L’incandescenza della luce delle ottantuno lampadine si attenua, poi rinvigorisce. Come le pulsazioni di un cuore. Come le pulsazioni dei cuori delle ottantuno vittime della Strage di Ustica. Sessantaquattro adulti, undici ragazzi, due bambini, quattro componenti dell’equipaggio. Questi sono i numeri della terribile notte del 27 giugno 1980. In questa data, nei cieli italiani, si è consumato un attacco di guerra in tempo di pace che ha ucciso gli ottantuno civili passeggeri del volo Itavia 870 Bologna-Palermo.
Nelle motivazioni della sentenza n. 4067/2011, pubblicate lo scorso 20 settembre 2011 dalla terza sezione civile del Tribunale di Palermo, che ha condannato il Ministero della Difesa e dei Trasporti al risarcimento di 100 milioni di euro ai familiari delle vittime poiché “non garantirono la sicurezza del volo e depistarono le indagini”, si legge come: «l’incidente occorso al DC-9 si sia verificato a causa di un intercettamento realizzato da parte di due caccia, che nella parte finale della rotta del DC-9 viaggiavano parallelamente ad esso, di un velivolo militare precedentemente nascostosi nella scia del DC-9 al fine di non essere rilevato dai radar, quale diretta conseguenza dell’esplosione di un missile lanciato dagli aerei inseguitori contro l’aereo nascosto oppure di una quasi collisione verificatasi tra l’aereo nascosto ed il DC-9».
2011. Trentuno anni, costellati di menzogne, false testimonianze, prescrizioni, morti difficilmente spiegabili, silenzi. E dolore. Ripercorriamo questi trentuno anni con Daria Bonfietti, Presidente dell’associazione Vittime della Strage di Ustica. La intervistiamo qui, al Museo della Memoria, illuminato dalle pulsazioni degli ottantuno passeggeri di quel tragico volo.
Perché, in uno Stato europeo libero e democratico come l’Italia voi familiari, al fine di ottenere risposte e verità, avete dovuto costituire un’ associazione? Non dovrebbe essere compito delle istituzioni quello di ricercare verità e garantire giustizia?
Non c’è dubbio. Dal giorno dopo la strage si affermava che la causa più probabile fosse stato un cedimento strutturale. Questa tesi era, inoltre, supportata da apparati militari e uomini dello Stato, come Ministri, che rispondevano in Parlamento in merito a questa vicenda. Dopo qualche mese non si è più detto niente, è calato completamente il silenzio. Nessuna ricostruzione giudiziaria venne fatta, io non ho mai avuto conoscenza di come la Magistratura si stava muovendo, e come me tutti gli altri familiari non chiedevano. Nessuna delle istituzioni del mio Paese ha dato risposta, né la Magistratura né il Parlamento né tantomeno il Governo. Va detto che il Ministero dei Trasporti, nell’immediatezza dell’evento, ha nominato la commissione “Luzzatti” per indagare sulle cause del disastro. Nel dicembre 1980 questa commissione, in una sua pre-relazione, ha escluso il cedimento strutturale come causa della caduta dell’aereo, lasciando in piedi le ipotesi di missile o bomba. Nel 1982, a conclusione dei lavori, la commissione ha confermato definitivamente che era avvenuta un’esplosione o interna o esterna. Ciò significava che o avevi un terrorista in giro, oppure si era verificato un episodio di guerra. Nonostante questa piccola e drammatica verità, non è stato fatto nulla. Né la Magistratura né il Governo né il Parlamento. Questo è potuto accadere nel mio Paese negli anni ’80. Quando più del dolore, ho sentito il bisogno di verità, io, insieme al mio compagno ed altri amici intellettuali, dal 1985 in poi abbiamo cercato di indurre comportamenti diversi da parte delle nostre istituzioni, ottenendo così un veritiero avvio delle indagini. Infatti, solo nel 1988 il Governo finanziò la riesumazione dell’aereo dai fondali marini, per poterlo finalmente analizzare.
C’è chi afferma che la Strage di Bologna, del 2 Agosto 1980, volesse far calare il silenzio sulla strage di Ustica. C’è anche chi afferma che l’attentato del 2 Agosto sia stata una risposta proprio alla Strage di Ustica. Esiste davvero questo legame?
Anche se in un primo momento si è parlato della presenza sull’aereo del fascista Marco Affatigato, i magistrati non hanno avuto a livello giudiziario delle conferme di questa ipotesi, come dimostra il lavoro del giudice Priore.
