2.1.13. La testimonianza di Corrado Fioretto
della Capitaneria di porto di Napoli.

Da ultimo sulla posizione della Saratoga potrebbe essere di interesse la testimonianza di Fioretto Corrado. Costui che ha prestato servizio presso l'ufficio Tecnico della Capitaneria di porto di Napoli in qualità proprio di addetto agli ormeggi ed ai disormeggi delle navi dal maggio 79 al marzo 92, riferisce, basandosi su una memoria non comune, i movimenti della portaerei statunitense.

Egli dopo aver descritto le procedure in genere che dovevano essere osservate dalle navi che chiedevano l'ormeggio sia in porto che in rada, si sofferma in particolare sulla portaerei in questione. La Saratoga, come d'altra parte le navi da guerra in genere di bandiera statunitense, allorchè si trovava in prossimità di Napoli, avvisava via radio un particolare ufficio americano chiamato Fleet Line, ubicato all'interno del porto, all'altezza del molo 5, che a sua volta riferiva all'ufficio Tecnico della Capitaneria l'ora esatta di arrivo. La Saratoga non poteva, a causa delle sue dimensioni, attraccare alle banchine; ormeggiava perciò in rada; il suo punto di fonda era solitamente l'X2 all'altezza di Santa Lucia. Allorchè entrava in rada, essa, come tutte le altri navi da guerra, veniva controllata da una motovedetta della Capitaneria di porto, che accertava gli indici di inquinamento atmosferico cagionato dalle attrezzature di bordo. Questa motovedetta comunicava, a cadenze di trenta minuti, con Compamare, e tutte le operazioni da essa compiute venivano trascritte sul libro di bordo.

All'atto del disormeggio le navi da guerra statunitensi avvisavano il Fleet Line - ove operavano militari statunitensi di origine italo-americana, che perciò parlavano con facilità l'italiano - che a sua volta riferiva a Compamare. Compamare d'altra parte riceveva la notizia del disormeggio dalla motovedetta, che non solo comunicava l'operazione, ma ne dava anche conferma. Tutte le operazioni riferite a Compamare erano trascritte sul registro degli arrivi e partenze. Nell'ambito di dieci minuti dalla trascrizione Compamare comunicava l'ora esatta della partenza all'ufficio Operativo della Marina Militare.

Il Fioretto nella sua qualità di addetto agli ormeggi e ai disormeggi, provvedeva alle trascrizioni di cui sopra sul detto registro. Il registro aveva durata annuale e giornalmente vi venivano registrati arrivi e partenze sui rispettivi fogli. Il nostro in quel periodo - dal maggio 79 al 92 - faceva il turno di notte, montando alle 20.00 e smontando alle 08.00 del mattino successivo. Questo turno era articolato su tre impiegati, per cui prestava il servizio una notte ogni tre. La sera della "disgrazia" egli non era di turno. Questo ben lo ricorda, perchè le "disgrazie" cioè gli eventi particolarmente gravi, gli si imprimono nella memoria - come il terremoto dell'Irpinia - e ne rammenta data, circostanze e anche eventi connessi.

Non essendo stato al lavoro la notte di quel 27 giugno, egli è sicuro di aver prestato servizio o il 28 o il 29 immediatamente successivi. E ricorda questa sera immediatamente seguente, perchè nel corso di essa fu raggiunto dai capirimorchiatori che in genere gli portavano il caffè in ufficio ad inizio turno - i rimorchiatori erano attraccati al molo dell'Immacolata, accanto alla sede dell'ufficio Tecnico - e quella sera gli riferirono di essere stati inviati sul luogo di caduta del velivolo. In quella occasione fu rilevata ( Fioretto rammenta di avere egli in prima persona commentato in tal senso ( l'assenza degli americani e il danno che ne era derivato ai soccorsi, dal momento che essi disponevano di mezzi largamente superiori e quindi avrebbero potuto dare ausilio di maggiore efficienza. Il commento del Fioretto, come l'implicita conferma dei capirimorchiatori, - è questo il passaggio di maggior rilievo - derivava dal fatto che egli era a conoscenza che la Saratoga alla data del disastro non era più a Napoli, avendo ricevuto dalla motovedetta data e orario di partenza. Del fatto dell'assenza da Napoli è sicuro così come che essa era avvenuta in giorni immediatamente precedenti l'incidente aereo; è solo incerto tra 26 e 27 di giugno. Così come è certo dell'orario e cioè le ore 00.45. Alle 01.00 avvisò l'operativo del Comando della Marina Militare sulla linea militare al numero 2717. Di ritorno, a brevissima distanza di tempo, sempre sulla linea militare riceveva telefonata del predetto operativo, che così si assicurava che la notizia del disormeggio provenisse da Compamare.

Esibito al teste il registro arrivi e partenze dell'80, in giudiziale sequestro, egli ha rilevato, attraverso la sua sigla, sue presenze il 22, 25, 28 giugno e 1° luglio 80. Ragion per cui la conversazione con i capirimorchiatori dovrebbe essere avvenuta la sera del 28 e la partenza della Saratoga nelle prime ore del 26. Egli riconosce, al 25 giugno, la sua firma lì ove "smarca" alle 21.40 il postale Carducci in partenza per Palermo. Osserva poi che laddove "ricordo di aver trascritto l'avvenuta partenza della Saratoga, si evidenziano cancellature rendendo impossibile ogni eventuale riscontro. Alla data del 01.07.80, dove risulto montante alle ore 20.00, in corrispondenza della pagina relativa alla partenza della Saratoga, noto che la scritta in rosso, dove si evidenzia tra l'altro la cancellazione della sopracitata nave, non è di mio pugno così come non lo è l'annotazione a matita del rimorchiatore "Meridiano" rientrato alle ore 02.00 del giorno successivo. Alla data del 6.07.80, a mia firma, non riconosco quanto scritto in rosso relativamente alla Saratoga. Faccio presente che era categoricamente proibito agli operatori l'uso della penna rossa per la compilazione del registro... la mia interpretazione, in relazione alla partenza della Saratoga, così come si evidenzia dal simbolo W, è incompleta dell'ora da parte di Maridipart Napoli".

Il teste ricorda, da ultimo, che nel 92 o 93 l'allora comandante del porto ammiraglio Gallerano o Gallarano, che stava ricercando il personale in servizio al tempo dell'incidente di Ustica, per presentare la relativa lista all'AG, gli aveva chiesto se rammentasse la presenza della Saratoga nella rada di Napoli quel 27 giugno 80. Aveva risposto che quella portaerei era partita alcuni giorni prima, anche perchè egli stesso l'aveva messa in uscita, e che comunque il fatto poteva essere verificato sul relativo registro. (v. esame Fioretto Corrado, GI 06.02.97).

Il ricordo del teste, animato dal desiderio di dar contributo alla ricostruzione dei fatti, è però contrastato da circostanze appurate con certezza. La Saratoga quel 27 giugno, di sicuro almeno fino al pomeriggio tardo, è stata in rada. E quindi l'uscita dalla rada potrebbe essere avvenuta solo dopo quell'ora e non prima cioè il 26. La memoria del Fioretto, che pure per alcune circostanze si mostra lucida, diviene di certo non credibile quando narra della sposa che attende per più tempo sul molo per imbarcarsi sulla Saratoga, ove avrebbe dovuto trascorrere la sua luna di miele.

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