17.1. S. Pancrazio Salentino.

Il primo è quello di S.Pancrazio Salentino, posizionato a circa 3.5km dall'omonimo paese. Esso dispone di una pista asfaltata, sprovvista di luci notturne e segnaletica orizzontale, lunga mt.1300 e larga mt.50 (comprese le strisce bitumate "shoulder") con rilevamento 140°-320°. Il sedime aeroportuale è inoltre sprovvisto di recinzione e di cartelli "zona militare", non dispone di alcuna cisterna o deposito carburanti, mentre l'attuale masserizia, ex alloggio del custode, è sprovvista di acqua, luce e telefono. (v. appunto del 3° Gruppo SIOS/A trasmesso con il fg. nr.3GS/2513/E-V del 26.05.93).

La Regia Aeronautica iniziò negli anni antecedenti il 39 la costruzione di una pista di volo per costituire un non meglio precisato aeroporto militare, opera che venne interrotta a causa dello scoppio della seconda guerra mondiale. Nel 43 gli Alleati, sbarcati da poco sulla penisola, completarono l'aeroporto, con la realizzazione di una pista in terra battuta, e lo usarono sino al 47, data in cui il sedime venne rilevato dall'AM che vi costituì un "posto militare". Il sito ospitò sino al 65 un impianto di rilevamento della 600a USAFA che successivamente venne accorpato alla base USAF di San Vito dei Normanni (BR). (v. appunto allegato al fg.nr.99/1 del 25.05.93 inviato dal Comando CC. per l'AM di Lecce-Galatina alla 61a Brigata aerea, e missiva S.I.S.MI nr.1125/921.087/23 del 26.04.94).

Nel 66 il maresciallo di 2a classe Francone Armando venne incaricato, con godimento di alloggio, della sorveglianza del sedime aeroportuale. Dal 74, anno in cui il sottufficiale fu collocato in congedo, al 30.06.80 questi continuò ancora a svolgere giornalmente, a titolo personale e senza nulla pretendere, le mansioni di sorvegliante, sia delle infrastrutture che dell'operaio preposto allo sfalcio dell'erba. Dal luglio 80 a tutto il 93 il Francone venne "sostituito" dal maresciallo di 1a classe Nicoli Pancrazio, effettivo al BOC del 32° Stormo di Brindisi, che assolse alla funzione di "custode dell'aeroporto" in modo saltuario, mantenendo contatti diretti con la stazione dei CC. locale per eventuali segnalazioni d'interesse. (v. appunto del 3° Gruppo SIOS AM trasmesso con il fg. 3GS/2513/E-V del 26.05.93).

Il S.I.S.MI a richiesta dell'Ufficio riferiva che anche se la base fu ritenuta "operativa" sino al 66, già in un appunto del SIFAR del 64, era definita come "un campo di aviazione di fortuna" situato in un'"estesa radura attraversata in direzione Sud-Nord da una pista di 2km circa, parte in cemento e parte asfaltata, in cattivo stato di conservazione e ricoperta in più punti da folti cespugli". Comunicava altresì che risultava, in un successivo appunto del 71, "una generica menzione al "frequente impiego delle piste di atterraggio" da parte dei velivoli in dotazione al "Centro addestramento Guastatori - di Alghero (SS)". (v. missiva S.I.S.MI nr.1125/921.087/23 del 26.04.94)

Sempre in merito all'uso della base successivamente alla sua "dismissione", essa venne impiegata nel periodo 82-84 dalla scuola di volo dell'AM di Lecce per "voli di atterraggio e decollo simulati con assistenza BIGA e operatore della stessa scuola di volo". L'attività volativa venne effettuata su velivoli MB 326 e 339. (v. appunto del 3° Gruppo SIOS AM trasmesso con il fg. nr.3GS/2513/E-V del 26.5.1993)

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