15. Le indagini sul traffico di uranio dalla
Francia all'Iraq indicato dal giornalista Gatti.

Nel febbraio del 94 Claudio Gatti, giornalista e scrittore, di cui più volte s'è detto in questa motivazione, in collaborazione con la moglie Gail Hammer, pubblicava un libro dal titolo "Il quinto scenario" edito dalla Garzanti. In tale libro il Gatti tentava di ricostruire tutti gli eventi accaduti la sera del 27 giugno 80, per poi tentare di darne ogni possibile spiegazione. A tal fine aveva condotto una sua indagine personale, rintracciando testimoni e periti, consultando esperti di ogni genere e settore - dall'ingegneria aeronautica alle operazioni clandestine - intervistando centinaia di persone in una dozzina di paesi del mondo. Indagine che aveva condotto alla descrizione di un "quinto scenario", dal quale derivava la responsabilità per la caduta del DC9, della caccia israeliana, che aveva avuto come obiettivo l'abbattimento di un Boeing dell'Air France carico di 20kg. di uranio arricchito, destinato a Baghdad, ed invece aveva colpito, per un malfunzionamento del sistema di navigazione dei missili, l'aereo italiano.

Alla luce di quanto riportato dal Gatti, si riteneva opportuno promuovere le rogatorie del 16.05.94 e del 02.01.95. Nella prima veniva richiesta l'escussione di persone che erano a conoscenza delle esportazioni di uranio arricchito all'Iraq in esecuzione di un trattato di cooperazione; mentre nella seconda dello 02.01.95 si chiedeva l'escussione di altre persone pur necessarie per accertare la veridicità di quanto affermato nel libro. In data 30.07.96 il Ministero di Grazia e Giustizia italiano trasmetteva gli atti assunti dalle autorità francesi.

Si apprendeva così che la polizia giudiziaria francese aveva escusso tal Charles Jean Louis, direttore dei servizi di trasporti della società "Compagnie Genérale delle Materie Nucleari (Cogema)" di Velizy Villecoublay, il quale aveva dichiarato di essere subentrato a Bernard Henry nel 92, e che, per quanto concerneva una consegna di uranio arricchito al 93% nell'80, né lui né il suo predecessore erano in grado di riferire alcunchè perchè in quel periodo non erano in servizio; riferiva comunque che le consegne di uranio arricchito erano coperte da disposizioni internazionali di protezione fisica (categoria uno) e quindi non era autorizzato a rivelare alcunché in merito a quel trasporto.

Questa vicenda aveva un seguito con richiesta alla IAEA cioè l'Agenzia Internazionale di Controllo sulle importazioni di uranio, da cui identica risposta negativa. Ma sulla questione più diffusamente si scrive nella parte dedicata al contesto.

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