4.17. Conclusioni.

Il sito di Poggio Ballone è attivissimo nelle telefonate di ricerca. Nell'ambito di due ore e poco più - da 19.31 a 21.54 - ne fa numerose, a Roma Ciampino, a Marsala, a Palermo Punta Raisi. Sono comunicazioni tutte dell'MC Gari, eccetto una dell'IC Di Giuseppe. Non si può dire se siano su richiesta del 1° SOC o di iniziativa. Così come non si può dire per quanto tempo siano continuate, perchè il capitano Gari è morto, gli altri non ricordano, le registrazioni consegnate s'arrestano nell'ambito di breve tempo. Come ben si vede, il comportamento di questo sito appare singolare, perchè è l'unico - si ricordi che esso ha seguito il volo - tra quelli non direttamente coinvolti nelle ricerche, che s'interessi tanto e per tanto tempo dell'esito del DC9.

In questo sito avviene anche la vicenda di Dettori. Il suo suicidio può essere stato cagionato dallo stato di depressione in cui versava, così come tale stato può essere stato cagionato, secondo quanto asseriscono i suoi familiari, da circostanze di cui era venuto a conoscenza la sera del 27 giugno 80. Ipotesi più gravi, come pure sono stati ventilate, e cioè di un gesto doloso ai suoi danni, non hanno sortito sostegni di prova.

In effetti sia la moglie che la cognata - che non hanno alcun interesse a sostenere tesi di fantasia, specie la prima che almeno al tempo degli esami testimoniali era stata assunta presso l'AM - hanno dichiarato, come s'è visto, che il Dettori aveva loro confidato sin dall'immediatezza di quella sera che qualcosa di strano e di grave era avvenuto o era stato visto nella sala ove prestava servizio. "Questi ci fanno trovare nei casini senza sapere nè come nè perchè", "era successo un casino e gira gira qui faranno scoppiare una guerra", queste le due frasi rispettivamente ricordate da moglie e cognata. In appunti a sua grafia ritrovati dopo anni nella cantina della sua abitazione in una scatola di attrezzi che egli usava, annotazioni come "guerra elettronica ... missili ... controllo traffico aereo. In effetti come è apparso, la sala era stata testimone degli eventi descritti. Essi, nella loro gravità, avevano di certo influito sulla psiche, probabilmente non forte, del Dettori e avevano via via determinato quei turbamenti che lo condurranno alla depressione e al suicidio.

Di sospetti di azioni dolose hanno riferito sempre i familiari del Dettori. In effetti l'immediatezza del seppellimento, la condotta e le parole di alcuni tra i militari presenti alla esequie del sergente generarono in costoro forti sospetti. I commilitoni ebbero comportamenti strani e pronunciarono parole di dubbio significato. La frase detta nella sala mortuaria dal maresciallo "Adriano", andato "su di giri" per i commenti di uno dei militari presenti, non trova spiegazioni "Fatevi li cazzi vostri, sennò qui saltiamo per aria tutti!" Ma di qui a dedurre indizi di una qualche azione a danni di Dettori, quasi che costui fosse stato strangolato e ne sia stata simulata poi l'impiccagione, non è nemmeno, in mancanza di qualsiasi altro elemento di fatto, proponibile.

Oltre questa morte anche quella del capitano Gari, che è di sicuro da addebitare ad un improvviso infarto del miocardio, di cui però in precedenza non v'era stato alcun preavviso, avendo egli sempre goduto di buona salute. In effetti tale morte può apparire evento del tutto imprevedibile in un soggetto relativamente giovane quale era il Gari, che all'epoca della morte aveva solo trentacinque anni. D'altra parte egli era venuto sicuramente a conoscenza di tutte quelle circostanze relative a quella sera, che sono sopra emerse. Egli era il Master Controller della sala operativa di quel sito ed in turno quella sera. A differenza di altri suoi colleghi, era in sala e coordinava lo svolgimento delle varie attività; addirittura si adopera con impegno nelle ricerche, anche se il sito non era direttamente coinvolto nella vicenda del DC9. Ma appare estremamente difficile ravvisare un nesso di causalità tra i fatti del 27 giugno 80 e la sua morte avvenuta diversi mesi dopo.

