6. Il ruolo del Raggruppamento Centri.

Il Raggruppamento Centri CS di Roma, cioè la struttura operativa che si sarebbe dovuta particolarmente impegnare nella ricerca delle informazioni, poco o nulla ha posto in essere al riguardo del disastro del DC9.

Il Raggruppamento Centri all'epoca dei fatti era diretto dal colonnello Demetrio Cogliandro, funzionario alquanto noto, il cui ruolo é venuto alla luce a seguito della vicenda P2. Questi, organicamente sarebbe dovuto dipendere dal colonnello Notarnicola, Direttore della 1ª Divisione, ma il generale Santovito, con il quale Cogliandro aveva un rapporto diretto ed esclusivo, dispose che rispondesse dell'attività del Raggruppamento direttamente a lui. In questo modo Santovito avviò una deviazione dei meccanismi interni del Servizio, che verrà interrotta dal generale Lugaresi, ma che sarà ripristinata dall'ammiraglio Martini.

Cogliandro in quest'ultimo periodo si trovava già fuori del Servizio, ma s'è accertato che la sua attività informativa é durata anche dopo l'abbandono del Servizio fino al 91, come si dirà infra.

Il Raggruppamento Centri CS aveva trasmesso alla 1ª Divisione del S.I.S.MI il foglio nr.4285/6-S datato 1° luglio 80 con allegato un appunto, a firma del colonnello Cogliandro, in cui veniva elencata una serie di notizie e di valutazioni sull'evento tra le quali "si ritiene che una possibile ipotesi sia quella del distacco del cono terminale della coda del DC9 a seguito del quale l'aereo, per un fenomeno di pressurizzazione, si sia spezzato provocando la rottura immediata di tutti gli strumenti di radio di bordo e quindi il silenzio più assoluto e l'impossibilità del pilota di segnalare quanto di drammatico si stava verificando".

Notizie, queste, che nulla aggiungevano a quanto già la Direzione del Servizio non sapesse, tantochè il tenente colonnello Alloro della 1ª Divisione ritenne opportuno annotare sul foglio "Ad onor del vero i giornali sono stati più dettagliati e più precisi anche in data antecedente al 1° luglio".

L'11 luglio 80 la stessa informativa veniva trasmessa su disposizione del Direttore del Servizio, generale Santovito, al Ministro della Difesa, Lelio Lagorio, ed al Segretario Generale del CESIS, Walter Pelosi.

Il 2 luglio il colonnello Cogliandro con foglio nr.4293/S trasmetteva alla 1ª Divisione altra informativa in cui riferiva notizie apprese da "fonte occasionale in ambienti stampa" relative alla sciagura dell'aereo dell'Itavia. In particolare la fonte riferiva di avere appreso "in ambienti delle Partecipazioni Statali, che sarebbe stato un giornalista dell'entourage di Bisaglia a inventare la notizia dell'attentato con una bomba che recava con sé un terrorista di destra" e che l'indicazione del nome del terrorista di destra adattabile allo scopo veniva fornita da ambienti del Ministero dell'Interno o della Questura. Veniva infine riferito che all'Itavia sarebbero legati sia Bisaglia che Bubbico ed altri personaggi non meglio indicati della Democrazia Cristiana e dei socialisti.

Anche su questo documento la 1ª Divisione apponeva un'annotazione in cui rimarcava il fatto che le notizie erano state diffuse già dal 1° luglio dalla radio-TV Teleitalia "sulla base di indagini svolte dal giornalista Longobardi e Senise e riprese anche il giorno dopo".

Con questa nota terminava l'attività informativa del Raggruppamento Centri sul disastro del DC9. Si registra soltanto la trasmissione da parte della Compagnia CC di Ciampino di un appunto allegato al foglio 34/I9-I datato 28 giugno 80 - il giorno dopo l'evento - con cui il capitano D'Ovidio informava che la Polaria di Ciampino aveva sequestrato le schede di manutenzione e di ispezione del DC9 Itavia e che la RIV di Ciampino di propria iniziativa aveva inoltrato all'ITAV tutta la documentazione di "progressione volo" relativa al DC9. Documento, questo, che veniva portato in visione all'Ufficio del Direttore del S.I.S.MI in data 2 luglio.

Eppure nei giorni successivi al disastro erano apparse anche sulla stampa notizie concernenti possibili implicazioni di altre nazioni nella vicenda, oltre quelle dell'attentato terroristico. Ma su questa ipotesi nessuna attività informativa sembra essere stata effettuata dagli investigatori del Raggruppamento Centri CS di Roma.

Il primo atto originato dal Raggruppamento, dopo quei pochi immediatamente successivi all'evento, reca la data del 6 ottobre 81 ed è lo sviluppo di informazioni anagrafiche richieste dal Centro di Firenze con la nota datata apparentemente 18 luglio 81 e concernente l'ipotesi Tricomi.

Tuttavia il riferimento all'on.le Bisaglia appare non privo di interesse atteso che sarà proprio Bisaglia, nel corso della riunione del CIIS del 5 agosto 80 sotto la presidenza del Presidente del Consiglio, on.le Francesco Cossiga, a sottolineare la possibilità di un collegamento tra l'attentato alla stazione ferroviaria di Bologna e il disastro aereo di Ustica.

