3. La nota Maroni.

A gennaio 95 il Ministro dell'Interno, Roberto Maroni, trasmetteva una relazione del S.I.S.DE datata 16.01.95, allegando un elenco della documentazione sull'evento Ustica, agli atti del Servizio. Nella relazione dopo aver individuato le varie ipotesi di indagini (Affatigato, presunte rivelazioni di Denes, l'ipotesi Tricomi, le notizie di Sinigaglia) vengono formulate alcune valutazioni che é bene riportare integralmente:

"il riesame accurato ed approfondito della documentazione inerente al disastro di Ustica consente di formulare le seguenti valutazioni:

- la sequenza dei numeri d'ordine (alla voce "eventuale nr. atto") appare discontinua in quanto:

- molti fogli sono stati raggruppati, per unicità di trattazione, in sotto- cartelline;

- diversi articoli di stampa, originariamente inseriti nei fascicoli "ordinari" e in essi numerati, sono stati successivamente estrapolati e sistemati nei tre volumi di "raccolta stampa", indicati come sotto-fascicoli 1 bis, 1 bis/1 ed 1 bis/2;

- la numerazione degli atti nel fascicolo B.1/4-8, comprendente anche i suddetti articoli stampa, giunge sino al foglio nr.241, datato 20.09.90, poi, in ragione di un diverso sistema di gestione d'archivio, si interrompe;

- si rileva la mancanza di atti contraddistinti dai numeri d'ordine 204, 205, 211, 236 e 240. Si ritiene che questi cinque atti siano, in realtà, presenti nel fascicolo, ma che non siano stati numerati; tale valutazione deriva dal fatto che sono stati rinvenuti molti fogli senza numero d'ordine, inseribili per datazione prima dell'atto 241. Pertanto, la lacuna è da attribuire a mero errore o dimenticanza e non all'effettiva assenza di documenti dal fascicolo;

- non si riscontrano, oltre a quanto espresso sulla numerazione, irregolarità formali nella documentazione. E', però, opportuno rilevare che, nel primo volume, è inserita, con numero d'ordine 23, la copia di un atto, datato 28.07.82, il cui originale risulta protocollato in altro fascicolo. Al riguardo, si rinvengono due promemoria, rispettivamente datati 28.09.90 e 01.10.90, che sono stati inseriti nel volume in argomento per omogeneità di trattazione, dai quali risulta che l'originale del foglio non è stato rintracciato nel fascicolo di appartenenza;

- la trattazione appare essere stata svolta secondo le normali prassi procedurali del Servizio e non si rilevano omissioni o comportamenti atti ad ingenerare dubbi o sospetti.

Va, al riguardo, tenuto presente che l'interessamento del servizio alla vicenda fu dovuto, all'epoca del disastro, solamente alla circostanza della telefonata a nome dei "NAR" ("Nuclei Armati Rivoluzionari") che indicava tra i passeggeri dell'a/m "il camerata Marco Affatigato", ipotesi rivelatasi, pressocchè immediatamente, falsa. Nessuna autonoma attività informativa, stante l'assenza di ogni suggerimento di possibili implicazioni a carattere terroristico, venne quindi intrapresa dal S.I.S.DE, tanto è vero che, nel gennaio 81, ad una specifica richiesta di informazioni pervenuta ad un consulente pro-tempore del servizio da parte del sig. Brian Jenkins, della Rand Corporation, sulle possibili cause del disastro, veniva risposto che "le circostanze relative alla tragedia del DC9... sono tuttora al vaglio della competente AG e pertanto coperte dal segreto istruttorio" e che "nulla risulta agli atti del Servizio in ordine alle circostanze e alle cause dell'incidente in esame". Nel medesimo atto, sottoponendo all'allora Direttore del S.I.S.DE la bozza di risposta, si rammenta che, per specifica disposizione verbale dello stesso Direttore, la vicenda era stata seguita "esclusivamente attraverso la stampa". Solo nel novembre 81, a seguito dei primi esami peritali che indicavano in una esplosione (senza poter stabilire se interna od esterna) la causa della perdita del DC9, il Servizio attivava le proprie strutture periferiche, dando anche disposizione ai funzionari preposti di prendere contatti con l'AG procedente "al fine di apportare un contributo alle indagini in corso". Anche dopo tale data, comunque, l'atteggiamento del Servizio è improntato a trasparenza e collaborazione, sia nel fornire ai magistrati competenti la documentazione comunque afferente il quadro investigativo delineato, sia nel trasmettere alle Commissioni Parlamentari richiedenti atti, elaborati e valutazioni ritenuti utili per la comprensione dell'attività svolta dal S.I.S.DE nella vicenda.

