1.4. Le dichiarazioni dei militari del 35°CRAM.

Nel 1980 comandante del sito di Marsala era il tenente colonnello Cespa Piero, vice comandante il maggiore Salmè Fulvio, capo Ufficio Operazioni il capitano Pugliese Nicolino. Nel periodo del fatto era comandante interinale il vice comandante maggiore Salmè, in quanto il comandante Cespa partiva proprio quel pomeriggio in licenza nelle Marche.

Salmè ha sin dal suo primo esame immediatamente dichiarato che proprio per le sue funzioni non era in sala operativa (v. esame Salmé Fulvio, GI 15.10.86).

All'interrogatorio affermava di essere stato avvisato dell'accaduto a distanza di quindici-venti minuti, ma non ha saputo dire niente di rilevante né sulla Synadex, né se fosse stata posta in essere la procedura di registrazione manuale delle tracce, né sull'ordine di servizio di quel giorno, né sul numero di militari presenti in sala operativa. Ricordava soltanto che la mattina del 28 avvisò il comandante Cespa; che non fu lui a ricevere l'ordine di sequestro dei nastri del PM di Roma; che non si pose nemmeno il problema di riferire all'AG sull'incidente (v. interrogatorio Salmè Fulvio, GI 25.09.89).

Evidentemente per il responsabile del sito radar della Difesa Aerea di Marsala la scomparsa di un aereo civile in una zona coperta dal proprio radar non rientrava nei propri compiti d'istituto. L'unica circostanza che tiene a sottolineare è quella di aver comunque informato il proprio comandante. Nulla Salmè saprà dire neanche sulla riduzione dati effettuata la sera del disastro e analizzata dal tenente Del Zoppo. Ciò si mostra alquanto inattendibile, in quanto non appare verosimile - a seguito di un evento di tale dimensione - che il comandante di un sito radar, così importante per la Difesa Aerea, potesse essere stato tenuto all'oscuro, sia di quanto era accaduto all'interno della sala operativa - se non la scarna informazione della notizia della scomparsa di un aereo - che dall'attività richiesta al tenente Del Zoppo di cui si parlerà diffusamente più innanzi.

Convocato in audizione formale dinanzi alla Commissione Stragi, si avvaleva, come imputato nel presente procedimento, della facoltà di non rispondere (v. audizione dello stesso, Commissione Stragi 16.01.90).

Si deve ora esaminare la versione fornita dai militari presenti in sala operativa la sera del disastro. Versione alla quale, sebbene con angolature diverse, tutti i militari si allineeranno, eccetto, come si vedrà più innanzi, il solo maresciallo Carico.

La versione che verrà ripetuta sarà quella che già il capitano Ballini, responsabile della sala operativa la sera del disastro ovvero il Master Controller, aveva fornito al PM di Marsala a novembre del 1980, e cioè che per le ore 19.00Z era stata prevista un'esercitazione con voli simulati e che per tale ragione aveva provveduto a far sostituire il nastro "reale" con quello da esercitazione; tale operazione comportava un certo periodo di tempo e per questo motivo il nastro dell'esercitazione risultava avere avuto inizio alle h 19.12Z. Alle 19.15Z a richiesta del controllo di Roma di notizie sul DC9 Itavia venne risposto di non averne e di non poterne dare, ma che comunque il sito si mise in contatto con Palermo, Sigonella e Martina Franca; che ai vani tentativi di contatto via radio con il DC9, sia direttamente che attraverso un aereo in volo, seguì la sospensione dell'esercitazione ed il sottufficiale addetto al MIO provvide a sostituire il nastro da simulato a reale; che tra le 19.22Z e le h.19.49Z si operò il cambio del nastro e che tale tempo "era strettamente necessario e ben difficilmente lo si può contenere entro limiti più ristretti". Riferiva inoltre che nella immediatezza del fatto venne inoltrata al Ministro una relazione (v. esame Ballini Adulio, PM 17.11.80).

La versione sugli orari necessari per il cambio dei nastri da reale a simulato e viceversa veniva confermata dal sergente Tozio, operatore MIO, che precisava che "per sostituire i nastri e per compiere le operazioni necessarie per passare dalla situazione reale a quella simulata occorrono circa 10 minuti. Lo stesso tempo è necessario per compiere l'operazione inversa", osservando però che per passare da reale a simulato occorre meno tempo che per passare da simulato a reale, in quanto l'operatore può predisporre alcuni accorgimenti prima dell'inizio della esercitazione (v. esame Tozio Sossio, PM 17.11.80).