Tutti i presenti alla riunione del CIIS non hanno ricordato l'intervento dell'on.le Bisaglia (deceduto il 24 giugno 84 in circostanze mai del tutto chiarite). In particolare il Presidente Cossiga ha dichiarato di non ricordare nulla sull'ipotesi avanzata dal Ministro Bisaglia del possibile collegamento tra l'attentato alla stazione di Bologna e l'aereo di Ustica. A tale riguardo, premettendo di essere dotato di ottima memoria, rappresentava il proprio scetticismo sull'ipotesi formulata da Bisaglia, rilevando che tutti i presenti alla riunione optarono chiaramente per la tesi dell'attentato di estrema destra e non tennero in nessun conto le osservazioni dell'allora Ministro dell'Industria, reputando ben lontana l'ipotesi di un collegamento tra Ustica e Bologna.

Rimane comunque il fatto che l'ipotesi fu prospettata e registrata. Anche se essa non ha trovato alcun riscontro tra gli atti degli archivi degli organi istituzionali preposti proprio all'accertamento delle cause del disastro. Come nessun riferimento é stato rinvenuto tra gli atti del S.I.S.MI.

Ma nell'informativa del Raggruppamento si rileva anche un altro importante riferimento, quello al giornalista Senise. Verrà accertato che questi era una fonte del Raggruppamento Centri CS di Roma ed in particolare dello stesso Cogliandro. (v. esame Cogliandro Demetrio, GI 08.12.95). Questi accertamenti sono stati possibili a seguito dell'esame della documentazione sequestrata presso l'abitazione del generale Cogliandro, ove furono rinvenute centinaia di appunti informali, tra i quali alcuni concernenti l'evento di cui é processo.

Dalla maggior parte delle informative riservate emerge uno spaccato delle lotte interne del pentapartito, al governo in quegli anni. Vi si trova una raccolta di informazioni o meglio insinuazioni di ogni genere su personaggi politici di primo piano. Altre informative fanno riferimento, invece, a vicende processuali come il caso Gladio, il caso Moro, il sequestro Cirillo ed altre vicende. A tal riguardo le informative sono state trasmesse a varie Procure della Repubblica, mentre a quella di Roma veniva trasmessa tutta la documentazione sequestrata. Quest'ultima apriva un procedimento penale a carico dell'ammiraglio Fulvio Martini, conclusosi con sentenza di non doversi procedere per prescrizione del reato, nel novembre 98.

Relativamente alla vicenda di cui é processo sono stati rilevate - dai documenti sottoposti a sequestro - alcune informative d'interesse:

a) nell'informativa datata 4.12.90 si legge: "Sulla questione "Ustica" ormai é definitamente acclarata l'ingerenza libica nell'attentato. E' anche accertato che il "MiG" rinvenuto sulla Sila era caduto lo stesso giorno della tragedia del DC9. Dubbi ancora sull'identità del pilota. Non si esclude che fosse italiano al servizio o di Gheddafi, come scorta, o di nuclei rivoluzionari anti Gheddafi al servizio della CIA";

b) nell'informativa senza data dal titolo "Ustica - dichiarazione di Parisi" si legge: "Il capo della polizia allude a un missile che avrebbe abbattuto il DC9 a scopo terroristico. Subito dopo, la strage di Bologna, perpetrata da terroristi di eguale estrazione. Perché Parisi ha parlato solo ora? Si dice che alla vigilia della scadenza del mandato esige un posto di alto prestigio. I famosi "servizi deviati" cui fa riferimento Parisi, "deviarono" veramente le indagini, ma per ordine di politici, non certo per loro iniziativa. In altre parole, seguirono "istruzioni" provenienti dall'ENI, attraverso l'AGIP e le Partecipazioni Statali, in mano ai socialisti, ma avallate da molti DC. L'ipotesi di Parisi fu più volte segnalata da tempo su queste note";

c) nell'informativa datata 2 luglio 90 viene fatto riferimento in relazione al recupero del relitto da parte della società francese Ifremer a "un miliardo di tangenti suddivise tra non più di tre o quattro personaggi della politica italiana". L'estensore precisa di non entrare "nel merito se essa ha agito favorendo lo Stato francese o meno evitando di recuperare parti essenziali del velivolo". Viene fatto anche riferimento a pressioni fatte alla Commissione Stragi affinché non venisse fatto riferimento ai rapporti tra la FIAT ed il Governo libico.

d) in una informativa, senza data, veniva evidenziato che "il presidente Cossiga, al tempo in cui era presidente del Consiglio, ebbe i rapporti completi della tragedia di Ustica e fece in modo che non fossero divulgati. I fatti - secondo la versione in mano a certa stampa, (versione che sembra documentata come versione) - sono i seguenti: l'aereo di Gheddafi transitava sul Mediterraneo; un caccia libico, o forse due, lo seguivano per abbatterlo (pilotati da ufficiali di gruppi rivoluzionari al regime); si alzarono uno o due caccia francesi ed abbatterono un caccia libico: quello che cadde in Calabria. Nella piccola, breve battaglia aerea, l'aereo di Gheddafi o scampò, o addirittura non era presente, o venne scambiato con quello civile che divenne bersaglio del missile francese. Ripetiamo - secondo un servizio giornalistico documentato ma tenuto ancora riservato - Cossiga, per ragioni di Stato, occultò i fatti."

e) nell'informativa datata 03.01.90 viene fatto riferimento, in relazione alle attività delle banche libiche in Italia, all'avv. Paris, che viene indicato come mediatore per eccellenza, amico di Gheddafi e sempre in grado di parlare personalmente col colonnello libico.

