4. Lo Stato Maggiore Nardini.

Il 16 aprile 90 assume l'incarico di Capo di Stato Maggiore il generale Stelio Nardini. Uno dei suoi primi provvedimenti è il passaggio alle sue dirette dipendenze del Gruppo di Lavoro Ustica, fino a quel momento sotto il controllo del Sottocapo.

Questo suo interesse per la vicenda, già presente durante il suo incarico di Addetto Militare presso la Presidenza della Repubblica con il Presidente Cossiga, lo porterà a realizzare due raccolte di documentazione e punti di situazione, sulla vicenda e sullo stato delle indagini, predisponendo degli elaborati ad uso interno diretti ai generali di Squadra Aerea.

All'epoca dell'incidente aveva assunto da breve tempo l'incarico di comandante della Scuola di Guerra Aerea di Firenze; fino al 20 giugno 80 aveva ricoperto l'incarico di comandante del 3° Reparto dello SMA. Nel luglio 83 assume l'incarico di Sottocapo di Stato Maggiore, sostituendo il generale Ferri; nell'84 diviene comandante della 2a Regione Aerea fino al luglio del 1985, quando viene nominato Consigliere Militare del Presidente della Repubblica Cossiga. Il 16 aprile 90 è nominato Capo di Stato Maggiore, incarico che ricoprirà fino al 24 marzo 93, quando sarà sostituito dal generale Adelchi Pillinini.

Nel periodo successivo al disastro di Ustica egli ha dichiarato di non essersi o essere stato interessato alla vicenda ed effettivamente nessun documento a sua firma risulta agli atti. A questo punto deve rammentarsi che nel noto appunto manoscritto da Argiolas, relativo al sopralluogo a Boccadifalco del 4 luglio 80, si legge il nome di Nardini unitamente a quello di Pugliese, Melillo e Tascio, preceduti dalla parola abbreviata "avv.". Tale abbreviazione è stata interpretata come "avvisare". Ma Pugliese asserisce che sta per "avvocato" ovvero un legale del foro di Palermo, che aveva assunto la difesa del sergente maggiore Terrano indicato tra i responsabili dell'incidente sul Monte Pellegrino del 72; mentre dei nominativi degli altri ufficiali non sa dare ragione. Il Nardini ha sostenuto che la presenza del suo nominativo in quell'appunto poteva essere collegata al suo comando del 3° Reparto, che però aveva lasciato da pochi giorni; ragion per cui non tutti potevano esserne a conoscenza. Ma tale giustificazione non appare confortata da altre testimonianze, giacchè nessuno dei diretti interessati ha contribuito a spiegare quell'annotazione.

Nel periodo tra l'85 e il 90, durante l'incarico di Consigliere Militare del Presidente della Repubblica, riceve copia dell'appunto redatto dal generale Arpino del 30.09.86, relativo al colloquio avuto, insieme a Tascio e Gargioli, con il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio on.le Amato; il colloquio con il Sottosegretario concerneva le cause dell'incidente, poiché Amato doveva rispondere ad alcune interrogazioni parlamentari alla Camera. Si rammenta che in tale occasione venne per la prima volta rivelato lo svolgimento, presso il sito di Marsala la sera del 27.06.80, della esercitazione Synadex.

Nello stesso periodo sono presenti numerose annotazioni sull'agenda di Nardini relative alla campagna stampa contro l'Aeronautica, alimentate anche dalla presenza nella trasmissione televisiva "Telefono giallo" del generale Tascio. La partecipazione di tale ufficiale comporterà giudizi negativi sia sulla persona che sull'intera Forza Armata. L'episodio verrà negativamente giudicato in una annotazione del 28.11.89, della quale Nardini non ha saputo precisare la provenienza; se cioè provenisse dal generale Pisano (Capo di Stato Maggiore) o fosse stato da lui redatta. "Pisano: detto che la cosa Tascio non mi piace perché è un esplicito riconoscimento del concorso nel depistaggio di un generale di S.A., del 2° Reparto e, quindi, dell'AM" (v. interrogatorio Nardini Stelio, GI 30.01.96).

Nel marzo 89 richiede per le vie brevi al comandante del Gruppo dei Carabinieri di Catanzaro la sentenza di archiviazione relativa all'incidente del MiG libico in Sila; la documentazione ottenuta da tale richiesta, formalizzata dai CC., verrà inviata dal Nardini, informalmente, sia allo SMA che al S.I.S.MI. Non emerge la ragione, anche se si può ben intuire, per cui Nardini abbia richiesto informalmente documenti che potevano essere richiesti ed ottenuti attraverso i normali canali della Forza Armata. Singolare anche la data della richiesta, il 16.03.89, che coincide con il deposito della 1a perizia Blasi e precede di un giorno l'incarico del Ministro Zanone al generale Pisano.

