3. La Guardia di Finanza.

Dalla "Relazione sui primi provvedimenti presi dall'Autorità Marittima a seguito dell'incidente al DC9 Itavia, Bologna-Palermo, scomparso in mare la sera del 27 giugno 80" si desume quale sia stata la partecipazione alle operazioni di soccorso e primo intervento di unità navali del Corpo della Guardia di Finanza.

Alle ore 21.34 locali la notizia perviene alla Guardia di Finanza, che tempestivamente provvede all'attivazione nei rispettivi porti di giurisdizione delle imbarcazioni, con l'ordine di dirigere verso Nord lungo la rotta di probabile provenienza dell'aereo secondo quanto comunicato dalla torre di controllo, che però al momento di questa prima segnalazione non è ancora in grado di precisare il punto di probabile caduta. In un secondo momento tra le 22.00L e le 22.15L questo punto verrà precisato a circa 105 miglia Nord di Palermo. Successivamente alle 22.56L il Centro di Coordinamento Soccorso di Martina Franca fornisce notizie più dettagliate e cioè che la posizione stimata di caduta dell'aereo è lat. 39°35' - long. 13°04'E.

Dal documento analizzato appare la seguente situazione al riguardo delle unità del Corpo: - da Palermo risultano usciti la motovedetta 5802 e due motoscafi; - dall'isola di Ustica il guardacoste "Sguazzini"; - da Trapani la motovedetta GL321; - dall'isola di Favignana il guardacoste "Di Bartolo".

Queste le attività eseguite dalle unità del Corpo sia in quella notte che nei giorni seguenti:

- rinvenimento materiale vario eseguito dal guardacoste G38 De Turris della Sezione Operativa Navale di Vibo Valentia Marina nel corso delle operazioni di soccorso e ricerche naufraghi svolte il 28.06.80 alle ore 19.00 a 60 miglia Nord di Ustica. Tale materiale risulta consegnato il 2 luglio 80 al comandante dell'aeroporto di Boccadifalco.

- ritrovamento di una parte di un sedile presumibilmente appartenente al DC9 Itavia da parte del guardacoste Di Bartolo durante un servizio di ricognizione svolto il 29.06.80 in collaborazione con le unità della Marina Militare nelle acque tra Ponza ed Ustica. Il reperto risulta consegnato il 2 luglio 80 al comandante dell'Aeroporto di Boccadifalco.

- ritrovamento di "un pezzo del timone della coda dell'aereo" da parte del guardacoste "G55 Stefanini" appartenente alla Sezione Operativa Navale di Palermo durante un servizio di ricerca e recupero svolto il 29.06.80 alle ore 09.45 a 12 miglia da Ustica. Il reperto risulta consegnato al comandante dell'incrociatore "Andrea Doria".

Infine risultano agli atti due note di trasmissione del Nucleo Regionale di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Palermo - 12 e 25 luglio 80 - dirette alla Procura della Repubblica di Palermo, dr. Aldo Guarino, relative all'invio di fotocopie di estratti dai giornali di macchina del guardacoste "G12 Di Bartolo" e del Guardacoste "G38 De Turris" che avevano partecipato alle già richiamate operazioni di recupero.

La Guardia di Finanza ha eseguito più provvedimenti dell'AG in questa inchiesta dopo appena cinque giorni dall'incidente, cioè il 2 luglio 80, l'AG di Palermo incarica il Comando della Legione della Guardia di Finanza in quella sede di disporre il sequestro di documentazione amministrativa concernente il velivolo DC9 Itavia, in particolare di quella "relativa all'acquisto dalla casa costruttrice ai successivi passaggi di proprietà e a tutta l'attività di esercizio dell'aeromobile stesso nonché alla sua manutenzione ed ai periodici controlli di efficienza presso qualunque Società, Ente od Aeroporto esistenti ad effettuarli". Per ragioni di competenza, la Legione sub-delega l'attività di PG al Comando Nucleo Regionale di Polizia Tributaria di Palermo che, in data 3 luglio 80, comunica: di aver dato esecuzione al provvedimento in argomento presso l'aeroporto di Palermo Punta Raisi, ove risulta la base tecnica nonché lo scalo della Società Itavia, rinvenendo documentazione varia di carattere amministrativo afferente il velivolo DC9 Itavia; e di aver richiesto l'intervento dei Reparti territorialmente competenti presso le sedi Itavia di Roma, Catanzaro e Bologna. Per quanto concerne la sede di Roma, il Nucleo Centrale di Polizia Tributaria ha fatto conoscere di aver rinvenuto "una voluminosa documentazione relativa alla manutenzione e riparazione degli aerei", tra cui dovrà essere estratta quella relativa al velivolo in argomento. Viene data assicurazione al magistrato che l'operazione di cernita sarà completata entro il seguente 4 luglio.

