2. La Polizia di Stato.

Le attività della Polizia di Stato iniziano l'indomani stesso del disastro. Il 28 giugno 80 infatti a seguito di un comunicato diramato dal giornale radio, secondo il quale la compagnia aerea Itavia paventava, tra le possibili cause del disastro aereo, l'ipotesi del sabotaggio, il procuratore della Repubblica di Bologna richiedeva alla locale Digos di dare corso alle prime indagini, acquisendo: - il piano di volo approvato dell'aereo ed eventuali sue modifiche apportate durante il tragitto per imprevisti, come risultavano alla Direzione Aeroportuale e alla torre di controllo di Bologna; - la registrazione delle comunicazioni torre-aereo; - verbale di visita ispettiva tecnica; - la lista dei passeggeri ed ogni altro documento concernente il carico (documenti di dogana, di spedizione ed altri. per accertare eventuale consistenza merci); - l'assunzione a verbale del direttore dell'aeroporto e del controllore di volo in servizio al momento del decollo.

Il 2 luglio successivo la Digos di Bologna trasmetteva alla Procura della Repubblica l'esito delle indagini esperite, consistenti nell'acquisizione di: -1. il piano di carico; -2. i tagliandi di volo; -3. le lettere di vettura; -4. la lista dei passeggeri e merci; -5. le lettere di trasporto merci; -6. lo stralcio del Q.d.B. (quaderno di bordo, sul quale vengono annotate le eventuali avarie rilevate in sede di controllo tecnico); -7. la fotocopia del piano di volo, relativa al DC9 IH870, (piani predeterminati e a durata stagionale); -8. l'estrapolazione della registrazione riguardante l'aeromobile interessato.

Poiché nel corso dell'acquisizione era emerso che gli aeromobili appena fuori dalla competenza dell'aeroporto bolognese venivano presi in consegna dal centro controllo di "Milano 2" operante a Monte Venda (PD), la Digos di Bologna in data 30.06.80 richiedeva alla Questura di Padova di assumere preso quel centro eventuali dati relativi all'incidente.

Venivano inoltre assunti a sommarie informazioni, da quella PG, in data 28.06.80 il direttore dell'aeroporto dr. Costa Gaetano e il controllore di volo al momento del decollo Minuzzo Dante. Il primo riferiva che: "...il comandante Palagi ed il suo equipaggio all'arrivo del volo 881 Palermo/Bologna non avevano dichiarato nessuna anomalia. Il comandante Gatti, ritenendo sufficiente il carburante per il volo Bologna/Palermo (un'ora e trenta di volo senza scalo intermedio), contro un'autonomia di tre ore di volo non ordinava il rifornimento, accettava la regolarità del piano di carico e decollava alle 20.08". Il secondo che: "alle ore 17.46 GMT equivalenti alle ore 19.46 iniziavano le comunicazioni tra l'aeromobile in questione e la torre di controllo nella persona dichiarante, per le normali procedure che precedono il volo. Infatti tutte le comunicazioni riguardanti la messa in moto, il rullaggio, l'autorizzazione di rotta ed il decollo avveniva come segue: "tutto regolare come avviene nella routine quotidiana, e cioè nello standard più assoluto come avviene nelle comunicazioni terra-bordo-terra".

In relazione alle cause dei ritardi tecnici subiti dal velivolo, veniva trasmessa alla Procura bolognese la relazione del brigadiere di PS Eugenio Migliano dalla quale si rilevava che detti elementi in ordine ai ritardi potevano essere acquisiti presso la sede centrale dell'Itavia sita a Ciampino. Detto sottufficiale redasse anche un elenco dei ritardi superiori a 30 minuti registrati dal DC9 I-Tigi nel mese di giugno. (v. relazione brg.di PS Migliano Eugenio del 30.06.80).

