3. Lo Stato Maggiore della Difesa.

Dello Stato Maggiore della Difesa, al tempo in cui si verificò l'incidente, era capo l'ammiraglio di Squadra Giovanni Torrisi che ne mantenne l'incarico fino al settembre 81.

L'ammiraglio, deceduto l'11 agosto 92, nel corso della audizione del 23.11.89 alla Commissione Parlamentare sulle Stragi, dichiarava che la tragedia di Ustica "non ebbe grosse ripercussioni nell'ambito delle Forze Armate perchè tra le prime voci, quella più generale era quella del cedimento strutturale". Riferiva, inoltre, che l'unica azione operativa era stata una richiesta del Ministro della Difesa concernente i relitti recuperati in mare non appartenenti al DC9 dell'Itavia. Nell'occasione precisava di non aver ricevuto - a seguito dell'evento - nessuna disposizione dal Ministro della Difesa di "rivoltare" quell'Amministrazione, così come invece aveva riferito lo stesso Ministro a detta Commissione.

In effetti dalla documentazione acquisita dallo Stato Maggiore della Difesa non si rileva, nel periodo successivo all'incidente, alcun particolare dinamismo. L'incidente al DC9 dell'Itavia, eccetto la richiesta del Ministro della Difesa sui materiali recuperati in mare non pertinenti al DC9, non attirò l'attenzione dello Stato Maggiore della Difesa. Il ruolo di questo Stato Maggiore consistette soprattutto nella ricezione di valutazioni dello Stato Maggiore dell'Aeronautica (vedi la missiva del 20 dicembre 80 a firma del Sottocapo di Stato Maggiore dell'AM, Ferri, in cui si suggeriva alla Difesa "qualora fosse chiamata a fornire elementi o chiarimenti di qualsiasi genere di attenersi strettamente ai fatti accertati, divulgando al massimo quanto riportato nel documento") e delle risposte che venivano fornite alle interrogazioni e interpellanze parlamentari sulla vicenda.

Relativamente alla missiva dello Stato Maggiore dell'Aeronautica del 20 dicembre 80 va sottolineato che non ne è stato rinvenuto tra le carte esibite dallo Stato Maggiore della Difesa l'esemplare in originale, ma soltanto fotocopie pervenute a quell'organo attraverso lo SMA. La richiesta del documento pertanto ha formato oggetto di specifico provvedimento di esibizione, a seguito del quale lo Stato Maggiore della Difesa, con missiva del 21.10.91, comunicava che il documento non era disponibile in quanto tutta la documentazione relativa al caso Ustica era già stata consegnata a questa AG, e che documentazione, sempre relativa al caso Ustica, era già stata trasmessa a suo tempo, con missiva del 9.12.88 al Gabinetto della Difesa. Questa affermazione però non ha trovato alcuna conferma in quanto nella documentazione trasmessa a questo GI sono state rilevate soltanto fotocopie del documento, mentre in quella trasmessa dallo SMD al Gabinetto del Ministro, il documento in questione trovava riscontro soltanto nell'elenco dei documenti trasmessi dallo SMA, mentre non ne trovava nell'elenco degli atti dello SMD.

Si deve peraltro porre in evidenza che dalla documentazione acquisita al S.I.S.MI emergeva ulteriori documenti relativi all'evento che avrebbero dovuto esser custoditi anche agli atti dello SMD. Infatti il 19 dicembre 80 (in pieno periodo in cui la stampa aveva amplificato le dichiarazioni del Ministro dei Trasporti Formica rese al Parlamento relative alla ipotesi del missile) il colonnello D'Eliseo, Capo Ufficio del Direttore del S.I.S.MI, aveva trasmesso all'ammiraglio Pescatori dello Stato Maggiore della Difesa alcuni documenti interni del Servizio relativi all'incidente dell'aereo Itavia, in cui veniva sottolineata l'ipotesi del cedimento strutturale del velivolo. Anche questa documentazione non ha trovato alcun riscontro agli atti dello SMD. Invece la documentazione è stata rinvenuta in fotocopia nel corso della perquisizione agli eredi dell'ammiraglio Torrisi, allegata ad un biglietto a firma dell'ammiraglio Mariani, capo Ufficio del Capo di SMD, in cui il medesimo osservava - dopo aver premesso che "nel grande mare delle carte che i vari Enti hanno fatto pervenire alla Commissione, vi è anche questo fascicolo che risulta consegnato dal S.I.S.MI a ammiraglio Pescatori" - che allo SMD non vi è traccia della documentazione.