Anche in questo CRAM fortissime reticenze e menzogne al di là di ogni pudore. E si è comportata in tal modo la quasi totalità degli operatori del turno Delta in sala operativa nel tempo circostante l'incidente, e degli altri dipendenti del sito. Coloro che hanno detto verità, e parziali, sono pochissimi. Senza contare quelli che hanno alternato, come s'è visto, menzogne e verità, cagionando confusioni nei fatti e nelle circostanze, difficilmente superabili all'atto della ricostruzione della vicenda. Questi comportamenti sono stati tenuti negli esami testimoniali e nei confronti. Nemmeno le contestazioni più precise sono riuscite a scuotere questi personaggi dal loro atteggiamento di chiusura e di denegazione di ogni contributo all'inchiesta. Così l'IC, il TPO, l'IO e i loro assistenti. Gli unici che probabilmente avrebbero ausiliato l'inquirente sono morti, ovvero Gari e il suo assistente Dettori - e cioè MC e MC/A che hanno visto e percepito le medesime circostanze. Costoro avrebbero con tutta probabilità assunto un atteggiamento diverso. Il primo perchè quella sera si adoprò con tutte le sue forze per contattare diversi siti al fine di ricercare il DC9 e comprendere anche quello che era successo. Il secondo perchè gli eventi lo avevano così colpito che ne sarebbe stato indotto a collaborare.

Un atteggiamento di collaborazione in verità lo si deve vedere anche nel MIO Miracco, che è l'unico, di fronte a una generale negativa, a dichiarare di aver compiuto la riduzione dati generale - e il fatto trova riscontro in altre circostanze - alle 24.00 con l'aiuto dell'altro MIO Mezzabarba. Segno, questa riduzione notturna, della necessità, anche impellente, di comprendere gli eventi. Eventi che non erano di certo quelli di una serata tranquilla, come tutti gli interrogati hanno tentato di far credere. Riduzione peraltro provata indirettamente anche dalle dichiarazioni menzognere di Ogno e Carta, entrambi IO, che ammettono solo la riduzione della LE157 - quella traccia originata in Poggio Renatico e stimata corrispondente al DC9 Itavia - riduzione che mai si sarebbe potuta fare senza avere un'indicazione su tale traccia, indicazione che doveva assolutamente provenire dalla lettura di una riduzione totale.

Senza dimenticare, quanto a colui che avrebbe detto di certo che non era stata una serata tranquilla, cioè Dettori, che s'è tentato addirittura di farlo scomparire anche dalla lista dei componenti del turno in servizio, asserendo a giustificazione di tale omissione in un momento successivo, che non lo si era considerato perchè già morto. E che nella formulazione di questa lista si siano avute delle mire di nascondere alcune persone, se ne ha la riprova nella indicazione del MIO. In effetti nella segnalazione dell'88 si riferisce che MIO è Colucci e non Miracco, che operò invece in quel turno. Tale notizia, com'è noto, la si è scoperta quasi casualmente nel 94 dalla lettura del registro del MIO, mai consegnato prima ed acquisito solo in quell'anno per effetto dello strano rinvenimento di materiale cartaceo in un sottotetto della base. Questo rinvenimento, per più versi sospetto, anche perchè avvenuto dopo i provvedimenti di sequestro dell'agosto 88 e del dicembre 90, che avevano comportato l'acquisizione di quasi tutti i registri di sala, condusse alla scoperta di materiale attinente proprio al periodo d'interesse, quasi che qualche mano lo avesse voluto sottrarre all'inchiesta. In effetti a parte il registro Gesrep, che si riferisce ai messaggi di autorizzazione al fermo del sistema, vi era appunto il registro MIO e documentazione varia tutta relativa al giugno 80.

