16. La testimonianza dei funzionari
dello Stato Maggiore del S.I.S.MI.

Al fine di comprendere quali attività vennero svolte dall'Ufficio dello Stato Maggiore del S.I.S.MI a seguito delle richieste sia di quest'Ufficio che di varie Autorità politiche e parlamentari, sono state raccolte le testimonianze di quei funzionari che hanno seguito le relative istruttorie.

Deve essere premesso che queste testimonianze sono state di scarsa utilità, ma non perché i funzionari non sapessero dare risposta ai quesiti, bensì per deliberato proposito, in un quadro di generale reticenza, di non riferire quanto da loro appreso e rilevato nel corso della gestione delle surrichiamate richieste di documentazione. Su queste dichiarazioni dovrà pertanto l'Ufficio del Pubblico Ministero valutare eventuali indagini e conseguenti richieste.

Che il Servizio non abbia corrisposto con la dovuta solerzia alle richieste dell'Ufficio é stato possibile accertarlo soltanto a seguito della acquisizione di tutta la documentazione sui due eventi (Ustica-MiG23), come s'è detto nella parte iniziale di questo capitolo. Che filtro ci sia stato nella trasmissione dei documenti si rileva dalla testimonianza di Pipitone, laddove afferma che l'esame dei documenti da trasmettere si rendeva necessario per non inviare atti doppioni o ritenuti "ininfluenti". Lì ove aggiunge che "A seguito delle richieste sia della Commissione Pratis che quelle successive , almeno fino a quando sono stato al Servizio, cioè fino al 92, si controllavano tutti gli atti del Servizio anche quelli dello Stato Maggiore che avevano assorbito quelli dell'Ufficio del Direttore. Anche questi venivano esaminati e valutati per l'inoltro ai richiedenti" (v. esame Pipitone Giuseppe, GI 25.09.97). Se ne può pertanto facilmente dedurre che la Direzione del S.I.S.MI, attraverso i suoi funzionari, si é sostituita di fatto alle valutazioni del giudice, attribuendo, documento per documento, l'eventuale rilevanza o meno ai fini dell'inchiesta. Tale comportamento è censurabile.

Addetti alla visione e pertanto alla eventuale cassazione di alcune parti dei documenti - singolare sistema, questo delle cancellazioni, che viene fatto risalire ad una consuetudine nel tempo - oltre allo stesso Pipitone, la dottoressa Pollastri e il dottor Lehmann di cui si é già fatto cenno. I tre funzionari costituiscono per il Direttore del Servizio una sorta di gruppo di analisi che di volta in volta è chiamato a studiare ed a dare risposta sia agli attacchi della stampa che alle varie richieste sia delle Autorità politiche che di quest'Ufficio. Numerosi sono gli appunti, le valutazioni, i suggerimenti diretti all'attenzione del Direttore del Servizio, e ai Capi di Stato Maggiore che si sono avvicendati nell'incarico durante la direzione Martini. Tra gli altri il generale Rosa ed il generale Inzerilli (v. atti dello Stato Maggiore del S.I.S.MI).

Pipitone ammette di aver visto, tra gli atti custoditi allo Stato Maggiore, il documento sulla autopsia al pilota del MiG libico, ma di non aver notato l'annotazione apposta in calce al documento "Sì er SIOS/A per progetto Notarnicola/Tascio". (v. esame Pipitone Giuseppe, GI 25.09.97). Non può essere accettata la riduttiva giustificazione da lui fornita, che peraltro tiene in non cale l'intelligenza di chi raccoglie la testimonianza. Pipitone non poteva non essere a conoscenza dei motivi che avevano portato la Direzione del Servizio a richiedere le dichiarazioni a Maraglino e Curci. Egli infatti non solo ha rivestito il ruolo di direzione dei lavori preparatori della ricerca ed esame della documentazione da trasmettere a quest'Ufficio, ma é anche colui che tratta proprio la vicenda delle acquisizioni dei dati radar a Martina Franca, così come si rileva dall'esemplare della missiva della 1ª Divisione del 7 dicembre 88 con la quale venivano trasmessi allo Stato Maggiore, tra l'altro, i documenti di Bari di fine luglio 80, ed in cui risulta la chiara annotazione "Pratica trattata dal colonnello Pipitone ...". Pipitone nonostante la contestazione di quanto sopra e nonostante l'ammonizione a dire la verità, ha continuato a ribadire di non sapere nulla sulle motivazioni dell'attivismo di fine luglio e dei motivi per i quali furono richieste le dichiarazioni al personale del Centro CS di Bari (v. esame Pipitone Giuseppe, GI 02.10.97).