L'attività dello Stato Maggiore della Difesa in direzione dell'evento risulta riepilogata in un "appunto" dello stesso SMD. Attività, questa, che veniva fatta risalire al giugno dell'88, quando lo SMA aveva trasmesso ad esso SMD un documento dell'Ufficio Gabinetto della Difesa, con la richiesta di informazioni da parte del giudice Istruttore, in cui si prospettava l'opportunità che lo SMD procedesse ad acquisire gli elementi di richiesta delle tre Forze Armate e degli enti NATO. La richiesta del GI era diretta al Presidente del Consiglio e concerneva, tra l'altro, eventuali conoscenze di notizie sulle cause che produssero l'accadimento al DC9 dell'Itavia e su esercitazioni militari nazionali o internazionali marittime, terrestri o aeree in atto al momento dell'incidente ed in un raggio di 500 miglia da esso. Lo Stato Maggiore della Difesa, sulla base di quanto comunicato dalle tre FF.AA. informava che al momento dell'evento non era in atto alcuna esercitazione interforze nè nazionale nè NATO.

Altre attivazioni dello Stato Maggiore della Difesa emergevano su richieste di questo Ufficio, della Commissione Pratis e della Commissione Parlamentare sulle Stragi. In particolare lo SMD veniva direttamente interessato da questo Ufficio in relazione alla vicenda della caduta del MiG libico a Castelsilano, di cui si farà espresso riferimento nel relativo capitolo.

Altri interventi di coordinamento si rilevano da parte dello Stato Maggiore della Difesa in relazione a richieste concernenti la situazione aeronavale del Mediterraneo, e informazioni sul tipo e caratteristiche dei missili in dotazione all'epoca dei fatti ai Paesi che si affacciano sul Mediterraneo.

Quel che ha lasciato perplessi è il fatto che in tutta la documentazione trasmessa dallo Stato Maggiore della Difesa nel 91 non si è trovato nessun riferimento documentale all'attività svolta dal Capo di Stato Maggiore, ammiraglio Torrisi, su esplicita richiesta del Ministro della Difesa, al quale pur riferiva con appunto formale datato 4 luglio 80. Di questo appunto mai nessun riferimento è stato fatto nei documenti dello SMD, nemmeno negli appunti in cui era stata ricostruita - molto più tardi - la cronologia sulle attivazioni dello SMD. L'appunto, acquisito nel 91 dal Gabinetto della Difesa, giungerà dallo SMD soltanto nel 96, a seguito di specifico provvedimento di esibizione di questo Ufficio ed in un esemplare in fotocopia. Ancora più singolare il fatto che l'appunto - nella versione acquisita dal Gabinetto della Difesa - è stato rinvenuto presso l'abitazione degli eredi dell'ammiraglio Torrisi e non negli atti dello SMD.

Dell'attività dello Stato Maggiore della Difesa, se di attività si può parlare, cioè dell'organo di coordinamento delle tre Forze Armate, direttamente collegato al Ministro della Difesa, ci si aspettava di certo un'attività e relativa documentazione superiore alla semplice ricezione delle informazioni sull'evento e delle risposte a interrogazioni e interpellanze parlamentari.

Che la perdita di un aereo civile in un primo momento possa essere stata considerata una disgrazia dovuta a cause di ordine tecnico e che quindi non abbia generato interessamento diretto, può anche essere ammesso. Ma che le dichiarazioni del Ministro dei Trasporti Formica al Parlamento, sulla possibilità che l'aereo dell'Itavia fosse stato abbattuto da un missile, non abbiano suscitato in quello Stato Maggiore alcun interesse o reazione e che nemmeno la missiva inviata dallo SMA il 20 dicembre 80 abbia sollevato qualche dubbio sulle motivazioni che avevano indotto la Forza Armata a suggerire il comportamento da assumere in caso che allo SMD venissero richiesti elementi di informazione sull'evento, lascia molti dubbi sulla affidabilità in quel periodo di questo supremo organo di coordinamento e sulle reali attività svolte nei mesi successivi all'evento.

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