17. L'attentato ai ripetitori dell'isola d'Elba.

A questo punto deve essere ricostruita una sconcertante vicenda accaduta nel nostro territorio e che sia la stampa che i nostri Servizi di sicurezza hanno ricondotto ad attività del Servizio segreto francese.

Il 14 agosto 80 all'isola d'Elba in località Monte Capanne ignoti facevano brillare sette cariche esplosive sotto installazioni di proprietà della società "Ponti Radio". A parere degli artificieri erano stati adoperati venti o venticinque chili di esplosivo ad alto potenziale, probabilmente dinamite mescolata a miscela infiammabile. L'esplosivo era stato così collocato: una carica ad una centralina elettrica, una carica per ogni cabina radio e quattro cariche ai piedi di un traliccio con quattro parabole per ripetitori. Le esplosioni furono quattro ad intervalli di dieci secondi. Tra le stazioni radio che fruivano del servizio vi era tra l'altro "Radio Corsica International". Proprio a causa dell'attentato la suddetta emittente radiofonica "non sarà in grado di riprendere l'attività per diverso tempo", si legge in un rapporto della Digos di Livorno del 2 settembre 80. In questo rapporto si legge, inoltre, che i titolari degli altri ponti radio, ritenendo che l'attentato fosse stato conseguenza della presenza del ripetitore di Radio Corsica, avrebbero "fatto intendere alla società Ponti Radio di non voler coesistere sul monte Capanne con detta radio straniera, onde evitare ulteriori eventuali attentati". La vicenda aveva pertanto anche attirato l'attenzione del consolato francese a Livorno che aveva fatto presente che la questione era seguita con viva attenzione dall'ambasciatore di Francia. Non solo: l'episodio nella circostanza venne collegato ad altro attentato verificatosi contro l'abitazione in Bastia del principale animatore della radio, nell'anno precedente.

Sulle vicende il S.I.S.DE aveva acquisito informazioni da fonte occasionale definita attendibile che indicava come autori due estremisti di destra romani: Mario Corsi e Giuseppe Meloni (v. appunto S.I.S.DE datato 29.12.80, allegato a missiva DCPP datata 06.05.92). Informazioni che il S.I.S.DE con l'appunto di cui sopra non aveva mancato di trasmettere all'UCIGOS, che, a sua volta, rivolgeva richiesta al Servizio di eventuali ulteriori notizie sulle responsabilità dei due soggetti nella partecipazione all'attentato. Il S.I.S.DE con missiva del 23 aprile successivo precisava che la fonte non era stata in grado di fornire più concreti e particolareggiati elementi sulla vicenda.

E' sempre il S.I.S.DE che con appunto allegato a missiva 21 agosto 85 indirizzata alla Segreteria Speciale del Gabinetto del Ministero dell'Interno, al CESIS, al Dipartimento della P.S., al Comando Generale dell'Arma dei CC., ed al S.I.S.MI, riporta all'esame l'attentato. Nell'appunto si legge infatti che alle ore 06.05 del 14.08.80 quattro esplosioni ad intervalli di dieci secondi ciascuna danneggiarono gravemente due cabine in muratura costruite in Monte Capanne (isola d'Elba) dalla soc. Ponti Radio di Milano, che custodivano ripetitori ed antenne paraboliche di varie stazioni trasmittenti tra le quali "Radio Corsica". Sin dalle prime indagini venne avanzata l'ipotesi che autori dell'atto terroristico potessero essere elementi contrari alle trasmissioni della predetta emittente, entrata in esercizio solo da un mese, e l'episodio venne collegato ad un altro attentato dinamitardo diretto contro l'abitazione di Bastia del principale animatore di "Radio Corsica", il giornalista Aimè Pietri. Sul numero odierno del quotidiano "il Messaggero" è stato pubblicato un articolo a firma di Piero Vigorelli dal titolo "Quella notte all'Elba, lo SDECE prese di mira i ripetitori - radio". Nel corsivo viene presa in esame l'attività del "Servizio di documentazione esterna e di controspionaggio francese" (SDECE) nel periodo compreso fra il 1970 ed il 1982 e, per quel che attiene specificatamente alle operazioni condotte dallo SDECE in Italia, viene affermato che il 14.08.80, una decina di agenti del Servizio francese, dopo essere sbarcati nell'isola d'Elba in veste di semplici turisti, dalla vicina base corsa di Apretto, fecero saltare in aria (con un centinaio di chili di esplosivo) l'emittente radiofonica "Radio Corse Internationale" perchè fortemente sospettata di sostenere - con l'emissione di servizi e "reportages" - l'indipendentismo còrso (in particolare l'attività del Fronte Nazionale di Liberazione Còrso, il FNLC). Nello stesso articolo viene sottolineato come le responsabilità dello SDECE nel citato episodio fossero già state denunciate da Roger Faligot e Pascal Krop nel volume "La piscine - les services secrets francais - 1944/1984", edito nel maggio 85, dedicato alle attività dei Servizi francesi negli ultimi 40 anni. L'episodio, riportato nelle pagine 320 e 330 del volume (allegate in fotocopia con relativa traduzione), viene definito "opera di un commando di agenti francesi". Gli autori del volume sostengono che l'attentato alla stazione radio dell'isola d'Elba, da parte di agenti sbarcati nell'isola all'alba del 14.08.80, era stato compiuto in quanto le trasmissioni radiofoniche di "Radio Corse Internationale" costituivano, secondo i Servizi francesi, un valido apporto alle tesi indipendentiste còrse. Essi ribadiscono, inoltre, che tutte le azioni dello SDECE contro gli indipendentisti còrsi sono state compiute al di fuori del territorio dell'isola.