f) in altra informativa, datata 14 luglio 89, viene fatto riferimento al senatore Vitalone - indicato, tra l'altro, come fedelissimo di Andreotti - che "si affanna presso la Magistratura per far sì che almeno sia rinviata il più tardi possibile, se non "sine die", la verità sul disastro del DC9 di 9 anni fa". L'informativa continua precisando che é "sensazione negli ambienti politici che la verità corrisponda al fatto che ad abbattere l'aereo dell'Itavia sia stato un missile libico é diffusissima". Lo scenario dell'evento veniva così ricostruito: "Due cacciabombardieri libici quel giorno avrebbero inseguito un MiG23 libico biposto del tipo "U" da addestramento in fuga da un campo libico con a bordo un ufficiale istruttore che aveva partecipato a un tentato golpe contro Gheddafi. Uno dei due aerei inseguitori avrebbe lanciato il missile che colpì il DC9 (...) a bordo non fu rinvenuto soltanto il cadavere del pilota ma un altro ufficiale di cui non si é saputo più nulla...".

Nella stessa informativa venivano peraltro evidenziate le notizie relative alle dichiarazioni del professor Zurlo "che insieme al professor Erasmo Rondanelli effettuò l'autopsia sul cadavere del pilota del MiG libico caduto (o abbattuto) in Calabria nell'estate del 1980. L'autopsia del professor Zurlo affermava contrariamente ad un'altra autopsia, accettata dall'Autorità Giudiziaria, che il pilota era morto circa venti giorni prima della data in cui fu rinvenuto, ovvero quando avvenne la tragedia di Ustica". L'estensore proseguiva virgolettando le dichiarazioni del prof. Zurlo.

Nessun cenno aveva fatto Cogliandro delle notizie di cui era in possesso nel corso delle dichiarazioni testimoniali rese a quest'Ufficio prima del sequestro. Il medesimo interrogato come indiziato ammetteva che le informative gli erano state fornite dalla fonte Senise Paolo, giornalista in pensione - che aveva già collaborato tra la fine degli anni 70 e l'inizio degli anni 80 con il tenente colonnello Silvestri, responsabile di uno dei Centri romani - nel quadro di una collaborazione con il Direttore del S.I.S.MI, ammiraglio Martini, dal quale veniva mensilmente retribuito. Le informative di Senise - aggiunge - venivano di volta in volta consegnate direttamente al Direttore del Servizio. Nessuna ulteriore indicazione forniva sulle notizie concernenti il DC9 Itavia ed il MiG libico, né tantomeno forniva indicazioni sulle fonti di Senise, relative alle informazioni sui due eventi (v. interrogatorio Cogliandro Demetrio, GI 08.12.95).

Esclude anche di aver riferito a voce all'ammiraglio Martini sulle informative ricevute da Senise. Afferma che dopo la cessazione dall'incarico di quest'ultimo alcune informative le passò al Vice Direttore del Servizio, generale Luccarini (v. interrogatorio Cogliandro Demetrio, GI 16.01.96). Esclude peraltro di aver consegnato appunti o note a Senise, affermando di aver soltanto redatto tre bozze di articoli: il primo su Andropov, il secondo sull'occupazione di Grenada ed il terzo sull'attacco alla base di Licola da parte di un gruppo terroristico. Articoli poi pubblicati da Senise sul Giornale d'Italia. Esclude anche di aver redatto una nota per Senise sulla guerra del Golfo. A contestazione, invece, che presso l'abitazione di Senise è stato rinvenuto proprio un appunto sulla guerra del Golfo, scritto di pugno dello stesso Cogliandro, asserisce di non ricordarlo (v. interrogatorio Cogliandro Demetrio, GI 29.01.96). Tenta di far credere che il rapporto con Senise sia iniziato nel 1989 escludendo eventuali rapporti anteriori a questa data. A contestazione che dall'agenda di Senise, invece, risultano appuntamenti fin dal 1982, afferma che gli incontri avvenivano per ragioni diverse da quelli della ricerca informativa. Dichiarazioni ovviamente non credibili.

Le dichiarazioni di Cogliandro sui rapporti di collaborazione da un lato con Martini e dall'altro con Senise, trovano conferma nelle dichiarazioni rese da questi ultimi. L'ammiraglio Martini riconduce il rapporto di collaborazione ad una sorta di esigenza nata a seguito del deteriorarsi dei suoi rapporti con il Presidente del Consiglio, Andreotti. Egli parla di richieste di informazioni su quanto dicessero del Servizio, e soprattutto della sua persona, gli ambienti romani ben conosciuti da Cogliandro che per anni era stato a capo della struttura informativa e operativa più importante della Capitale. Asserisce di non conoscere la fonte delle notizie ricevute da Cogliandro. Nega di aver mai ricevuto alcunché di scritto da Cogliandro. Questi - osserva - gli riferiva soltanto a voce. Nega anche di aver ricevuto gli appunti su Ustica affermando che qualora Cogliandro gli avesse consegnato questi appunti, li avrebbe di certo rifiutati, rinviando l'ufficiale a riferire al Magistrato. Confermava di aver retribuito mensilmente il generale Cogliandro (v. esame Martini Fulvio, GI 11.01.96).

