Un dolore ancora vivo, per usare le parole del Capo dello Stato, impresso “nella memoria della Repubblica con caratteri che non si potranno cancellare”. Eppure, se da un lato “il quadro delle responsabilità” e le circostanze che provocarono l’immane tragedia tuttora non risulta ancora ricomposto in modo pieno e unitario tuttavia – sottolinea Sergio Mattarella -, molta strada e’ stata percorsa dopo che reticenze e opacità erano state frapposte al bisogno di verità, incomprimibile per una democrazia e uno Stato di diritto”.
Un monito che raccoglie il grido di dolore dei familiari delle vittime che dal quel lontanissimo giugno attendono ancora la desecretazione degli atti che riguardano quella pagina buia della storia del nostro Paese. E a riaccendere le speranze in tal senso, è stato proprio il presidente del Consiglio che ha annunciato oggi una nuova direttiva per allargare il perimetro delle ricerche: “L’impegno del governo e delle istituzioni nella ricerca della verità non deve conoscere soste. La memoria da sola non basta: le vittime e i loro familiari meritano giustizia – scrive su facebook Giuseppe Conte -. Ho confermato al viceministro dell’Interno Vito Crimi l’incarico di seguire i lavori del Comitato consultivo sulle attivita” di versamento all’Archivio centrale dello Stato e agli Archivi di Stato della documentazione in possesso delle amministrazioni dello Stato”.
Il Comitato, costituito in attuazione della direttiva del Presidente del Consiglio dei ministri del 22 aprile 2014, e’ composto dai rappresentanti delle amministrazioni interessate ai versamenti documentali, nonché dai rappresentanti delle associazioni dei familiari delle vittime del terrorismo. “Sto lavorando a una nuova direttiva che consenta di allargare il perimetro di queste ricerche – ha annunciato così il premier – e che venga incontro alle esigenze manifestate dalle associazioni dei familiari delle vittime durante i lavori del Comitato nel corso del 2019. Non devono esserci più veli a coprire le pagine più tragiche della nostra storia nazionale”.
Dello stesso avviso è anche la seconda carica dello Stato, Maria Elisabetta Alberti Casellati, che spiega di aver “fortemente voluto una riunione del Consiglio di Presidenza per la desecretazione degli atti ma purtroppo, nonostante la mia buona volontà, non si è raggiunto un accordo. Mi auguro si arrivi presto ad una definizione necessaria ad accertare i fatti – aggiunge – e contribuire a fare quella chiarezza che l’Italia intera reclama”.
Un “muro di gomma”, tuttavia, che è sempre apparso inscalfibile rendendo di fatto impossibile l’accesso ai documenti di quella tragica notte, ma nel quale oggi potrebbe aprirsi un insperato squarcio. Anche perche’ “dopo quarant’anni non c’e’ ragione di Stato che tenga” afferma, senza giri di parole, il presidente della Camera, intervenendo oggi alla cerimonia a Bologna. Siamo un “Paese grande, una Repubblica forte, ma su questa vicenda dobbiamo fare tutti molto di più” avverte Fico e in quel tutti è un richiamo – come poi spiega incontrando i giornalisti nella Sala Anziani del Comune dopo la cerimonia – alle altre istituzioni del Paese. “A breve ci saranno novità importanti”, ribadisce, perché anche il Senato e il Governo “faranno passi avanti sulla desecretazione degli atti”.
“L’impegno della Camera – sottolinea Fico – è incessante e andremo avanti fino a quando l’ultimo atto non sarà desecretato. In questi due anni ho chiesto tante procedure di interpello”, e “siamo riusciti finalmente ad avere un portale unico delle commissioni d’inchiesta, dove i documenti oggi sono più leggibili e chiari per tutti. Andremo avanti e a breve anche il Senato farà grandi passi avanti”. Ma la richiesta di un accesso ai documenti non è appannaggio delle sole istituzioni o di una parte della politica. (Fonte Italpress)