Da quando assume l'incarico di Capo di Stato Maggiore nel 90 l'interesse per la vicenda di Ustica e lo svolgimento delle indagini e perizie diviene ancora più forte. Si rilevano infatti numerose annotazioni relative a consulenti di parte e periti d'Ufficio, sulle quali il Nardini, in sede di interrogatorio, non è stato mai in grado di indicare la natura, facendo solo riferimento a generici contatti avuti in esito a notizie che comparivano sulla stampa.

Un ufficiale di fiducia di Nardini all'interno dello Stato Maggiore, istituzionalmente deputato alle relazioni esterne, era il generale Blandini; tale "amicizia" ha permesso di chiarire le ragioni per cui nel giugno 90 fosse pervenuta allo Stato Maggiore, per le vie brevi, diretta all'attenzione di Blandini, numerosa documentazione in originale, proveniente dai ROC e dalle Regioni Aeree, relativa all'incidente; documentazione che, si precisa, era già in possesso dello SMA. Blandini inoltre sarà colui che nel 90 esaminerà i noti elaborati provenienti dall'ITAV relativi alle tracce registrate dai siti di Poggio Ballone, Potenza Picena, Capo Mele e Marsala la sera del 27.06.80. Sul punto ovviamente Blandini minimizza la propria attività, mentre Nardini riferisce, nell'interrogatorio del 30.01.96, genericamente di una attività effettuata dal personale di Borgo Piave; circostanza smentita dalla documentazione sequestrata all'ITAV nel febbraio 96, quando verranno rinvenuti due appunti datati 21 e 28.11.90 dai quali si evince una dettagliata analisi dell'ITAV, che non verrà riportata sugli elaborati finali trasmessi alla Commissione Stragi; appunti diretti all'attenzione del generale Blandini, a lui consegnati e dei quali certamente venne a conoscenza lo stesso Nardini.

Nelle riunioni dei generali di Squadra Aerea sotto la gestione di Nardini, l'evento di Ustica è notevolmente preso in considerazione e trattato rispetto a quelle indette dai suoi predecessori, con particolare riguardo agli attacchi che provenivano dalla stampa e "l'umore" generale del personale che auspicava reazioni agli attacchi.

Tra l'89 e il 90 era emerso sui media un possibile collegamento fra il trattato di neutralità di Malta, che vedeva come maggiore interlocutore l'Italia, e i fatti di Ustica. L'on.le Zamberletti ne aveva parlato con Stelio Nardini, allora Consigliere del Presidente della Repubblica Cossiga, ricevendone però una risposta tranquillizzante; non si trattava di una esplosione, ma di un cedimento strutturale, causato dai danni che l'aereo aveva riportato alcuni anni prima in un incidente (v. esame Zamberletti Giuseppe, GI 02.11.95). Il punto singolare di questa vicenda è che Nardini annota nella sua agenda, nella pagina del 4 marzo 92, a seguito di colloquio con Zamberletti, "bomba nella toilette posteriore destra".

Zamberletti afferma che gli aspetti tecnici sulle cause della perdita del DC9 li aveva appresi dai colloqui con il consulente tecnico, Bazzocchi. Questi, però, nel marzo 92 non aveva assunto ancora tale incarico e, del resto, aveva sempre sostenuto - almeno negli elaborati consegnati all'Ufficio - un'ipotesi di diversa collocazione dell'ordigno. Secondo Zamberletti i colloqui con Bazzocchi risalivano a prima del 92 ed egli aveva a mano a mano - ma sempre in quell'anno - modificato la sua convinzione, sulla base dei reperti recuperati.

Ora è davvero frutto di un prognostico stupefacente che già il 4 marzo 92 nel colloquio tra Nardini e Zamberletti vi potesse esser una tale precisione. Infatti a rileggere i verbali delle operazioni peritali e i documenti redatti dai periti e dai consulenti tecnici, risulta che l'indicazione di una esplosione nel vano toilette emerse solo più tardi; ancora nell'aprile 92 infatti si lavorava sulla localizzazione dell'ordigno nella cabina passeggeri, in corrispondenza della zona ove era stato notato l'effetto di quilting. I consulenti della parte imputata e Bazzocchi in particolare, poi, per lungo tempo avevano presunto una esplosione nel vano bagagli posteriore.

Nardini sostiene che fu Zamberletti a parlargli della possibilità che la caduta del DC9 fosse stata causata da una bomba nel locale suddetto, ma non è stato in grado di chiarire in quale contesto avvenne questa confidenza e quali fossero le fonti del parlamentare. Certo è che l'annotazione è riportata in un contesto di altre annotazioni che dimostrano un interessamento diretto e continuo del generale Nardini, il quale ha contatti con i consulenti di parte e sembra coordinarne le attività e le conclusioni.

