5. I caschi.

5.1. Il casco da pilota con la scritta "John Drake".

Nell'aprile dell'89 e poi negli anni successivi, tra il 90 ed il 92, il tenente colonnello Guglielmo Lippolis, responsabile nell'80, come s'è scritto, del Rescue Coordination Center del 3° ROC di Martina Franca - dichiara in sede giudiziaria e davanti alle commissioni d'inchiesta parlamentare ed amministrativa, di aver esaminato a Palermo un casco da pilota, conservato insieme ai rottami e relitti attribuiti all'incidente del DC9 Itavia nell'hangar dell'aeroporto di Boccadifalco (v. atti Commissione Pisano, Lippolis 10.04.89; v. audizione Commissione Stragi, Lippolis, 16.01.90; v. esame Lippolis, GI 01.07.91 e 23.06.92). L'esame del casco dovrebbe essere avvenuto nel mese di luglio 80 nel corso della prima riunione con il collegio peritale a Palermo o in occasione di una chiamata successiva, al più tardi nell'agosto dello stesso anno. Lippolis in quella circostanza aveva notato che il casco, di colore bianco, era di fibra, con una parte interna spugnosa, una visiera ed un cordone per l'auricolare; sull'esterno vi era la scritta John Drake. Inoltre l'ufficiale ricordava che gli era stato riferito da uno dei componenti il collegio peritale - incontrato nel sopralluogo presso l'hangar di Boccadifalco - che il casco da pilota era stato ritrovato su una non meglio precisata spiaggia siciliana.

Le ricerche compiute presso le Autorità USA, su iniziativa del Lippolis, - che nel riferire prima alla Commissione d'inchiesta interna e poi a questo ufficio dichiarava di aver telefonato lui stesso da Martina Franca ad Air South a Bagnoli, al suo rientro dalla missione a Palermo (v. esame Lippolis Guglielmo, GI 23.06.92) - accertarono l'effettiva esistenza di un pilota di nome John Drake che, decollato da un mezzo navale, a causa di un incidente aveva dovuto abbandonare il velivolo e lanciarsi in mare. Dalle autorità NATO interpellate - Air Force South di Bagnoli, tale maggiore Zimmermann - il fatto veniva collocato, in termini di probabilità, in un non meglio precisato periodo "di qualche tempo" precedente all'incidente di Ustica.

Il casco contraddistinto dalla scritta "John Drake" in seguito ai trasferimenti dei reperti da Palermo alle successive sedi, è andato smarrito; ma con ogni probabilità è stato fatto sparire, perché dell'altro materiale pur nei diversi trasferimenti nulla s'è perso.

Le lettere rogatorie inviate dal 14.05.92 al febbraio 93 da questo ufficio al Dipartimento della Giustizia USA ovviamente avevano come scopo l'accertamento delle circostanze in cui il casco era stato perso dal pilota e la conseguente assunzione a teste di costui. A tale scopo questo GI comunicava alle Autorità statunitensi ogni utile informazione sulle caratteristiche di quel reperto, alle modalità del suo rinvenimento ed alle fonti informative, specificando che le notizie erano state originariamente fornite in esito ad un contatto tra il Rescue Coordination Center del 3° ROC di Martina Franca ed il Comando NATO, Air South, di Bagnoli.

Dopo una prima evasiva risposta del giugno 92 - in cui il Dipartimento della Giustizia, stante il tempo trascorso e considerata l'estesa diffusione del nominativo John Drake, si proclamava impossibilitato a svolgere efficacemente la ricerca - finalmente nell'aprile del 93 giunge una definitiva risposta dell'autorità americana: il Dipartimento della Difesa rendeva noto che "Il Centro di Sicurezza della Marina ha effettuato una ricerca computerizzata sulla banca dati degli incidenti della Aviazione della Marina per il periodo tra il gennaio 77 fino al marzo del 93. Durante questo periodo si sono verificati quattro incidenti che coinvolgevano un membro dell'equipaggio con il cognome Drake. Nessuno di questi aveva il nome proprio che iniziava con la lettera "J", e tutti si sono verificati all'interno degli Stati Uniti continentali. Anche il Dipartimento di Sicurezza dell'Aeronautica Militare ha effettuato una ricerca nei suoi archivi. L'Aeronautica Militare ha un pilota con il nome John Drake, ma egli non è stato coinvolto in nessun incidente aereo e non era assegnato al teatro europeo nel periodo di tempo che ci interessa. L'affermazione che questo elmetto è stato perso durante un incidente aereo della Marina si può riferire ad un incidente precedente il 77, oppure si tratta di una semplice congettura. Sottolineiamo che esistono più tipi di elmetti indossati da persone che non sono membri di equipaggi aerei. Comunque, senza fotografia dell'elmetto, o senza una dettagliata descrizione, non siamo in grado di fornire nessuna ulteriore informazione. Suggeriamo che le Autorità investigative italiane contattino la NATO, e domandino se sono in grado di aggiungere qualcosa, confermare o smentire l'informazione ottenuta, secondo quanto risulta, dal "magg. Zimmerman o nome simile" alla Air South. Se avrete maggiori informazioni, potremo approfondire ulteriormente l'argomento".

In considerazione della precisa memoria del Lippolis e di fronte alle informazioni conclusivamente fornite dalle Autorità USA, gli elementi di notizie faticosamente trasmessi dagli Stati Uniti non possono essere stimati sufficienti, poiché non coincidono affatto con la originaria spiegazione fornita dal Comando NATO di Bagnoli, pochi giorni dopo il 27.06.80 a quel Centro di ricerca e soccorso di Martina Franca. Se a detta di Air South un pilota a nome John Drake doveva essersi lanciato da un velivolo imbarcato su mezzo navale proprio in periodo di tempo appena precedente all'incidente di Ustica, riferirsi all'anno 77 appare non solo fuorviante, ma, alla luce delle informazioni così dettagliate fornite dall'organo NATO, addirittura preclusivo della verità sulla vicenda.

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