Sulla scia di Pipitone le dichiarazioni della dottoressa Pollastri. Anche questo funzionario, nell'ambito di una scelta di reticenza, fornisce informazioni pressoché inutili. Asserisce che le disposizioni del Direttore del Servizio, a seguito della richiesta della documentazione da parte di quest'Ufficio, era stata quella di "dare tutto e subito" e che pertanto venne trasmessa immediatamente la documentazione già trasmessa alla Commissione Pratis. Esclude, così mentendo, che vi fossero state riunioni allo Stato Maggiore nel corso delle quali furono impartite disposizioni particolari alle Divisioni interessate al reperimento degli atti. Ciò in contrasto con quanto attestato dal documento della 1ª Divisione del 30 ottobre 89. Ammette di aver visto tra gli atti dello Stato Maggiore il documento sull'autopsia del pilota del MiG libico, ma asserisce di non ricordare l'annotazione apposta in calce sul "progetto Notarnicola/Tascio". Aggiunge di ritenere probabile che l'annotazione possa essere sfuggita alla sua attenzione. Preso atto della cartella dello Stato Maggiore ove risulta inserito il documento, dichiara di vederla per la prima volta, ritenendo che il materiale ivi contenuto sia stato rinvenuto successivamente alle prime ricerche. Non ha peraltro ricordato - come si é già avuto modo di evidenziare - la vicenda delle richieste delle dichiarazioni al Centro CS di Bari. (v. esame Pollastri Mirella, GI 02.10.97).

La sua giustificazione non può essere accettata. Il documento é stato rinvenuto piegato nella parte inferiore del foglio così da nascondere l'annotazione. Tale "accortezza" non può che essere stata predisposta proprio per evitare che nella fotocopiatura venisse riprodotta l'annotazione.

Anche Lehmann, fornisce informazioni quasi del tutto inutili. Egli - come del resto la Pollastri - dichiara subito che la disposizione di Martini fu quella di dare tutto e subito. Non ricorda se ci furono riunioni sulla richiesta di documentazione da parte di questa AG. Non ricorda neanche se la documentazione che affluì dalle strutture interne allo Stato Maggiore, fosse in originale o in copia. Fa risalire la disposizione della cancellazione di parte dei documenti del Servizio ad una direttiva del Presidente del Consiglio, risalente al 1985. Asserisce che, per la vicenda di Ustica, le cassazioni non furono enfatizzate.

In relazione alla visione preventiva dei documenti allo Stato Maggiore prima che venissero trasmessi all'Autorità Giudiziaria, asserisce di non aver mai seguito tale prassi. A tal proposito aggiunge - solo dopo aver preso atto che altro testimone ha dichiarato il contrario - che la visione dei documenti fu effettuata solo da Pipitone e Pollastri. Giunge ad affermare di non aver mai redatto note o appunti esplicativi per il Capo del Servizio, tantomeno note congiunte con il colonnello Pipitone.

E' stato invece accertato il contrario. Infatti dagli atti dello Stato Maggiore si rilevano due appunti senza data, ma di certo relativi alla richiesta di questo Ufficio dell'ottobre 89, entrambi firmati da Lehmann e Pipitone, con i quali il Capo del Servizio veniva informato sull'esito dell'esame della documentazione relativa al DC9 Itavia ed al MiG libico. In uno di questi, addirittura, si suggerisce al Direttore di non dare comunicazione a quest'Ufficio della distruzione di alcuni documenti. Quest'ultimo in calce al documento di proprio pugno scrive: "D'accordo". Lehmann, sul punto, dichiara di non ricordare la vicenda.

Va rilevato che nulla peraltro riferisce sia sull'annotazione apposta sul documento relativo all'autopsia del pilota libico, più volte richiamato, né tantomeno sulle motivazione della richiesta di dichiarazioni ai funzionari del Centro CS di Bari (v. esame Lehmann Giorgio, GI 02.10.97 a.m. e p.m.).

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