Gli interventi operati dal Nucleo Regionale Polizia Tributaria di Bologna e dal Nucleo Polizia Tributaria di Catanzaro riguardano rispettivamente: - il sequestro eseguito presso l'aeroporto "Guglielmo Marconi" di Bologna, ove avevano sede gli uffici della base tecnica della Società Itavia ed afferente documentazione consistente in schede di materiale di rotazione dei pezzi di ricambio avariati e sostituiti relativi agli aeromobili; - il sequestro di documentazione varia presso l'aeroporto di Lamezia Terme, ove sono ubicati gli uffici di una delle sedi tecniche della Società Itavia (quaderno tecnico di bordo del velivolo DC9 Itavia riferito al giugno 80 ed a periodi pregressi unitamente a diversi telex datati 27 giugno 80 relativi, in particolare ad una avaria altimetri riscontrata a bordo dell'aeromobile I-Tigi Itavia ed eliminata a seguito di un intervento tecnico effettuato sullo scalo di Lamezia Terme).

In data 7 luglio 80 il Comando Nucleo Centrale Polizia Tributaria, con nota diretta al sost.proc.dott. Guarino in relazione all'incarico ricevuto dal Comando Nucleo Regionale Polizia Tributaria di Palermo, riferisce di aver dato corso all'esecuzione del provvedimento di sequestro emesso il 2.07.80, significando che, sulla base di direttive telefonicamente impartite dal sostituto procuratore al tenente colonnello Vito Matteo Pedone appartenente al medesimo Reparto, la documentazione sottoposta a sequestro in data 04.07.80 è stata consegnata alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma, nella persona del PM dott. Santacroce con il quale, peraltro, ha preso contatti lo stesso Ufficiale Superiore.

Intese confermate dal tenore della nota nr.25409/VI/1/262, anch'essa in data 7 luglio 80, con la quale il Nucleo Centrale Polizia Tributaria invia alla Procura della Repubblica di Roma la documentazione sequestrata nel corso dell'attività di PG relativa al 4 luglio. Al riguardo occorre precisare che in calce alla minuta della nota medesima conservata agli atti del Comando Nucleo Centrale Polizia Tributaria risulta l'annotazione "V° autorizzo la custodia del materiale presso il Nucleo. Roma 16.07.80. Firmato: Il sost. procuratore della Repubblica - dott. Giorgio Santacroce".

In effetti dalla documentazione esaminata è possibile constatare che in data 22 ottobre 81 il Comando Nucleo Centrale PT chiede alla Procura della Repubblica di Roma di impartire disposizioni in ordine alla destinazione della documentazione sequestrata presso la Direzione Tecnica della Società Itavia in data 4 luglio 80 e tuttora custodita presso il Comando come da direttive verbali impartite dallo stesso magistrato.

Infine in data 28 novembre 83 con nota nr.57360/VII/1^ il Comando Nucleo Centrale PT invia al Tribunale Civile e Penale di Roma - Ufficio Corpi di reato - e per conoscenza al sost.proc.dott. Santacroce, due reperti - scatoloni, contenenti documentazione amministrativa varia e tre bobine di registrazione sequestrate in data 04 luglio 80 presso la Direzione Tecnica della Società Itavia.

La Procura della Repubblica di Roma, in data 16.07.80, affida al Nucleo Centrale Polizia Tributaria, con facoltà di sub-delega, l'esecuzione del nota provvedimento di sequestro relativo alle registrazioni su nastro magnetico dei tracciati del radar della difesa aero-territoriale; alle registrazioni su nastro magnetico dei tracciati radar "Marconi e Selenia" riguardanti il volo IH870 Bologna-Palermo del 26.06.80; alle registrazioni delle comunicazioni Terra Bordo Terra inerenti al volo dinanzi indicato; alla mappa dei ritrovamenti dei relitti e delle salme in mare, da ricercare presso il centro di soccorso aereo di Martina Franca e presso il Dipartimento marittimo di Napoli"; al frammento rinvenuto nei pressi dell'isola di Ponza e affidato in custodia alla Compagnia Carabinieri di Latina".

In questo provvedimento si dispone altresì l'affidamento di quanto sottoposto a sequestro al dott. Carlo Luzzatti, presidente della Commissione di inchiesta tecnico-formale istituita presso il Ministero dei Trasporti.

Le vicende relative all'esecuzione di questo provvedimento sono già stata più che esaurientemente descritte in altro capitolo, cui si rinvia.

In data 06 agosto 80 il Comando Brigata Volante di Martina Franca procede presso gli Uffici del 3° ROC (Comando Operativo di Regione) alla notifica del provvedimento di sequestro nelle mani del comandante, generale B.A. Romolo Mangani. L'ufficiale generale, preso atto della richiesta avanzata dall'AG, esibisce in fotocopia, una mappa dei ritrovamenti dei relitti e delle salme del tratto di mare interessato dal disastro aereo del DC9 Itavia, delegando nella circostanza il pilota Fulvio Pacini, vice comandante del 3° ROC che assiste alla compilazione del verbale. In merito alle operazioni di PG svolte il 06.08.80 il Pacini rilascia la seguente dichiarazione: "Vi consegno copia della mappa richiesta con il decreto di sequestro, mentre l'originale è stato consegnato alla Procura della Repubblica di Palermo, nella persona del sostituto procuratore dr. Guarino".

