5.1. Gli ultimi voli della sera.

Come si legge nel registro dei voli, gli ultimi a levarsi e a decollare quella sera dall'aeroporto Grosseto furono tre velivoli, tutti e tre TF-104G e cioè F104 da training o esercitazione. Due contemporaneamente a 19.30 - si vedrà più oltre la questione dell'orario -, le macchine 54253 e 54261; il terzo a 19.40, la macchina 54230. Quest'ultimo atterrerà per primo a 20.30; gli altri due rispettivamente a 20.35 e 20.45.

Il registro, come viene affermato e come sembrerebbe confermato dalle missioni dei tempi di volo in VMC, stranamente riporta gli orari in ora locale, a differenza della quasi totalità degli orari usati dall'AM e dalle consuetudini anche dei privati che usano tutti il GMT. Ma questa non è la sola stranezza di tale registro. Esso nella progressione delle registrazioni non segue gli orari di decollo, come chiaramente appare nella registrazione dei tre predetti velivoli, per i quali è segnato prima quello che è partito per ultimo e poi i due di dieci minuti prima. E dopo il terzo registrato, vi si registra uno addirittura decollato sette ore e mezza prima. D'altra parte i registri sono formati da fogli facilmente asportabili e sostituibili, per cui, volendo, altrettanto facilmente si sarebbe potuto far scomparire scritture e presentarne altre.

Nei due velivoli partiti contemporaneamente a 19.30L Nutarelli Ivo e Naldini Mario, due istruttori, su uno e Giannelli, allievo, da solo sull'altro. Sul terzo Bergamini Giovanni istruttore e Moretti allievo. I primi due fanno il primo equipaggio, quello degli istruttori, la missione Chase Int.2 e il secondo Int.2; il terzo Int.8. Anche qui alcune stranezze. In primo luogo il fatto che in un velivolo di training prendessero posto due istruttori, evento registrato in quel mese di giugno, su decine e decine di voli di istruzione, una sola altra volta. Poi il fatto che su tre velivoli partiti contemporaneamente, per cui si poteva pensare che facessero un'unica esercitazione, vengono iscritte tre esercitazioni diverse. Due di questi velivoli potrebbero coincidere con quello atterrato in emergenza ad h.20.45L.

Dagli esami testimoniali dei sopravvissuti - Naldini e Nutarelli morirono nell'88 a Ramstein - e dei responsabili dell'aeroporto, nessun dato di utilità, giacchè i primi non ricordano nulla, i secondi dichiarano che non vi fu alcuna emergenza.

Giannelli, quello che avrebbe dovuto volare in istruzione con Nutarelli e Naldini, ovviamente non ricorda nulla. Non ricordava alcunchè sino al marzo-aprile 91, allorchè ebbe a leggere un articolo su un quotidiano ove era riportata un'ipotesi del settimanale tedesco "Stern", secondo cui vi era un collegamento tra Ustica e Ramstein. Nell'articolo era citato il suo nome e si diceva che avrebbe volato con i capitani Naldini, Nutarelli e Moretti. Altro non sa dire, a parte alcune minime ovvietà: che di certo si trattava di una missione addestrativa, ma non ne sa dire il tipo. Non ricorda nemmeno l'orario del volo, ma asserisce che i dati si possono reperire presso la documentazione dell'Amministrazione. Non sa nemmeno dire in quale orario venissero registrate le missioni, anche se ritiene che si usasse generalmente l'orario zulu, non escludendo però che qualche volta possa essersi usato l'orario locale.

Egli stava facendo un'ottima carriera in AM, perchè sui trentacinque anni prestava già servizio presso lo SMA al 3° Reparto con funzioni di capo sezione. Ma nel 91, in quello stesso anno in cui legge la notizia di cui sopra, a pochi mesi di distanza abbandona l'Aeronautica per assumere un posto presso una società di charter. Giustifica questa scelta con il desiderio di volare e di svolgere attività di volo e non burocratiche.

Ovviamente non ricordando alcunchè del volo di quella sera - rammenta a malapena le zone di esercitazione - nulla può dire sulle rotte seguite nè sull'emergenza che sarebbe emersa nella fase finale della missione. Resta una figura strana, anche perchè sentito altre due volte nulla aggiunge, e di certo rientra nel lungo elenco dei reticenti di questa inchiesta. (v. esami Giannelli Aldo, GI 16.06.92, 18.01.93 e 07.03.96).

