Dopo la sentenza di primo grado del Tribunale di Palermo emessa a settembre, che prevede un risarcimento di 100 milioni di euro a favore di alcuni parenti delle vittime della strage di Ustica, l’avvocato di parte Daniele Osnato (nella foto) annuncia una nuova causa. Ancora una volta contro i ministeri dei Trasporti e della Difesa. Obiettivo: ottenere lo stesso risultato per altre venti famiglie dei passeggeri che la sera del 27 giugno 1980 erano a bordo dell’aereo Dc9 dell´Itavia. Volo che si inabissò nel buio del mar Tirreno.
«Ho ricevuto numerose richieste – conferma Osnato – e sono in contatto con la senatrice Daria Bonfietti, rappresentante dei parenti delle vittime». La strada è in salita, i punti interrogativi sono tanti. L’avvocatura dello Stato ha presentato ricorso contro la milionaria sentenza di risarcimento e, nel febbraio 2012, saranno i giudici della Corte d’Appello di Palermo a dover stabilire se i due ministeri condannati dovranno pagare o meno quei 100 milioni in favore dei parenti. Dovranno giudicare sulle motivazioni della sentenza: mancata «sicurezza del volo», «occultamento della verità e depistaggi». E soprattutto dovranno stabilire se siano scaduti i termini per presentare cause di risarcimento (come sostiene l’avvocatura dello Stato) o se la prescrizione non è ancora applicabile. Un nodo cruciale: da questa decisione dipende la possibilità di poter fare (e vincere) altre cause in futuro, compresa quella che sta per essere presentata.
Daria Bonfietti, presidente dell’Associazione dei parenti delle vittime di Ustica, probabilmente entrerà nel processo civile bis «ma solo in nome e per conto del Museo per la Memoria». Se dovesse arrivare un risarcimento, i soldi sarebbero destinati al centro espositivo «perché quella notte fu abbattuto un aereo civile e nessuno ha mai pagato. Il nostro dovere è stato quello di mantenere la memoria, per noi e per i nostri figli. Non vorrei mai quella cifra per me. La mia è una battaglia per la verità e per la giustizia, non per i soldi». «Non smetteremo mai di cercare la verità – conclude Osnato – Tra quindici giorni presenteremo una petizione a Bruxelles per la costituzione di una commissione d’inchiesta europea».
Da la Repubblica Bologna [link originale]