5.11. Conclusioni.

Grosseto, come s'è visto, è un sito ricco di eventi connessi al disastro del DC9 e di grande utilità per la ricostruzione dei fatti. Un forte nucleo di cognizioni si forma per effetto delle missioni di quei tre velivoli - sempre che siano stati soltanto tre, giacchè s'è accertato come fosse facile alternarsi - che si mossero e volarono in prossimità temporale dell'evento di Ustica e alcuni dei quali anche in prossimità spaziale della rotta dell'Itavia ed atterrarono avendo squoccato emergenza generale. Dei protagonisti di queste missioni i principali sono deceduti nella catastrofe di Ramstein; gli altri non sanno nemmeno dove hanno volato. Chiusura totale, memoria totalmente assente; impossibile a credersi perchè i ricordi di quella sera per chi aveva vissuto da vicino i fatti o comunque era pilota in volo in quel giorno e a quell'ora, avrebbero dovuto imprimersi in modo indelebile.

Ma cognizioni anche in chi aveva seguito quei voli, al decollo e all'atterraggio stando in torre, come Capitani e Giagnorio, o durante tutta l'esecuzione delle missioni, come i militari della sala operativa di Poggio Ballone tra cui l'X2 della conversazione delle 20.04.

Cognizioni comuni quindi a tanti, di cui però alcuni sono deceduti come Dettori - che pure qualcosa in famiglia aveva riferito - altri, tutti gli altri hanno mostrato la più assoluta delle reticenze, addirittura confondendo gli interlocutori con menzogne e mezze verità.

Da questi primi ristretti ambienti le notizie si sono di certo diffuse a tutto l'aeroporto e a tutto il CRAM. Sono poi uscite dall'ambiente militare, hanno raggiunto anche giornalisti e sono finite sino al sindaco della città che purtroppo è deceduto. Notizie del genere non si sono diffuse in altre città, pur sedi di siti militari. Se ne deve dedurre che lì a Grosseto avevano un certo fondamento e che da esso comunque si sono diffuse.

Quanto alle missioni dette, si deve ribadire quel che già s'è detto a proposito della possibilità che in caso di necessità venissero destinati ad intercettazione reale anche gli istruttori. D'altra parte chi più abile degli istruttori, specie se in due sullo stesso velivolo? Velivolo quello da addestramento con le medesime qualità del modello normale. Necessità di certo poteva esserci proprio per le ragioni che s'è detto. L'aeroporto d'allarme era più a Nord; quegli istruttori potevano esser già in prontezza; la missione doveva essere espletata verso il Sud.

Quanto all'atterraggio dell'F111 molteplici testimonianze - a parte quelle precise sul giorno - collocano l'episodio nell'estate, tra giugno e luglio, alla fine di giugno, in un prefestivo. Non v'è alcuna ragione per fissarlo in un giorno diverso dal venerdì 27 giugno 80 che era l'ultimo prefestivo di quel mese. Quel giorno d'altra parte volavano F111 in direzione Sud, come attestato da quello proveniente dalla Gran Bretagna dirottato da Grazzanise ad Aviano. Nessuno, nemmeno USA e Gran Bretagna, ha saputo o voluto riferire su questi voli. Sulla ragione per cui si trasferissero a Grazzanise o per cui venivano dirottati. Nè d'altra può sostenersi - nemmeno le autorità italiane lo hanno sostenuto - che essi dovessero andare all'Air Show di Aviano del 29 giugno seguente, perchè come si vedrà lì ne era previsto uno solo e statico, ed invece poi nel giro di pochissimi giorni gli F111 si moltiplicano e si assiste a molteplici voli di queste macchine da e per la Gran Bretagna.

Quell'F111 di Grosseto non può nemmeno coincidere con un altro atterrato ad ottobre; probabilmente quello di cui alle fotografie di Gendrini che però non coincide con quello rifornito - a meno che anche la ricevuta fosse un documento artatamente compilato - perchè v'è differenza tra il nominativo della ricevuta e quello riprodotto sulla fusoliera del velivolo.

Quell'F111 comunque aveva subìto forti avarie. A parte la ruota afflosciata e il missile mancante - su cui non tutti hanno precisa memoria - fu necessaria una squadra di esperti per rimetterlo a posto.

Sulle ragioni della presenza di questo velivolo come altri F111 nei cieli italiani proprio quel giorno si sono fatte molte ipotesi. Si deve dire a tal proposito - ma l'argomento sarà affrontato più oltre - che proprio in quel periodo di tempo si stava attuando un massiccio trasferimento di velivoli statunitensi da oltre Atlantico e con ogni probabilità anche da basi europee in Egitto ove era prevista una più che impegnativa serie di esercitazioni congiunte tra forze statunitensi ed egiziane. Così come rivelato dall'allora vice-presidente d'Egitto Mubarak. Nulla di più probabile che quei voli facessero parte di quel piano. Piano, si ricordi, concepito principalmente in funzione antilibica, Paese quest'ultimo nei cui confronti in un tempo a seguire furono impegnati gli F111. Velivolo questo, che per essere portatore di ordigni nucleari, poteva essere la ragione delle proteste dell'URSS nei confronti di quelle manovre, che a detta della stampa sovietica alteravano l'equilibrio in quello scacchiere.