Tuttavia rileggendo le dichiarazioni dell'on.le Zamberletti, emerge che Bazzocchi aveva progressivamente ristretto nel tempo l'area di possibile collocazione della bomba, già prima del 92, nel bagagliaio anche se si convinse definitivamente tra il 92 e il 94. "...La condizione (rectius: la relazione; nde) tecnica me la fa Bazzocchi prima del 92, anche se poi si aggiungono ancora elementi, credo tra il 92 e il 94, perché dopo il 92 c'è il famoso ritrovamento delle parti... ecco nel 92 c'è la seconda campagna estiva che ritrova scaletta e portellone a 10km ... Bazzocchi, quindi prima del 92, mi dice "guardi che mancano queste cose, sono parti significative dell'aereo". Lo sportellone interno posteriore di coda, la paratia di coda e la scaletta sono cose rilevanti..." (v. esame Zamberletti Giuseppe, GI 02.11.95).

Relativamente alla annotazione che compare nell'agenda di Nardini in data 04.03.92, Zamberletti chiarisce che l'indicazione "bomba nella toilette posteriore destra" nasce dal suo convincimento che le toilette posteriori del velivolo fossero due e non una soltanto "...questa cosa della toilette posteriore destra nasce in me, anche se contestata da Bazzocchi, che sosteneva invece sempre il bagagliaio, sulla base di un ragionamento logico che era quello relativo al ritardo dell'aereo e al fatto che la bomba doveva essere nella carlinga... l'idea della toilette è venuta a me... si trattava di una ipotesi che dicevo a tutti..."; Zamberletti ha infine dichiarato che lo scambio di ipotesi con Bazzocchi ebbe luogo prima che questi assumesse l'incarico di perito di parte, prima dell'inizio dell'89.

Deve però rammentarsi che l'ing. Bazzocchi assunse l'incarico di consulente di parte imputata il 17.02.92; infatti nella riunione peritale a cui partecipa, che si è tenuta il 24.02.92 presso l'hangar di Pratica di Mare, presenti i periti di ufficio prof. Brandimarte e ing. Ibisch e Kolla, nonché i consulenti di parte Ugolini, Cinti, Vadacchino e Cardinali, fa presente che mancano la scaletta posteriore di accesso che appare strappata; la paratia posteriore di pressurizzazione della cabina con la portiera pressurizzata per l'accesso e la discesa dei passeggeri; e completamente le strutture delle toilettes e delle scaffalature per bagagli leggeri.

Ritornando alle agende di Nardini, in quella del 91 risultano numerose annotazioni ove compaiono i nominativi di alcuni periti e consulenti di parte. Il generale Nardini ha affermato che si trattava di appunti su quanto Bazzocchi o Di Marco gli riferivano; va precisato che si tratta di annotazioni sullo stato delle perizie. Avevano destato particolare attenzione le annotazioni ove si faceva riferimento a tale prof. Santini che veniva contattato direttamente dal Nardini; tuttavia nell'interrogatorio del febbraio 96, a precisa contestazione, il generale riferiva che il prof. Santini poteva identificarsi con il cardio-chirurgo che aveva operato la moglie, e a tal fine produceva documentazione fiscale.

A proposito della documentazione riguardante i "Quesiti a chiarimento", rinvenuta nel corso della perquisizione, ha dichiarato di aver ricevuto quegli atti processuali dal Di Marco; le ragioni di tale invio vengono ricondotte dal Nardini ad un personale arricchimento di nozioni tecniche e non ad un costante aggiornamento sulla evoluzione dell'inchiesta. Si riporta qui di seguito una delle annotazioni relative al Di Marco che fa riferimento anche a periti ed ausiliari d'ufficio: "02.08.91 - Di Marco: su "gua" chiusura ferie settembre; ausiliario Saverione; perizie foniche chiuse; e Blasi? Recupero reperti entro 10 ottobre (oltre 6 nuovi 7 miliardi) forse entro il 20 settembre recupero - simulazione perito inglese: la fusoliera è altrove. Castellani: non c'è (inc.) - Picardi: esperto radar (inc.) - Di Natale: fatto (inc.) dati su comportamento radar Marconi; Salvi: (inc.)". Dal quadro generale delle annotazioni emerge che il Di Marco, il quale lo si ricordi era un ingegnere ufficiale AM che aveva assunto il ruolo di consulente di parte imputata, in molte occasioni riferiva costantemente al Nardini di notizie, "confidenze" e impressioni che aveva modo di raccogliere nel corso delle riunioni peritali cui partecipava o fors'anche in altre occasioni, ad ulteriore conferma si cita una annotazione del 07.05.92 ove il Di Marco riferisce "Picardi è aperto alla discussione... studio Pent non vale niente...".

Con l'avvento del generale Adelchi Pillinini, il 24.03.93, si realizza un progressivo allontanamento di quegli ufficiali, imputati ed indiziati di reato nel procedimento di Ustica, che fino a quel momento, sebbene taluni in congedo, avevano continuato ad avere accesso allo SMA per prendere visione della documentazione relativa al procedimento nel quale erano implicati. Nel febbraio 95 il Capo di Stato Maggiore consegnerà tutta la documentazione giacente presso l'ufficio del Capo di SMA, fino a quel momento mai trasmessa.

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