Queste dichiarazioni venivano confermate nel prosieguo dell'inchiesta da entrambi (v. esami Ballini Adulio e Tozio Sossio, GI 15.10.86). Il tenente Muti, anch'esso presente in sala operativa con l'incarico di guida caccia, dichiarava di non avere ricevuto alcuna richiesta di intervento da Ballini (v. esame Muti Sebastiano, GI 15.10.86). Il maresciallo Sardu, che quella sera svolgeva l'incarico di TPO, non sapeva spiegare alcune operazioni che erano state fatte alla console relative ad una traccia anomala, a quota elevata e dotata di bassa velocità, che viene cancellata dall'operatore proprio in corrispondenza, anzi, pochi secondi prima dell'incidente, dopo che è rimasta visualizzata e registrata per circa venti minuti (si tratta della traccia nr.6 "AJ450") (v. esame Sardu Mario, GI 15.10.86). Il maresciallo Loi nella sua qualità di Identificatore, riferiva di aver seguito la traccia del DC9 - identificata attraverso il piano di volo - fino a quando non fu ordinato dall'ufficiale di servizio la sospensione del controllo reale per iniziare l'esercitazione simulata. Confermava che l'esercitazione ebbe inizio ma venne subito sospesa (v. esame Loi Salvatore, GI 17.11.86).

Nessun riferimento veniva fatto su eventuali altri militari presenti, la sera del disastro, in sala operativa.

Queste in sintesi le dichiarazioni rese nel 1986 a quest'Ufficio. Già da esse emerge un aspetto nuovo rispetto alle modeste dichiarazioni che erano state rilasciate nel 1980. Infatti Loi dichiara di aver seguito la traccia del DC9 fino al momento in cui sarebbe iniziata l'esercitazione, ma, stranamente, nulla invece riferisce sullo scadimento di qualità della traccia del DC9 che risulta segnalata alla sua console come "Alert Reale" alle ore 18.59.45Z ed alle ore 19.00.44Z. Segnalazioni che dovevano allarmarlo in quanto, nonostante avesse effettuato delle azioni per riportare in vita la traccia del DC9, tali azioni non avevano sortito alcun effetto. Tutto ciò avveniva ben dodici minuti prima del presunto inizio della esercitazione Synadex.

Nuovi elementi venivano acquisiti nel 1988. Nel corso della trasmissione televisiva "Telefono Giallo", andata in onda il 6 maggio 88 - di cui si é già fatto cenno nel capitolo secondo - un anonimo interlocutore intervenendo telefonicamente nel corso della trasmissione dichiarava di aver effettuato servizio di leva a Marsala e di essere stato la sera del disastro in servizio in sala operativa; in quell'occasione ricevette l'ordine dai suoi superiori di non riferire i fatti accaduti in sala operativa. Questo il testo integrale della telefonata:

-"Pronto?

-Sì

-Mi sente?

-La sento piano ma la sento

-Scusi non riuscivo ad arrivare in trasmissione - io ero un aviere in servizio a Marsala la sera dell'evento della sciagura del DC9.

Purtroppo purtroppo non mi...la telefonata perchè gli elementi che comunico sono molto pesanti. Ad ogni modo, noi abbiamo esaminato le tracce - i dieci minuti di trasmissione di cui parlate, di registrazione che non sono stati visti nell'intero perchè noi li abbiamo visti perfettamente. Soltanto che il giorno dopo, il maresciallo responsabile del servizio ci disse praticamente di farci gli affari nostri e di non avere più seguito in quella questione. Dopo dieci anni rivedendo la trasmissione, ho avuto questo fatto emotivo interiore di dover dire la verità! Anonimamente, perchè cado nel nulla, la verità è questa: ci fu ordinato di starci zitti! La saluto, saluto anche l'on. Rodotà e tutti quelli che hanno cercato di dire la verità, perchè non voglio rogne e non voglio fare ...

-Gentile amico non attacchi, ha attaccato il telefono."

A seguito delle richieste rivolte al 35° GRAM dalla Procura di Marsala veniva acquisito, per la prima volta, l'ordine di servizio dell'esercitazione "Synadex", contenente l'elenco dei militari comandati di servizio per l'esecuzione dell'esercitazione. Venivano pertanto raccolte le testimonianze dei militari che erano stati già sentiti da quest'Ufficio e per la prima volta degli altri militari di cui si era appresa la presenza in sala operativa la sera dell'evento.

In particolare il maresciallo Sardu dichiarava che la traccia del DC9 era stata seguita fino a quando non ebbe inizio l'esercitazione e che da quel momento il traffico reale era stato seguito dal sergente Carico con il sistema fonetico manuale, desumendo quest'ultima circostanza, non dal ricordo di quanto avvenuto quella sera, ma dall'ordine di servizio, laddove Carico risulta collocato alla postazione UPA35 (v. esame Sardu Mario, PM Marsala 30.05.88).

