12. Le dichiarazioni del generale Notarnicola Pasquale.

E' indubbio che l'interesse in questa istruttoria sull'operato del generale Notarnicola nasceva dalle dichiarazioni che egli stesso aveva rilasciato nel corso dell'audizione resa in Commissione Stragi in data 21.11.89. In particolare il generale Notarnicola aveva affermato che: "Successivamente, qualche giorno dopo (e qui non posso essere preciso), ma comunque nell'arco di 4 o 5 giorni dopo e ritengo di andare oltre i tempi reali, saltò fuori dalla stampa, e dico questo per correttezza perché non posso ricostruire ad horas i fatti, la questione dell'attentato, della bomba ad Affatigato. Fu questo il motivo che mi indusse a muovermi.

Ho detto che non posso precisare ad horas perché la mia memoria logica mi fa ritenere che non sia possibile che dal momento della caduta dell'aereo al momento in cui la stampa riportò la notizia e la smentita sulla questione Affatigato qualcuno avesse avuto il tempo di intervenire presso di me. Quindi logicamente sposto quanto sto per dire da un periodo immediatamente successivo alle rivelazioni sulla stampa.

Venne da me un dipendente Capo Centro del CS - se poi vi sarà necessità di fornire indicazioni per la tutela delle articolazioni chiederò la seduta segreta, per ora mi fermo solo a spiegazioni generiche - proprio nel mio ufficio (veniva da un ente periferico quindi non era di Roma) e mi fece alcuni cenni sulla vicenda Affatigato, dicendo che forse tale vicenda poteva anche essere smentita, ma che da lì c'era da guardare ben oltre, perchè probabilmente di attentato si era trattato e questo attentato forse era stato rivolto, preciso che egli parlava di voci incontrollabili, contro un magistrato (non capii di che area, forse di Firenze o Bologna) che si doveva recare in Sicilia per determinate indagini".

Il 16 febbraio 90 il generale Notarnicola confermava le dichiarazioni rese in Commissione Stragi dichiarando che "l'interesse del S.I.S.MI per la caduta del DC9, nacque da notizie stampa che io appresi che accreditavano la tesi di un attentato politico nei confronti di un esponente della destra eversiva, tale Affatigato. La notizia venne tuttavia immediatamente smentita sempre dalla stampa, e si fece viva un'altra ipotesi, quella dell'azione diretta contro un magistrato che si recava in Sicilia per indagini... . Preciso che l'ipotesi dell'attentato al Magistrato mi venne fatta presente da un appartenente ad un'organizzazione periferica di Firenze. In sostanza fu questa notizia che mi indusse ad interessarmi alla vicenda Ustica e non tanto quella di Affatigato che si era dimostrata subito inconsistente" (v. esame Notarnicola Pasquale, GI 16.02.90).

Notarnicola, riascoltato nel dicembre 90, dichiarava che: "il Capo Centro di Firenze, subito dopo la notizia Affatigato e la smentita, venne da me e mi riferì di voci che circolavano nel capoluogo toscano sui moventi della strage. Rinviai questa persona al dirigente della 3a Sezione ... il nome del Capo Centro di Firenze è Mannucci Benincasa Federigo". (v. esame Notarnicola Pasquale, GI 19.12.90).

Va subito rilevato che Lombardo ha invece asserito di aver saputo dell'informativa a seguito del rapporto informativo del 18 luglio 81 del Centro Cs di Firenze, escludendo "che qualcuno del Centro CS di Firenze, tanto meno il Capo Centro, sia venuto a parlarmi di questa telefonata nell'immediatezza o poco dopo il disastro aviatorio" (v. esame Lombardo Bartolomeo, GI 28.12.90).

Notarnicola, sentito nuovamente nel gennaio 91, affermava: "Come ho già avuto modo di riferire in sede di Commissione Stragi, uno degli elementi informativi sui quali si appuntò la mia attenzione dopo la caduta dell'aereo di Ustica fu determinato da un brevisolloquio avuto nel mio ufficio con il capo Centro di Controspionaggio di Firenze, che, venuto a Roma, non so per quali altri motivi, venne a salutarmi. In tale occasione l'ufficiale mi parlò della caduta dell'aereo di Ustica affermando che da voci non controllabili riteneva possibile che l'aereo di Ustica, l'aereo caduto ad Ustica, fosse stato oggetto di un attentato e che questo attentato, ancorchè smentito dai fatti circa la falsa informazione della presenza dell'Affatigato a bordo, potesse, in effetti, avere una sua consistenza in quanto rivolto contro un giudice imprecisato che avrebbe dovuto recarsi con quel volo in Sicilia e non ricordo se per indagini così generali, oppure proprio su indagini relative al terrorismo". L'ufficiale non riusciva a ricordare le circostanze temporali in cui si era svolto il colloquio con il Capo Centro e precisava di aver inviato il Capo Centro alla sezione competente. (v. esame Notarnicola Pasquale, GI 03.01.91).

