4. L'on.le Virginio Rognoni.

Titolare del dicastero dell'Interno - all'epoca del disastro - era l'on.le Virginio Rognoni, che aveva assunto l'incarico il 13 giugno 79 con il quarto Governo Andreotti, rimanendo in carica fino al 3 agosto 83 con i Governi Cossiga 1, Cossiga 2, Forlani, Spadolini 1 e Spadolini 2.

Dalla documentazione sull'evento esaminata al Gabinetto del Ministero dell'Interno non è stata rilevata alcuna attività in direzione dell'incidente ed allo stesso modo non è stato rilevato nessun riferimento alla telefonata anonima concernente la falsa rivendicazione di Affatigato. Salvo la ricezione dei messaggi concernenti il recupero delle salme, l'unico documento rilevato è un appunto datato "28 giugno 80 dalle ore 9.30 alle 14", in cui risultano registrati i contatti intercorsi tra i Capi di Gabinetto dell'Interno, dr. Ugo Gasparri, della Difesa, generale Mainini, e dei Trasporti, dr. Bronzini, relativi alla scelta della località ove sarebbero dovute confluire le salme dei passeggeri del DC9. Scelta che, su parere del Ministro dei Trasporti, cadrà sulla città di Palermo.

Rognoni veniva ascoltato dalla Commissione Stragi due volte, la prima il 31 ottobre 90, la seconda il 24 gennaio 92. In entrambe le occasioni il parlamentare fu ascoltato soprattutto nella sua veste di Ministro della Difesa e non di Ministro dell'Interno del periodo in cui si erano verificati i fatti di cui è processo.

Nella seduta del 31 ottobre 90, il Ministro, pronunciato un discorso introduttivo, si faceva carico di interpellare le Forze Armate per far giungere alla Commissione tutti quegli elementi che essa lamentava di aver richiesto a quelle Forze senza però ottenere risposta, in particolare sulla richiesta di un quadro d'insieme della situazione del Mediterraneo nel giugno 80. Riferiva poi di aver attivato una ricognizione sulle Forze Armate, sui Servizi ed in particolare sull'Aeronautica; ciò sulla base delle considerazioni negative espresse nella relazione della Commissione trasmessa ai due rami del Parlamento. Ricordava, inoltre, che "quando si diffuse la notizia della caduta dell'aereo in mare tutte le ipotesi vennero prese in considerazione" e quindi anche "l'ipotesi che l'aereo potesse essere stato colpito in seguito ad un'azione terroristica". Concludeva l'intervento precisando che "dopo avere attivato gli organi di polizia e i Servizi è emersa come prevalente la tesi del cedimento strutturale, che è rimasta al centro del dibattito civile del Paese fino a novembre circa. In seguito si è affermata l'ipotesi del missile".

Nella seduta del 24 gennaio 92, Rognoni, dopo una iniziale comunicazione concernente la collaborazione che l'Aeronautica aveva fornito alla Commissione stessa ed all'Autorità Giudiziaria, riferiva delle comunicazioni giudiziarie inviate dall'AG ad alti ufficiali dell'Aeronautica e la decisione del Governo di riservarsi per la costituzione di parte civile nel processo, adottando la procedura della nomina di un difensore del Governo quale parte offesa e danneggiata dei reati ipotizzati. Osservava poi di aver disposto che il generale Tascio, raggiunto dal provvedimento del Giudice Istruttore, lasciasse l'incarico e passasse a disposizione del Capo di Stato Maggiore dell'Aeronautica, generale Nardini. Sulla base di questo iniziale intervento del Ministro si svolgeva un ampio dibattito sulla decisione del Governo di riservarsi in ordine alla costituzione di parte civile nel processo e sull'opportunità del passaggio del generale Tascio alle dirette dipendenze del Capo di Stato Maggiore.

La testimonianza di Rognoni veniva raccolta la prima volta, da questo Giudice Istruttore, nel marzo 95. Egli veniva sentito in relazione alla nota riunione CIIS del 5 agosto 80, in cui il Ministro Bisaglia aveva sostenuto la possibilità di un collegamento tra il disastro di Ustica e la strage di Bologna. Rognoni dichiarava di non ricordare l'intervento di Bisaglia, osservando che "all'epoca si riteneva che questo disastro dovesse essere imputato a un cedimento della struttura dell'aeromobile". Il parlamentare comunque non rammentava l'intervento nonostante la visione del verbale della riunione del CIIS. (v. esame Rognoni Virginio, GI 02.03.95).