In data 31 luglio 80 il Comando Nucleo Regionale PT di Napoli procede presso gli Uffici del Comando in Capo del Dipartimento Militare Marittimo Basso Tirreno - Segreteria Generale - di Napoli alla notifica del provvedimento di sequestro nelle mani del Capo di Stato Maggiore, capitano di vascello Giuseppe Bianchi. In merito alle operazioni di PG questo ufficiale dichiarava: "mi riservo di approntare la documentazione in possesso del Maridipart Napoli relativa al disastro aereo di che trattasi, nel più breve tempo possibile. Ne informerò il Comando preposto al ritiro immediatamente subito dopo. Di tale documentazione l'Ufficio competente del Maridipart custodirà copia per gli usi consentiti d'istituto. Non ho altro da aggiungere".

Successivamente, in data 2 agosto 80 i militari dipendenti di detto nucleo in presenza del predetto capitano di vascello procedono al sequestro di:

1) - quattro mappe ritrovamento relative ai giorni 28, 29, 30 giugno e 1 luglio 80;

- messaggi: GDO 021415Z nr.658/RCC di Aereosoccorso di Martina Franca; GDO 081400B nr.NA/01/14143 di Maridipart Napoli; GDO 141121B nr.NA/01/14271 di Maridipart Napoli; GDO 170830B nr.NA/01/14333 di Maridipart Napoli;

2) -GDO 082130B nr.C.A.T. 4/80 Gab del Centro Ricerche Soccorso Martina Franca; fotocopia della relazione sulle condizioni meteoceanografiche nell'area di incidente di volo DC9 del 27.06.80; fotocopia del foglio nr.15971 del 18.07.80 di Maridipart Napoli.

Con nota nr.3089/262 del 6 agosto 80, il Comando Nucleo PT di Latina invia al Nucleo Centrale PT, a mezzo militare espresso, il reperto contenete il frammento di aereo rinvenuto nei pressi dell'isola di Ponza. Reperto che - prosegue la nota - "è stato ritirato presso la Procura della Repubblica di Latina ove era stato concentrato dalla squadra di PG dei Carabinieri a questa sede".

Lo stesso reperto viene successivamente consegnato in data 10 settembre 80, a cura del Nucleo Centrale Polizia Tributaria, ad Antonini Enzo, membro della Commissione di inchiesta tecnico-formale istituita in seno al Ministero dei Trasporti.

Anche nella Guardia di Finanza s'è rilevato un episodio inquietante e di cui sinora non si è avuta alcuna spiegazione. Il 29 luglio di quell'80 un sottufficiale della Brigata di Martina Franca raggiunse la sede del ROC ove richiese i plottaggi di Licola e Marsala.

I tre sottufficiali che operarono il 6 agosto successivo in esecuzione del provvedimento dell'AG romana, sono stati interrogati, ma hanno negato la richiesta del 29 luglio, confermando solo il verbale del 6 agosto. Della documentazione non s'è rinvenuta alcuna traccia oltre il verbale di consegna del detto 6 agosto, né si riesce ad immaginare come quell'acquisizione potesse essere compatibile con una qualche finalità istituzionale del Corpo.

Nell'indicazione del fatto, compiuta in tempo assolutamente non sospetto, quando non si poteva prevedere in alcun modo che quella informativa sarebbe finita negli atti di un procedimento giudiziario, deve essere proprio per questa ragione stimata attendibile.

Un'ipotesi plausibile, ma non provata, potrebbe essere, che una disposizione per l'acquisizione di quegli atti, che di certo non ha lasciato tracce scritte, possa essere partita dai massimi livelli della Guardia, all'epoca affiliati alla Loggia Massonica P2, cui appartenevano proprio in quel periodo altri vertici istituzionali tra cui il Direttore del Servizio Militare. Le voci di allarme - come attesta tra l'altro l'agenda di Tascio - in quei giorni diffusesi in ambienti dell'Aeronautica e del S.I.S.MI, possono essere circolate anche in ambito di quella Loggia - di cui peraltro il Gran Maestro aveva cripticamente affermato, sul "mistero" di Ustica "Esistono più misteri in terra che in cielo" - ed aver indotto anche il vertice della Guardia ad acquisire informazioni stimate presso quel 3° ROC, detentore di quelle registrazioni radar contenenti informazioni sul disastro di Ustica, che fossero il grado di rivelare le vere cause dell'evento. E proprio quel 29 luglio, in cui tanti si preoccuparono e mossero.

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