1. Premessa.

Deve esser innanzitutto rilevato che l'"attività" del Servizio appare in questo affare mossa da finalità di allontanamento, dal campo delle indagini, delle ipotesi della collisione e dell'eventuale connessione tra caduta del DC9 e quella del MiG libico. Connessione questa che, seppur negata, risulta invece essere stata presa in considerazione e analizzata, così come non é stato facilmente accertato, per gli ovvi ostacoli alla penetrazione nelle carte dei Servizi.

Il S.I.S.MI, al tempo dei fatti era diretto dal generale di Corpo d'Armata Giuseppe Santovito, deceduto, risultato iscritto alla Loggia P2, e per tale motivo allontanato dal Servizio, insieme al generale Musumeci, Capo dell'Ufficio Controllo e Sicurezza. Vice Direttore del Servizio il generale Abelardo Mei. Direttore della 1ª Divisione - Controspionaggio era il colonnello Pasquale Notarnicola, mentre alla 2ª Divisione - Ricerche era il colonnello Armando Sportelli.

Un'attenta analisi del periodo é stata già compiuta dalla Commissione Stragi nella relazione del Presidente Gualtieri, presentata ai Presidenti dei due rami del Parlamento il 1° ottobre 90. Dura la valutazione sull'operato del S.I.S.MI: "L'attività del S.I.S.MI, per Ustica, sembra all'inizio interessata esclusivamente a verificare la "tenuta" della posizione ufficiale assunta dall'Aeronautica militare dell'assoluta estraneità italiana all'incidente ("tutti gli aerei a terra; tutti i missili nei loro depositi") e a conoscere se qualche risultanza potesse metterla in forse nello sviluppo delle varie inchieste amministrative e giudiziarie.

Il S.I.S.MI non si curò minimamente di verificare la veridicità della rivendicazione su Affatigato, nè di capire perché era stata fatta.

Il S.I.S.MI non dedicò nemmeno molta attenzione alla possibilità che soggetti non italiani avessero avuto una qualche parte nella vicenda.

La sua attenzione si portò a seguire lo sviluppo delle indagini e, se possibile, a precederle".

La valutazione del Presidente Gualtieri deve essere pienamente condivisa. Al S.I.S.MI, come in altri organi istituzionali preposti alla sicurezza del nostro Paese, si sarebbero dovute trovare tracce documentali di quelle informazioni che il Ministro Formica aveva riferito al Ministro Lagorio, nella prima decade di luglio del 1980, e che indicavano come ipotesi da non escludere l'abbattimento del DC9 ad opera di un missile. Invece, nessun riscontro documentale é stato rinvenuto agli atti del Servizio. Nasce da questa situazione la questione delle responsabilità oggettive relative alla presenza di questi "buchi" documentali, cioè della totale inerzia del Servizio o della perfetta distruzione di atti.

Preposto al controllo politico del Servizio Militare era, in ottemperanza al disposto dalla legge 801, il Presidente del Consiglio dei Ministri, all'epoca l'on.le Francesco Cossiga, che aveva demandato il compito con delega per i Servizi di informazione al Sottosegretario della Presidenza del Consiglio dei Ministri senatore Francesco Mazzola. Al dicastero della Difesa invece si trovava l'on.le Lelio Lagorio. Il presidente Cossiga, l'on.le Lagorio e il senatore Mazzola sono stati sentiti nel corso dell'istruttoria, ma nulla di utile hanno riferito in questo ambito. Anzi, hanno escluso di aver ricevuto notizie di qualche interesse sulla vicenda da parte del S.I.S.MI.

Lagorio dichiara addirittura che non si fidava dei Servizi in quanto risultavano incompetenti. Ma a conforto di questa negativa considerazione, nulla é stato rinvenuto. L'on.le Lagorio non aveva mai fatto cenno a questa scarsa credibilità e fiducia nei confronti del S.I.S.MI. Nè v'è alcuna prova di iniziative e di attività per pôr mano a un rinnovamento di quella istituzione. Tantoché questo comportamento sembra più volto a prendere le distanze da quell'ambiente, inquinato anche dalla forte presenza della Loggia P2, che ad una valutazione e a una reale e obiettiva preoccupazione al tempo.

Si deve sottolineare che la valutazione del Presidente Gualtieri di per sè già severa, fu espressa soltanto sulla base della documentazione, per lo più monca e parziale, trasmessa dal S.I.S.MI alla Commissione Parlamentare. In seguito, anche se l'acquisizione del materiale documentale su Ustica in questo procedimento é stata alquanto tormentata, giacchè il Servizio non sempre ha corrisposto con la dovuta solerzia alle numerose richieste che sono state avanzate nel tempo, una notevole mole di nuovi atti è stata acquisita, che consente di avere una visione molto più ampia, ma non meno critica, dell'attività del Servizio.

