3.6. Il trasporto ed il concentramento dei
reperti del DC9 Itavia dall'aeroporto
di Boccadifalco all'aeroporto di Ciampino.

Dalla complessa attività, tesa a ricostruire l'iter e le fasi di trattazione e concentramento dei reperti, sono risultati due passaggi fondamentali: il concentramento dei reperti presso l'aeroporto Boccadifalco di Palermo, avvenuto da luglio a dicembre 80 ed il successivo trasferimento dei reperti dall'aeroporto palermitano a quello di Roma-Ciampino, avvenuto in data 23.12.80.

La Procura di Palermo, dispose infatti, come già s'è scritto nel 1° capitolo di questa motivazione, che tutti gli oggetti recuperati fossero convogliati a Palermo presso l'aeroporto di Boccadifalco per essere sottoposti ad indagini radiografiche al fine di determinare i tipi di frattura, e ad indagini chimiche per rilevare eventuali tracce di esplosivo.

I reperti rimasero presso l'aeroporto di Palermo ed affidati in custodia giudiziaria all'AM (v. esame Luzzatti Carlo, GI 24.05.91) dalla fine del mese di giugno al 23.12.80, data in cui il tenente colonnello Cavallo Luciano, - ufficiale pilota della 46ª Aerobrigata di Pisa, - li prese in consegna per trasferirli all'aeroporto di Ciampino.

La serie di dubbi e perplessità sorti in ordine alla "genuina" conservazione di questi reperti ed al successivo trasporto a Roma-Ciampino indusse questo GI a dare incarico al Nucleo Operativo dei CC. di Roma di ricostruire cronologicamente le varie fasi del trasferimento dei reperti del DC9 (v. richieste GI del 26.05.93).

Significativa la dichiarazione del prof. Giulio Cantoro, perito incaricato dal Tribunale di Palermo di curare personalmente la catalogazione con la relativa documentazione fotografica di tutti i reperti giunti a Palermo-Boccadifalco nonché il successivo trasferimento degli stessi a Roma (v. esame Cantoro Giulio, GI 20.01.97). Le sue parole danno il senso delle responsabilità in cui incorse l'AM. In particolare il trasferimento dei reperti a Roma-Ciampino venne effettuato dall'AM a sua insaputa e, si ricordi, proprio il 23.12.80, l'antivigilia del Natale. Il perito poi non fa mistero di un'altra circostanza da lui appresa e cioè che l'elenco dei reperti trasferiti al laboratorio AM di Roma in data 31.12.80 era incompleto rispetto a quello che il perito aveva redatto presso l'aeroporto di Palermo-Boccadifalco.

Questo Ufficio ha quindi sottoposto ad esame tutti coloro che a qualsiasi titolo si erano occupati dei reperti del DC9 Itavia. In particolare, si devono ricordare le dichiarazioni rese dal tenente colonnello Cavallo Luciano, ufficiale dell'AM all'epoca, come s'è detto, in servizio presso la 46ª Aerobrigata di Pisa con le mansioni di pilota, che prese in consegna i reperti del DC9 da Palermo-Boccadifalco a Roma-Ciampino: "...ho compiuto una missione di trasporto ordinatami dal mio Comando...". (v. esame Cavallo Luciano, GI 05.08.91).

Non di meno le dichiarazioni del comandante dell'aeroporto di Palermo-Boccadifalco Furci Rocco, che in una prima escussione dichiarava di essere stato informato del prelevamento del materiale sicuramente dal Comando della 3ª Regione di Bari, non escludendo di essere stato avvertito anche da Trapani-Birgi dove, a suo dire, vi era un Comando da cui dipendeva l'aeroporto di Boccadifalco. (v. esame Furci Rocco, GI 06.02.92). Ma nell'ultimo esame testimoniale appare più preciso nel ricordo, dichiarando che per la consegna dei reperti aveva ricevuto una disposizione telefonica da parte del Comando della 3ª Regione Aerea (v. esame Furci Rocco, GI 12.06.93).

Resta comunque il fatto che gli ufficiali si riferiscono a disposizioni ricevute e, pur richiesti specificamente, non sono in grado di fornire più ampie e dettagliate informazioni che diano contezza delle modalità di attuazione inerenti la specifica attività. E' questa l'ennesima conferma di comportamenti fuorvianti e contrari a provvedimenti dell'AG.