Sull'acquisizione della documentazione riguardante la manutenzione del DC9, veniva interessato l'ufficio di PS presso Fiumicino, con fonogramma del 28.06.80 della Procura della Repubblica di Bologna, trascritto dalla locale Questura, con il quale si richiedeva l'acquisizione dei "cartoni di manutenzione" in quanto tutte le riparazioni tecniche avvenivano presso l'aeroporto di Ciampino (sequestrati in data 28.06.80 dalla Polizia di Frontiera di Ciampino, presso l'ufficio del direttore tecnico della Società Itavia).

In data 28.06.80 la Digos di Bologna richiedeva alla Questura di Roma, di acquisire presso la Direzione Generale dell'ITAV il piano di volo del 27.06.80 tratta Bologna-Palermo ed eventuali verbali di visita ispettiva tecnica eseguita in Bologna ed altrove al velivolo in questione.

Nel trasmettere la documentazione di cui sopra alla Procura della Repubblica di Bologna, la Digos segnalava le seguenti circostanze: - il DC9 nell'effettuare lo scalo presso l'aeroporto "G. Marconi" non aveva effettuato rifornimento; - da un sommario esame del piano di carico doveva escludersi un eccessivo carico rispetto a quello previsto; - durante i controlli di routine espletati da personale della PS, non erano state rilevate differenze tra il numero dei passeggeri ed il bagaglio a mano né altre anomalie. (v. relazione di servizio del 27.06.80 dell'appuntato di PS Renzi Francesco e guardia PS Picolli Massimo, in servizio presso il Posto di Polizia dell'aeroporto di Bologna la sera della sciagura); - in relazione alla notizia secondo cui a bordo del velivolo vi fosse il noto estremista di destra Marco Affatigato, veniva precisato che tale notizia era priva di fondamento in quanto quest'ultimo si trovava all'estero - da nota della Questura di Lucca si desumeva che la madre dell'Affatigato, aveva dichiarato che il proprio figlio si era con lei messo in contatto per rassicurarla sul proprio stato di salute, smentendo alcune notizie stampa sulla sua presenza a bordo del DC9. La Digos di Bologna il 5 luglio trasmetteva, - nel frattempo l'AG bolognese si era spogliata della competenza - alla Procura della Repubblica di Roma lo stralcio delle comunicazioni TBT tra l'ATCC di Monte Venda (PD) - (Milano 2 Aerovie) ed il pilota.

Più commissariati e UIGOS subdelegati provvedevano alla esecuzioni delle richieste della Procura di Bologna. I risultati venivano raccolti dalla Questura di Bologna - Digos - e trasmessi alla Procura della Repubblica di Roma il 15.07.80.

In effetti il 30 giugno il Commissariato di Imola con nota Q-2 Div.2ª, aveva trasmesso alla Questura di Bologna le fotocopie della distinta del movimento dei materiali della ditta Benati di Imola, produttrice di macchine per il movimento di terra, insieme alle sommarie informazioni assunte in data 30.06.80 dei sottonotati dipendenti: Costanzi Giancarlo - responsabile del magazzino ricambi; Colucci Mario - spedizioniere e magazziniere; Capannelli Domenico - magazziniere; Loreti Arcangelo - autista. Costoro avevano riferito di aver materialmente prelevato, confezionato e trasportato il pezzo di ricambio "distributore Cinotto" destinato alla filiale Benati di Palermo.

In data 1° luglio 80 l'UIGOS di Ferrara aveva trasmesso, gli atti assunti in merito alla spedizione da parte della ditta "V.M.-S.p.a." di Cento (FE) e della ditta "S.A.I.M.M." di Tersigallo (FE). Nell'occasione erano stati escussi in data 30.06.80 Ferrozzi Costante e Pozzatti Valerio rispettivamente, il primo responsabile del settore spedizioni e ricambi, il secondo magazziniere della società "S.A.I.MM.", produttrice di macchine agricole, i quali avevano riferito che la spedizione era indirizzata alla ditta "La Duca Carmela" di Palermo e riguardava pezzi di ricambio (un pignone ed una corona).