Oltre che a una serie di incongruenze, c’è anche una lista di morti sospette che include militari che avevano informazioni su cosa accadde nei nostri cieli la notte del 27 giugno 1980 e stavano per essere interrogati. Qual è la sua opinione?
Ci sono molto coincidenze. Nell’immediatezza dell’evento, i militari che controllavano i radar capirono ciò che avvenne e, come dice Priore, si è provveduto “a impedire che si potesse nel tempo ricostruire la verità”. I diversi centri radar militari, che la notte della strage monitoravano il cielo italiano, o erano misteriosamente fuori servizio, e quindi non presentavano registri, oppure, come nel caso del centro di Poggioreale, il registro l’avevano, ma stranamente mancavano i dati relativi alla notte del disastro. Quindi la distruzione è avvenuta da parte di una mano e di una mente intelligente che sapeva che cosa togliere nei vari siti radar, perchè tutto “è stato alla perfezione sottratto”. Alcune morti destano particolari perplessità: Dettori, ufficiale controllore di volo, durante la notte della strage, presso i radar di Grosseto ricevette due segnali di “allarme generale” da parte di due TF-104 italiani pilotati da Nutarelli e Naldini. Tornato a casa, dirà alla cognata che si era sfiorata la Terza Guerra Mondiale. Dettori si suicidierà nel 1987. Bardelli e Nandini, ai quali non era mai stata chiesta la ragione dell’invio dei quei segnali, moriranno scontrando i rispettivi velivoli durante una manifestazione nella base tedesca di Rammstein, causando la morte di altre cinquantanove persone. Nel 1995, invece, muore Parisi che prestava servizio nel sito radar di Otranto, coinvolto nel mistero della caduta di un aereo militare libico avvenuta ufficialmente il 18 Luglio 1980, ma che successive indagini hanno dimostrato essere accaduta in tempi ravvicinati alla data della Strage di Ustica. Parisi era stato sentito nel dicembre del 1994, e avrebbe dovuto sostenere un nuovo interrogatorio. Si suiciderà prima, lasciando la moglie e due figlie.
Avete proposto una Commissione d’Inchiesta Europea sulla strage di Ustica, sostenuta anche da Romano Prodi. Possiamo sperare che in questo modo, finalmente, la verità possa emergere?
Il problema che rimane è che dobbiamo riuscire a mettere insieme gli elementi per poter affermare quali Paesi erano presenti quella notte con i loro aerei nei nostri cieli. Cossiga, Presidente del Consiglio all’epoca della strage, affermò nel 2007, quindi ventisette anni dopo la strage, che quella notte alcuni aeroplani francesi volevano abbattere un aereo libico che trasportava Gheddafi. Lo stesso ex-rais confermò questa tesi. A séguito di una nostra sollecitazione, la procura di Roma ha riaperto le indagini, in quanto il reato per strage non cade in prescrizione. L’unica azione possibile per i Magistrati romani è la richiesta di rogatorie internazionali nei confronti di Francia, USA, UK, Belgio, Germania e Libia. A queste rogatorie nessuno dei Paesi ha risposto fino ad oggi. A séguito della sentenza civile del Tribunale di Palermo, che affermò che la responsabilità della strage è da ricercare anche nella proprietà dei velivoli coinvolti, oggi abbiamo la possibilità di chiedere anche al Parlamento Europeo di fare pressione sui singoli Stati per arrivare alla verità. Non sappiamo se sia possibile esattamente creare una Commissione d’Inchiesta Europea, ma confrontandoci con i parlamentari europei metteremo in atto tutte le azioni possibili per fare pressione sui Governi dei diversi Stati.
Perchè il Sottosegretario Giovanardi continua ad affermare che la caduta del volo Itavia 870 sia stato causata da una bomba all’interno, nonostante ciò sia stato escluso dai diversi processi?
Giovanardi mente sapendo di mentire. Di sicuro c’è il fatto che Giovanardi, a sostegno di questa “sua” verità,è sostenuto da Misiti. Lo stesso Misiti, attuale Viceministro, ha presieduto dal ’90 al ’94 un’ulteriore commissione periziale sulla strage, la quale ha concluso i suoi lavori indicando come causa della strage una bomba. Questa perizia sarà sconfessata dallo stesso giudice Priore, che definisce la perizia “affetta da tali e tanti vizi da essere inutilizzabile”.
Dignità nazionale. Questa battaglia finirà soltanto quando noi, come Paese, ci renderemo conto che siamo stati trattati in maniera indicibile, indecente, inaccettabile.
Federico Ticchi & Giulia Heuser da Progre.eu [link originale]