Anche in questo sito lo stillicidio nelle consegne delle documentazioni e la scomparsa di quelle di maggiori rilievo, cioè le solite condotte comuni a tutti i siti AM. Qui, come s'è visto, vi era stata una prima raccolta e consegna al luogo di accentramento di documentazione radaristica, secondo quanto prescritto dal decreto Guarino. In effetti Gon e Maresio, che pur non ricordano moltissimi altri particolari, rammentano bene di aver compiuto un volo, speciale ed urgente, il 13 luglio 80 - segnato anche nei registri - di domenica da Grosseto a Birgi, per portare del materiale. E che si trattasse di nastri radaristici, essi ne sono sicuri perchè la busta loro consegnata conteneva per certo un involucro metallico circolare come quello dei contenitori di nastri radar. D'altra parte Birgi era il luogo, come s'è visto, di accentramento del materiale da consegnare all'AG. Questo materiale, lo si è detto già più volte, non sarà più ritrovato.

C'è da sottolineare che i nastri affidati a Gon e Maresio non sono certo gli originali, bensì copie. Questo lo si può affermare, perchè come risulta dal registro del MIO, il nastro, e quindi con ogni probabilità l'originale da cui è stata tratta la copia per Birgi e quindi per l'AG, è stato accantonato presso il sito di origine; non è stato riutilizzato secondo il normale corso di reimpiego il 31 luglio successivo come era di scadenza, bensì il 28 agosto. Questo dimostra che proprio di fronte al provvedimento giudiziario non si consegnava l'originale bensì una copia del reperto, che sarebbe dovuto cadere sotto il vincolo del sequestro. E comunque prova pure che quand'anche si fossero trovati in altri siti degli esecutori più rigorosi, nulla impediva che il sito prima della consegna degli originali ne traesse copia, e la conservasse per ogni bisogna, come d'altra parte è comprovato mille volte nei sequestri di documentazione cartacea, di cui s'è sempre trovata copia nell'esecuzione di successivi provvedimenti.

Ma su questa consegna, palesemente certa, riversa dubbi un personaggio, l'ufficiale Pongiluppi, all'epoca capo Ufficio Operazioni - ma riapparirà a distanza di anni alla BTA-DA come all'ITAV - il quale aveva redatto il 13 luglio 80 la nota lettera con 12 allegati, in riferimento al telex della 3a Regione Aerea, diretta al Comando aeroporto di Trapani Birgi, lettera sui cui dodici allegati egli afferma che trattavasi solo di undici cartine di plottaggi e la THR. Egli quindi esclude di aver inviato nastri. Ma non ricorda a chi ebbe a consegnare il plico, rammentando solo di aver fotocopiato le cartine alla stazione di Grosseto. La ricevuta è però firmata da quel Gon, che con Maresio, si è visto, ha portato a Birgi il contenitore metallico. Questa nota viene rinvenuta a Poggio Ballone, ma senza allegati, cosicchè è impossibile accertare quali fossero. Non viene rinvenuta a Birgi - e questa scomparsa è grave. Le undici cartine sono state sì consegnate, ma in copia nell'agosto 88 da Poggio Ballone. Gli originali, proprio perchè nella nota diretta a Birgi, invece non sono stati mai trovati.

Anche sulle registrazioni dei registri di sala sono insorte questioni. In particolare su quelle annotazioni ove era riportato Awacs sul registro del guida caccia. Per lunghissimo tempo si è sostenuto da parte del personale che quelle annotazioni non stessero a significare la presenza effettiva di Awacs nel cielo controllato dal CRAM bensì dei semplici warning per i piloti, che dovevano, ove avessero incrociato un velivolo di quel genere, mantenersi a particolare distanza di sicurezza. Solo da ultimo è stato ammesso che si trattava di interventi di Awacs nel Tirreno, provenienti da basi tedesche, per l'addestramento di stormi dell'AM. E quindi presenze effettive nei giorni segnati e non semplice ripetizione di annotazioni.

Quanto al materiale propriamente radaristico di Poggio Ballone, come s'è detto, manca qualsiasi supporto magnetico relativo a quella sera. E qui per preciso proposito, perchè l'originale era stato deliberatamente conservato e "saltato" nel reimpiego, e poi inopinatamente riutilizzato con cancellazione del registrato. Così come la copia, anch'essa inviata per raccolta e consegna all'AG e poi scomparsa senza lasciare tracce.