La Direzione del Servizio, richiesta dall'Ufficio ha comunicato con missiva a firma del Direttore, generale Sergio Siracusa, che il generale Cogliandro era stato collocato in congedo in data 8 dicembre 82. A partire da questa data aveva avuto contatti con alcune strutture dipendenti e con la Direzione del Servizio; sino alla fine del 1987 aveva frequentato, molto saltuariamente, l'Ufficio Amministrazione (all'epoca sito a Palazzo Baracchini); a partire dal gennaio 89, fino al luglio 91, aveva intensificato i rapporti con la Direzione del S.I.S.MI (circa due volte al mese) e con l'Ufficio Amministrazione (circa una volta al mese). A partire dal luglio 91, non ha più frequentato nè la Direzione del S.I.S.MI né l'Ufficio Amministrazione, salvo due visite a questo secondo ufficio nell'ottobre 91 e nel giugno 92.

Il generale Siracusa ha aggiunto che dalle numerose visite all'Ufficio Amministrazione "si può ragionevolmente ritenere che ci sia stata una qualche forma di remunerazione o contributo". Ha osservato, peraltro, di escludere che esistano informative negli archivi del Servizio, redatte e firmate dal generale Cogliandro, dopo la data del suo passaggio in quiescenza. Né che sia stato elaborato dal Servizio alcun tipo di documentazione sulla base delle informative eventualmente prodotte dall'ufficiale (v. missiva Direzione S.I.S.MI del 19.01.96).

Senise, dal canto suo, dopo avere cercato di minimizzare il rapporto con Cogliandro, asserendo di non aver mai consegnato nulla di scritto e di aver soltanto riferito opinioni su determinati fatti, finisce per ammettere di aver collaborato con Cogliandro. Tenta anche di ricondurre la conoscenza ad una presentazione da parte del proprio cognato, tale Gallo, ufficiale dell'AM, deceduto. Ma su ciò é stato smentito dallo stesso Cogliandro. Finisce anche per ammettere - dopo aver tentato di far risalire la collaborazione con Cogliandro agli anni 87-88 - che il rapporto di collaborazione era iniziato su richiesta di quest'ultimo dopo che questi aveva lasciato il S.I.S.MI, cioè nell'82. Ciò ha riconosciuto soltanto a seguito delle contestazioni degli appuntamenti con Cogliandro rilevati dalle sue agende sottoposte a sequestro (v. decreto sequestro Senise Paolo, 11.12.95).

Senise dopo questi vani tentativi finisce per ammettere la vera natura dei rapporti con Cogliandro. Questi - a dire di Senise - non gli richiedeva particolari notizie, ma gli lasciava ampio spazio di ricerca. Ammette di aver ricevuto come compenso un milione al mese. Riferisce che circa venti giorni dopo la caduta del MiG libico si era recato nei luoghi ove era caduto l'aereo ed aveva raccolto testimonianze di centinaia di persone. Afferma, pertanto che la descrizione del velivolo (MiG biposto) indicata nell'informativa contrassegnata dal numero 19 al numero 23, sequestrata a Cogliandro nel corso della perquisizione del 2 novembre 95, "é il sunto di quello che acquisii. La descrizione dell'aereo caduto nasce dalle varie testimonianze di persone che avevano visto l'aereo da vicino (contadini, pastori ed altri)". (v. esame Senise Paolo, GI 17.01.96).

Il giornalista é stato sentito anche altre volte dall'Ufficio. Nel corso delle testimonianze gli sono state rivolte domande sulle fonti delle informative che sono state rinvenute nell'abitazione di Cogliandro. Egli le ha riconosciute tutte. Ha fornito delucidazioni sia sui contenuti che sulle fonti di provenienza delle notizie medesime. Ha fornito anche risposte su annotazioni rinvenute nelle agende sequestrate presso la sua abitazione, dalla quale sono risultati contatti, oltreché con il colonnello Silvestri del Raggruppamento Centri CS di Roma, anche con funzionario del S.I.S.DE.

Sempre in relazione alle notizie relative alla vicende di cui é processo ha affermato che queste erano frutto di proprie elaborazioni basate su quanto era stato pubblicato dalla stampa. Mentre, la informazione che Cossiga avrebbe occultato la verità sulla vicenda di Ustica, asserisce di averla ricevuta da un corrispondente dell'EIR - Executive Intelligence Review- (v. esame Senise Paolo, GI 09.02.96).

Tra le fonti delle notizie cita, tra l'altro, Padre Rotondi, il generale Cossulich dell'AM, il generale Gallo anch'esso dell'AM, il principe Alliata di Montereale, Federico Umberto D'Amato, il prefetto Milizia già alla Divisione AA.RR., il giornalista Longobardi, nonché corrispondenti dell'EIR, del Poe e dell'Istituto Schiller.

Nel corso delle dichiarazioni rese in data 30 marzo 96 aggiunge che Padre Rotondi verso la fine del 1980 nel corso di una conversazione gli disse che il DC9 Itavia venne abbattuto da un missile lanciato da un Mirage francese. Precisa che il missile non era diretto verso l'aereo civile ma in direzione di un MiG sovietico delle Forze Aeree libiche. Aggiunge che il prelato gli disse che questa era la voce che circolava in ambienti - di solito bene informati - del Vaticano. Aggiunge, infine, per rendere ancora più credibile la confidenza ricevuta, che Padre Rotondi nel 1980 era consigliere del Papa.

Deve essere sottolineato, come già osservato, che il rapporto di collaborazione con Cogliandro risale al 1982. Ma dell'attività informativa posta in essere da Senise s'è acquisita soltanto quella rinvenuta presso l'abitazione di Cogliandro, che inizia nel 1989. Nulla, invece, é stato rinvenuto sull'attività svolta prima di questo anno. In conclusione ai vari vuoti informativi emersi dalle attività del Servizio militare deve essere aggiunto anche questo sul materiale Senise-Cogliandro.