Giordano, ufficiale TPO, dichiarava di aver personalmente avvistato la traccia del DC9 e di averla seguita fino a quando non era stato rilevato alla console da Sardu; osservava che la traccia era stata seguita automaticamente fino a quando l'operatore MIO non aveva inserito sul computer il nastro di esercitazione; l'ufficiale non sapeva chiarire se il cambio del nastro fosse avvenuto prima o dopo l'evento (v. esame Giordano Avio, PM Marsala 30.05.88).

Abate, assistente del capo controllore (Ballini) e del guida caccia (Muti) dichiarava di ricordare soltanto che la torre di controllo di Ciampino aveva richiesto informazioni sulla posizione del DC9 e che sia Ballini che Muti avevano tentato di contattare, senza esito, il DC9 (v. esame Abate Pasquale, PM Marsala 30.05.88).

Vitaggio, assistente del guida caccia, riferiva di aver fatto ingresso in sala operativa su sollecitazione di Abate a seguito della ricezione della richiesta di informazioni sul DC9 da parte di Ciampino, e di aver collaborato con il tenente Muti alla ricerca di contatto con il DC9. Nulla riferiva sulla traccia del DC9 in quanto egli si occupava soltanto del traffico militare (v. esame Vitaggio Giuseppe, PM Marsala 30.05.88). Il sottufficiale mente, sulla circostanza di ingresso in sala operativa, in quanto emerge la sua presenza già alle 18.58Z (v. telefonata nr.22).

Loi, identificatore, definiva incredibile e frutto di pura fantasia quanto riferito dall'anonimo interlocutore alla trasmissione televisiva (v. esame Loi Salvatore, PM Marsala 30.05.88).

L'aviere Belluomini ricordava di essere giunto in sala operativa qualche minuto prima dell'inizio della esercitazione e di aver notato movimento legato alla ricerca di informazioni di un aereo di cui si era persa la traccia (v. esame Belluomini Claudio, PM Marsala 30.05.88).

La circostanza relativa all'arrivo di Belluomini in sala operativa è importante perché egli afferma di esservi giunto qualche minuto prima dell'inizio della esercitazione e di avere subito appreso che si era persa una traccia di un aereo. Essendo l'esercitazione prevista per le h.19.00Z è impensabile che un aviere si presentasse dopo l'orario di inizio dell'esercitazione in quanto sarebbe andato incontro, probabilmente, a sanzioni disciplinari. Perciò questa è un'ulteriore dimostrazione che l'esercitazione non ebbe inizio e che i militari presenti in sala erano in "movimento" già da prima dell'inizio della esercitazione.

Quanto riferito dall'aviere trova conferma nelle dichiarazioni del sergente Carico, operatore IO Questi dichiara di essere entrato in sala operativa alle ore 20 ora locale venendo poi rilevato da Loi; precisa di aver seguito la traccia del DC9 poi precipitato e di un Boeing 720 in rotta verso Malta, rilevando che "ad un certo punto la traccia scomparve dal video, sicchè comunicai la circostanza al tenente Giordano che sedeva al fianco e agli altri miei superiori. Cercammo inutilmente di contattare in frequenza radio l'aereo e se ben ricordo fu chiamato anche il Boeing che seguiva il DC9"; venne allertata anche la torre di controllo di Palermo (v. esame Carico Luciano, PM Marsala 30.05.88).

Questa è, e sarà, la testimonianza dell'unico militare che si discosta dalla versione degli altri militari presenti in sala operativa, e costituirà un elemento di rilevante interesse probatorio per il prosieguo dell'inchiesta. Carico, in altre parole, è stato l'unico militare ad affermare di aver visto il DC9 Itavia sul monitor e di aver visto la traccia a mano a mano scomparire. Ciò in netto contrasto con quanto dichiarato dagli altri militari presenti in sala operativa.

Tutto il personale militare sentito dalla Procura di Marsala escludeva che in sala operativa fosse accaduto qualcosa di anomalo così come invece aveva riferito l'anonimo aviere alla trasmissione televisiva "Telefono giallo".

Massaro, ufficiale con funzioni di Exercise Controller per la Synadex, ammette di essere stato in sala operativa la sera del disastro e di essersi occupato anche lui delle operazioni di ricerca del velivolo scomparso (v. esame Massaro Antonio alla PG 27.10.88). Sentito da quest'Ufficio l'anno successivo, dichiarava di non ricordare se, quando giunse la notizia della perdita di contatto con il DC9, fosse iniziata o meno l'esercitazione, e che comunque l'ordine di inizio della Synadex era di competenza del capo controllore (v. esame Massaro Antonio, GI 03.06.89).

Queste prime dichiarazioni del personale presente in sala operativa la sera del disastro non aiutarono certamente l'Ufficio nella ricostruzione dei fatti. Apparivano confuse, per alcuni versi contraddittorie e non trovavano concordanza neanche sull'inizio o meno della Synadex. Tra l'altro, come si è già evidenziato, non lo ricorda neanche colui che ne era il responsabile, cioè Massaro. Sulla linea dei non ricordo e delle contraddizioni tutti i presenti in sala rimarranno fino alla fine dell'inchiesta.

