1.12. Conclusioni.

La vicenda del sito di Marsala è particolarmente emblematica di tutte le difficoltà e gli ostacoli dell'inchiesta. Essa abbraccia l'intero arco delle indagini; inizia con il sequestro dell'estate 80 e termina con gli interrogatori del giugno 97. In essa tutti i generi di reticenze, falsità, omissioni, distruzioni documentali, che hanno connotato i comportamenti di amministrazioni e singoli al vaglio dell'inquirente.

Qui dalle comunicazioni sopra riportate si desumono, come detto, rilevanti circostanze di fatto. Innanzi tutto Marsala "vede" e "vede" sin dai primi minuti dopo l'evento. Esempio ne siano le citate comunicazioni intercorse alle 19.13 con Palermo ed alle 19.14 con Roma controllo.

Qui v'è un comandante che in sede di esecuzione di sequestro nulla riferisce sulla difformità tra il contenuto dei nastri e quanto invece risulta dalle etichette dei contenitori. Un comandante che nulla riferisce, quando viene richiesto dei nominativi del responsabile o dell'operatore di turno in sala, sulla reale composizione della sala operativa. Qui i due indicati, il Master Controller e il Manual Input Operator, nulla spiegano anch'essi sulla effettiva composizione sempre della sala operativa. Composizione della sala, che se esplicitata al tempo, avrebbe consentito immediate escussioni di tutti coloro che effettivamente vi avevano prestato servizio ed avrebbe impedito a costoro, il cui elenco viene scoperto ad otto anni di distanza, di accampare, in considerazione del tempo passato, vastissimi vuoti di memoria.

E quanto a ricordi dell'immediatezza, qui v'è un responsabile di sala, che nel primo verbale ben ricorda di aver redatto una Relazione al Ministro, relazione di cui non si rinviene più traccia nè memoria. Qui viene redatto un verbale di esecuzione di sequestro ove viene indicato come luogo del sequestro la località Timpone sede operativa del CRAM mentre di fatto quella consegna avviene in località Stagnone sede logistica del CRAM; difformità non indifferente, sia perchè dimostra che gli oggetti sottoposti a sequestro, nonostante il vincolo erano stati trasferiti; sia perchè in tal modo non fu consentito ai periti, che lo richiedevano, di visitare la sala operativa e le altre attrezzature tecniche del radar, a brevissima distanza dal fatto.

Quanto poi agli esami compiuti nell'86, ancora a distanza di anni non era stato riferito alcun elenco, e gli individuati lo furono solo sulla base dei ricordi del personale stesso. Come nell'80 dalle dichiarazioni nulla di rilevante si acquisisce. Lo stesso guida-caccia, il cui ruolo in sala è di massimo rilievo, rilascia poche righe di verbale e nulla riferisce, nemmeno che nel sito era ancora conservato il registro della sua postazione. Nessuno riferisce altri nominativi di presenti, eccetto il MIO che dà sì quattro nomi, ma di cui ben tre non erano assolutamente presenti quella sera, MIO che ha ottima memoria al punto tale che al rientro dall'esame testimoniale redige una sorta di memoria-rapporto per il comandante, nella quale riporta tutti i particolari dell'atto, addirittura le domande e le risposte che persino numera, così da far ritenere che fosse dotato di registratore nascosto. Rapporto che si conclude con consigli sulle modalità di comportamento dei sottoposti ad interrogatori da tenere per il futuro, e giudizi sul magistrato inquirente, che a parere del redattore non ha creduto alle risposte 2, 4, 6 e 7.