Ulteriori e significative dichiarazioni emergono sempre dalla citata escussione testimoniale del detto tenente colonnello Cavallo Luciano, il quale ricorda che in occasione del trasporto del materiale, si provvide a riporre i reperti alla rinfusa in scatoloni compilando un elenco non dettagliato per motivi di indisponibilità di tempo. All'arrivo a Ciampino, ricorda che salì a bordo dell'aeromobile G222 il capitano dell'AM Palermo ma non rammentare se il personale dei CC. di Ciampino gli rilasciò una qualche ricevuta del materiale. In ogni caso della missione svolta in data 23.12.80 fu redatta una relazione al Comando dell'aeroporto di Pisa.

Di rilievo quanto dichiarato da Ferraro Giuseppe, sottufficiale membro dell'equipaggio del G222 incaricato di effettuare la missione di trasporto da Boccadifalco a Ciampino. Giunti a Boccadifalco, trovarono il materiale già custodito in scatoloni di diversa misura, debitamente chiusi con nastro adesivo ad eccezione di alcuni sedili. Il sottufficiale non ha mai saputo chi materialmente avesse provveduto all'imballo dei reperti. Ha inoltre precisato che al loro arrivo all'aeroporto di Roma-Ciampino, furono contattati dal personale dell'AM e dei Carabinieri. Questo personale presenziò scrupolosamente all'intera operazione di sbarco, effettuando tra l'altro, anche un'ispezione nel vano di carico dell'aereo, al fine di assicurarsi che nulla fosse rimasto a bordo. (v. esame Ferraro Giuseppe, GI 06.02.92).

Il capitano dei CC. D'Ovidio Giancarlo, comandante della locale Compagnia presso l'aeroporto di Ciampino, esaminato nel febbraio 92, ha ricordato che al momento dell'apposizione della firma sulla ricevuta relativa alla merce trasportata, richiestagli dal sottufficiale che aveva scortato il materiale da Boccadifalco a Ciampino, la ricevuta venne poi firmata dal capitano dell'AM Palermo Sergio, comandante del Gruppo Difesa dell'aeroporto di Ciampino, che aveva avuto in tal senso l'ordine da parte del SIOS. Rammentava altresì che il capitano Palermo sembrava abbastanza seccato con il SIOS: "ricordo che ce l'aveva con il SIOS". (v. esame D'Ovidio Giancarlo, GI 17.02.92).

Di rilievo le dichiarazioni rese dal maresciallo dei CC. Rizza Giuseppe, in servizio presso la Stazione CC. nell'aeroporto di Ciampino, che ha presenziato alle operazioni di scarico del materiale (v. esame Rizza Giuseppe, GI 03.06.93).

Entrambi gli appartenenti all'Arma hanno ricordato che i reperti erano stati scaricati tutti alla rinfusa - ciò contrariamente a quanto affermato dai componenti dell'equipaggio del G222, i quali hanno dichiarato che comunque tutti i reperti erano imballati in scatoloni.

Di diverso tenore la dichiarazione resa al riguardo da Furci Rocco, ufficiale dell'AM comandante dell'aeroporto di Boccadifalco: "il materiale venne caricato senza nessuna forma di imballaggio".

Le deposizioni dei testi sono pertanto discordanti e dalle loro dichiarazioni non si traggono elementi sufficienti ad individuare compiutamente le operazioni svolte per il trasferimento dei reperti. E' tuttavia evidente nella vicenda un atteggiamento di prevaricazione da parte di personale dell'AM nei confronti dell'ordine impartito dall'AG, che in relazione alla trattazione ed allo studio dei reperti aveva stabilito con apposito provvedimento che: "...il Prof. Giulio Cantoro curi il concentramento a Roma presso il laboratorio dell'AM di tutti i relitti e reperti relativi al disastro aereo in questione che si trovano presso l'aeroporto militare di Boccadifalco di Palermo o dovunque si trovino, presso il laboratorio dell'AM di Roma, che coordini egli personalmente e sotto la propria responsabilità, tutti gli esami e le analisi che si riterranno necessari sui relitti e reperti stessi, e proceda all'interpretazione dei dati acquisiti riferendo con relazione scritta..." (v. decreto Procura di Palermo, 26.11.80).

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