Nella stessa data erano stati altresì assunti a sommarie informazioni i sottoindicati dipendenti della società "V.M." produttrice di motori diesel: Ferrioli Vilmo, direttore della società "V.M."; Zaina Vittorio, capo servizio ricambi; Nannini Claudio, addetto all'ufficio approvvigionamento; Nannaini Giancarlo, imballatore; Lanzoni Remo, autista. Costoro avevano confermato la procedura eseguita in merito alla richiesta, all'imballaggio e alla spedizione del pezzo di ricambio - albero motore per DAN 116 - al servizio ricambi della medesima ditta "ORM Officine Rettifica Motori", di Palermo.

In data 3 luglio 80 l'UIGOS di Reggio Emilia aveva trasmesso alla Questura di Bologna le risultanze della spedizione di merce (pezzi di ricambio per trattore) da parte della ditta Landini Massey Fergusson SpA, destinata alla ditta Sicilfergusson; dalle dichiarazioni rese in data 2.07.80 da Forti Enrico, responsabile del servizio ricambi di quella ditta e da Bernini Enzo dipendente della medesima ditta, era emerso che dopo il regolare imballo, il pacco era stato affidato al corriere Sala Giancarlo con l'incarico di consegnarlo alla ditta Oscar Bonini D'Incerti, per l'ulteriore inoltro mediante via aerea, al destinatario.

In data 7 luglio 80 la Questura di Pesaro aveva trasmesso alla Questura di Bologna il verbale delle dichiarazioni rese il 30.06.80 da Agiman Davide tecnico della Snamprogetti, il quale aveva spedito per conto della ditta un baule contenente materiale di cancelleria a Palermo destinato alla nave "Tender Carrier" ancorata in quel porto, che doveva svolgere lavori in mare per la Snamprogetti relativi alla posa in mare del metanodotto Algeria/Italia. Escusso in data 30.06.80 da personale del Commissariato di Fano, costui aveva riferito di aver materialmente provveduto a riempire un baule con materiale di cancelleria e quanto altro potesse essere utile per un regolare svolgimento del lavoro.

Il giorno 8 luglio 80 il Commissariato di PS di Carpi (MO) aveva trasmesso alla Questura di Bologna, le sommarie informazioni testimoniali rese in data 07.07.80 da Bertani Claudio, impiegato amministrativo presso la ditta Oscar Bonini D'Incerti - Trasporti internazionali - in relazione al pacco contenente pezzi di ricambio per trattore, spedito alla ditta Sicilfergusson di Palermo dalla ditta Landini Massey Fergusson. Il Bertani aveva riferito di aver ricevuto il pacco composto da pezzi di ricambio per trattori dalla ditta Landini Massey Fergusson del peso complessivo di un chilogrammo, per inoltrarlo alla ditta Sicilfergusson con sede a Palermo, per via aerea.

Il 9 luglio 80 l'UIGOS di Ravenna aveva trasmesso con nota E.2/80 alla Questura di Bologna gli accertamenti compiuti sulla spedizione di quattro colli contenenti "Bollette di accompagnamento merce" da parte della "Calcestruzzi SpA" di Ravenna diretti alla Calcestruzzi SpA di Palermo, con i verbali di sommarie informazioni, assunti in data 1°.07.80 e 2.07.80 da Lombardi Giuliana, dipendente della "Calcestruzzi di Ravenna" e in data 2.07.80 da Ravaglia Enzo titolare della ditta autotrasporti, che aveva trasportato i quattro pacchi da Ravenna all'aeroporto di Bologna.