Deve essere rilevato, nel caso specifico, che la raccolta di informazioni è stata compiuta da un giornalista. Ne conseguono perciò problemi di legittimità, in considerazione dell'espresso divieto della legge istitutiva dei servizi di informazione.

Severo il giudizio espresso dal Comitato Parlamentare di Controllo sui Servizi, al quale la documentazione sequestrata é stata trasmessa in copia: "Non sappiamo come appunti di questo tipo siano stati valutati da chi li riceveva. E' del tutto evidente però che il Direttore del S.I.S.MI, tenuto, per la delicatezza dei suoi compiti, ad osservare rigorosamente il dovere di imparzialità e quello di fedeltà alla Costituzione, avrebbe dovuto mettere alla porta un informatore che gli dava simili consigli o che rovesciava "spazzatura" sul suo tavolo, troncando subito ogni collaborazione con lui. Ciò non é avvenuto. Anzi, stando alle carte sequestrate, vi é da credere che le informazioni fossero quasi tutte dello stesso genere e tuttavia la Direzione del S.I.S.MI ha continuato ad acquisirle ed a pagare per esse".

Come si é già visto, il Raggruppamento Centri risulta avere avuto un ruolo nella ricerca di informazioni concernenti l'attivismo di fine luglio. Difatti nell'appunto della 1ª Divisione del 29 luglio si fa espressamente riferimento agli accertamenti fatti da questa struttura presso il Ministero dei Trasporti. Ma di questa attività nessun documento é stato rinvenuto nella pratica di Ustica acquisita dal Raggruppamento Centri CS di Roma. Deve però essere ricordato che Cogliandro, come si é già accennato, intratteneva un rapporto privilegiato con Santovito e di fatto "scavalcava" Notarnicola. Situazione che sarà "sanata" con la direttiva interna di Santovito, che di fatto sconvolgeva i meccanismi interni e per effetto della quale il colonnello Cogliandro avrebbe risposto direttamente al Direttore del Servizio. Questa anomala corrispondenza tra Direttore del Servizio e comandante del Raggruppamento Centri sarà una delle cause della nascita di un archivio parallelo, personale ed a uso esclusivo del Cogliandro.

Nel corso di un provvedimento di esibizione a carico del S.I.S.MI, concernente il noto Era Renato, il Servizio ha esibito, tra l'altro, la pratica del Raggruppamento Centri CS del S.I.S.MI di Roma all'oggetto "Bodo - nome di copertura di agente nemico", sulla cui copertina indice si è rilevata, in calce, la seguente annotazione manoscritta: "vedasi anche fascicolo 1/13/171 dell'archivio segreteria del disciolto RCSS".

Il citato numero di categoria - 1/13/171 - risulta cancellato con due tratti e sopra il numero risulta annotata la cifra "35405" relativa alla pratica di tale "Rossi Gianni", esibita anche questa dal S.I.S.MI. All'interno di quest'ultima pratica si è rilevato altro fascicolo con categoria "1/13/56" all'oggetto "Rossi Gianni", sulla cui copertina indice risulta scritto "Archivio Demetrio" e la seguente annotazione: "Pratica proveniente dalla segreteria dell'ex raggruppamento centri disciolto nel giugno 82 - inserita nella pratica dell'archivio il 20.09.84 e ne costituisce il 1° atto". Analogo riferimento é stato rilevato sulla copertina della pratica del noto Valori Giancarlo Maria, anch'essa acquisita dagli atti dell'archivio già di pertinenza del Raggruppamento Centri CS del S.I.S.MI. Sulla base di queste indicazioni sono state acquisite al Servizio le cartelline indice relative al carteggio riferibile alla segreteria dell'ex Raggruppamento Centri diretto da Cogliandro. Dall'esame di tali cartelle è stato possibile rilevare che l'archivio é stato strutturato in forma simile all'archivio corrente in uso al Servizio; ad ogni pratica corrisponde: un numero di "titolo" che corrisponde a "1", valido per tutte le pratiche; un numero di "sottotitolo" da "1" a "13" a seconda degli argomenti di carattere generale; un numero progressivo corrispondente alla singola pratica che si riferisce all'oggetto dell'argomento trattato.

E' rimasto così provato che le pratiche formate erano 613, concernenti: partiti politici, uomini pubblici (politici, magistrati, industriali), logge massoniche, attività eversive, attività proprie del servizio. Di queste 613 pratiche, ben 483 sono risultate distrutte, tra cui:

- "1-6-31" su "aereo di nazionalità libica precipitato in Calabria";

- "1-13-111" su "disastro aereo per caduta dell'aereo DC9 dell'Itavia, con 81 passeggeri".

Di qui la ragione per cui non sono state riscontrate agli atti della pratica di Ustica del Raggruppamento le informazioni che si citano nell'appunto del 29 luglio 80 della 1ª Divisione.

Sulla base delle indicazioni riportate sulle cartelline indice che hanno confermato l'esistenza di un carteggio "parallelo" all'interno del Raggruppamento Centri CS diretto dal colonnello Cogliandro il S.I.S.MI, in esecuzione di un ulteriore provvedimento di acquisizione, ha consegnato:

- nr.2 registri di protocollo riportanti la registrazione di appunti riservati dal nr.1 datato 15.01.59 al numero 2278, datato 25.06.82;

- uno schedario contenente richiami all'archivio Cogliandro.

