C’è un nuovo testimone, ascoltato qualche giorno fa dalla procura di Roma, che riapre uno squarcio sulla strage di Ustica. Le sue rivelazioni, a trent’anni dal disastro aereo che costò la vita a 81 persone tra cui 11 bambini a bordo del DC-9 dell’Itavia, sono finite nel faldone di un’inchiesta che oggi non ha ancora responsabili. Ma che parte da una verità marchiata a fuoco lo scorso gennaio dalla sentenza della Terza sezione civile della Cassazione: “È abbondantemente e congruamente motivata la tesi del missile”. “Sorvolai i cieli di Ustica al comando di un volo di linea Alitalia, il giorno prima e, ancora, qualche minuto prima che accadesse la tragedia – avrebbe raccontato il testimone al procuratore aggiunto Maria Monteleone e al pubblico ministero Erminio Amelio che hanno secretato il verbale e sull’audizione mantengono il più stretto riserbo – Dopo alcuni minuti dal decollo dall’aeroporto di Palermo, sotto di me notai una flottiglia di navi: una che sembrava una portaerei e almeno altre tre-quattro imbarcazioni. Ho commentato con l’altro comandante questa presenza e quando seppi della tragedia pensai subito a quell’addensamento navale”. (Fonte Repubblica)