2.1.1. L'intervista della giornalista Cadringher
all'ammiraglio Flatley.

Nel luglio del 90 la giornalista Manuela Cadringher della RAI, a seguito di un articolo apparso su "Il Mattino" in quei giorni, intervista per via telefonica l'ammiraglio James Flatley, comandante della Saratoga.

La prima domanda che viene rivolta all'alto ufficiale concerne i radar della portaerei, cioè cosa videro quella sera sul cielo di Ustica i radar della sua nave. Flatley risponde che la Saratoga era ancorata a Napoli e a bordo erano in corso delle manutenzioni agli impianti radar, specificando alla Cadringher, che ripeteva che comunque un radar è sempre acceso, cioè in funzione, che ad essi non era permesso usare il radar in porto, perchè esso disturbava le altre comunicazioni in città; e aggiungendo alla interlocutrice che affermava di sapere che un radar è sempre in funzione, che ciò era esatto; stavano facendo manutenzione ai radar, ma li tenevano a basso regime di potenza. La giornalista torna alla carica con la sua domanda principale e cioè cosa avessero segnalato i radar al tempo del disastro. Flatley così testualmente: "io in tutta onestà posso dirle che non so quello che abbiamo visto sul radar...gli addetti alla manutenzione hanno notato qualcosa sul radar...un intenso traffico aereo nella parte più bassa - cioè nella parte a Sud - dell'area di Napoli...noi vedemmo un gran numero di aeroplani in aria". Non sa dire se si trattasse di aerei civili o militari, giacchè non lo si può dire se non li si interroga, e il radar non era "sintonizzato". Non hanno visto naturalmente l'aereo precipitare, giacchè, spiega "sullo schermo tutto ciò che voi vedete sono plots... scompaiono se stanno atterrando, scompaiono dietro le montagne o sulle piste di atterraggio, così la traccia viene e va fuori schermo tutto il tempo...".

Non è a conoscenza di operazioni militari, perchè la sua nave era in porto, e per i decolli e gli atterraggi dei suoi aerei ha necessità di trovarsi in mare aperto. L'attività sul radar è durata tre ore circa, dopodiché l'impianto è stato chiuso, perchè era finita l'attività di manutenzione. Comunque nulla di speciale fu notato all'ora dell'incidente. Solo alcuni giorni dopo, quando pervenne sulla nave la notizia di questo incidente attraverso altre linee di comunicazione, furono richiesti, probabilmente attraverso i canali della Marina, o forse l'Ambasciata ai livelli superiori, i nastri radar - l'ammiraglio li chiama esattamente radar lists, che potrebbero essere le reductions o tabulati - giacchè c'era interesse a vedere qualunque nastro. Essi li presero e li consegnarono ai superiori. Non sa assolutamente chi possa averli in custodia a dieci anni di distanza, nè ricorda quale fosse quel livello superiore cui furono dati in consegna, se l'ammiraglio di stanza a Napoli o l'ammiraglio della 6ª Flotta. Nulla sa, ovvero nulla seppe al tempo, della caduta del MiG libico in Calabria.

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