2.3. La scomparsa del DA1.

Una complessa ed articolata attività istruttoria e di polizia giudiziaria è stata compiuta al fine di accertare la distruzione ovvero la soppressione del DA1 (registro, lo si ricordi, sul quale l'operatore trascriveva i plottaggi che gli venivano comunicati in cuffia dal "lettore" ed in particolare, orario, vento, posizioni in coordinate polari, direzione, forza, quota e velocità, IFF).

In tal senso, nel quadro delle iniziative intraprese, giova ricordare: gli interrogatori svolti nei confronti del tenente colonnello Aurelio Mandes, comandante del 22° CRAM di Licola, nell'80; del tenente colonnello Mario De Crescenzo, anch'esso comandante del 22° CRAM, nell'82; del maggiore Vincenzo De Angelis, capo Ufficio Operazioni di Licola, nell'80; del maresciallo Pietro Tessitore, addetto alla segreteria del predetto Ufficio Operazioni, nell'80; le escussioni testimoniali nei confronti del tenente colonnello Modestino Orabona, comandante del sito di Licola dall'85 all'88 e dei seguenti sottufficiali, che nell'80 prestavano servizio presso il sito radar di Licola (ufficio operazioni e sala operativa): Grimaldi Pasquale, Latino Aniello, Marchese Gennaro, Masile Umberto e Tagliafierro Domenico.

Prima dell'emissione del mandato di comparizione del 15.01.90, il tenente colonnello Mandes era stato sentito dalla commissione Pisano in data 17.04.89. In quella sede l'ufficiale, in ordine al DA1 di Licola, dichiarava quanto segue: "non ricordo se il modello DA1 sia stato distrutto. Ritengo, in base alle consuetudini, che sia stato allegato alla minuta dei plottaggi inviati all'ITAV e distrutto contestualmente alle minute stesse".

Veniva altresì sentito in Commissione Stragi il 7.12.89 e nel corso dell'audizione l'ufficiale riferiva di non aver mai ricevuto le ordinanze di sequestro da parte dell'AG di Palermo e di Roma e quindi di non aver avuto motivo di conservare il DA1. "Probabilmente, a mio avviso, l'originale è stato allegato alla copia inviata a seguito di richiesta, non so pervenuta da chi, e fatta dall'Ufficio Operazioni, al mio sostituto nel periodo in cui io non c'ero; probabilmente è stato spillato e distrutto quando è stata distrutta la copia. Secondo me è così".

Sulle differenze rilevate tra il telex datato 28.06.80, inviato da Martina Franca a Stataereo Roma ed a COSMA Monte Cavo e la lettera a firma del capitano De Angelis (plottaggio dell'11.07.80), Mandes appariva approssimativo: "probabilmente Martina Franca quella sera stessa ha ricevuto per telefono le battute del DA1: le ha trascritte su una cartina - presumo - che poi ha mandato. I dati forniti per telefono forse non corrispondevano effettivamente ai dati riportati dal DA1".

Dichiarava altresì che il DA1 era stato conservato, fino all'84, nella cassaforte del capo Ufficio Operazioni e che comunque non ha costituito oggetto del passaggio di consegne al suo successore.

Nell'interrogatorio del 5.02.90 non ha aggiunto molto: ha ricordato di aver destinato una cassaforte nell'ufficio del comandante, per la conservazione di documenti classificati, ma di non avervi rinvenuto alcun provvedimento dell'Autorità Giudiziaria. Nel precisare di essere venuto a conoscenza delle risultanze del DA1 solo in sede di commissione, specificava che il DA1, una volta esaurito il singolo registro, veniva materialmente trasportato dalla sala operativa ad un archivio deposito poco distante e conservato almeno un anno.

Il tenente colonnello Mario De Crescenzo ad ottobre dell'82 succede al tenente colonnello Aurelio Mandes nel Comando del 22° CRAM di Licola.

L'ufficiale è stato sentito dalla commissione Pisano in data 17.04.89. In quella sede le sue dichiarazioni appaiono succinte e non esaustive: "mi pare di ricordare che il maresciallo Tessitore fosse il sottufficiale addetto alla distruzione della documentazione e che il maresciallo Tagliafierro normalmente si interessasse della custodia del DA1".