Velivolo quindi nei cui confronti dovevano essere esercitate proprio tutte quelle cautele di cui hanno parlato i VAM e la cui presenza sulla base determinò un vero e proprio segreto militare. Da cui solo i militari di leva si son ritenuti esonerati, e che invece potrebbe ancora valere per tutti quelli di carriera, il cui atteggiamento processuale di assoluto oblio dell'evento già è stato posto in luce.

In un flash Ansa del 27 giugno 80 proveniente dal Cairo si riportavano dichiarazioni rilasciate dal vice-presidente egiziano Hosni Mubarak al quotidiano Al Ahram del Cairo. Il flash era delle 02.36 del G.T., per cui doveva presumersi che quella dichiarazione fosse apparsa quanto meno sulla stampa della notte tra il 26 e il 27 giungo.

Mubarak, dopo aver premesso che l'Egitto non aveva alcuna intenzione di attaccare la Libia, pur essendo le forze egiziane pronte a reagire energicamente ad iniziative aggressive di Tripoli, e dopo aver tracciato un quadro delle condizioni delle operazioni in Libia, aveva affermato che non vi era alcun rapporto tra la dichiarazione di stato d'emergenza lungo il confine con la Libia proclamato dall'Egitto e l'invito ad accogliere nel Paese una squadriglia di caccia-bombardieri americani F4-Phantom per una esercitazione di addestramento con piloti egiziani.

Aveva precisato che gli aerei statunitensi sarebbero arrivati in luglio e che sarebbero rimasti in Egitto tre mesi (Ansa esteri nr.54/1, 27.06.80).

Trattandosi di notizie di carattere militare, particolarmente delicate in considerazione del forte stato di tensione con il Paese confinante, non può non presumersi che sia la data del trasferimento che la durata della permanenza siano state modificate per impedire all'avversario la conoscenza di quelle circostanze.

Al fine di accertare questi dati l'Ufficio promuoveva più rogatorie nei confronti dell'Egitto e degli Stati Uniti, soprassendendo ad inviarne alla Gran Bretagna, giacché questo Paese in analoga vicenda - quella relativa alla partenza di un F111 dalla base americana di Lakenheat - aveva invitato il rogante a rivolgersi direttamente alle autorità statunitensi (v. commissione rogatoria Gran Bretagna 21.07.92).

All'Egitto si chiedeva l'acquisizione dei testi di stampa, radio e televisione concernenti il trasferimento dei detti velivoli statunitensi; l'accertamento dei nominativi dei giornalisti che avevano redatto quei testi e il loro esame, l'identificazione delle fonti delle notizie e il loro esame (v. commissione rogatoria 24.04.92).

Queste richieste all'Autorità Giudiziaria ordinaria. Sul posto veniva riferito che l'oggetto della rogatoria poteva concernere questioni militari e che pertanto era necessario formulare rogatoria anche alle Autorità giudiziarie militari. In tal senso si procedeva il 28 seguente.

Con questa commissione si chiedeva l'acquisizione della documentazione esistente presso le Autorità militari e presso quelle competenti per il controllo del traffico aereo, concernente l'arrivo in territorio egiziano di velivoli militari statunitensi per l'esercitazione congiunta egiziano-statunitense, prevista ed espletata nel luglio 80; in particolare la documentazione concernente la provenienza, la rotta, la data di spostamento e il tipo di aerei statunitensi. In caso di mancanza di tale documentazione esame sulle medesime informazioni dei responsabili delle esercitazioni (commissione rogatoria 28.04.92).

Nel corso dei colloqui con le autorità egiziane venivano acquisiti articoli del quotidiano Al Ahram del 27 e del 29 giugno 80, in cui si menzionavano l'arrivo dei Phantom al Cairo e le esercitazioni congiunte.

"Il Ministro della Difesa e comandante generale delle Forze Armate generale Ahmed Badawi ha detto: la nostra strategia si basa fondamentalmente sul mantenere delle Forze Armate modernamente equipaggiate, riconfermando il motto egiziano in questo campo. Da qui il nostro inviato agli Stati Uniti di partecipare con noi all'attuazione del programma di addestramento congiunto nel prossimo mese di luglio con aerei americani Phantom" (v. Al Ahram 27.06.80).