Quanto al primo elenco del personale di questo sito esso appare solo nel maggio 88. E sicuramente era il più utile alle indagini, perchè in esso venivano indicati nomi gradi e funzioni dei partecipi alla Synadex. Esso doveva essere consegnato l'anno precedente per effetto del sequestro febbraio 87 e invece in quella occasione nessuno si premurò di consegnarlo. Solo a maggio 88, a 8 anni dal disastro e dall'inizio delle indagini, si ha quindi una relativa certezza del personale presente in sala operativa, anche se dal documento esibito emergeranno due nominativi in più di militari, uno assente per malattia, l'altro per ferie. Nessuno dell'Amministrazione in questi otto anni si è preoccupato di ricostruire la situazione e di darne una completa ufficiale, così come non ci si preoccuperà in seguito. Addirittura nell'89 la Commissione istituita dall'AM, ricorrerà alla memoria dei singoli per ottenere una sorta di elenco dei presenti.

Solo dopo l'elenco Synadex può iniziare l'istruttoria su coloro che appaiono presenti. Ma costoro assumono immediatamente un atteggiamento comune di chiusura e piena reticenza, come si proverà nel prosieguo dell'istruttoria, salvo una voce discorde, che troverà invece conferma in riscontri obbiettivi. La versione comune: alle 19.00 è cominciata l'esercitazione; sono stati impegnati nell'esercitazione e non si sono accorti di nulla, in particolare dell'incidente; il traffico reale veniva seguito, e registrato sul DA1; allorchè hanno ricevuto la telefonata da Ciampino, hanno "stoppato" la Synadex. Nessuna di queste affermazioni, in effetti, corrisponde a verità. La esercitazione, come si è visto, non è iniziata alle 19.00, anzi non è stata mai effettuata. Non sono stati perciò assolutamente impegnati nella Synadex. Alcuni hanno percepito quanto stava avvenendo ed hanno avvisato chi di dovere. Nessuno ha segnato il traffico reale sul DA1 registro per tempo distrutto. Non sono stati avvisati da Ciampino, bensì da Palermo a 19.13; mentre la successiva telefonata da Ciampino, a 19.14, non fa alcun riferimento al DC9, ma vi si chiede solo, e genericamente, il conttollo del traffico.

Queste le prime gravissime menzogne del personale di Marsala. Cui si oppongono soltanto le dichiarazioni di Carico, che ha seguito il grezzo del DC9, lo ha visto scomparire, ha comunicato il fatto al TPO Giordano, non ricorda che la Synadex abbia mai avuto inizio. Ma altre gravissime menzogne poi seguiranno. Nessuno dice che nell'immediatezza fu compiuta la riduzione dei nastri; nessuno dice che sempre in quella serata fu compiuto il riascolto dei nastri TBT. Tutti gli interpellati hanno affermato che i nastri non erano manipolabili, sino addirittura agli interrogatori del 90. L'istruttoria ha accertato che i tabulati della data reduction erano disponibili già alle 20.00, a meno di un'ora dall'evento; che i TBT furono riascoltati; che i nastri erano manipolabili.

A tal proposito l'Amministrazione ha seguito la prima versione. E di certo ha indotto in errore il Sottosegretario Amato che nel settembre dell'86 riferì in Parlamento che quei reperti non erano suscettibili di manipolazione. Mentre, a tre anni di distanza, nell'89 dinanzi alla commissione stragi, Di Natale, esperto del sistema Nadge, ne ammetteva la manipolabilità. Contrariamente a quanto poi sosteneva nella primavera 90 lo SMA che in una nota alla stessa commissione dichiarava l'impossibilità di operazioni siffatte, così come faranno i programmatori di Marsala l'anno seguente.

Colpiscono in particolare le reticenze del Master Controller degli altri ufficiali e sottufficiali con le funzioni di maggior peso. Esse sono apparse con chiarezza nelle pagine precedenti. Sarà sufficiente rammentare che addirittura si è accampato una sorta di segreto sulle procedure di sostituzione dei nastri, sostituzione dedotta per giustificare i "buchi" di registrazione. Che nessuno ha riferito, dopo l'accenno dell'MC, della relazione sui fatti redatta dal Comando per il Ministro o il Ministero. Che di fatto nessuno si adopra per rendere comprensibile il funzionamento del sistema radar, anzi si mostra tal confusione nelle dichiarazioni e nei ricordi che altrettanta se ne genera nell'inchiesta.