Si è riusciti solo ad acquisire la THR, che però presenta degli stranissimi "buchi" proprio in orari di grande utilità per l'inchiesta. "Buchi" su cui nessuno è stato in grado di dare spiegazioni. "Buchi" che riguardano periodi di tempo - 16.14-17.50 e 18.30-18.33 - che avrebbero consentito di "vedere" il traffico di esercitazioni sul Tirreno nel pomeriggio di quel giorno e la particolare situazione sulla Toscana tra 18.25 e 18.40.

Mancando del nastro, di fronte all'atteggiamento totalmente negativo degli operatori di sala, nulla si può sapere delle azioni a console compiute al riguardo di tutte le situazioni d'interesse già descritte, quelle relative cioè all'Awacs, agli F104 in volo in prossimità del DC9, di cui uno atterra in emergenza generale , alla LG461 che si inserisce nella scia del DC9, ai voli militari in partenza della base di Grosseto tra 18.18Z e 18.45Z.

Anche su questi fatti rilevantissimi ai fini dell'inchiesta, a causa della perdita dei reperti e per la totale chiusura degli operatori l'impossibilità assoluta di far luce.

Il 21° CRAM ha seguito la traccia del DC9, secondo quanto riportato nei tabulati THR sequestrati, dalle ore 18.23 alle ore 18.29; fino alle ore 18.32 secondo il plottaggio manoscritto dal sergente Precetti e relativo alla LE157. Il numero di traccia del velivolo in oggetto era LE157, il numero di SIF3 era 1136.

Nelle undici cartine, però, redatte dal sito nel luglio dell'80 e trasmesse in copia all'ITAV il 14.07.80, non era presente la traccia del DC9. Gli originali delle undici cartine trasmesse a Trapani Birgi il 13.07.80, per effetto del provvedimento dell'AG di Palermo, e quelle trasmesse con corriere (sergente Capuano) il 15.07.80 al 1° ROC/SOC di Monte Venda (PD), non sono mai state rinvenute, nè si ha notizia circa la loro distruzione.

Sono state sequestrate quattro Track History di Poggio Ballone con orario 18.00-21.15Z del 27.06.80, chieste anche dall'AG di Palermo il 5.07.80; la prima di esse è stata rinvenuta il 2.07.90 presso il ROC di Monte Venda; la seconda in data 25.05.95 presso la 1a Regione Aerea di Milano, le restanti due il 27.03.96 presso lo SMA. I quattro tabulati sono stati recapitati il 10.07.80 dal 21° CRAM, tramite corriere (sergente Tarducci), ma la documentazione non risulta protocollata in arrivo al ROC.

Da ciò si deduce che il 21° CRAM già il 10.07.80, cioè lo stesso giorno in cui arriva il messaggio con il quale l'AG chiede il sequestro, invia al 1° ROC i documenti, cioè tre giorni prima che all'AG.

I quattro tabulati erano stati rinvenuti nel giugno dell'88 dal colonnello Capasso Mario, comandante del SOC che ne trasmetteva il 30.06.88 due copie alla 1a Regione Aerea e il 1°.06.90 una copia al generale Blandini capo ufficio relazioni estere dello SMA. Il tabulato trasmesso al Blandini e sequestrato a seguito di provvedimento di questo GI presso lo SMA 27.03.96, riportava dati che non erano contenuti negli altri tabulati. L'altro tabulato Track History di Poggio Ballone che l'11.07.80 veniva trasmesso all'ITAV dal 1° ROC/SOC non è stato mai rinvenuto; all'ITAV non è risultato neppure registrato come documentazione in arrivo al protocollo.