A seguito di imputazione per violazione di pubblica custodia delle cose, in relazione alla distruzione, in data 13.09.84, delle minute dello stralcio dei tracciati radar e del modello DA1 dal quale era derivato lo stralcio stesso, il tenente colonnelloDe Crescenzo, veniva interrogato da questo Ufficio in data 06.10.89. Nel corso dell'interrogatorio l'imputato riferiva al riguardo quanto segue: "Confermo di non essere al corrente di provvedimenti dell'Autorità Giudiziaria relativi alla conservazione dei registri; né che questa documentazione non era stata inviata alla magistratura a seguito del provvedimento ricevuto dal comandante che mi precedeva". "Nella cassaforte ricevuta in consegna all'assunzione dell'incarico non rinvenni alcun documento relativo alla vicenda di Ustica". Concludeva riferendo che la sigla apposta nel registro di protocollo sulla distruzione dei documenti si riferiva probabilmente al maresciallo Tessitore.

Il maggiore Vincenzo De Angelis, all'epoca dell'incidente era capo Ufficio Operazioni di Licola. E' stato sentito sulla vicenda Ustica per la prima volta dalla commissione stragi in testimonianza formale del 7.12.89.

In quella sede è emerso che la sera della sciagura era in licenza. Forniva poi delle spiegazioni sul DA1 in contrasto con quanto risultava sia alla commissione, sia dalla relazione Pisano. In primo luogo di questo brogliaccio, secondo la sua versione, non veniva compilata la sera stessa o l'indomani una copia ordinata e conforme, addirittura certificata dal capoturno. Al riguardo la sua risposta, dettata con ogni probabilità da lunga prassi, è decisa: "dal DA1 non viene estratto nulla, a meno che non sia espressamente richiesto". Il DA1 doveva essere conservato, per regolamento interno, per un anno.

Di fatto la conservazione poteva durare molto di più, considerato che i modelli venivano portati tutti in una sorta di baracca e lì tenuti sino a quando l'archivio non si riempiva di carte. Quanto alla situazione gerarchica del centro all'epoca confermava che il comandante era il colonnello Mandes, allontanatosi per un corso a Firenze il 28 giugno e rimasto assente sino al 13 luglio. Il vice comandante era il capitano Carchio; l'ufficiale di turno in sala operativa era il capitano Abbate. Confermava di aver inviato a diversi enti, in data 11.07.80, una nota a sua firma, contenente i plottaggi delle tracce richiesti dalla 3a Regione Aerea. In ordine alla mancata conservazione del DA1 non è stato in grado di fornire una plausibile spiegazione.

Dichiarava che la copia integrale ed ordinata si riferiva solo all'avvistamento di tracce significative. Le tracce significative erano quelle rilevanti per il sistema di Difesa Aerea "...qualora v'è un traffico che non riusciamo ad identificare, ciò rappresenta per noi motivo di allertamento ... per quanto riguarda la routine del lavoro, tracce significative sono generalmente quelle appartenenti a Paesi oggetto di particolare attenzione, oppure si può intendere la famosa traccia VIP, che entra nella nostra area di responsabilità e che merita di essere seguita perché richiede una particolare attenzione".

Escusso in data 16.02.90, confermava la sostanza dell'audizione in sede parlamentare e scendeva in dettagli su circostanze inerenti la sua attività a Licola. Ricordava di aver compilato, prelevando i dati richiesti dal DA1 a mezzo dei suoi sottufficiali, il documento "che rappresenta la estrapolazione dei dati risultanti dal DA1". "Sul DA1 vengono indicati dall'operatore i dati degli avvistamenti radar in azimuth (gradi) e distanza dal sito. Tutte le volte che da parte di Comandi viene richiesta una informativa sugli avvistamenti viene effettuata la seguente operazione consistente nella trasposizione su una cartina muta delle indicazioni sempre in gradi e distanze dell'avvistamento. Sulla cartina muta sulla quale è indicato il reticolo Georef (una sorta di indicazioni simili a latitudine e longitudine). Il posizionamento in angoli e distanze dei dati radar sulla cartina reticolata dà automaticamente la lettura in Georef. Sono questi dati che vengono rilevati dall'addetto alla compilazione del prospetto dati e indicati nel documento da inviare al richiedente". Riferiva altresì di non aver mai ricevuto decreti di sequestro del registro DA1, né di altra documentazione relativa agli avvistamenti di quel 27 giugno. In conclusione riferiva che l'Ufficio Operazioni aveva il compito di custodire i registri DA1 per la prevista durata di un anno; la distruzione era una questione ordinaria, per la quale non era necessario alcun ordine specifico.

