«Apprendo con profondo rammarico che da domenica, su indicazione del commissario del Comune di Bologna Anna Maria Cancellieri, è stato fatto ritirare il depliant che corredava il Museo della Memoria di Ustica. Con una tempistica davvero inspiegabile, cioè nell’ultima giornata di apertura prima dell’insediamento del nuovo Sindaco, si colpisce l’autonomia delle Istituzioni culturali della città e si paga un tributo al sottosegretario Carlo Giovanardi». Lo scrive la presidente dell’associazione parenti vittime della Strage di Ustica, Daria Bonfietti. «Non si può infatti non ricordare – sostiene Bonfietti – che il tutto nasce dall’iniziativa dell’on. Giovanardi, nello scorso novembre, il quale, usando strumentalmente sia la Prefettura che lo stesso Museo, che era stato fatto aprire appositamente fuori orario, venne a sostenere a Bologna le sue tesi su Ustica». «Il depliant curato dall’Istituto Parri, distribuito al Museo della Memoria – sostenne all’epoca Giovanardi – scrive cose false e diffamatorie nei confronti dei generali dell’Aeronautica e delle decine di consulenti tecnici, la cui professionalità e lealtà è stata accertata in sede giudiziaria con sentenza passata in giudicato: pertanto deve essere ritirato come correttamente ha chiesto il Capo di Stato maggiore dell’Aeronautica». «Già allora, proprio al di là dello stravolgimento completo di ogni parvenza di verità contenuto nelle dichiarazioni di Giovanardi – è il ragionamento di Bonfietti – avevo denunciato come grave offesa alle Istituzioni culturali cittadine il suo comportamento. A quell’uso improprio del Museo, Giovanardi aveva poi aggiunto pesanti critiche all’opuscolo elaborato, in base ad una convenzione del Comune di Bologna, dal Mambo in collaborazione con l’Istituto Parri. Un materiale che, va ricordato, in questi anni, anche in presenza di un numero sempre maggiore di visitatori al Museo, non ha mai dato adito a nessuna rimostranza e che invece proprio alla fine del suo mandato la Commissaria fa rimuovere». Oggi si insedia il nuovo sindaco, Virginio Merola. (Ansa)
Il depliant del Museo della Memoria di Ustica
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