1. Attivitā volativa la sera della sciagura.

Nel corso dell'istruttoria particolare interesse č stato annesso alla Libia, a partire dall'incidente occorso al MiG23 rinvenuto sulla Sila a breve distanza di tempo dalla caduta del DC9. E' il PM titolare all'epoca - la nota č del 22.07.80, quattro giorni dopo la scoperta ufficiale della carcassa del velivolo nella forra della Timpa della Magare - a richiedere le conclusioni dell'autopsia e rapporto dettagliato sulla vicenda. La collaborazione di questo Paese sarebbe stata utilissima all'inchiesta. Ma esso, come emergerā, si limiterā a tener bordone, se non ad ispirare quella soluzione di chiusura del caso ufficializzata nella Relazione della Commissione mista italo-libica - peraltro in aperto contrasto con la proclamazione del leader di quel regime, secondo cui del fatto di Ustica, sarebbe vittima anche la Libia. Invano s'č chiesto con pių rogatorie su molteplici interrogativi comunque concernenti attivitā libiche; invano s'č attesa risposta; e vane sono risultate tutte le sollecitazioni rivolte a quella Jamahirija. Al punto che tale comportamento ha indotto questo GI a richiedere al Governo di denunciare, nell'ambito dei rapporti tra gli Stati e in sede politica, l'inosservanza e lo spregio di normative previste da trattati e consuetudini del diritto internazionale, da parte della Libia nei confronti della nostra Repubblica.

Sin dalle prime indagini veniva presa in considerazione l'ipotesi che a provocare l'incidente di Ustica potesse essere stata, incidentalmente o meno, un'attivitā in cui fosse coinvolto un velivolo libico in transito nelle nostre FIR.

Tra l'altro, era apparso piuttosto singolare che il consolato libico a Palermo avesse fatto pubblicare sul quotidiano siciliano "L'Ora" nell'edizione del 2 luglio 80 il seguente necrologio: "Il Consolato Generale della Giamahiriah Araba Libica Popolare Socialista partecipa sinceramente al dolore che ha colpito i familiari delle vittime della sciagura aerea di Ustica e manifesta tutta la sua solidarietā al Presidente della Regione e al Presidente dell'ARS per questo grave lutto che ha colpito la Sicilia".

Un'importante dichiarazione in proposito giungeva dall'imputato Loi Salvatore, all'epoca IO (Identification Officer) presso il sito radar di Marsala, che aveva riferito, come giā si č riportato, di aver ricevuto la sera del 27.06.1980 un piano di voto Lima-November (LN) - sigla che identifica velivoli di nazionalitā libica - in rotta da Tripoli a Varsavia e di averlo inizializzato, pur conoscendo il piano di volo, come Zombie, in quanto proveniente da un paese non-Nato e non amico. Questo velivolo giunto ai limiti della FIR, in direzione dell'Ambra 13 verso Nord, aveva compiuto una deviazione verso Est in direzione di Malta. L'imputato perō non sapeva specificare se il cambiamento di rotta verso Malta fosse stato causato dalla eventuale assenza di autorizzazione ad attraversare la FIR o da altra ragione (v. interrogatori Loi Salvatore, GI 06.10.89 e 19.06.97). L'avvistamento di questo velivolo trovava conferma anche nelle analoghe dichiarazioni di Sardu Mario, all'epoca, come noto, TPO/A (Track Production Officer Assistant) presso lo stesso sito di Marsala (v. interrogatori Sardu Mario, GI 06.10.89 e 03.06.97).

Purtroppo su questa vicenda non č stato possibile acquisire riscontri, nč sull'eventuale piano di volo trasmesso da Ciampino a Marsala, nč tanto meno sulla inizializzazione della traccia. Infatti i piani di volo a causa del lungo tempo trascorso ovviamente sono risultati distrutti. Quanto invece all'eventuale registrazione sul radar di Marsala della traccia inizializzata, questa. non č stata rilevata, in quanto il velivolo, secondo il racconto dei predetti, sarebbe stato visto circa mezz'ora dopo l'incidente e pertanto in un periodo di tempo in cui, come noto, vi č assenza di registrazioni. A dire il vero non v'č alcuna ragione per stimare non veritiere le dichiarazioni del TPO e dell'IO di Marsala, rese sin dai primi tempi delle loro dichiarazioni, coincidenti tra di loro, e tenute ferme sino agli ultimi interrogatori.

A tal proposito nel corso della conferenza stampa del 05.01.90 tenuta dal colonnello Gheddafi sull'evento di Ustica, gli venivano richieste delucidazioni in merito al presunto viaggio che egli, secondo i media, avrebbe effettuato la sera del 27.06.80. Il leader rispondeva che quella sera il suo aeroplano era in volo sul Mediterraneo diretto in Europa per riparazioni, ma che egli non vi si trovava a bordo. Asseriva inoltre che gli USA, stimando invece che egli viaggiasse su quel velivolo, nel tentativo di abbatterlo, avevano colpito l'aereo italiano. Gheddafi specificava esplicitamente che gli Americani avevano colpito due velivoli, uno italiano ed uno libico, ritenendo che a bordo di questo secondo vi fosse lui stesso od un leader palestinese. Tutta la vicenda, secondo quanto riferito dal colonnello, era accaduta per "difendere i diritti dell'uomo e la democrazia nel cielo secondo l'ottusitā ed i metodi americani".

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