Indiziato a seguito della distruzione del DA1 di Licola, è stato interrogato il 24.09.92. Nel corso dell'interrogatorio, presente il PM, questo GI contestava all'imputato che non era mai stata rinvenuta né presso l'ente originatore né presso l'ente destinatario copia dei telescritti che furono inviati da Licola al Comando 3° ROC. Si riporta, di seguito, uno stralcio dell'interrogatorio:

"...

PM: quindi il... il telex veniva, o meglio il telescritto perché non era un telex, era un telescritto no?!

De Angelis: sì telescritto, e poi veniva trasformato in telex dal centro comunicazioni.

PM: sì... allora, veniva, la minuta veniva preparata in sala operativa.

De Angelis: dipende se la faceva la sala operativa o la faceva l'Ufficio Operazioni.

PM: e chi le prep... ecco, veniva preparata una minuta, e chi la preparava?

De Angelis: la preparavano il... in sala operativa la preparava il capo controllore in collaborazione dei sottufficiali.

PM: dopo di che questa minuta veniva passata?

De Angelis: veniva passata al centro comunicazioni, se era stata autorizzata la trasmissione, perché sennò.

PM: nel centro comunicazioni veniva presa una nota della... di questa minuta?

De Angelis: sì sì, nel momento in cui si trasmetteva il telegramma il centro comunicazioni faceva la registrazione, sicuramente.

PM: quindi veniva annotato su di un registro.

De Angelis: eh! Protocollo e l'orario e tutto quanto.

PM: la copia del... dello scritto veniva allegata agli atti?

De Angelis: sì, veniva restituita all'Ufficio Operazioni una copia, e per quello che mi ricordo io un'altra copia veniva tenuta dal centro comunicazioni.

PM: sì.

De Angelis: finché non veniva poi dopo... non so che faceva perché non era un settore di competenza mia.

PM: oh! Questa copia che era quindi allegata agli atti dell'Ufficio Operazioni... nel momento in cui veniva, è stato formato il fascicolo di cui lei ci ha parlato, doveva essere contenuta nel fascicolo o no?

...

PM: beh! E questa poi che fine ha fatto?

De Angelis: e io non lo so eh!

PM: lei non l'ha vista?

De Angelis: eh! Io non l'ho vista.

...

De Angelis: non... non ho avuto traccia di questa comunicazione scritta di, fatta dal capo controllore. ...".

Appare quindi, in tutta la sua evidenza, che il predetto ufficiale ha materialmente compilato il documento formato l'11.07.80 e contenente i dati afferenti le tracce rilevate dal sito radar di Licola la sera del 27.06.80. Nell'interrogatorio del 24.09.92 mostrava palese insicurezza nelle risposte.

Il maresciallo Pietro Tessitore era il sottufficiale la cui sigla risulta apposta nel registro di protocollo sotto la data 13.09.84.

Nell'interrogatorio reso a questa AG il 5.02.90, ha negato ogni accusa asserendo che nella sua qualità di addetto alla segreteria dell'Ufficio Operazioni, aveva mansioni di incaricato alle pubblicazioni NATO e nazionali oltre che all'Archivio generale dell'Ufficio Operazioni e che, pertanto, non aveva alcun rapporto con il DA1, peraltro custodito in altro edificio a centinaia di metri dall'Ufficio Operazioni. Riconosciuta implicitamente la sua sigla, affermava che la distruzione in quella data concerneva una copia del documento e di certo non l'originale. Non era assolutamente a conoscenza di provvedimenti di sequestro relativi alla documentazione custodita. La distruzione era avvenuta su sua iniziativa, in osservanza delle disposizioni all'epoca vigenti, senza alcuna autorizzazione specifica.