Tutta la documentazione relativa all'incidente di Ustica è stata visionata, nel tempo, dalla magistratura inquirente la quale ha, altresì ritenuto di acquisire copia di numerosi atti valutati di interesse istruttorio. Nell'elenco dettagliato del carteggio è stato indicato, in margine, il provvedimento di acquisizione di ciascun atto, usando delle sigle per la cui legenda si rinvia alla seconda pagina dell'appendice. Il tutto disponibile per l'eventuale inoltro all'AG".

Dall'elenco trasmesso e dalle valutazioni espresse dal Servizio é stato così possibile accertare che il prefetto Malpica nella seconda trasmissione di documenti aveva omesso di trasmetterne alcuni.

Parte di questi documenti concernono la richiesta del consulente Jenkins. Tale richiesta appare di rilievo per due ordini di motivi. In primo luogo perchè non si comprende l'interesse degli Americani alla vicenda. Il secondo, se è vero che l'interesse del consulente nacque dalle dichiarazioni del Ministro Formica alla Camera che riferivano dell'ipotesi del missile, si deve purtroppo constatare che la stessa notizia - lo si ripete ancora una volta - non sortisce nessun effetto sia negli organi investigativi che in quelli di intelligence. Cioè paradossalmente succede che una notizia fornita in sede parlamentare da un Ministro della Repubblica trovi un seguito oltreoceano, mentre in Italia non suscita il pur minimo interesse nelle istituzioni deputate. Salvo, ovviamente, la solerte missiva dello SMA inviata allo SMD ed al Pubblico Ministero, con la quale si allontanavano eventuali responsabilità della Forza Armata nazionale e delle forze NATO nell'evento.

La vicenda sarà ripresa dal Direttore del S.I.S.DE, prefetto Stelo, nel corso dell'audizione in Commissione Stragi nel novembre scorso. Nella circostanza il prefetto, nel riepilogare le attività poste in essere dal Servizio sulla vicenda - a dire il vero poche se non nessuna - dichiara che "il S.I.S.DE allora aveva un consulente che si chiamava Jenkins, che era della "Rand Corporation" della California (di Santa Monica mi pare), che era in contatto con un altro nostro consulente, Ferracuti. Il Ministro Formica ebbe a dire che la causa di tutto poteva essere stata un missile. Su questo, se ben ricordo, Jenkins scrisse a Ferracuti chiedendo se era vero o no e come stavano le cose. Il dirigente della Divisione di allora, Crotti, ora in pensione, ebbe a predisporre un appunto al Direttore di allora, Grassini, nel quale si diceva: Io risponderei a Ferracuti e quindi a Jenkins in questo modo: ci sono varie ipotesi, sono all'esame della magistratura, non abbiamo elementi su queste ipotesi, e c'è una frase che dice "su direttive verbali date dal direttore, il S.I.S.DE si é occupato della vicenda Ustica ed anche del MiG libico, esclusivamente attraverso la rassegna stampa" (v. audizione Commissione Stragi, Stelo Vittorio, 25.11.98).

Il generale Grassini, Direttore del S.I.S.DE fino a luglio del 1981, sentito dalla Commissione Stragi nulla riferisce sulla richiesta di Jenkins a Ferracuti. Tuttavia dopo aver premesso di basarsi solo sulla propria memoria e di non aver conservato atti, riferisce alla Commissione di aver preso in esame la questione del missile, ma di non essersene più occupato a seguito della incriminazione da parte del magistrato del presidente dell'Itavia. Precisava comunque che, pur essendo l'ipotesi del missile di specifica competenza del Servizio militare, aveva tuttavia dato incarico alla 1ª Divisione del Servizio di seguire la situazione attraverso la stampa (v. Grassini, alla Commissione Stragi 21.11.89).

