18. Gli accertamenti sui rapporti
Santovito-de Marenches.

Anni dopo i media pubblicavano notizie concernenti un messaggio cifrato che il generale Santovito, direttore del S.I.S.MI, aveva inviato al conte Alexandre de Marenches, direttore come detto del controspionaggio francese, all'epoca SDECE, all'indomani della strage, assumendo che il DC9 sarebbe stato abbattuto da un jet in esercitazione nella zona e che i due avrebbero avuto un incontro a Parigi subito dopo l'incidente. Dalla documentazione trasmessa dal S.I.S.MI nulla risulta di un tale incontro. A tal proposito il S.I.S.MI, tramite l'ammiraglio Martini, ribadiva la inesistenza di atti che avrebbero confermato quell'incontro; neanche l'abbattimento del DC9 da parte di un velivolo militare francese o l'attribuzione dell'incidente ad un missile lanciato dalla nave Clemenceau aveva trovato conferma. Martini riferiva però che agli atti, spesso, non rimane alcuna traccia su eventuali incontri tra i Capi dei Servizi. All'uopo veniva raccolta la testimonianza di Maffei Nicolò, appartenente al S.I.S.MI, il quale riferiva di essersi recato più di dieci volte a Parigi per contatti con omologhi dei Servizi francesi. In merito ad incontri tra i Capi dei Servizi italiano e francese, riferiva di non aver assistito o esser venuto a conoscenza di incontri avvenuti nel 1980. Durante una delle missioni nel dicembre 80, tra i funzionari dello SDECE ricordava Cavenago, il quale, dopo aver ringraziato il Servizio italiano per la cooperazione, formulava l'invito a nome del direttore de Marenches al generale Santovito per una visita a Parigi, probabilmente già programmata. Riferiva infine che di questa missione non era riuscito a trovare alcuna traccia presso gli archivi della 1a Divisione del Servizio.

E' invece oramai provato che l'incontro tra i due capi dei Servizi avvenne l'8 gennaio dell'81 a Parigi. L'incontro avvenne a seguito della "mediazione" di Francesco Pazienza. Questi afferma che sino a quella data i due Capi Servizio non si erano mai incontrati. All'incontro che avvenne presso la sede dello SDECE la cosiddetta "Piscine" partecipò, oltre lui, Santovito e de Marenches, anche Michelle Roussin, braccio destro di de Marenches. Dopo i primi convenevoli i due Capi Servizio furono lasciati da soli per un colloquio riservato mentre Pazienza e Roussin si accomodarono in un vano attiguo. A seguito dell'incontro venne stabilita l'apertura di un Centro del S.I.S.MI a Parigi, sotto copertura, che venne affidato al tenente colonnello Orazio De Napoli. Michelle Roussin nella circostanza fece capire che tra i due Servizi fino a quel momento non vi erano stati rapporti a causa dei non chiari rapporti tra il nostro Paese ed in particolare il nostro Servizio con la Libia (v. interrogatorio Francesco Pazienza, GI 11.04.94).

Va anche rilevato che il S.I.S.MI in due distinte occasioni aveva avanzato sospetti su responsabilità francesi. In un appunto trasmesso al Ministro della Difesa nel giugno 87, concernente l'intervista rilasciata alla stampa dal dissidente libico Bakkush, si leggeva: "Sembra che si stiano creando le premesse affinchè le indagini si concludano con l'accertamento della responsabilità libica e lo scagionamento definitivo dei francesi. A tal proposito è di rilievo notare che: il recupero del DC9 Itavia è stato affidato alla società francese Ifremer nonostante i suoi legami con i Servizi segreti francesi; la perizia tecnica della "scatola nera" verrà effettuata dagli USA, dei quali sono noti gli orientamenti anti-libici; in passato sono già emerse indicazioni dell'esistenza di un "coordinamento" tra i Servizi segreti francesi e USA nella lotta contro il terrorismo internazionale e in funzione anti-libica. In questo quadro si intravede per il S.I.S.MI il rischio di venire direttamente coinvolto e ulteriormente strumentalizzato". La missiva, a firma dell'ammiraglio Martini, è sufficientemente esplicita; in essa viene prospettata l'ipotesi di un accordo USA-Francia in funzione anti-libica ed affermato che non a caso il recupero era stato affidato alla società francese Ifremer mentre l'analisi della scatola nera sarebbe stata senz'altro affidata agli USA.

La seconda occasione si verificava nel corso dell'audizione dell'ammiraglio Martini in Commissione Stragi nel corso della quale l'alto ufficiale a domanda di un commissario precisava ove tra le ipotesi si fosse privilegiata quella del missile lanciato da un caccia, esclusi i libici che non avevano autonomia sufficiente né basi alternative militari prossime alla zona, ed esclusa la presenza di velivoli italiani, le uniche nazioni ad avere possibilità operative nella zona erano la Francia e gli Stati Uniti (v. audizione Martini Fulvio, Commissione Stragi 27.06.90 e esame dello stesso, GI in data 28.06.90). L'audizione di Martini - come già si è scritto nella parte relativa al S.I.S.MI - era stata effettuata in seduta segreta, ma nonostante ciò la stampa ne venne a conoscenza, amplificandola nei quotidiani del 28 giugno 80. Questa propalazione cagionò una nota di protesta da parte del Servizio francese, alla quale l'ammiraglio Martini rispose adducendo che in quelle dichiarazioni si era trattato soltanto di una "hypothèse de travail".

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