Il generale ritorna in argomento nel corso dell'esame testimoniale reso nel febbraio 92 specificando: "Per quanto concerne la vicenda Tricomi, il colonnello Mannucci ebbe sicuramente a parlarmene, pur senza fare il nome del Magistrato, entro qualche giorno della pubblicazione sul Corriere della Sera circa la presenza dell'Affatigato sull'aereo caduto e la relativa smentita fatta dalla madre dello stesso. Nell'occasione il Mannucci mi disse che la smentita non era da sposare con certezza, stante la possibilità di un attentato con un ordigno esplosivo effettuato a danno dell'aereo, sul quale avrebbe dovuto prendere posto un Magistrato toscano che si recava in Sicilia per indagini, ritengo sul terrorismo. Ciò avveniva a Roma presso il mio ufficio, a Forte Braschi. Non detti peso alla notizia, perché in più occasioni avevo rilevato la scarsa concretezza mostrata dall'ufficiale nell'attività informativa in genere. Detti uno sbocco occasionale alla notizia riferendo oralmente al generale Santovito, che però la respinse decisamente, affermando che l'aereo era caduto per cedimenti strutturali e le voci di attentati erano state sparse artatamente dalla compagnia per scaricare le proprie responsabilità. Io non ricordo una informativa scritta del Centro di Firenze su tali vicende. Se, come mi si dice, l'informativa reca la data 18.07.81, io non ero più Direttore della Divisione sin dal 13 precedente, giacchè a quest'ultima data fu sollevato il problema dell'incompatibilità giuridica del mio status militare con quello civile assunto dagli appartenenti al Servizio e da me non accettato. Sostanzialmente ho sempre ritenuto che si trattasse di un calcolato allontanamento preventivo - preventivo perchè io avevo già chiesto dall'anno precedente per iscritto, di rientrare nella F.A. - dovuto alle mie prese di posizione contro l'invio di documenti informativi infondati sulla strage di Bologna alla Magistratura competente ed anche all'ordine impartito agli organi operativi di porre sotto controllo le attività del dr. Pazienza". (v. esame Notarnicola Pasquale, GI 07.02.92).

Riferimenti alle attività di Mannucci Benincasa sono stati rinvenuti anche in un documento sequestrato nel corso della perquisizione effettuata presso l'abitazione di Gioia del Colle del generale Notarnicola. In particolare nel documento manoscritto intitolato "Lineamenti dell'audizione presso la Commissione Stragi del 21.11.89", il generale sintetizza gli argomenti affrontati nel corso dell'audizione. Nel citare alcune delle motivazioni che avevano indotto la Direzione del Servizio ad allontanarlo dalle funzioni di Direttore della 1ª Divisione, il generale Notarnicola citava alcuni episodi, tra i quali "le proteste per l'ingiustificabile comportamento del Capo Centro in questione che mi aveva consegnato un rapporto volutamente incompleto su alcuni accadimenti della P2 e che io avevo in buona fede trasmesso alle autorità di Governo. Successivamente, a seguito di richiesta della magistratura ordinaria, scoprii che il Capo Centro tentava - ancora a mia insaputa - di sostituire quel rapporto con altro completo dal quale risultavano collegamenti tra un ufficiale a lui vicino e il Capo della Loggia Massonica sub-judice. In tale circostanza avevo censurato il comportamento ed espresso l'intento di verificarne altri pregressi che avevano suscitato mie perplessità. Sembra quindi significativo che il documento sul presunto attentato all'aereo, di cui mi era stato fatto cenno un anno prima, apparisse in atti solo dopo che erano cessate le mie competenze sulla direzione dell'organo. Ed ancora che non mi fosse stato mostrato allorchè avevo chiesto al S.I.S.MI di esaminare il carteggio preliminarmente all'audizione".

La vicenda cui si riferisce Notarnicola concerne un documento sulla P2 ed in particolare su Licio Gelli che il giornalista dell'ANSA di Firenze, Marcello Coppetti, aveva consegnato - dopo lo scandalo P2 - a Mannucci Benincasa, che, a sua volta, lo aveva trasmesso alla 1ª Divisione. Veniva accertato che l'esemplare che il Capo Centro di Firenze aveva trasmesso mancava di una parte concernente il contatto che il colonnello Umberto Nobili aveva avuto con Licio Gelli. Contatto, questo, com'è noto, effettuato da Nobili e Coppetti il 2 dicembre 78, con la regia occulta dello stesso Mannucci Benincasa, che non riferì peraltro la circostanza alla Centrale.

Notarnicola su questa vicenda riferisce: "Sicuramente nel giugno 81 il Mannucci Benincasa mi telefonò rappresentandomi il desiderio dei magistrati bolognesi inquirenti sulla strage di incontrarmi presso il Servizio allo scopo di sollecitare anche una collaborazione nelle indagini. Mi precisava inoltre che i giudici postulavano una esclusione dal rapporto del Capo Centro di Bologna, dr. Ferretti, nei confronti del quale nutrivano delle riserve. A mia domanda mi precisò che tale richieste gli erano state avanzate dal capitano dei CC. Pandolfi in servizio a Bologna. Non ebbi alcuna reazione a telefono verso il Mannucci per non svelare le mie considerazioni negative su tale esclusione ... . All'arrivo dei giudici rappresentai, in presenza del generale Mei, che, a mio avviso, le riserve sul Capo Centro di Bologna erano infondate, che rispondevo delle sue capacità e della sua lealtà e che lo ritenevo indispensabile per ogni forma di collaborazione. Ciò in quanto avevo la certezza che i vertici del Servizio avessero ripetutamente tentato di depistare le indagini e di intralciare l'operato dei giudici e che eventuali ombre sul Capo Centro di Bologna erano state prospettate volutamente per impedire agli organi istituzionali competenti la dovuta collaborazione e i contatti con quei giudici" (v. esame Notarnicola Pasquale, GI 24.03.93).

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