La documentazione relativa alla richiesta del consulente americano, la cui trasmissione era stata omessa dal prefetto Malpica, giunge soltanto negli ultimi tempi dell'istruzione a quest'Ufficio. E' stato così possibile rilevare che il citato Brian Jenkins, Program Director Security and Subnational Conflict della Rand Corporation di Santa Monica, aveva inviato al professor Franco Ferracuti, consulente del S.I.S.DE, un flash dell'agenzia United Press International del giorno 17.12.80 - concernente l'intervento del Ministro dei Trasporti Formica alla Camera in cui aveva riferito, in relazione alla vicenda del DC9 Itavia, che l'ipotesi del missile era più forte delle altre - allegandolo ad una missiva datata 29.12.80 che merita di essere integralmente riportata nella traduzione a cura del Servizio: "Caro Franco, c'è qualcosa su questo argomento? alcune nostre ipotesi ci portano a ritenere che:

1. Possa essere stato un missile e che chi lo ha lanciato abbia evitato di rivendicare l'attentato, oppure l'abbia comunicato in tutta segretezza al Governo italiano;

2. Ci sia stata effettivamente una esplosione a bordo dell'aereo, in tal caso sarebbe opportuno verificare la lista dei passeggeri onde accertare l'esistenza, tra di essi, di preminenti esponenti politici, qualche teste importante in procinto di testimoniare in qualche processo, oppure qualche suocera per la quale era stata stipulata una alta assicurazione sulla vita;

3. la storia del missile é stata "lanciata" dal Ministro dei Trasporti per sviare eventuali problemi legati alla manutenzione dell'aereo che comporterebbero richieste di indennizzo.

Ti manderemo altro materiale su altri problemi che abbiamo discusso. Nel frattempo, i miei migliori auguri a tutti per un felice nuovo anno".

A seguito di questa richiesta veniva redatto dalla 4ª Divisione del S.I.S.DE un appunto informale per il Direttore del Servizio, datato 22 gennaio 81, all'oggetto "Aereo DC-9 Itavia - Richiesta di notizie da parte del noto Brian Jenkins della Rand Corporation". In questo documento al punto 2 si sottolineava che la vicenda "per specifica disposizione verbale della S.V. al C.V. Valerj, era stata seguita esclusivamente attraverso la stampa (sottolineato nel testo) anche in relazione alla distruzione del ricognitore libico MiG23, schiantatosi sui monti della Sila. In quella precisa circostanza furono forniti, a richiesta, all'ufficio della S.V. alcuni articoli di stampa attinenti i fatti accaduti".

Alla fine del paragrafo viene richiamata una nota in calce che recita testualmente: "Nota: Il MiG23 è precipitato il 20 luglio 80, a 2 minuti di volo dal luogo ove avvenne la tragedia del DC9 "Itavia" (27 giugno 80)".

Da queste note si può affermare che anche il S.I.S.DE e non solo il S.I.S.MI aveva supposto una connessione tra i due eventi. Deve essere rilevato, oltreché l'errore incorso nell'indicazione della data ufficiale dell'incidente al MiG - 18 e non 20 luglio - che per la prima volta in un documento ufficiale il MiG23 viene indicato come "ricognitore". Ma non emergono i motivi che portarono il Servizio a connettere i due fatti. Si deve anche osservare che la disposizione del Direttore del Servizio di seguire le vicende esclusivamente dalla stampa potrebbe avere avuto origine da una sostanziale incapacità del Servizio, che in quei tempi ancora non era decollato - ma erano già passati più di due anni dalla sua istituzione - ed anche da eccessive quanto ingiustificate cautele del Direttore del S.I.S.DE di non invadere la sfera di competenze proprie dei servizi militari.

Al consulente americano veniva fornita dal Servizio una risposta, in cui, dopo aver premesso che l'inchiesta era ancora in corso, si sottolineava che nulla risultava al Servizio in ordine alle cause che avevano determinato l'evento. Veniva anche riferito - in relazione all'ipotesi che l'aereo potesse essere stato abbattuto da un missile - che il presidente dell'Itavia era stato incriminato per diffusione di notizie false ed allarmanti.

Infine veniva rilevato che dalla lista dei passeggeri non risultavano imbarcate personalità politiche né passeggeri coinvolti in processi importanti. Accertamenti, questi ultimi, che si sarebbero basati sulle notizie sui passeggeri fornite dalle agenzie di stampa. Appare a dir poco singolare che un Servizio espleti accertamenti sui passeggeri basandosi esclusivamente sulle notizie lanciate da organi della pubblica informazione. Non solo: fornisce informazioni al consulente piuttosto che riceverne.

Il Prefetto ha riferito per iscritto che le ricerche disposte dal Servizio sul periodo in cui sarebbero stati forniti al Direttore del servizio al tempo generale Grassini i ritagli stampa sui due episodi, avevano avuto esito negativo. Allo stesso modo aveva avuto esito negativo la ricerca di atti concernenti il disciolto Ufficio del Direttore (v. missiva S.I.S.DE del 15.01.99).

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