Sempre con la stessa nota pari data, aveva trasmesso l'esito degli accertamenti svolti relativi alla spedizione di un pacco inviato dall'Officina Meccanica Marini a Spalletti Mariano di Palermo. Il pacco in questione conteneva due ruote anteriori per autoveicolo per lavori stradali complete di copertoni, camera d'aria, cerchio, cuscinetti assali e dadi per il bloccaggio. Erano state assunte a sommarie informazioni: Tamburini Mariano, magazziniere presso l'Officina Meccanica Marini, che aveva provveduto all'imballaggio del pacco; Verlicchi Lino, autotrasportatore, che lo aveva trasportato dalla ditta a Ravenna consegnandolo all'Agenzia "Tavoni Air Freight"; Cimino Vincenzo, responsabile dell'agenzia Tavoni Air Freight, il quale dopo aver preparato i documenti di rito per la spedizione aveva consegnato il tutto al corriere "Ravaglia Ezio"; Ravaglia Ezio che aveva curato il trasporto da Ravenna a Bologna consegnandolo all'ufficio dell'agenzia Tavoni.

Come si vede un'attività accuratissima che sin dai primi tempi dell'inchiesta servì ad assicurare una serie preziosa di verbali e di notizie, utili per fugare sospetti nei confezionamenti delle merci trasportate, e fantasie sugli oggetti recuperati. Circostanze tutte che troveranno conferme nel prosieguo dell'istruttoria e nelle risultanze delle perizie che accerteranno che i vani bagagliai dell'aereo non furono sedi di esplosione.

Il 27 giugno 80 verso le ore 23.15 il sostituto procuratore Guarino veniva notiziato da tale Greco, qualificatosi come addetto al Traffico aereo dell'aeroporto di Palermo Punta Raisi (mai identificato), che il velivolo DC9 Itavia IH870 decollato da Bologna con arrivo previsto a Palermo Punta Raisi alle ore 21.13 non aveva avuto più contatti radio dalle ore 20.55. L'indomani il 28.06.80 la Squadra Mobile veniva attivata da un fonogramma della Procura della Repubblica di Palermo, nella persona del procuratore Scozzari, il quale "richiedeva particolarissima urgenza" in ordine all'accertamento sul luogo di iscrizione nei registri aeronautici del DC9 precipitato. La Squadra Mobile in data 30.06.80 riferiva, con nota n.501/Mobile, che il velivolo in questione era iscritto nei Registri Aeronautici presso il Ministero dei Trasporti e dell'Aviazione civile Roma.

Sempre quello stesso 28 giugno il sostituto Guarino in data 28.06.80 delegava il vice questore Nicolò Gisondi della Questura di Palermo a procedere al sequestro del nastro contenente le registrazioni delle conversazioni tra il DC9 e le torri di controllo degli aeroporti di Punta Raisi e Roma/Ciampino. Il sequestro relativo a Palermo Punta Raisi veniva eseguito dalla Polizia di Frontiera di Palermo in data 28.06.80. Quello presso Roma/Ciampino veniva eseguito da personale della Polizia di Frontiera di Ciampino in data 30.06.80.

Il 29 giugno 80 la Questura di Palermo inviava con nota A4/80-Digos, alla locale Procura l'informazione assunta dalla Questura di Roma relativa alla vicenda Marco Affatigato, allegando la nota della Questura di Lucca dalla quale si desumeva che la madre dell'Affatigato, Enrica Giorgetto, aveva dichiarato che il proprio figlio le aveva telefonato per rassicurarla sul proprio stato di salute, smentendo così le notizie stampa sulla sua presenza a bordo del DC9.

In data 1° luglio 80 la Questura di Palermo, diretta al Dirigente del Commissariato Scalo Marittimo ed Aereo di Palermo, notificava il contenuto del telex datato 29.06.80 del sostituto procuratore della Repubblica, con il quale veniva disposto che tutti i reperti relativi al velivolo precipitato il 27.06.80 fossero raccolti presso l'aeroporto di Boccadifalco in Palermo.

Il 6 luglio 80 l'ufficio di Polizia di Frontiera Scalo Marittimo ed Aereo, trasmetteva alla Procura della Repubblica di Palermo e per conoscenza alla Questura locale, l'attività svolta dalla ricezione della notizia del disastro all'attività delegata da detta AG, dando conferma che: i relitti del velivolo venivano concentrati presso l'aeroporto Militare di Boccadifalco e i bagagli, venivano consegnati alla Squadra Mobile locale e messi a disposizione dell'AG.

