4. L'ipotesi di interferenze di un velivolo
libico nel volo del DC9 Itavia.

Presunte responsabilità della Libia in ordine all'incidente occorso al DC9 dell'Itavia sono state supposte anche da funzionario dell'Ambasciata statunitense a Roma. Richard Coe, all'epoca Addetto aeronautico aggiunto, era uno dei pochi presenti, unitamente agli altri due addetti militari Mc Bride e Mc Donnell, la sera del disastro aereo presso la rappresentanza diplomatica, in quanto gran parte dello staff dell'Ambasciata era impegnato a Venezia per la partecipazione del Presidente degli USA Carter alla riunione del G7.

Nel 1991 il Coe intervistato dal giornalista italiano De Angelis riferiva tra l'altro che il Working Group - di cui si parlerà nel capitolo dedicato agli USA - formato il mattino del 28 giugno 80 aveva preso anche in considerazione l'eventualità che l'Aeronautica Militare libica con i suoi nuovi MiG23 avesse potuto, in termini di autonomia, probabilmente interferire con il volo del DC9 Itavia. Si consideri che il Working Group s'era riunito sì per diversi giorni, ma certamente mai sino al 18 luglio. Delle due l'una: o il MiG23 era caduto molto prima della data ufficiale di rinvenimento, com'è apparso da molteplici prove, e quindi la questione dell'interferenza s'è posta, da quel gruppo di lavoro, a ragione; o esso era composto da persone dotate di felici intuiti. L'Ufficio per acquisire ulteriori elementi utili all'inchiesta il 10.03.92, tramite rogatoria internazionale, escusse il Coe. Nel corso dell'esame testimoniale questi confermava che l'ipotesi di un eventuale coinvolgimento libico nell'incidente era stata presa in considerazione, in quanto i piloti libici nell'area prospiciente le loro coste svolgevano un servizio di intercettazione con velivoli in grado di effettuare servizi di "Intelligence Aircraft" cioè di registrazione di voci e segnali di ogni genere; in uno di questi tentativi avevano intercettato anche un velivolo civile. Il Coe non ricordava se però il fatto era avvenuto prima o dopo dell'incidente del DC9 e se il velivolo, che dopo l'intercettazione aveva proseguito sulla sua rotta, fosse stato danneggiato in qualche modo. Questo modo di agire dell'aviazione libica, a dire dell'addetto aeronautico, spiegava i motivi che avevano indotto a considerare che il Paese arabo potesse essere implicato in qualche modo nell'incidente al DC9, ipotesi corroborata anche dalla caduta del MiG libico sulle montagne della Sila.

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