Non dissimile la posizione di altro pilota di quella sera, l'istruttore Bergamini, all'epoca dei fatti già tenente colonnello. Anch'egli probabilmente non ricordava nulla e perciò ha chiesto, il giorno prima dell'escussione, informazioni e ne ha avute, da certo maresciallo Romani, a sufficienza. E' riuscito così a sapere al riguardo di quel volo della sera - ne aveva fatti altri due, ma la sua attenzione si indirizza solo sul terzo, quello prossimo all'evento di Ustica - che si trattava di una missione 8 integrativa su volo TF-104 con decollo a 19.40 e atterraggio a 20.50, missione eseguita con l'allievo Moretti. Oltre quello che gli ha detto il maresciallo ovviamente null'altro sa, nemmeno dei voli quasi in contemporanea di Nutarelli e Naldini e di un terzo aereo. Non sa perciò dire nè della sua rotta, nè di quelle altrui.

Anche lui ha compiuto una scelta simile a quella di Giannelli. Ha lasciato l'AM, nell'87 allorquando stava per essere trasferito a Roma allo Stato Maggiore, per timore di non trovare abitazione nella capitale. E s'è impiegato presso una ditta privata come pilota.

Anche lui è stato sentito altre due volte, ma nulla ha aggiunto alle sue prime dichiarazioni, perchè non ricorda assolutamente la missione di quel 27 giugno 80. Conosce le emergenze, ma non rammentando alcunchè del volo di quella sera, nulla sa dire in merito ad emergenze squoccate da quei velivoli che atterrano su Grosseto nel torno di tempo in cui atterra anche il suo velivolo. (v. esami Bergamini Giovanni, GI 16.01.92, 13.04.92 e 06.03.96).

Moretti è l'altro allievo, quello che volava con Bergamini. Egli a differenza di quelli di cui s'è detto sopra non ha abbandonato l'AM anzi vi ha fatto un'ottima carriera (come d'altronde stavano per farla gli altri o l'avevano fatta i due deceduti). Già nel 92, quando è stato sentito, era comandante della Pattuglia Acrobatica Nazionale delle Frecce Tricolori.

Aveva anche lui appreso del fatto che la sera di Ustica era in volo, dalla lettura del Corriere della Sera in un articolo del 91. Del volo di quel tardo pomeriggio nulla ricordava. Pur essendo stato con Naldini e Nutarelli per cinque anni nelle Frecce Tricolori, non avevano mai parlato di Ustica (v. esame Moretti Alberto, GI 25.02.92).

E' stato sentito anche un altro allievo di quel tempo, quel Poggi che aveva volato con Bergamini tra le 17.30 e le 18.33 e cioè nell'ultimo volo prima dei tre sopra presi in considerazione. Anche costui nulla sa sui fatti che interessano l'inchiesta. Addirittura non ricordava di aver volato il giorno di Ustica. Lo aveva casualmente appreso dal comandante dell'epoca il generale Tacchio, durante la comune attesa nella sede di quest'Ufficio ove erano stati convocati per essere escussi, giacchè quel suo ex comandante aveva con sè gli estratti volo. Anche lui però avviato ad una promettente carriera presso lo Stato Maggiore, lascia l'AM per fare il pilota in una società privata. (v. esame Poggi Paolo, GI 24.03.92).

E' stato sentito su questi voli anche il detto comandante all'epoca, Tacchio. Questi quel giorno aveva raggiunto Gioia del Colle con il Capo di Stato Maggiore della 2ª Regione Aerea generale Cavatorta per prendere visione di un sistema di comunicazione a circuito chiuso tra "Shelter" di difesa passiva dei velivoli e Centro Operativo di Base. Rientra però alle 18.30 ora locale. Avrebbe potuto perciò prendere conoscenza dei voli in questione, ma non è in grado di ricordare alcunchè sull'attività volativa dell'intera giornata. (v. esami Tacchio Nicola, GI 24.03.92, 12.06.92 e 22.01.93).

Da tener presente, da ultimo, che noi sappiamo per certo - dall'esame dei dati radar di Poggio Ballone, più che dal registro dei voli facilmente alterabile - che due velivoli sono atterrati all'ora che s'è detto, ma nulla è stato possibile definire con certezza sul rientro del terzo. Così come non è stato possibile dire quale fosse questo terzo e conseguentemente quali fossero gli altri due. Tra cui c'era con ogni probabilità quello dell'allievo solo cioè Giannelli. Ma il secondo che atterra è quello di Nutarelli e Naldini o piuttosto quello di Bergamini istruttore e Moretti allievo. Si tenga presente che una di queste tre missioni di certo coincide con quella che fa Ground Approach su Verona Villafranca di cui s'è detto e che quindi al rientro segue per lungo tratto la rotta del DC9 approssimativamente agli stessi orari. L'allievo solo d'altra parte poteva esser preso in carico, come si vedrà, anche da altro istruttore, lasciando libero per missione operativa il velivolo con i due istruttori. Per morte di costoro e la "chiusura" totale dei sopravvissuti, non si è riusciti sino a questo punto ad appurare uno dei passaggi fondamentali dell'inchiesta. Senza dire che più d'un militare AM conosce anche i dettagli di quelle missioni e non pochi hanno sempre saputo leggere i tabulati di Poggio Ballone.

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