In esecuzione dell'ordinanza della locale Procura 28.06.80,la Polizia di Frontiera di Palermo sequestrava: 1. l'elenco dei passeggeri ed equipaggio del velivolo; 2. l'estratto del Giornale Nautico della nave "Carducci" relativo ai giorni 27 e 28 giugno 80; 3. un nastro registrato relativo al traffico aereo del 27.06.80 sequestrato in data 28.06.80 presso la Segreteria Operativa del Commissariato per l'Assistenza al Volo Civile in Palermo; 4. tre nastri contenenti le registrazioni radiotelefoniche di tutte le frequenze del Centro di controllo del Traffico aereo di Roma e delle registrazioni telefoniche di tutti gli Enti interessati, avvenute il giorno 27 giugno 80 - detti nastri, come già scritto, venivano sequestrati a Ciampino dalla Polizia di Frontiera locale in data 30.06.80 ed ivi lasciati custoditi nella cassaforte della Sezione Inchiesta dell'Ufficio Operazioni della RIV.

Il 10 luglio 80 la Procura di Palermo richiedeva alla Questura di Bologna di accertare se a bordo del DC9 vi fossero militari muniti di armi o munizioni. Il 15.07.80 la Questura di Palermo comunicava alla Procura locale le risultanze degli accertamenti esperiti dalla Questura di Bologna, trasmettendo i nominativi del personale dei CC. e della PS a bordo: il carabiniere Cammarata Giuseppe - con pistola ordinanza Beretta cal.9 matr.611361-mod.34; il carabiniere Guerino Giacomo - con pistola ordinanza Beretta cal.9-matr. D 54457-mod.34; la guardia di Pubblica Sicurezza Greco Antonio senza arma d'ordinanza.

In data 11 luglio 80, la Questura di Palermo trasmetteva alla Procura locale l'originale delle sommarie informazioni di Giorgetto Enrica, madre del detto Affatigato, e della centralinista de "Il Corriere Della Sera", che aveva ricevuto la nota rivendicazione a nome dei NAR .

Il 17 ottobre 80 la Questura di Agrigento - Squadra Mobile - trasmetteva alla Procura della Repubblica di Palermo, una missiva anonima pervenuta da parte di un sedicente pilota di compagnia aerea straniera, indirizzata alla "Commissione d'inchiesta Incidente di Ustica", nella quale quell'anonimo affermava, al riguardo dell'incidente occorso la sera del 27.06.80, che, valutati gli elementi tecnici (tracce radar primario e secondario del DC9, altra traccia di solo primario e la relativa velocità di navigazione, che faceva supporre la presenza di un velivolo supersonico, ecc.) l'aereo che aveva colpito il DC9 dell'Itavia era dell'Aeronautica Militare italiana. Questo anonimo dimostrò che nell'immediatezza si era appreso delle riduzioni dei radar e più d'uno sulla base di esse aveva ritenuto la presenza di velivoli militari nell'incidente.

Il 23 ottobre 80 la Polizia Scientifica di Palermo trasmetteva un elenco descrittivo di nr.38 salme recuperate ed identificate nei locali del'Istituto di Medicina Legale. Atto anche questo che si rivelerà di grande utilità a fronte delle polemiche che insorgeranno ad anni di distanza sul numero delle salme.

Il 28 giugno 80 la Questura di Roma trasmetteva alla Procura della Repubblica di Roma il contenuto della telefonata anonima rivendicata dai N.A.R., pervenuta nella stessa data alla centralinista del quotidiano "Il Corriere Della Sera", in cui un anonimo affermava: "...ha una penna a portata di mano? Scriva qui i NAR informiamo che nell'aereo caduto sulla rotta Bologna-Palermo si trovava un nostro camerata, Marco Affatigato. Era sotto falso nome doveva compiere un'azione a Palermo. Per riconoscerlo aveva al polso un Baume Mercier. Interrompiamo la comunicazione". Trasmetteva inoltre il verbale di sommarie informazioni, redatto in data 28.06.80, della centralinista de "Il Corriere Della Sera", Gabriella Evangelista.