"E' stata per pura coincidenza che l'annunzio dell'arrivo dei piloti americani per l'addestramento congiunto con i piloti egiziani è coinciso con l'annuncio dello stato di emergenza nella zona occidentale in Egitto. Avevano chiesto d'anticipare le date, perché gli americani ritenevano che non lavorassero durante il mese di Ramadan. Le operazioni di addestramento congiunto si basano sul fatto che l'aereo Phantom, che è effettivamente giunto in Egitto, permette un sistema di combattimento nuovo (v. Al Ahram 27.06.80, "A colloquio con Hosni Mubarak").

"Quanto alla notizia, riportata dalla radio libica, degli aerei Phantom che arriveranno al Cairo, il generale Badawi ha detto che una squadriglia di Phantom F4 americani, dodici unità, arriverà nei prossimi giorni nella base di Cairo ovest e vi rimarrà novanta giorni, durante i quali verrà svolto il programma di addestramento congiunto tra le forze aeree egiziane e quelle americane" (Al Ahram 29.06.80).

Sulla vicenda, come s'è detto, veniva rivolta rogatoria anche agli Stati Uniti d'America. In questo caso s'è chiesto se i movimenti dei velivoli statunitensi verso l'Egitto avevano interessato lo spazio aereo italiano e quello internazionale sul mar Tirreno il giorno 27 giugno 80 (commissione rogatoria 25.02.93).

A questa richiesta rispondeva nell'aprile 93 il Dipartimento della Difesa affermando che dagli archivi dell'Aeronautica non risultavano esercitazioni di addestramento congiunte tra forze statunitensi ed egiziane. La prima di tali esercitazioni, Bright Star 81, s'era svolta nel novembre 80. L'Aeronautica comunque, aveva trasferito aerei da combattimento in Egitto il 9 e il 10 luglio attraverso un volo non-stop da 13 ore dagli Stati Uniti. Il gruppo di "advance" a questo trasferimento aveva raggiunto l'Egitto il 28 giugno a bordo di due C-141e trasporti C-5. Questi aerei erano stati riforniti in volo sul Mediterraneo da aerei cisterna R-135 decollati dalla base RAF di Mildenhall in Gran Bretagna. Comunque, specificava il Dipartimento, il C-141, il C-5 e il R-135 sono aerei non armati. Aggiungeva infine che al tempo del disastro di Ustica la maggior parte degli aerei basati in Europa in volo stavano partecipando a due esercitazioni in Nord-Europa (v. nota del Dipartimento della Difesa USA, 29.04.93 - risposta alla commissione rogatoria citata).

Nella risposta in verità non si precisano gli orari dei voli del 28 giugno nè le rotte seguite. E' presumibile gli aerei provenissero dagli Stati Uniti e non da aeroporti europei, perché altrimenti non ci sarebbe stato bisogno di rifornimenti in volo. Gli aerei impiegati che non sono di velocità supersoniche in questo caso avrebbero volato per diverse ore ed è quindi probabile che pure essendo arrivati il 28 abbiano utilizzato anche l'ultima parte del 27.

Sulla conversazione delle 20.04 s'è detto. Essa pur nella sua frammentarietà, caratteristica di un colloquio tra commilitoni e colleghi di lavoro su un argomento che li ha colpiti e fortemente - è stata anche definita da chi aveva intenti di minimizzarla "conversazione da trattoria", ma di tal genere ha le forme, non la sostanza - è lineare, a parte qualche argomento di contorno, e comprensibile. Qui se ne deve ribadire il significato che già le è stato dato. Anche perchè il soggetto delle colloquio è praticamente confermato anche da quanto era emerso a Ciampino e sostenuto da quanto derivato dalle dichiarazioni di Crociani e di coloro che avevano avuto frequentazioni di Naldini e Nutarelli.

A parte, però, i colleghi o ex colleghi dell'AM dei predetti due piloti. Giacchè da costoro non è emersa alcuna circostanza, alcun ricordo. Così come era successo per tutti i dipendenti AM sentiti sulle varie questioni attinenti questo sito, a parte come s'è detto i VAM dell'aeroporto.

Così come era successo - vicenda ancora di maggior gravità - in occasione della richiesta di collaborazione sulla conversazione della torre. Ebbene lì addirittura le risposte ufficiali dell'AM erano state, come s'è visto, devianti, sia sulla modalità di registrazione di quelle voci, sia sulla interpretazione del discorso.

Il sito di Grosseto, si può dire a conclusione, appare emblematico per la ricchezza di eventi che contribuiscono alla ricostruzione dei fatti, che le mancate collaborazioni anzi le deliberate deviazioni istituzionali hanno impedito per anni. Giacchè, lo si deve confermare, diversi conoscono anche i particolari delle tre o più missioni di quella sera; molti, una volta ascoltata o letta la conversazione delle 20.04, hanno potuto dare significato ad ogni frase di essa; non pochi hanno sempre saputo leggere i tabulati di Poggio Ballone di quella sera, in tutte le riduzioni possibili e senza i buchi con i quali sono stati consegnati.

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