Addirittura vi è opposizione di quasi segreto, alla domanda se vi fossero altri centri radar militari, oltre Marsala, in grado di avvistare le tracce del DC9. Addirittura non si ricorda se l'UPA 35 fosse occupata o meno, nè si sa dare una spiegazione della mancata registrazione manuale sul DA1. Non si fa cenno alla situazione di confusione creatasi in sala - il "trambusto" riferito da Carico.

Nessuno mostra di essere capace di identificare la voce di "Telefono giallo". Solo a otto anni di distanza dal fatto, alcuni dichiarano alla Procura di Marsala che i militari comandati per la Synadex coincidevano con quelli del servizio reale per quel turno e così indirettamente si viene a sapere chi fosse in sala dalle 18.00Z per tutto il turno di notte. Solo uno, a nove anni di distanza nell'89, dice che il settore dell'incidente rientrava nella portata di altri radar oltre Marsala. Chi è stato avvisato da Carico, non lo ricorda, nè ovviamente ricorda di aver avvisato a sua volta il responsabile di sala ovvero il Master Controller. Nessuno ricorda di aver avvistato altri aerei in prossimità del DC9. Nessuno, salvo alcuni, ricorda di un piano di volo con sigla VIP da Tripoli all'Est europeo. Nessuno ricorda particolari della Synadex, salvo chi afferma di aver visto la predisposizione di apparecchiature dal reale al simulato.

Così sino agli interrogatori dell'89. La situazione non cambia, anzi peggiora negli interrogatori della seconda fase dell'istruzione formale, allorquando a seguito delle nuove trascrizioni delle comunicazioni tra siti, delle nuove letture della documentazione del sito e delle nuove interpretazioni dei dati radar - determinate dalle indagini e dalle scoperte dopo la constatazione dei vizi della perizia Misiti - si impose una nuova tornata di esperimenti sopralluoghi interrogatori che durò dall'ottobre 95 al giugno 97.

Ma nulla muta nell'atteggiamento, comune anche in questa serie di attività istruttorie, degli operatori di quel sito. Anzi, anche di fronte a precise contestazioni di contenuto di registri, telefonate, tabulati, nessuna risposta logica o credibile. Nessuno sa leggere le THR e le altre riduzioni; nessuno sa fare plottaggi; prendono atto delle contestazioni, ma non rispondono; non ricordano nemmeno le operazioni da loro compiute, che risultano dai tabulati. Quanto alle telefonate riconoscono solo le voci di coloro di cui appare il nome e quella di Abate, che interloquisce spesso nelle conversazioni di quella sera, e a volte, quelle di Sardu e Loi per le inflessioni sarde. Quanto ai registri, Abate riconosce la sua scrittura su quello dell'IC, ma pur apparendo chiaramente che trattasi di bella grafia e quindi di ricopiatura, insiste nel dire che si tratta di scrittura di getto; come non sa spiegare perchè abbia riportato su quel registro, speciale perchè destinato solo alle attività dell'IC, notizie di carattere generale che invece dovevano di certo essere trascritte su altri registri; così come non sa spiegare perchè non abbia riportato, in quella cronologia degli eventi, l'inizio e la fine dell'esercitazione, fatti degni di essere riportati.

Tutti anche in questi interrogatori, insistono nell'affermare che l'esercitazione c'è stata ed è iniziata alle 19.00. E alla contestazione che secondo il CDR ha avuto inizio alle 19.14 (comando di Start Sim) e che dalle telefonate (tra Vitaggio e Siracusa, a 19.26, e tra Sardu e Siracusa, a 19.35) risulta lo stop di essa a 19.13, nessuno sa dare una spiegazione e Vitaggio si trincera dietro un "se ho detto così, me lo ha detto Ballini o il SOC". In definitiva si rendono conto di aver sempre mentito, si rendono conto che da una serie di riscontri obbiettivi emerge una realtà in netto contrasto con le loro dichiarazioni, e non sanno più come uscirne. Si chiudono perciò, pur comprendendo che la situazione è insostenibile, dietro i non so, non ricordo, non riesco a spiegarmi.