Non gli è sfuggito che l'oggetto della documentazione riguardava il disastro del DC9, "ma poiché, come ho detto, non avevo notizie di provvedimenti di sequestro né era a mia conoscenza l'esistenza di qualche problema inerente il fatto, ritenni di poter procedere alla distruzione". "Nella specie io mi accertai che trattavasi di documentazione che era stata inviata agli enti che ne avevano fatto richiesta e per la quale non sorgevano necessità di ulteriore conservazione". L'edificio di cui parla è la sede dell'ufficio statistica, ove erano custoditi, unitamente ad altra documentazione e materiale vario, i modelli nuovi ed usati del DA1.

E' necessaria a questo punto una breve considerazione sui militari fin qui presi in esame, cioè Mandes, De Crescenzo, De Angelis e Tessitore. Ognuno di essi asserisce di non essere stato a conoscenza di provvedimenti di questa AG concernenti il sequestro del DA1 o di qualsiasi altro documento equipollente che rappresentasse, seppur in forma schematica, uno stralcio di esso. Questo non vale sicuramente per Mandes e De Angelis, che nelle loro qualità dovevano sapere dell'esistenza del provvedimento della Procura di Palermo.

Il tenente colonnello Modestino Orabona succede nell'85 al suo pari grado De Crescenzo nel Comando del 22° CRAM di Licola. Nell'escussione del 19.11.91, contribuiva a fornire una più dettagliata definizione del DA1, specificando in primo luogo che il documento non era classificato. Consisteva in volumi rilegati composti da più centinaia di fogli, non distaccabili né mai distaccati per richieste di enti esterni.

Erano conservati in una baracca in muratura chiusa con un lucchetto, luogo diverso da quello ove era conservata la documentazione classificata o comunque di rilievo. Specifica che, all'epoca, il DA1 pur non rientrando tra i documenti per cui era prevista la redazione del verbale di distruzione, aveva invece una rilevanza materiale specialmente in occasione di incidenti aerei. In effetti allorché era accaduto altro incidente aereo ai primi degli anni 70, egli aveva immediatamente disposto che fosse conservato e proprio sui plottaggi rilevati dal DA1 s'era svolta poi l'attività della Commissione d'inchiesta sull'incidente. Sulla distruzione del DA1 d'interesse non fornisce alcun ausilio.

Nell'escussione successiva del 18.01.96 il teste, incalzato da una serie di pressanti domande concernenti in particolare l'identità dei militari facenti parte del turno "Bravo" la sera del 27.06.80, si mostrava insicuro e non attendibile nelle dichiarazioni.

Il maresciallo Domenico Tagliafierro, indicato da Tessitore come il responsabile dell'archivio dell'ufficio statistica, è stato sentito nell'ambito dell'inchiesta Pisano sulla distruzione del DA1 ed in quell'occasione negava decisamente di aver distrutto l'esemplare relativo al 27.06.80. Le risposte fornite in Commissione risultavano essere scarne rispetto alla valenza della vicenda: "i modelli DA1 venivano conservati in un deposito precario sotto la foresta e periodicamente distrutti. Ovviamente i modelli riguardanti casi di particolare interesse erano direttamente conservati presso l'Ufficio Operazioni in appositi armadi corazzati. Per ogni distruzione compilavo un apposito verbale di distruzione di cui una copia era consegnata all'Ufficio Operazioni e l'altra era consegnata da me nel deposito. I modelli DA1 erano sempre conservati come modello originale; in essi potevano essere allegate copie dei plottaggi di particolare interesse dagli enti superiori. Il DA1 veniva firmato dal compilatore e per un certo periodo vistato anche dal sottufficiale lettore al PPI. Non ho distrutto il DA1 del giorno 27.06.80". (v. escussione del 18.04.89 dinanzi alla Commissione Pisano).

