1. Il 35° CRAM di Marsala.

Il sito di Marsala, ove aveva sede il 35° CRAM, ha avuto una parte di rilievo nell'intera vicenda, e dall'esame delle sue registrazioni radar e foniche, dalle sue documentazioni acquisite o distrutte, dalle dichiarazioni del suo personale, imputati e testi, in particolare di quelli in servizio la sera del disastro in sala operativa, si sono desunte circostanze di notevole importanza per la ricostruzione degli eventi.

Questo è uno dei Centri radar della Difesa Aerea adibito al controllo dell'area del medio e basso Tirreno e del canale di Sicilia ed è integrato nel sistema di controllo Nadge, con nome in codice Moro e Nato Truck Number AJ o Alpha Juliet. Sotto il profilo funzionale e gerarchico dipendeva dal Centro Operativo di Settore o SOC del 3° ROC di Martina Franca. Il radar di Marsala risultava collegato costantemente con i siti di Licola, Poggio Ballone e Siracusa; inviava, inoltre, informazioni al 3° SOC di Martina Franca. Nel 1980 il funzionamento era semi-automatizzato. Il tipo di radar impiegato era: AN/FPS-88; S-269; ANFPS-89; con portata teorica di 220NM. La sua posizione geografica era 37°49'37" Nord - 12°32'16" Est.

Le funzioni ed i compiti assegnati ai siti della Difesa Aerea erano e sono tuttora: la sorveglianza dello spazio aereo nell'area di responsabilità; l'identificazione di tutto il Traffico Aereo in transito su detta zona; informazioni agli enti superiori ed adiacenti circa la situazione aerea e l'impiego delle armi; il controllo tattico degli intercettori; assistenza alla navigazione aerea ed alle missioni offensive; concorrere alle operazioni di soccorso.

La sala operativa era organizzata ai fini del lavoro in tre sezioni: Armi, Sorveglianza e Addetti all'elaboratore elettronico. Tutte le attività delle sezioni venivano coordinate e dirette dal capo controllore di turno, che era responsabile di fronte al comandante della condotta di tutte le operazioni di difesa aerea in sala operativa. Per tale motivo egli aveva la delega di disporre o meno il decollo dei velivoli intercettori in caso di necessità operativa. Della sezione armi facevano parte gli operatori guida caccia che avevano il compito di guidare, fornendo le appropriate indicazioni, i velivoli intercettori verso il velivolo da intercettare. La sezione sorveglianza svolgeva il compito di scoperta, identificazione ed inseguimento degli aeromobili. Della sezione facevano parte: il supervisore (TPO) che aveva il compito di controllare e coordinare il lavoro della sezione; l'identificatore (IO) che aveva il compito di provvedere alle azioni necessarie all'identificazione del velivolo; il tracciatore (TKM) che aveva il compito di controllare l'inseguimento automatico della traccia radar e, all'occorrenza, provvedere a quello manuale; l'addetto allo scambio dati con i reparti superiori quelli limitrofi (TKX) che aveva il compito di curare e controllare la trasmissione-ricezione automatica dei dati relativi al traffico aereo che interessava l'area di competenza; l'inizializzatore (IN) responsabile della scoperta della traccia e del suo inserimento nel sistema figura assorbita nelle funzioni del TPO. La sezione addetti all'elaboratore elettronico (cd. MIO) curava il funzionamento operativo del computer, caricava il programma, inseriva i nastri necessari per le esercitazioni simulate, Synadex, ed effettuava la riduzione dati.

Il sistema automatizzato Nadge consentiva, per quanto attiene alla sorveglianza, di rappresentare ed aggiornare la situazione aerea in tempo reale; permetteva la registrazione automatica su nastro della suddetta situazione; forniva, mediante l'elaborazione automatica dei dati e la loro rappresentazione visiva, adeguata assistenza nella guida degli intercettori pilotati.

Nei centri automatizzati la generazione della simbologia di una traccia e la registrazione della stessa su nastro avveniva automaticamente solo nel caso in cui il radar avesse rilevato almeno cinque ritorni le cui posizioni fossero congruenti con quelle di un oggetto volante con velocità compresa tra i 90km/h circa e Mach 3 ovvero 3.200km/h. Questo requisito, comune a tutti i centri automatizzati della NATO, scaturiva dalla sentita necessità di evitare che venissero presi in considerazione i ritorni radar, abbastanza frequenti, dovuti ad ostacoli fissi e/o ritorni anomali della propagazione radar; propagazione che - come noto - varia in funzione delle condizioni atmosferiche, cioè di quei ritorni radar, comunemente definiti "falsi echi", che, ove presi in considerazione dal sistema, avrebbero causato inutile allarme nella Difesa Aerea.

Tale filosofia per la generazione e la registrazione delle tracce veniva seguita anche nei centri radar che operavano in modo fonetico-manuale, con la sola differenza che la discriminazione degli echi radar veniva affidata agli operatori.

Nei centri radar, come Marsala, era possibile la immediata decodificazione e stampa del nastro registrato - on line - anche se per la prassi allora vigente avveniva off line con l'autorizzazione del SOC.

Il personale militare presente in sala operativa veniva così disposto:

- nella prima fila, inizializzazione - tracciamento - cross tell, erano situate le postazioni dei: TKM 07/IN 10/TXK 11/TKM 12; - nella seconda fila, produzione tracce e identificazione, erano situate le postazioni TPO 05/IO 06/radar di quota Prim./R. di forza Second; - nella terza fila, sezione armi, erano situate le postazioni di: UPA 35/04 FA/02 IC/03, IC.

Nel piano rialzato era ubicata la postazione del Master Controller e l'ufficio del Combat Staff. La postazione del Master Controller (01) si trovava alle spalle della sezione armi. Una postazione qualsiasi poteva essere occupata dall'Exercise Controller per l'esercitazione Synadex. Mentre gli operatori della prima e seconda fila TPO - IO - TKM - TKX potevano operare soltanto in "live"(reale) o soltanto in "sim" (simulato). L'IC e il MC potevano operare, invece, sia in "live" che in "sim", cioè in mixed.

Gli operatori di sala potevano comunicare per le esigenze operative sia con l'interno che con l'esterno attraverso le linee telefoniche. Gli operatori della prima fila (tracciatori, inizializzatori, cross-tell) potevano comunicare telefonicamente, con gli apparati situati a fianco delle loro postazioni soltanto tra di loro o attraverso l'interfono con il TPO; l'inseritore (IN10) e il TKX potevano inoltre comunicare direttamente con Siracusa e Licola. Il TPO aveva il citofono collegato al centralino, poteva operare sulla linea RITA (Rete Integrata Trasmissioni Aeronautiche) ed era abilitato ai collegamenti militari con Licola, Martina Franca, Siracusa, Jacotenente, Poggio Ballone, Trapani, con i rispettivi TPO. Per quanto riguarda i collegamenti con l'ACC di Ciampino, questi avvenivano da Marsala attraverso la linea RITA; viceversa, invece, attraverso una linea diretta.

La sala operativa giornalmente inoltrava un messaggio orale al SOC con il quale comunicava il numero dei velivoli schierati presso l'aeroporto di Trapani Birgi, da utilizzare per eventuali scramble. Nel caso di "scramble" l'IC o l'MC compilavano il rapporto d'intercettazione. Da tener presente, comunque, che l'aeroporto di Trapani non effettuava attività volativa notturna in quanto non era attrezzato per il volo notturno.

Dietro