La direttiva Renzi che ha declassificato e messo a disposizione degli studiosi i documenti sulle stragi italiane “viene boicottata dalle amministrazioni”. E’ questa la denuncia delle associazioni dei familiari delle vittime delle stragi, che in una conferenza stampa alla Camera hanno chiesto al governo di eliminare tutti gli impedimenti che finora hanno reso difficile la consultazione dei documenti sulle stragi che hanno macchiato l’Italia dal 1969 al 1984. Paolo Bolognesi, deputato del Pd e presidente dei famigliari delle vittime della strage di Bologna, ha usato parole dure: “Sono già passati due anni dalla presentazione della direttiva, Palazzo Chigi si dia una mossa e la faccia funzionare. E i ministeri che fanno i furbi la smettano, altrimenti la presidenza del consiglio perde la faccia”. La direttiva firmata da Renzi risale al 2014 ed aveva l’obiettivo di rendere consultabili gli atti sulle stragi “come contributo per la ricostruzione di eventi che negli scorsi decenni hanno segnato la storia del Paese”. Ma le associazioni venute a Montecitorio per esprimere il loro disappunto (oltre ai familiari delle vittime della strage di Bologna anche quelli delle stragi di Ustica e di piazza della Loggia) sostengono che il lodevole progetto di consegnare all’Archivio centrale dello Stato tutti i documenti riguardanti le stragi ha prodotto un caos nel quale è difficile orientarsi. I vari ministeri hanno inviato i documenti che erano in loro possesso seguendo regole diverse: alcuni , come il ministero dell’Interno, hanno inviato solo la documentazione cartacea, altri, come il ministero degli Esteri solo quella digitale. In più ancora mancano i fascicoli nominali delle persone implicate nelle stragi. Nell’archivio centrale ci sono due postazioni per la consultazione del materiale arrivato, ma la ricerca è zeppa di ostacoli: non è possibile , ad esempio, fare ricerche all’interno dei documenti digitali perché essi sono tutti in formato pdf immagine, che non prevede questa possibilità. Insomma, dicono le associazioni, la consultazione è “farraginosa e complessa”, a tutto scapito della ricerca delle verità nascoste. La richiesta delle associazioni, sostenuta dalla “rete per gli archivi non dimenticare” è di riorganizzare tutta la documentazione, creare inventari omogenei, digitalizzare tutti i documenti cartacei e consentire la consultazione anche presso le sedi periferiche dell’Archivio centrale dello Stato.