La documentazione di Poggio Ballone, che era stata trasmessa a Trapani Birgi il 13.07.80 a seguito del decreto dell'AG di Palermo non è stata più rinvenuta; detta documentazione - cartacea secondo il capo Ufficio Operazioni del 21° CRAM Pongiluppi; con nastri di registrazione secondo Gon e Maresio - a seguito del provvedimento di sequestro dell'AG di Roma del 16.07.80, notificato al colonnello Fiorito De Falco dell'ITAV, è stata inviata dal colonnello Pentericci comandante dell'aeroporto di Trapani Birgi, con corriere aereo G91T (ufficiali Gorga e Gennari) del 32° Stormo di Brindisi, all'ITAV unitamente alla documentazione dei siti di Marsala e Licola.

Il 22.07.80 il colonnello Fiorito De Falco ha consegnato a ufficiali di PG della Guardia di Finanza di Roma la documentazione richiesta dal provvedimento ad esclusione di quella di Poggio Ballone.

Tra il giugno e il novembre 90, su disposizione dello SMA, che deve rispondere alla richiesta della Commissione Parlamentare per le stragi, l'ITAV - 1° Reparto ha analizzato i dati riportati sulla Track History di Poggio Ballone e li ha trasmessi in fotocopia allo SMA.

Con il rinvenimento di materiale documentale nel luglio 94, si accerta che alcuni nominativi indicati negli anni in servizio la sera del 27.06.80, in realtà non lo erano. Infatti uno dei personaggi di rilievo nell'inchiesta, cioè l'operatore MIO, era indicato, dall'agosto 88 al luglio 94 nel sergente maggiore Colucci Antonio, mentre dall'esame documentale della documentazione sequestrata il 14.07.94, quello effettivamente in servizio il 27.06.80 appariva essere il sergente maggiore Miracco Luigi, nominativo mai segnalato dall'AM né emerso dagli esami testimoniali resi dai vari testi escussi tra il 90 ed il 94.

Altri nominativi di personale segnalato in servizio e, che poi si accerterà come assente perché in licenza, sono quelli del sergente Lancioni Francesco e del maresciallo Fabbretti Sandro.

Nel mese di febbraio 96 vengono fatte riascoltare ai testi per l'ennesima volta le conversazioni del personale di Poggio Ballone con i siti di Ciampino, Palermo, Marsala e così si riescono ad acquisire altri due nominativi mai segnalati prima dall'AM né citati dai colleghi negli esami testimoniali. Sono quelli dei sergenti maggiori Cirina Paolo e Mormile Pasquale. Si accerta così che il Cirina era in servizio nel turno "Delta" la sera del 27.06.80, mentre Mormile, smontato dal turno pomeridiano, dalle ore 19.00 alle ore 19.30 era rimasto in sala, perché di là aveva parlato al telefono con la moglie. Nel corso di questa telefonata, prettamente di carattere privato, verso le ore 19.13 si sente la chiamata in emergenza al volo IH870, cioè il DC9 Itavia dall'ACC di Ciampino.

Le indagini svolte in merito acclaravano che in sala operativa erano installati degli altoparlanti collegati appunto con l'ACC di Ciampino ai quali giungevano le chiamate di guardia. Questo non era mai stato comunicato né segnalato nè dall'AM che dai testi, nonostante fosse stata effettuata in data 03.10.95 una ricognizione in sala operativa con il personale in servizio il 27.06.80 per ricostruire le posizioni e gli apparati esistenti all'epoca.

In data 11.07.94 lo SMA riferisce, nel contesto di notizie concernenti il collegamento con i siti francesi ed in particolare quello di Solenzara, che era stata rinvenuta documentazione di possibile interesse. In data 14.07.94 viene sequestrata tale documentazione. Nel luglio 94 vengono escussi il comandante ed il personale da cui era stata rinvenuta. Dagli esami testimoniali emergeva che la documentazione era stata scoperta nel giugno 94 a seguito di incarico nel maggio 94, e dopo essere stata vagliata dal comandante, era stata trasmessa alla 2a Regione Aerea. In data 15.11.95 veniva accertato che quanto dichiarato dai testi nel luglio 94 non era conforme a verità. Infatti l'incarico orale, il tenente colonnello Berta lo aveva impartito nel settembre 93 al maresciallo Branca. Dagli atti rinvenuti ed acquisiti non emergeva la data di individuazione del materiale sequestrato, ma risultavano solo i verbali di distruzione a mezzo fuoco iniziati nel mese di ottobre 93 ed ultimati nel mese di settembre 94.