In un ulteriore appunto allegato alla missiva datata 24 settembre 83 il S.I.S.DE trasmette fotocopie di alcune pagine del libro "Le devoir de parler" di Antoine Sanguinetti nel quale si afferma come ipotesi la responsabilità dello SDECE nell'attentato. Infatti l'autore si chiede: "E' vero che i suoi autori sono stati trasportati sul luogo dell'azione da una vedetta dell'amministrazione doganale, partita dalla Costa Azzurra? E se fossero più semplicemente membri dello SDECE?" (v. atti allegati alla missiva DCPP del 6.05.92).

Il S.I.S.MI sulla base delle informazioni ricevute dal Servizio civile si attiva e acquisisce informazioni di sconcertante gravità. Infatti riferisce di aver appreso fiduciariamente che il sabotaggio sarebbe stato effettivamente eseguito da specialisti del Servizio di Controspionaggio francese "SDECE", che, peraltro erano stati impiegati anche in analoghe operazioni nel Ciad. Nell'appunto, tuttavia, veniva precisato che l'attività informativa svolta per acquisire ulteriori informazioni non aveva conseguito alcun risultato.

Gravissimo comunque il sospetto di ingerenza di uno Stato europeo ed alleato, che provoca anzi organizza ed esegue attentati in territorio altrui. Di questi comportamenti e tendenze si deve tener conto per valutare le ipotesi di coinvolgimenti anche in fatti gravissimi di alleati, amici ed altri con cui si fanno commerci ed affari.

Val la pena, a questo punto, di citare l'elaborato del dr. Miggiano sulla situazione nel Mediterraneo di cui si è fatto più volte riferimento. Questi nel fare riferimento ad alcuni attentati a Malta contro obiettivi libici rivendicati da un fantomatico "Fronte di Liberazione Maltese", lancia sospetti sulla effettiva esistenza di questo movimento indipendentista. Egli scrive: "Secondo lo studioso dei Servizi segreti francesi Roger Feligot, questi attentati sono frutto della collaborazione tra il Servizio segreto francese - lo SDECE di Alexandre de Marenches, e quello inglese - il SIS di Arthur Francks.

Secondo Feligot, sono i due Servizi a creare un misterioso Fronte di liberazione di Malta, di fatto composto da commandos dello Special Air Squadron, che s'incaricano di organizzare nel luglio 80 attentati contro i centri di comunicazione e di presenza libica in Italia. Quella contro i libici è un'operazione clandestina, tesa ad "ammorbidire" la resistenza libica al trattato italo-maltese ed il ritorno di Malta nel campo occidentale. Per quanto scoperto da Feligot, gli attentati anti-libici a Malta vanno attribuiti ad una cooperazione anglo-francese.

Va ricordato anche che nel 1980, come si vedrà più innanzi, a Genova avvenne un attentato alla nave libica Dat Asswari rivendicato proprio dal Fronte di Liberazione Maltese.

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