A fronte di dette dichiarazioni infatti stanno situazioni completamente difformi che emergono dalla riduzione del nastro in questione; dalle telefonate; dalle etichette che furono apposte a suo tempo sui nastri. Il nastro 100, in vero, che inizia a registrare a 19.12.86, reca la registrazione di Start Sim a 19.14.31, e cessa di registrare a 19.22.48. Nelle telefonate già dette risulta lo stop Synadex a 19.13; mentre in altra con Ciampino da una voce di fondo risulta stop Synadex a 19.24; e in altra ancora tra Marsala - Ballini e Martina Franca - Patroni Griffi, tra 19.23 e 19.25 il primo sito afferma, al riguardo della Synadex, "la stiamo interrompendo". Nel registro del MIO appare ad h.19.00 inizio registrazione Synadex, e a 19.25 blocco dell'esercitazione per ordine del capo controllore. Quanto alle etichette infine, su quel nastro 99 la scritta "h.11.20-19.00 e 19.25-10.47 (del 28.06)"; su quella del nastro 100 "h.19.00-19.25".

Quindi molteplicità di contraddizioni, sintomo di massima confusione e di proposito di raffazzonare dichiarazioni su situazioni che non si possono nè si vogliono portare alla luce.

Quanto poi alla documentazione che non è stata rinvenuta, in primo luogo i registri di sala. Dei tanti di cui è dotata una sala operativa è stato possibile acquisire solo quelli dell'IC e del MIO. Mancano quelli dell'MC, dell'IO, del TPO, delle tracce significative, dei piani di volo, del DA1. Quello dell'IC, che viene consegnato solo nel novembre 89, non era in origine nè numerato nè siglato - come risulta dalla fotocopia consegnata da Ballini nell'86, e poi dall'originale numerato e siglato nell'88 da De Angelis; la pagina destinata al turno durante il quale avviene il disastro, è strappata di netto, e quella che segue, che riporta gli eventi di quel turno, appare trascritta in bella grafia e non di getto, come sostiene colui che la redige, cioè Abate. Quello del MIO, acquisito nel novembre 89, anch'esso non è numerato nè siglato; reca l'annotazione sotto asterisco al giorno 27 giugno 80, h.19.25, palesemente trascritta in un momento successivo a quello dovuto.

Quanto ad altra documentazione, non è stata rinvenuta, nè presso il sito nè presso l'ente destinatario, quella inviata all'ITAV e pervenutavi il 15 luglio 80, come provato dagli appunti Fiorito Di Falco sulla propria agenda e dall'annotazione Vespasiani sulla cedola di smistamento pratiche; non è stata rinvenuta la Relazione al Ministro (o Ministero), di cui parla Ballini; non è stato rinvenuto il plottaggio mandato al ROC tra il 27 e il 28 giugno. Vi è stata rinvenuta - ma solo nel gennaio 96 - la THR sia del nastro 99 dalle 18 alle 21.15, che del nastro 100 per il tempo della Synadex; unica THR che reca la data 27.06.80 a differenza di tutte le altre tratte dai nastri in sequestro (per cui si è sospettato che tali esemplari siano copia di un originale più completo mai rinvenuto).

E a tal proposito val la pena di ricordare - e l'argomento concerne anche la questione della manipolabilità dei nastri - le dichiarazioni del capitano Pietrantuono di Borgo Piave che, avuto l'ordine il 28 giugno, cioè l'indomani del disastro - ma c'è ancora chi sostiene che nulla accadde, nessuno si preoccupò o mosse - di recarsi a Marsala per visionare i nastri, non raggiunge quel sito per effetto di contrordine di quello stesso 28 giugno, ove si dice che quei nastri sarebbero pervenuti a Borgo Piave. I nastri in effetti tra il 27 di giugno e il successivo 21 luglio, allorchè furono affidati alla custodia del capitano Del Zoppo, rimangono nella piena disponibilità dell'AM, e nessuno ha saputo, o meglio ha voluto dire, se essi siano sempre rimasti a Marsala o siano stati trasmessi, come era programmato a Borgo Piave, ove in effetti potevano subire tutte le riduzioni necessarie disponendo quella Brigata di tutti i relativi programmi.