Il dottor Casale, funzionario della 1ª Divisione del S.I.S.MI - Divisione che dal primo aprile 96 ha assunto la gestione dell'archivio già di pertinenza del Raggruppamento Centri CS di Roma - ha ipotizzato che tali registri contenessero la registrazione degli appunti riservati che, a suo tempo, il colonnello Cogliandro, senza apporre su di essi un protocollo ufficiale, sottoponeva informalmente all'attenzione del Direttore del Servizio, e che solo successivamente, se decretato superiormente, i suddetti appunti informali venissero utilizzati per originare informative per le altre articolazioni del servizio, che venivano, invece, assunte a protocollo. Il medesimo, per quanto concerne la distruzione del carteggio, ha dichiarato che poichè trattavasi di carteggio non ufficiale, non sarebbero stati compilati i relativi verbali di distruzione. (v. sequestro Cogliandro Demetrio, 31.10.95).

Al di là della legittimità della formazione di tale carteggio, della sua gestione e della successiva parziale distruzione, ed infine della confluenza del "sopravvissuto" carteggio nelle pratiche dell'archivio corrente del Raggruppamento Centri CS, devono ricordarsi come comportamenti contra legem: 1) la formazione di pratiche intestate a partiti politici; 2) la formazione di pratiche intestate a uomini politici; 3) la distruzione di pratiche concernenti vicende e soggetti che, tra l'altro, sono stati e sono oggetto di inchieste giudiziarie.

Per quanto concerne il punto "1" si rilevano pratiche all'oggetto: Democrazia Cristiana; Partito Comunista Italiano; Partito Socialista Italiano; Partito Repubblicano Italiano; Partito Radicale, PSDI; Movimento Sociale Italiano.

Per quanto concerne il punto "2" si rilevano pratiche all'oggetto: Costamagna - on.le - attività - pratica 1-13-14, distrutta; Vitalone senatore, pratica 1-13-16; Evangelisti Franco - on.le DC, pratica 1-13-23, distrutta; Melega Gian luigi - pubblicista deputato, pratica 1-13-28; Mancini Giacomo - duputato PSI, pratica 1-13-34, distrutta; Pecchioli - senatore del PCI, pratica 1-13-38, distrutta; Andreotti Giulio - on.le, pratica 1-13-40, distrutta, Ruffini Attilio - Ministro, pratica 1-13-41, distrutta; Benvenuto Giorgio, segretario Generale UIL, pratica 1-13-76; Taviani Paolo Emilio - on.le, pratica 1-13-185, distrutta; Zaccagnini Benigno - on.le, pratica 1-13-137; Visentini Bruno - presidente PRI, pratica 1-13-140; Andreatta Nino - on.le, pratica 1-13-142, distrutta; Pandolfi Filippo Maria - on.le, pratica 1-13-143, distrutta; Scalia Vito - on.le, pratica 1-13-144; Martelli Claudo della direzione del P.S.I., pratica 1-13-145, distrutta; Craxi Bettino - segretario del P.S.I. , pratica 1-13-146; Bisaglia Antonio - on.le, pratica 1-13-148; Formica Rino - on.le, pratica 1-13-149; Forlani Arnaldo - on.le, pratica 1-13-150:

Per quanto riguarda il punto "3" si rilevano le pratiche: Assassinio dell'on.le Mattarella Pier Santi - pratica 1-2-11; Fredda Franco - ricerca all'estero - pratica 1-2-18; Uccisione del giudice Amato, pratica 1-2-23; Marchetti Marco - (strage FF.SS Bologna), pratica 1-2-37; Donat Cattin Marco, pratica 1-2-44; Scricciolo Luigi, pratica 1-2-46; Scomparsa in Libano dei giornalisti italiani Toni Italo De Palo Maria Gabriella, pratica 1-6-51; Maletti Gianadelio, pratica 1-6-54; Viezzer Antonio - ex colonnello CC, pratica 1-6-59; La Bruna Antonio - ex capitano CC, pratica 1-6-60; Servizio informativo bulgaro, pratica 1-6-64; inchiesta Italcasse - procedimento affidato al G.I. Alibrandi, pratica 1-13-29; Sindona Michele, pratica 1-13-166;Santovito Giuseppe . Generale di C. d'A. - direttore del S.I.S.MI, pratica 1-13-199.

Sui registri di protocollo informale sui quali venivano registrati gli appunti che a mano a mano venivano sottoposti all'attenzione del Direttore del Servizio, si rileva:

- la registrazione di nr.2278 appunti, di cui quelli registrati dal nr.1 datato 15.01.79 al nr.1981 datato 28.07.81 sarebbero stati posti in visione al direttore pro-tempore, generale Giuseppe Santovito, che, com'è noto, ha lasciato il servizio in data 12.08.81 per essere sostituito dal generale Ninetto Lugaresi;

- di questi 1981 appunti, ben 463 non risultano essere stati trasmessi alle altre articolazioni del servizio (probabilmente confluivano agli atti del carteggio informale di segreteria);

- gli appunti dal nr.1981 al nr.2278 - successivi alla gestione Santovito - risultano invece tutti inviati superiormente, salvo l'appunto nr.2187 datato 08.04.82, concernente la loggia massonica P2, e il nr.2259 datato 05.06.82; nella registrazione si rileva in entrambi la decretazione "atti".

Va rilevato innanzitutto che alcuni argomenti, oggetto degli appunti, avrebbero poco a che vedere con i compiti istituzionali di un Servizio informazioni militare, che, invece, sono dettati nell'art.4 della l. del 24.10.77, nr.801 che, è bene ricordarlo, così recita: "è istituito il S.I.S.MI. Esso assolve a tutti i compiti informativi e di sicurezza per la difesa sul piano militare dell'indipendenza e della integrità dello Stato da ogni pericolo, minaccia o aggressione. Il S.I.S.MI svolge inoltre ai fini suddetti compiti di controspionaggio".