Di contro, più dettagliate le dichiarazioni rese successivamente all'Ufficio dallo stesso sottufficiale. In particolare la tenuta dei registri DA1 era demandata all'ufficio statistica presso cui era impiegato il Tagliafierro. Ogni mattina un aviere di leva in servizio presso l'Ufficio Operazioni era incaricato di prelevare dalla sala operativa tutto il materiale riguardante strips, turni di servizio e i registri DA1 esauriti e di portarli presso il suo ufficio. Provvedeva quindi a numerare progressivamente i registri di ogni mese allo scopo di verificare quanti ne venissero utilizzati in ciascun periodo.

Sulle modalità di distruzione il medesimo riferiva di non aver avuto delle disposizioni specifiche e che trattandosi di materiale non classificato gli era stato detto di provvedere in proposito ogni anno circa; tali disposizioni furono in realtà puntualizzate dal sottufficiale, che richiese, ed ottenne, la compilazione di un verbale di distruzione anche di tale materiale.

Il verbale, che conteneva l'indicazione del tipo di documento da distruggere ed il periodo di riferimento, era redatto in tre copie e veniva firmato dal Presidente di Commissione nella persona del capo Ufficio Operazioni (nel periodo di interesse il maggiore Vincenzo De Angelis), dal sottufficiale che procedeva, cioè il maresciallo Tagliafierro, e dal maresciallo Tessitore.

Delle tre copie una veniva conservata agli atti dal maresciallo Tagliafierro, una consegnata alla segreteria dell'Ufficio Operazioni ed un'altra per un certo periodo venne consegnata all'ufficio NATO di quel sito radar. (v. esame Tagliafierro Domenico, PG 06.02.95).

Sulla redazione dei plottaggi il maresciallo Masile Umberto ha dichiarato che non era sempre il personale dell'Ufficio Operazioni ad estrapolare i plots dal registro DA1, ma talvolta era il personale della sala operativa che forniva direttamente l'elenco dei plots. (v. esame Masile Umberto, PG 30.01.95). E' però altrettanto strano che nessuno dei testi abbia ricordato di aver coadiuvato il capitano De Angelis nella stesura della nota dell'11.07.80 contenente i plottaggi, contrariamente a quanto affermato dallo stesso ufficiale.

Il documento era dotato di una sua connotazione in termini di tipicità. Non era un brogliaccio informe e senza paternità; si trattava di un documento sul quale venivano trascritti i plottaggi, sottoscritto da chi lo redigeva e, particolare di rilievo, anche vistato dal lettore al PPI, che aveva così la possibilità e l'obbligo di controllare se quanto scritto sul DA1 corrispondesse a quanto visto sul PPI. Di contro, vi era una situazione di incertezza su chi avesse in custodia il documento e su chi fosse l'autore della distruzione e sulla data in cui era avvenuta.

L'identificazione degli imputati è avvenuta nel presupposto che la distruzione si fosse verificata il 13.09.84. Tale data è stata individuata, da una parte, attraverso il verbale di sequestro dei Carabinieri di Roma in data 18.08.88, nel quale si attesta che il colonnello Orabona - comandante del CRAM di Licola - non consegnava la documentazione richiesta perché distrutta in tale data; dall'altra, dalla annotazione di tre distruzioni di documenti, rilevabile sul registro di protocollo.

Infine occorre osservare che i verbali di distruzione, datati in realtà 13.09.84, non facevano alcun riferimento al DA1 in argomento. Pertanto tale importante documento restava escluso dal novero degli atti dell'inchiesta. Questa conclusione appare tanto più rilevante quanto più la si consideri determinata da una irregolarità procedurale sostanziale e formale. Infatti il DA1 era sfuggito alla conservazione nonostante vi fosse già da luglio 80 un provvedimento di ordine generale dell'AG che la imponesse (provvedimento emesso in data 05.07.80 dal Sostituto Procuratore di Palermo, avente per oggetto il sequestro di registrazioni delle intercettazioni dei radar militari comunque operanti sul mar Tirreno nella notte tra venerdì 27.06.80 e sabato 28.06.80, tra le ore 20.00 e le ore 23.15). E d'altro canto non rimase agli atti del centro radar di Licola alcun verbale che ne attestasse formalmente la distruzione.