Alla prima richiesta il S.I.S.MI invia soltanto i documenti in fotocopia che già erano stati trasmessi alla Commissione Pratis. L'analisi di questi documenti non è stata semplice, in quanto a causa della non perfetta fotocopiatura compiuta dal Servizio, ne è derivata difficoltà di interpretazione delle annotazioni apposte sui documenti di pugno dai funzionari del S.I.S.MI; annotazioni che, il più delle volte, sono più utili del contenuto della nota stessa. Per tale motivo il più delle volte si é stati costretti a chiedere l'esibizione in originale di singoli documenti. E proprio da queste esibizioni si é potuto desumere che in non pochi casi le cattive riproduzioni fossero state predisposte volontariamente ad hoc, proprio cioè rendere difficoltoso il lavoro di esame dei documenti.

Ma tra le cause delle difficoltà che si sono riscontrate nei rapporti con il Servizio - almeno sino ai primi anni 90 - un posto di primo piano lo occupa la tendenza, da parte del S.I.S.MI, a non ottemperare in modo rigoroso alle richieste avanzate da questo Giudice Istruttore. Il Servizio autonomamente ha ritenuto di compiere selezioni degli atti da trasmettere al Giudice, sulla base di criteri propri, alquanto incomprensibili e discutibili. La valutazione su ciò che può essere o non essere utile all'istruttoria - è ovvio - spetta soltanto al Giudice e non al destinatario delle richieste. Questa anomala "consuetudine" ha portato ad esiziali ritardi nell'acquisizione di utile documentazione, da cui molti dubbi sulla genuinità della prassi del Servizio.

E' sufficiente rammentare che nel giugno 87 il S.I.S.MI ad una richiesta dell'Ufficio si limita a riferire che "in merito all'incidente occorso al MiG23 libico precipitato sui Monti della Sila, nulla risulta a questo Servizio, oltre alla documentazione ufficiale trasmessa in copia dallo Stato Maggiore Aeronautica - 2° Reparto" (v. missiva del S.I.S.MI del 30 giugno 87). Tutto il seguito dell'istruzione ha mostrato che questa dichiarazione non corrispondeva assolutamente a verità. Numerosi sono stati i documenti che nel prosieguo dell'istruttoria sono stati acquisiti e non hanno trovato alcun riscontro tra quelli del SIOS/A. Ma di ciò si farà riferimento nella parte dell'ordinanza dedicata alla vicenda del MiG23 libico.

Il proposito del S.I.S.MI di non consegnare una parte di notevole interesse verrà alla luce nel momento in cui questo Giudice con provvedimento del 20 aprile 95 ordina l'esibizione di tutta la documentazione concernente sia la vicenda di Ustica che quella del MiG libico. Da questa esibizione emergeranno documenti inediti, in particolar modo sulla vicenda del MiG libico. Proprio dalla pratica sul DC9 Itavia della 1ª Divisione verrà rinvenuto l'atto 568 (fino al 95 mai esibito) concernente due interrogazioni parlamentari sulla vicenda del MiG libico. Sul documento si possono leggere due distinte annotazioni: la prima, "pervenuta con la visione a Sig. D.S. atto 569", la seconda di pugno di Masci "1/8/80 - Pervenuta v.b. da Ufficio del Direttore". Il documento é di rilievo in quanto fornisce un'ulteriore prova che l'attivismo di fine luglio, di cui si parlerà ampiamente più innanzi, scaturisce da un possibile collegamento tra il disastro del DC9 ed il rinvenimento del MiG libico in Castelsilano.

Si devono altresì ricordare le annotazioni di D'Eliseo, Capo dell'Ufficio del Direttore del Servizio, apposte sull'appunto del 23 luglio 80 relativo all'autopsia al pilota libico, del seguente tenore "sì per SIOS/A progetto Notarnicola/Tascio ore 19 del 23/7/80". Il documento era stato già trasmesso più volte ma privo dell'annotazione in calce.

Vanno rilevate anche le annotazioni, sempre di D'Eliseo, sulla richiesta di interprete da parte del SIOS/A, del 19 luglio 80 e la disposizione di inviare il "sig. Milani". La testimonianza di Milani come si vedrà più innanzi, é stata di notevole utilità.

Eppure si è sempre sostenuto da parte del Servizio che "tutto il materiale in possesso del Servizio é stato inviato integralmente, senza alcun omissis, alla Commissione Pratis, al giudice Bucarelli, al Comitato Parlamentare di Controllo, al Presidente del Consiglio ed al Ministro della Difesa" (v. audizione Martini Fulvio, Commissione Stragi 20.06.90). Dichiarazione confermata anche nel corso della successiva audizione del 27.06.90.

Deve anche essere osservato che il S.I.S.MI ed i suoi più alti livelli hanno sempre escluso una correlazione tra il DC9 ed il MiG libico. Tuttavia, dalla cartella relativa all'anno 1980 contenente il carteggio sull'incidente, acquisita dallo Stato Maggiore del S.I.S.MI, in cui risultano inseriti gli atti dell'Ufficio del Direttore del Servizio, é stata rilevata una sotto cartella contenente copia dei documenti concernenti il MiG libico relativi al 1980. Un ulteriore riscontro é stato rinvenuto sempre agli atti dello Stato Maggiore relativi al 90, all'interno di una cartella "Visione Capo di Stato Maggiore", nella quale era custodita una "cronologia sulle principali attivazioni ricevute/risposte fornite dal S.I.S.MI" relativa all'incidente di Ustica. In questo documento i due eventi sono inseriti cronologicamente.

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