Inoltre alcuni appunti risultano decretati in "atti", nonostante l'oggetto si riferisse ad argomenti che potevano interessare quanto meno la 1ª Divisione, struttura, questa, dalla quale dipendeva organicamente il Raggruppamento Centri CS, ed anche inchieste giudiziarie in corso.

In tali registri una pagina definita "partenza" serviva per registrare da quale struttura interna al Servizio provenisse l'appunto; l'altra pagina definita "restituzione" serviva per annotare le eventuali decretazioni superiori ed a quali articolazioni del Servizio o enti esterni venisse trasmesso l'appunto (v. rapporto DCPP 28.04.97).

E' bene riportare qui di seguito alcune registrazioni delle informative che venivano mostrate al direttore del Servizio, generale Santovito. Di queste - è bene ricordarlo - è rimasta traccia soltanto dei riferimenti in questa sorta di registro di protocollo informale. Ma già dall'oggetto delle informative si denota che il S.I.S.MI di Santovito non aveva perso l'abitudine sifarista di "informarsi" sulle attività e dei partiti e dei rappresentanti di questi ultimi. E' bene anche ribadire che informative sulle attività degli uomini politici - sempreché non interessino la sfera della sicurezza del Paese - non risultano in nessun caso di competenza del Servizio, e pertanto, quando invece vi si riscontrano affannose ricerche di informazioni sulle attività politiche di costoro, tali condotte non possono non determinare una grave ombra sulla legalità repubblicana.

Qui di seguito alcuni oggetti delle informative che Cogliandro inviava a Santovito: appunto n.309 - datato 5.9.79 - proveniente da "R/C" all'oggetto "Roma - incontro Andreotti - Forlani"; appunto n.319 - datato 8.9.79 - proveniente da "R/C" all'oggetto "Roma - incontro del Presidente del Consiglio on. Cossiga e segretario del PCI on. Berlinguer"; appunto n.320 - datato 8.9.79 - proveniente da "R/C" all'oggetto "Incontro Craxi - Berlinguer"; appunto n.325 - datato 6.9.79 - all'oggetto "Quarto nome della vicenda Lokheed"; appunto n.328 - datato 11.9.79 - all'oggetto "Discorso di Berlinguer di domenica 16 settembre 1979 - anticipazioni"; appunto n.379 - datato 19.9.79 all'oggetto "Copia bozza discorso Cossutta alla consulta"; appunto n.599 - datato 17.11.79 - proveniente da "R/C 1" all'oggetto "Situazione politica (linea perseguita dall'on. Andreotti) - nella parte "restituzione" si legge "inviato al Sig. Direttore 1ª Divisione (CS informato) con foglio n.599/RC del 19.11.79 "sospeso per ordine del Capo"; appunto n.725 - datato 25.1.80 - proveniente da "R/C" all'oggetto "Presidente Cossiga - aumento di popolarità"; appunto n. 728 - datato 26.1.180 - proveniente da "R/C" all'oggetto "Senatore Vitalone - Attività"; appunto n. 747 - datato 4.2.80 - proveniente da "R/C" all'oggetto "Senatore Vitalone - attività" "atti - restituito il 5.2.80"; appunto n.842 - datato 7.3.80 - proveniente da "R/C" all'oggetto "On. Mancini-attività" "atti"; appunto n.1329 - datato 30.8.80- proveniente da "R/C" all'oggetto "PSI - finanziamenti" "restituito il 2.9.80 - visto - inviato al Sig.Direttore 1ª Div. con promemoria nr.154 del 2.9.80 atti"; appunto n. 1464 - datato 27.10.80- proveniente da "R/C" all'oggetto "Aspirazioni di uomini politici verso la carica di presidente della Repubblica" "atti 28.10.80"; appunto n.1531 - datato 1.12.80 - proveniente da "R/C" all'oggetto "Generale Giudice - rapporti con il PCI" "le minute dell'appunto sono state ritirate dal Capo - ore 13.15 del 3.12.80"; appunto n.1895 - datato 30.4.81 - proveniente da "R/C" all'oggetto "PSI - situazione" "atti 6.5.81 (ordine Capo) copia al Generale Ferrara"; appunto n.1896 - datato 30.4.81 - proveniente da "R/C" all'oggetto "PSI - sinistra socialista - rapporti con il PCI" "atti 6.5.81 (ordine Capo) copia al Generale Ferrara"; appunto n.1898 - datato 30.4.81- proveniente da "R/C" all'oggetto "Rapporti PSI-PCI" "atti 6.5.81 (ordine Capo) copia al Generale Ferrara"; appunto n.1899 - datato 30.4.81 - proveniente da "R/C" all'oggetto "PSI - situazione" "atti 6.5.81 (ordine Capo) copia al Gen Ferrara"; appunto n.1904 - datato 4.5.81 - proveniente da "CS1" all'oggetto "Ferraro Liliana" "restituito dal Capo al Dr. Masina, per essere rielaborato".