Tutti al sito erano a conoscenza di questo archivio posto nel sottotetto e le ricerche documentali nell'88 e 90 erano state esperite anche in questo locale, ma la documentazione non era stata mai consegnata nonostante fosse contenuta nelle richieste generiche e specifiche dell'AG. Questa documentazione deve definirsi di rilievo per l'inchiesta giacchè ha consentito l'identificazione certa dell'operatore MIO, mai segnalato prima del 94, e l'individuazione di documenti manoscritti relativi all'incidente, come appunto il foglio compilato dal sergente Precetti, cioè il plottaggio del DC9 Itavia.

In merito al personale presente in sala operativa la sera del 27.06.80, un primo elenco viene consegnato a seguito di decreto di questo GI l'8.08.88. Detto elenco veniva confermato nel corso di successive richieste.

E' apparsa a dir poco singolare la posizione del comandante del CRAM dell'epoca, il maggiore Eusepi Alberto, che non ha ricordato nulla di quanto accaduto il 27 giugno 80 e nei giorni successivi. L'unico atto a sua firma è quello datato 14 luglio 80, con il quale si sono trasmesse all'ITAV e al 1° ROC le undici cartine relative all'incidente. Nulla ha saputo dire sulla conservazione dei nastri di registrazione.

Di rilievo anche le figure del guida-caccia maresciallo De Giuseppe e i due TPO, i sergenti Lauretani Antonio e Cozzolino Donato. Il De Giuseppe nulla ha annotato sul registro in uso al guida caccia nella parte relativa al 27.06.80; eppure ha contattato telefonicamente quella sera vari siti del traffico aereo per avere notizie del DC9. Nulla ha ricordato in merito ad eventuale riduzione dati effettuata quella sera. Non ha detto il vero quando ha riferito che a dargli la notizia dell'incidente sarebbe stato il sergente Meloni. Questi aveva prestato servizio a Poggio Ballone fino al 79. Nel 94 ha dichiarato di aver redatto il plottaggio relativo al percorso del DC9 da Bologna a Teano, ma in nessuna Track History di Poggio Ballone veniva registrato questo percorso. I due TPO Lauretani e Cozzolino nei vari esami e confronti hanno negato di aver espletato il turno dalle 20.00 alle 02.00, mentre sicuramente uno dei due era in turno. Il Lauretani non ha ricordato nulla della riduzione dati effettuata quella notte, né di quella effettuata la mattina dopo, sempre relativa alla traccia del DC9. Sul registro del TPO non è riportata alcuna annotazione relativa all'esecuzione di una riduzione dati. Su nessuno dei registri in uso in sala operativa, cioè quelli del capo controllore, del guida caccia, del TPO e del MIO è stata riportata l'ora in cui si è venuti a conoscenza della scomparsa del DC9 Itavia. Nel registro del capo controllore alle ore 05.15 il maresciallo Ogno Salvatore ha annotato di aver richiesto l'autorizzazione al 1° SOC per la riduzione dati della LE157. Nel corso di istruttoria su detta annotazione è emerso che il SOC aveva chiesto la riduzione dati della LE157 a Poggio Ballone. Probabilmente però Poggio Ballone aveva già effettuato nel corso della notte la riduzione dati generale, come dichiarato dal Miracco e come si evinceva dalla telefonata delle ore 23.44 del 27.06.80 tra il capitano Metta Sabino di Jacotenente e il capitano Patroni Griffi Vito del 3° SOC e solo successivamente il SOC ha potuto richiedere a questo sito il plottaggio della singola traccia.

Un sito perciò di eccezionale rilievo, del quale se si fossero conservati documenti e registrazioni, oltre che le memorie degli operatori, ben altro livello avrebbe potuto raggiungere la ricostruzione del disastro di Ustica e dei fatti connessi. Un sito, in cui più degli altri emerge che le carenze, le scomparse, le distruzioni non si sono casualmente verificate, ma sono state frutto di interventi ben meditati ed organizzati.

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