabina di pilotaggio tramite la gondola per la trasmissione dei dati trasportata sotto la parte posteriore di fusoliera, che serviva anche da guida dei GBU 15, cioè le due bombe "intelligenti" di cui il velivolo era dotato, mediante l'emissione di segnali dal suo sistema di antenna a scansione elettronica. Il laser della gondola "pave track" forniva all'equipaggio i dati di posizione del bersaglio sotto controllo su un visore nella cabina di pilotaggio, consentendo il lancio di precisione contro di esso. La gondola poteva quindi essere orientata all'indietro per esplorare il bersaglio e raccogliere ed eventualmente registrare, informazioni sui danni.

Sulle prestazioni, questo velivolo quanto a velocità raggiunge Mach 2.2. (2350 km/h) con punte di mach 2.5; quanto a velocità sul livello del mare Mach 1.2; quanto ad autonomia massima con riserve interne ed esterne supera i 4700km e in condizioni ottimali di volo raggiunge i 6000km. Fu impiegato - oltre che nella guerra del Vietnam - nell'attacco alla Libia dell'aprile 86. F111 proprio del 48° Wing proveniente da Lakenheat costituirono la forza di punta dell'attacco statunitense e distrussero molti obiettivi sia all'interno di Tripoli che nei dintorni, servendosi di bombe a guida laser e ad effetto ritardato (v. Aerei d'attacco, edizione De Agostini anno 1990).

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