Nel corso dello stesso incontro il presidente del Copasir, Massimo D’Alema, ha assicurato che il comitato da lui presieduto farà di tutto per imporre al Governo il rispetto della legge 124 sulla riforma dei servizi segreti che prevede che per il segreto di stato non possa esserci una dilatazione ultratrentennale. ”La riforma dei servizi – ha detto D’Alema – esclude l’opposizione del segreto di Stato sulle stragi e dice che deve durare 15 anni che possono eventualmente diventare trenta con decisione motivata del capo del Governo. Noi siamo contrari a un’ulteriore dilazione”. La legge, tuttavia, prevede già che sul tema delle stragi non possa essere opposto il segreto di Stato. Che però finisce per incrociarle quando viene posto su altre inchieste. E’ in questo aspetto che l’accessibilità dell’archivio dei servizi segreti potrebbe aiutare la richiesta di verità che da decenni arriva dai familiari delle vittime. ”Da questo punto di vista – ha detto D’Alema – la riforma dei servizi è faticosamente indietro, non è stato facile nemmeno capire questi archivi quanti e dove siano. Ci sono enormi resistenze corporative e timidezze politiche”. Anche se D’Alema invita a non riporvi troppe aspettative. ”Io credo – ha detto – che non ci siano le prove della deviazione, che appartiene più a una tradizione orale. Potrebbe però magari esserci qualcosa che tradisce: magari non c’è il documento che dice “siamo andati a mettere la bomba”, ma si può trovare la nota spese”. Daria Bonfietti, presidente dell’associazione di Ustica ha rilanciato l’esigenza di accede a questi archivi, magari per incrociare rapporti con paesi stranieri o per esaminare il materiale che era a disposizione. ”Se non facciamo chiarezza su queste cose – ha detto Paolo Bolognesi, presidente dell’associazione vittime del 2 agosto – la democrazia è in pericolo, perché i mandanti potrebbero essere ancora tra noi e potrebbero utilizzare stragi e terrorismo per scardinare la democrazia di questo paese”. (Fonte Ansa)