3. Le testimonianze di Melillo, Arpino,
Bomprezzi e Argiolas.

In relazione all'attività del 28 giugno 80 del 3° Reparto, il generale Melillo nel 97 ha dichiarato di essersi recato presso l'ufficio del Capo di Stato Maggiore, con il quale ebbe un primo contatto intorno alle 08.30 informandolo dei fatti "... il capo di Stato Maggiore mi disse vorrei saperne di più... quindi di iniziativa ... decisi di svolgere quella che ho sempre chiamato una verifica e non un'indagine...". Melillo contattò il capo del 4° Ufficio, colonnello Sidoti, responsabile della sicurezza del volo e dell'incidentistica degli aerei militari, che "...era l'ufficio più qualificato..."; a questo ufficio venne affidato l'incarico "... di verificare se vi fosse presenza di velivoli nelle vicinanze del DC9 sull'area al momento dell'incidente".

Come ben ci s'avvede già l'indomani mattina il capo di Stato Maggiore "vuole saperne di più", non tratta cioè l'evento come altri incidenti aerei. E Melillo non d'iniziativa come asserisce bensì su quella sollecitazione del capo di SMA mette in movimento una attività che egli qualifica di verifica, ma che ha certamente natura di indagine, poiché volta ad accertare la presenza di altri velivoli in prossimità del DC9. E dell'affare incarica, di certo stranamente, l'ufficio dell'incidentistica militare.

Il 28 giugno alle ore 21.00Z il SOC di Martina Franca invia un telex, prot.SOC/A/0215/NC/G10-1, del cui invio come noto non si rinverrà traccia presso quell'ente, al COP e al COSMA con l'indicazione dei plottaggi relativi ai Nato Track Numbers assegnati dalla Difesa Aerea alla traccia del DC9 Itavia dai siti di Poggio Renatico - 11° CRAM, Licola - 22° CRAM e Marsala - 35° CRAM.

La ricezione del telex non risulta dal protocollo del COP né dal registro dell'ufficiale di turno tra il 28 e 29.06.80, il tenente colonnello Pastorino - nuova conferma questa di una sorta di decisione di non registrare gli eventi che concernono l'incidente. Tuttavia nel documento che è stato rinvenuto tra gli atti di quell'ufficio, compare una annotazione manoscritta dell'operatore alla telescrivente che indica l'ora e il giorno della ricezione.

A tal proposito il generale Arpino ha dichiarato che tutti i messaggi che arrivavano durante la notte venivano registrati sul brogliaccio dell'ufficiale e consegnati l'indomani mattina al capo della Segreteria generale dello Stato Maggiore, il quale, dopo aver siglato il brogliaccio, li smistava per competenza. Quelli di rilevanza venivano inviati al Sottocapo e quelli di minor importanza ai Capi Reparti interessati. Un messaggio di questo genere poteva essere esaminato e sviluppato dal 5° Ufficio del 3° Reparto perché parlava di traffico e tracce. Esclude di aver mai visto il messaggio. Contestato che lo stesso non risulta registrato sul brogliaccio dell'ufficiale, risponde che il fatto è molto strano (v. esame Arpino Mario, GI Venezia 24.01.97).

L'originale del messaggio invece è rimasto agli atti del 2° Ufficio, dal quale dipendeva il COP fino alla consegna spontanea avvenuta il 10.07.95. A proposito di tale consegna si ricorda che in data 7 luglio 95, a seguito di un decreto di acquisizione concernente la documentazione sulle incidenze negative sulla sicurezza militare, relativa ad un appunto dell'agosto 81, il 3° Reparto trasmette spontaneamente anche documentazione relativa all'incidente del DC9 Itavia mai consegnata prima e ancora custodita agli atti del Reparto. La documentazione era custodita in un fascicolo con scritta esterna "Incivolo DC9 Itavia giorno 27.6.80 - telex ricerche e recupero". All'interno vi erano contenuti i telex delle ricerche effettuate i giorni 28, 29 e 30 giugno e 1° luglio 80, ma vi era anche il noto telex in originale, proveniente da Martina Franca la notte del 28 giugno 80 con il quale si comunicavano al COP i plottaggi di Ferrara, Licola e Marsala. Di tale documento - di cui già s'è parlato e che non risulta registrato in arrivo su alcun documento del 3° Reparto (registro ufficiale di servizio al COP del 28-29 giugno 80 e registri di protocollo) - in data 25 marzo 96 veniva richiesta, non essendo mai stata acquisita la copia originale, al Gruppo di Lavoro Ustica dello SMA, che invece esibiva una fotocopia, non sequestrata perchè già in possesso dell'Ufficio. Successivamente tra il mese di aprile e giugno 96, esaminata la documentazione consegnata con il decreto del 7 luglio 95, si scopriva che l'originale di questo telex era contenuto tra la varia documentazione delle ricerche e soccorso, mentre sia il 3° Reparto che il Gruppo di Lavoro Ustica dello SMA a specifica richiesta non avevano saputo fornire chiarimenti. La fotocopia che è stata trasmessa negli anni dal 1988 in poi all'AG, al Ministero delle Difesa e alla Commissione Stragi, è stata tratta dall'originale acquisito il 7 luglio 95, poiché presenta la stessa "bruciatura" che appare su questo originale. Non risultano però sul documento originale le scritte che invece appaiono sulla fotocopia, scritte che probabilmente risalgono all'analisi effettuata dal 4° Ufficio - Sicurezza al Volo.

Il 4 luglio 80 su disposizione del capo Reparto Melillo, il tenente colonnello Giampaolo Argiolas della sezione investigativa dell'Ufficio Sicurezza al Volo, unitamente al colonnello Bruno Bomprezzi, capo del 2° Ufficio del 2° Reparto, come già s'è scritto, si recava presso l'hangar dell'aeroporto di Boccadifalco per visionare i relitti del DC9 Itavia. Così detto Argiolas nell'esame dell'ottobre 95: "...il generale Melillo, capo del 3° Reparto, mi dice di andare a Punta Raisi con un ufficiale SIOS per verificare attendibilità notizie possibile collisione che a lui era stata data... tra le notizie c'era anche quella del seggiolino eiettabile di un velivolo F104... la notizia mi è stata data da Melillo...io vado lì e dico questo non è il seggiolino di un aeroplano da caccia...". (v. esame Argiolas Giampaolo, GI 06.10.95).

Entrambi gli ufficiali hanno confermato il sopralluogo a Boccadifalco, aggiungendo che ad attenderli a Palermo vi era il comandante del 31° Sottonucleo SIOS, il già menzionato capitano Andrea Pace che, escusso in data 25.03.97, ha dichiarato di aver accompagnato Argiolas e Bomprezzi presso l'hangar di Boccadifalco per prendere visione dei relitti del DC9 ammarato nel 78 e non quelli del DC9 Itavia. (v. esami Bomprezzi Bruno, GI 11.03.91; Argiolas Giampaolo, GI 06.10.95; Pace Andrea, GI 25.03.97).

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