Ustica, quel che il generale non ricorda (di A. Purgatori / Huffpost)

di | 25 Giugno 2020

Sorvolando, è il caso di dirlo, sulle affermazioni offensive e pretestuose del generale Tricarico (nella foto), vado a ricordargli alcune cose che molto furbescamente omette pur di sostenere che la Cassazione certificò l’esplosione di una bomba a bordo del DC9 Itavia distrutto nel cielo di Ustica la sera del 27 giugno 1980.
Primo. La Cassazione non certificò un bel nulla, limitandosi a confermare la sentenza di secondo grado e ad elaborare nel merito dell’assoluzione per “non aver commesso il fatto” o per “insufficienza di prove” dei quattro generali al vertice dell’Aeronautica militare italiana nel 1980, accusati di depistaggio.
Secondo. La conferma della bomba non esiste, esiste al contrario una smentita (anche per il missile) in questo passaggio della sentenza della Corte d’Appello che di fatto la Cassazione fa suo e appunto Tricarico finge di ignorare: “Le stesse ipotesi (si sottolinea ipotesi e non certezze) dell’abbattimento dell’aereo ad opera di un missile o di esplosione a bordo non hanno trovato conferma dato che la carcassa dell’aereo non reca segni dell’impatto del missile e, nel caso della bomba all’interno dell’aereo, bisogna ritenere che l’ignoto attentatore fosse a conoscenza del dato che l’aereo sarebbe partito da Bologna con due ore di ritardo per poter programmare il timer con due ore di ritardo per l’esplosione visto che di criminali kamikaze che potessero essere a bordo allora non vi era traccia”.
Terzo. La fantomatica bomba che sarebbe esplosa nella toilette del DC9 Itavia, grande circa un metro quadrato, avrebbe fatto collassare l’aereo senza lasciare alcuna traccia di esplosivo e addirittura preservando la tavoletta del water (posta a 50 centimetri dal vano salviette, dove l’ordigno sarebbe stato collocato non si sa come né da chi) lasciandola senza nemmeno un graffio.
Alle contestationi dei magistrati, il tanto citato da Tricarico perito inglese Frank Taylor (che dopo oltre dieci inutili tentativi di immaginare l’ordigno piazzato in altrettanti punti dell’aereo, indicò appunto la toilette) rispose: “Anche se avessi visto un missile colpire il DC9, continuerei a dire che è stata una bomba”. Con buona pace delle bugie e di chi le coltiva. (di A. Purgatori / Huffpost)