14. Il Movimento Rivoluzionario Giordano in Italia.

Nell'intento di comprendere quali fossero le organizzazioni di militanza dei membri della famiglia Hindawi e quali fossero i loro collegamenti con Servizi od altre istituzioni di Stati che solitamente sponsorizzano formazioni terroristiche, venivano acquisiti atti per gli Hindawi già operanti all'estero e venivano interrogati - o si tentava -, per quelli che avevano vissuto in Italia, coloro che li avevano frequentati.

Per quanto concerne l'Hindawi di Genova, e cioè Awni, non è stato possibile nè ascoltare lui direttamente, perchè scomparso da più anni e probabilmente ritornato nella terra di origine; come dovrebbe risultare dalla sentenza di ripudio che lo riguarda; nè ascoltare la moglie Zunini Marcella cittadina italiana, ripudiata, perchè emigrata a Luxor d'Egitto. Sul suo conto s'erano accertate, al tempo del processo nel capoluogo ligure per banda armata, le seguenti vicende.

In primo luogo - attraverso sue dichiarazioni in una lettera datata 23 aprile 88 ed indirizzata a tal Assad Mohamed - che era stato a Damasco con suo cugino il già detto Nezar; che insieme si erano incontrati con gli ufficiali Hascim Said, Samer Kukhash e Abu Aheius, tutti del Servizio d'Informazione dell'Aeronautica siriana; che era stato addestrato all'uso delle armi lunghe e corte ed al lancio di bombe a mano; che aveva ricevuto 800 dollari come rimborso.

In secondo luogo - attraverso una conversazione telefonica avvenuta il 1° maggio 86 con un connazionale non identificato - che era preoccupato per gli arresti dei suoi due cugini (quello di Berlino, oltre quello di Londra) dal momento che Nezar era stato suo ospite a Genova per 14 giorni, e che pertanto aveva bruciato tutti i documenti compromettenti.

In terzo luogo - attraverso il suo interrogatorio e memoriale al seguito - che in compagnia del Nezar si era recato dapprima in Libia e poi in Siria, ove era stato addestrato all'uso delle armi ed aveva conosciuto tali Hailham Said ed Abu Aihem, due tenenti colonnelli siriani; che aveva fatto parte del Movimento Rivoluzionario Giordano, di esserne stato il responsabile per l'Italia e di aver tentato di associare ad esso due suoi connazionali abitanti a Genova; che suo zio Shaher abitante a Roma aveva rapporti con il rappresentante dell'OLP a Roma Nemer Hamad, con l'Ambasciatore Libico a Roma, con l'on.le Craxi, con il Ministro degli Affari Esteri Libico, frequentava la Libia e ne riceveva aiuti.

Per quanto concerne l'Hindawi di Trieste e cioè Shaher Mohammed sono state sentite due sue amiche, una signora romana ed una avvocatessa triestina. La prima lo ha frequentato per circa mezz'anno. Il Giordano s'era spacciato per studente di medicina, praticante al Policlinico, appartenente alla facoltosa famiglia Al Yamani, più che benestante. Nessuna di tali dichiarazioni corrispondeva ovviamente al vero. Con tale attitudine alla menzogna riuscì a carpire alla teste diverse decine di milioni. Su frequentazioni libiche, costei nulla sa dire. (v. esame Buttignon Cesira, GI 21.04.97).

Diverso il ricordo del secondo teste persona di ottima cultura e più attenta ai discorsi dell'uomo, pur se anch'essa "truffata" dalle menzogne del giordano, che con lei s'era spacciato per americano, specializzando in pediatria, ricco - ovviamente tutte pure fandonie. Solo dopo qualche tempo l'uomo rivelò alla donna di essere giordano, di aver commesso un attentato contro il re di Giordania e per questo essere stato incarcerato. Così come le disse di essere molto amico di Gheddafi, di essere vissuto in Egitto, dopo essere evaso dal carcere giordano, presentandosi come libico e con l'aiuto dei libici; di fruire a Roma di documenti libici a livello diplomatico. (v. esame Vogrich Paola, GI 21.04.97).

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