Il 29 giugno 80 l'Ufficio di Polizia di Frontiera dell'aeroporto di Fiumicino, con nota B/3, trasmetteva alla Questura di Bologna i cartoni di "Riepilogo CHECK A" (manutenzione) relativi al velivolo precipitato la sera del 27.06.80, sequestrati da personale del posto di Polizia di Ciampino in data 28.06.80 presso l'ufficio del direttore tecnico della società Itavia in esito al decreto del 28.06.80 della Procura bolognese.

Il giorno 1° luglio 80 il Commissariato di PS Prenestino trasmetteva, alla Procura della Repubblica di Bologna e per conoscenza alla locale Questura - Gabinetto e Polizia Giudiziaria, la denuncia sporta il 30.6.80 da tali Raganelli Giorgio e Giorgetti Giorgio. I due, durante una tratta aerea con un velivolo della società Itavia, Ciampino/Lamezia Terme dello stesso giorno, riferivano che durante il volo si erano accorti che dall'ala destra vicino alla carlinga fuoriusciva del liquido, poi accertato esser cherosene. Avvisato il personale di bordo e il comandante, quest'ultimo attribuiva tale anomalia ad un fattore di pressurizzazione.

Il 16 luglio 80 la Digos di Roma con nota n.051939 trasmetteva alla Procura della Repubblica di Roma il verbale di sommarie informazioni rese il 15.07.80 da tal Grilli Giorgio, pilota presso la compagnia Itavia, il quale esponeva circostanze di cui era venuto a conoscenza nell'ufficio del Direttore Commerciale della società Itavia, il dr. Paolo Torrani. Il Grilli specificava che in quell'occasione una persona aveva telefonato e riferito, come amministratore delegato di una ditta di Padova, che causa della caduta del DC9 poteva essere il gesto di uno dei passeggeri, da lui conosciuto, che avesse fatto esplodere a bordo del velivolo un ordigno. E' questa la vicenda di quello Zanetti Emanuele, passeggero morto nel disastro, di cui più diffusamente in altro capitolo.

Il 9 settembre 80 la Questura di Roma con nota n.051939/Digos trasmetteva alla locale Procura della Repubblica il processo verbale di sequestro di una missiva anonima pervenuta ad Ercolani Alberto, dipendente SIP, e le sommarie informazioni di costui. La lettera anonima riportava minacce ed intimidazioni rivolte ad un suo omonimo Ercolani Adriano, comandante pilota presso la società Itavia, che aveva rilasciato ad alcuni giornali delle interviste di natura polemica nei confronti della società Itavia.

La Polizia, dopo questa attivazione per effetto delle richieste della Procura di Bologna, non prenderà più alcuna iniziativa né mai riferirà sull'ipotesi di esplosione interna, che prese quota a partire dal dicembre 80 con le note lettere dello SMA e articoli di stampa; che comunque avrebbe dovuto comportare iniziative, per apparire proprio in quel periodo caratterizzato da stragi e attentati, degli organi di Polizia. Fatto di terrorismo quindi che si sarebbe verificato per carenze di sicurezza, che avrebbe dovuto comportare perciò responsabilità dirette ed obblighi di indagare su esecutori e mandanti e riferire di conseguenza all'AG. Invece inerzia e silenzio assoluti, difficilmente o addirittura non spiegabili. Tanta inerzia è che più inquietante, ed anch'essa non si può assolutamente giustificare con la solita discolpa: "Tutto è passato nelle mani dell'AG e noi ci asteniamo in attesa di ordini e direttive". Come se non fossero esistiti all'epoca uffici specializzati in terrorismo, efficientissimi, che però non presero mai in considerazione questo affare.

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