Devono essere condivise, peraltro, le valutazioni espresse dal PM su questo archivio: "La maggior parte degli appunti (raccolti in 483 pratiche) redatti in tale maniera da Cogliandro sono stati distrutti senza formalità in epoca che non è stato possibile accertare, così come ignoti sono rimasti gli autori della distruzione. Certamente essi esistevano ancora nel 90, se in relazione alla distruzione del carteggio si poteva scrivere: "Altri fascicoli/pratiche, sempre relativi a uomini pubblici (politici e non), facenti parte di un carteggio informale del disciolto Raggruppamento Centri CS, sono tuttora in corso di esame e se ritenuto necessario quanto prima saranno segnalati per una eventuale distruzione".

Ciò implica anche che i fascicoli non furono distrutti nel 1987, in esecuzione dell'ordine impartito da Martini il 26 agosto di quell'anno, di eliminazione di tutti i fascicoli attinenti a uomini pubblici. Di essi è però rimasta traccia in due registri sequestrati presso il Raggruppamento Centri CS, concernenti la registrazione di 2278 "appunti riservati" concernenti il periodo gennaio 79/giugno 82. Dai registri risultavano due fascicoli concernenti il MiG23 e la vicenda di Ustica, entrambe distrutti.

Nel fascicolo Ustica dovevano esser raccolti almeno due appunti (n. 1211 e 1213) che risultano esser stati inoltrati, giacché nella sezione dei registri riservata alla destinazione degli atti vi è apposta la corrispondente annotazione. Si dovrebbe trattare infatti dei due appunti trasmessi nel luglio alla 1ª Divisione e di cui s'è già trattato. Quello concernente il MiG libico avrebbe dovuto contenere almeno una nota (registrata al n. 1265, che non risulta trasmesso alle articolazioni del Servizio).

Per la figura degli estensori, per quella dei destinatari e principalmente per la natura degli oggetti trattati, tutti concernenti attività o uomini politici, non può condividersi il giudizio negativo dato dal Comitato di Controllo dei Servizi. Riprova dell'importanza è di certo la loro distruzione. Esempio di argomenti che avrebbero meritato di essere approfonditi quello dell'esistenza di fascicoli di magistrati destinati a carriere in archivi di partiti.

L'annotazione sul registro si presta a due, alternative, interpretazioni.

Si premette che il documento viene annotato come proveniente da R/C (e cioè dallo stesso Raggruppamento) il 20 luglio, con oggetto "Aereo (MiG23) di costruzione sovietica, in dotazione alle FFAA libiche, precipitato in Calabria" ed essere posto agli "atti" il giorno successivo; non risulta alcuna tramitazione verso altri Organi.

Il 22 luglio il Raggruppamento Centri CS invia una nota (nr.4742/RC di protocollo) alla 1a Divisione, con la quale si trasmette un appunto datato 21 luglio, nel quale si dà conto di una nota verbale raccolta il giorno precedente nell'Ambasciata libica. Di questo appunto si è già innanzi discusso.

Le date non coincidono esattamente, giacché l'appunto reca la data del 21 luglio e di conseguenza non dovrebbe essere pervenuto il giorno precedente. Tuttavia, la coincidenza temporale può far ritenere che agli atti sia stata inviato un appunto, riguardante la raccolta della nota verbale nell'Ambasciata, da parte del funzionario che lo aveva ricevuto. Questo appunto, inviato agli "atti" del Raggruppamento, dovrebbe esser stato distrutto; il suo contenuto dovrebbe però esser stato trasfuso nell'appunto del 21 luglio, poi inviato il giorno successivo alla 1ª Divisione.

Contro questa interpretazione, per così dire, benevola, vi sono però tre dati di fatto. Il primo è che le date non coincidono, come s'è detto. Il secondo è che l'appunto del 21 luglio, trasmesso il 22, è originato dal Centro CS4. Questo effettivamente dipende dal Raggruppamento Centri CS, ma ogni volta che vi è un atto originato da un Centro dipendente, questo viene annotato con siffatta indicazione (ad esempio, si vedano nella stessa pagina del Registro gli atti n. 1259, 1260, 1261, 1263, 1264). E' vero però anche che sulla minuta della nota di trasmissione del 22 luglio sono annotati a matita e a timbro riferimenti al CS4 ("CSIV - Atti - 23 luglio 1980"); vi è quindi quanto meno un interesse del Centro nel momento in cui si archivia la minuta.

Infine, l'oggetto dell'appunto è differente significativamente da quello apposto sull'appunto del 21 luglio ("Nota preparata ieri, 20 luglio, nell'ufficio del capo dell'Ambasciata libica a Roma, relativa all'aereo libico penetrato nello spazio aereo italiano, da trasmettere presumibilmente alle autorità italiane").

Di conseguenza, non è possibile accertare definitivamente se all'indicazione "atti" corrisponda una valenza alternativa rispetto alla trasmissione ad altre articolazioni del Servizio; vi sono però elementi indizianti in tal senso". ... . Anche la distruzione di carteggio riferibile ad inchieste giudiziarie in corso ingenera sospetti sul contenuto delle note distrutte. La distruzione delle due pratiche relative al DC9 Itavia ed al MiG libico é stata una grave iniziativa da parte del Servizio.

Va rilevato che se tale carteggio fosse stato raccolto nell'ambito dei compiti istituzionali del Servizio, probabilmente, sarebbe confluito nelle pratiche correnti dell'archivio del Raggruppamento Centri CS; pertanto, poichè ciò non è avvenuto la raccolta di queste informazioni non rientrava sicuramente nei compiti istituzionali del Servizio. Difatti, una volta esaminato dal Servizio, l'"Archivio Cogliandro" é stato parzialmente distrutto, e solo incidentalmente è stato portato alla luce. (v. requisitoria PM 31.07.98).

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