Il 5 agosto 89, pertanto, dopo una prima comunicazione giudiziaria emessa il 13 giugno precedente, veniva emesso da questo Ufficio, su richiesta del PM, mandato di comparizione a carico degli ufficiali Salmè, Ballini, Muti, Giordano e Massaro, dei sottufficiali Sardu, Abate, Vitaggio, Tozio, Loi, Carico, Gioia e degli avieri Belluomini, Di Giovanni, Gruppuso e Orlando per concorso in falsa testimonianza aggravata, favoreggiamento personale aggravato e occultamento di atti veri aggravato. Le imputazioni furono formulate sulla scorta anche degli accertamenti compiuti dal collegio peritale Blasi sulle registrazioni radar di Marsala.

Gli imputati nel corso degli interrogatori non fornivano risposte convincenti sulle circostanze emerse dalla lettura dei nastri di registrazione e delle operazioni a console.

Carico ribadiva le dichiarazioni rese precedentemente, ossia di aver seguito la traccia del DC9 fino alla scomparsa e che di ciò aveva avvisato immediatamente il suo superiore, il tenente Giordano. Precisava inoltre che quella sera non prese posto nella postazione UPA35 per seguire il traffico reale con il sistema fonetico manuale così come invece risultava nell'ordine di servizio "Synadex" (v. interrogatorio Carico Luciano, GI 26.09.89).

Giordano, invece, negava la circostanza riferita da Carico e cioè di essere stato da questi avvertito della scomparsa del DC9 (v. confronto Carico Luciano-Giordano Avio, GI 06.10.89).

Ballini, a sua volta, escludeva di aver ricevuto notizie sulla perdita di qualità delle tracce del DC9 da parte del tenente Giordano, osservando invece, di essere venuto a conoscenza della scomparsa del DC9 da Ciampino o da Punta Raisi (v. confronto Carico Luciano-Ballini Adulio, GI 06.10.89).

Massaro non escludeva che potesse essere avvenuto quanto dichiarato da Carico, osservando, comunque, che lui non ne era venuto a conoscenza; ricordava che insieme a Muti aveva effettuato sulla frequenza di guardia alcune chiamate all'aereo di cui si erano perdute le tracce (v. interrogatorio Massaro Antonio, GI 27.09.89). Messo a confronto con Carico confermava le chiamate sulla frequenza di guardia mentre Carico confermava che le chiamate furono a Roma e a Punta Raisi e non sulla "guardia" (v. confronto Massaro Antonio-Carico Luciano, GI 06.10.89).

Anche Loi non si discostava dalle precedenti dichiarazioni, asserendo che non gli era stata indicata alcuna traccia particolare da identificare e che non aveva rilevato, sul proprio schermo, alcuna traccia in prossimità del DC9. Non ricordava chi fosse l'operatore in fonetico manuale durante l'esercitazione (v. interrogatorio Loi Salvatore, GI 26.09.89). Nessun effetto sortisce il confronto con Carico. Riferiva però di ricordare che quella sera vi era un piano di volo di un velivolo da Tripoli o da un Paese dell'Est, ma non ricordava né se fosse un volo VIP, né quale fosse il modello del velivolo, nè se aveva notato una traccia che potesse corrispondere a questo volo. Aggiunge, inopinatamente, "Se non sbaglio, quella traccia era in direzione di Malta". (v. confronto Loi Salvatore-Carico Luciano, GI 06.10.89).

Il 6 ottobre 89 veniva escusso Pazzano che nel 1980 era titolare a Marsala di una emittente radiofonica, il quale aveva fatto sapere di essere al corrente di notizie di interesse. Questi riferiva che la sera del 27 giugno 80 aveva ricevuto una telefonata da una persona che aveva detto di essere amico di Luciano e di chiamare dall'interno del sito radar di Marsala. La persona gli aveva detto che "si era perduto un aereo dal monitor, precisando che si trattava di un aereo civile sulla rotta Bologna-Palermo". Egli aveva diffuso la notizia via radio; osservava poi di aver sempre ritenuto che la persona che aveva chiamato quella sera fosse il maresciallo Carico (v. esame Pazzano Giuseppe, GI 06.10.89).

Il maresciallo Carico interrogato - a distanza di tempo - ribadiva le dichiarazioni rese precedentemente relative alle due tracce seguite sul monitor, ricordando che nel riferire questa circostanza al tenente Giordano, aveva fatto la battuta "Sta a vedere che quello di dietro mette la freccia e sorpassa!". Ricordava anche di aver associato le due tracce - dopo aver preso visione dei piani di volo - al DC9 ed al Boeing dell'Air Malta (v. interrogatorio Carico Luciano, GI 03.04.95).

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