E che abbiano viaggiato un indizio sta nella particolare etichetta che vi è apposta, "loc. Marsala". Un nastro che non si muove da Marsala, non avrebbe certo avuto bisogno di indicazione del luogo di origine.

Da ultimo le risultanze dei dati radar. Da essi in effetti come già s'è visto la chiara prova di cosa "vide" quel CRAM, di come si mossero i principali operatori della sala operativa, cioè dei velivoli percepiti da quel sistema e delle reazioni che si determinarono negli operatori.

In primo luogo il TPO. Questo operatore inizializza a 19.02.30 una traccia l'AJ441 su cui non sa, o non vuole dare un'unica ragione di spiegazione, dandone diverse e così impedendo qualsiasi possibilità di retta interpretazione. Ben si ricordano le caratteristiche di questa traccia e quale apporto ne sarebbe venuto se si fosse fatta chiarezza su di essa. Ma anche qui la condotta degli operatori è chiaramente ostativa a qualsiasi progresso degli accertamenti.

Lo stesso operatore poi, che dovrebbe dare il comando a console per il cambio nastro al fine di dare avvio alla Synadex, comincia ad esercitarsi ad h.19.03, prima dell'avvio e proprio sul nastro 99. Condotta che può essere interpretata come segno che l'esercitazione si doveva fare senza cambio di nastro, come per prassi costante si faceva e risulta dal registro del MIO. E segno che a quel minuto ancora non si erano prese decisioni che nell'ambito di brevissimo tempo si prenderanno.

Nessuno ovviamente parla dell'Entry 51, che pur deve essere stata notata dagli operatori, seguita specie nel periodo in cui appare e probabilmente riconosciuta. Nessuno poi, in particolare l'Excercise Controller, dà l'altro comando, oltre lo Start Sim, necessario perchè dando accesso al MIO Tape Synadex permettono che si svolgesse correttamente l'esercitazione ovvero quello di Access Symbol, che non si rinviene nella CDR.

Prima della ripresa delle registrazioni sul nastro 99 a 19.48, l'IC, o lo stesso MC, a mezzo di Pair inizia la guida assistita ad altro velivolo sul luogo dell'incidente, di certo non di velivoli del soccorso assolutamente non ancora sul luogo. E ridicola appare la dichiarazione di Muti, secondo cui quelle azioni erano un semplice modo di esercitarsi. Ovviamente nessuno sa dire di tale guida assistita. Così come nessuno sa dire alcunchè sulle dichiarazioni di Carico. Che nel giugno 97 aggiungerà altri particolari di notevole importanza su quello che egli rilevò sullo schema del PPI. Egli infatti specificherà di aver visto i due grezzi per la prima volta, quando essi erano già sull'Ambra 13, e di aver seguito il secondo anche dopo il decadimento della traccia del DC9, e di ritenere che se si dette avvio alla Synadex, lo si fece per evitare di registrare quanto accadeva dopo l'incidente.

E tali sue dichiarazioni troveranno riscontro nella configurazione delle tracce avvistate dal sito di Licola, così come comunicato a Martina Franca.

Queste le tracce avvistate, queste le operazioni compiute. Elementi di primaria importanza, che se fossero stati riferiti, e per tempo, ed interpretati da chi ne aveva avuto esperienza e ne ha capacità, ben altra sarebbe stata l'evoluzione dell'inchiesta.

Ben altre però le scelte degli operatori di questo sito, che con la loro reticenza ed anche omertà hanno evitato quelle conseguenze subite da Carico, l'unico che si è proposto di dare un contributo all'accertamento dei fatti.

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