Da ultimo, in relazione alle vicende connesse al mancato rinvenimento del DA1, si sottolinea l'interesse che il problema aveva sollevato anche nelle commissioni di indagine istituite, nel tempo, in diverse sedi istituzionali.

In tale ambito vale la pena di accennare ad un diverso genere di considerazioni e valutazioni espresse sia nella relazione svolta dalla commissione Pisano consegnata in data 05.05.89 al Ministro della Difesa, on.le Valerio Zanone, sia nella relazione della commissione Pratis del 10.05.89.

Relazione Pisano: per quanto concerneva la distruzione del DA1 di Licola "pur riconoscendo l'inopportunità dell'atto solo in riferimento ai recenti sviluppi della vicenda" si osserva che quella distruzione è avvenuta, tra l'altro, "nella certezza che la situazione consegnata all'Autorità Giudiziaria fosse una copia ordinata ed integrale dei dati riportati nel Mod.DA1"..."in presenza di disposizioni che ne prevedevano normalmente la conservazione per un anno"..."nella certezza che la Forza Armata non era comunque coinvolta nell'incidente".

Relazione Pratis: "dalle indagini svolte dalla Commissione nulla è stato evidenziato che valga a corroborare le insinuazioni fatte circa il supposto occultamento di dati da parte dei centri di Licola e Marsala".

La relazione "Pollice", presentata in esito all'attività svolta dalla commissione che prende nome dall'ufficiale AM che la presiedeva (decreto di acquisizione dell'11.09.96 di questo GI), nel trattare il radar di Licola fa proprie alcune valutazioni già espresse dalla commissione d'inchiesta tecnica formale (cd. Luzzatti), mutuandone, in parte, alcuni passaggi più significativi: pur ritenendo di fondamentale importanza l'analisi dei dati radar forniti sia dal Traffico Aereo sia dalla Difesa Aerea, tuttavia "dal contesto del documento si evince che la commissione d'inchiesta non ha ritenuto utili, ai fini dell'indagine, i dati forniti dal radar di Licola in quanto desunti da trascrizioni fonetico-manuali".

Ma nella parte relativa all'"analisi critica", la relazione Pollice riconosce che i dati acquisiti dal radar di Licola, qualora fossero stati trascritti sugli appositi modelli DA1, avrebbero "senz'altro contribuito alla riproduzione della situazione aerea dell'area interessata nel giorno 27.06.80".

Detta considerazione - nonché quelle che seguiranno circa il richiamo ai plottaggi di cui al documento dell'11.07.80, inviato a diversi enti che, si ricorda, è stato distrutto il 13.09.84 come già evidenziato - è senza dubbio vera e meritevole di un'ulteriore riflessione che determina diversi interrogativi sulla "volatilità" del DA1, la cui scomparsa, come rilevato nel corso di questa istruttoria, va collocata nei giorni appena successivi al 27.06.80 ed è da ascrivere alla responsabilità del centro radar.

Nel prosieguo della "relazione Pollice" l'estensore rileva che i plottaggi trasmessi dal 22° CRAM di Licola l'11.07.80 non risultano essere copie del modello originale DA1 bensì estrapolazioni dello stesso. Su questo aspetto si ricorda che i testi e gli imputati sentiti nelle diverse sedi ed in più occasioni hanno fornito le versioni più disparate. Solo la relazione Pollice appare allora condivisibile nel "distinguo" operato e purtroppo ancora una volta questo GI deve rilevare che l'AM, nelle sue diverse interpretazioni ufficiali, ha fornito al riguardo versioni non obiettive e interpretabili quali "offuscamenti" della reale valenza e significatività del DA1.

Per ultimo, la relazione Pollice, nel rilevare le discrepanze delle situazioni radar avvistate da Licola e Marsala, denota una "carenza di coordinamento nelle operazioni di Difesa Aerea ed in particolare quelle di cross-telling".

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