Nel giugno 97 Rognoni veniva nuovamente escusso sempre in relazione alla riunione del CIIS del 5 agosto. In quella circostanza il Ministro Rognoni aveva informato il Comitato che in relazione al problema rappresentato dalla Libia aveva avuto un incontro con il Ministro dell'Interno della Germania Federale Baum, che gli aveva suggerito l'opportunità di un colloquio con il colonnello Belgassem, con cui Baum si era già incontrato in precedenza.

Rognoni dichiarava di avere avuto più incontri con il Ministro Baum sia in occasione delle riunioni del gruppo "Trevi" che in occasione delle riunioni del "Club dei 5"; il tema dei colloqui con Baum era stato il terrorismo, nazionale e internazionale, ed in particolare quello di importazione; osservava che in questi incontri Baum gli aveva riferito che Gheddafi era preoccupato per l'isolamento in cui la comunità internazionale lo aveva relegato; precisava che l'intervento al CIIS del 5 agosto era successivo ad un incontro con Baum, concernente alcuni colloqui sul terrorismo libico in Europa e che in questa occasione Baum gli aveva suggerito di prendere contatti con il colonnello Belgassem; riteneva che il suggerimento di Baum nascesse dal presupposto che i tedeschi lo avevano già incontrato; precisava che il suggerimento non aveva nessun riferimento alle vicende di Ustica, specificando, infine, di non aver mai incontrato Belgassem e di non ricordare se avesse dato disposizioni di contattare Belgassem. (v. esame Rognoni Virginio, GI 18.06.97).

A seguito di rogatoria, il Baum, ricevuto l'assenso dal proprio Governo, predisponeva una dichiarazione datata 06.03.97 in cui sintetizzava il motivo del suggerimento a Rognoni. Nello scritto precisava di aver avuto contatti con Belgassem finalizzati a conoscere il "sostegno dato ai terroristi tedeschi da parte dei gruppi arabi" e di avere incontrato alla fine del 78 Gheddafi; osservava che di questi contatti aveva messo al corrente i Ministri europei nel corso degli incontri in materia di terrorismo; presumeva di aver parlato con Rognoni anche dell'aereo Itavia e che il suggerimento di contattare Belgassem "può solo aver avuto lo scopo di sfruttare i buoni contatti con Belgassem per sapere possibilmente qualcosa sulla caduta e sui motivi di questa"; precisava, infine, che il suggerimento "non si basava su sospetti di una possibile reità libica".

Baum, esaminato poi da questo GI nel corso della rogatoria del 22 aprile 97, confermava le dichiarazioni già rilasciate osservando di ritenere - ma senza ricordare le circostanze - di avere parlato con il Ministro Rognoni della caduta dell'aereo dell'Itavia, del MiG libico e della strage di Bologna; illustrava diacronicamente i contatti intercorsi con Belgassem, concludendo che "se ho dato questo consiglio al Signor Rognoni, l'ho fatto per indurlo ad approfittare delle conoscenze del colonnello Belgassem sui retroscena del terrorismo arabo. Non sapevo quindi nulla dei possibili autori dell'attentato, - ed ignoravo anche se Belgassem avesse potuto dare qualche aiuto in questo senso. Partivo semplicemente dal presupposto che talvolta Belgassem - in base alle nostre esperienze - aveva delle informazioni da dare che ci potevano essere d'aiuto". (v. esame Baum, AG tedesca 22.04.97).

Dalla documentazione acquisita al Gabinetto del Ministero dell'Interno è stato possibile accertare che il Ministro Rognoni ed il Ministro Baum ebbero nell'80 due incontri, il primo a Roma in data 21 giugno, il secondo a Bonn in data 19 settembre.

Con missiva del 23 giugno 97 il Direttore della DCPP informava che dalle richieste d'archivio disposte presso la Segreteria del Capo della Polizia, del Servizio Ordine Pubblico e della DCPP "non è stato ritrovato alcun carteggio concernente i colloqui intercorsi nell'80, tra il Ministro dell'Interno pro tempore Rognoni e l'omologo Ministro tedesco Baum".

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