Christian Boltanski, tra i colossi dell’arte contemporanea, è morto oggi a Parigi all’età di 76 anni. Boltanski era nato il 6 settembre 1944. Sua l’installazione al Museo per la Memoria di Ustica di Bologna che circonda i resti del DC9 abbattuto il 27 giugno 1980. L’opera si trova nel museo per la memoria di Ustica, promosso dall’associazione dei familiari delle vittime.
Boltanski ha rimesso insieme duemila frammenti circondati di 81 specchi, di 81 voci, di 81 lampadine che provano (con un crescere e diminuire d’intensità) a restituire alle 81 vittime almeno il respiro della memoria, grazie anche alla lista dei loro effetti personali. “Ho voluto ricostruire la memoria della catastrofe – disse l’artista francese all’inaugurazione, nel 2007 – ma con gli specchi anche far partecipare ogni spettatore all’installazione”.
Da Parigi arriva una notizia molto triste, con la scomparsa di Christian Boltanski se ne va un grande amico di Bologna che ha fatto molto per questa città” scrive il sindaco di Bologna, Virginio Merola. “Un artista eccezionale – aggiunge Merola – che ha saputo rappresentare la strage di Ustica nell’installazione permanente al Museo della Memoria: un’opera che non permette di essere indifferenti rispetto a quella tragedia che è costata la vita a 81 persone”.
“Il suo rapporto con l’Associazione dei parenti delle vittime – scrive ancora il sindaco di Bologna – era autentico e profondo. Boltanski è stato anche il protagonista del progetto speciale che la città gli ha dedicato nel 2017 e al quale lui stesso ha collaborato. Un percorso molto importante e di grande successo che ha visto emergere diversi luoghi della città dal centro alla periferia. Nel 2018 ha ricevuto la laurea ad honorem in scienze storiche e orientalistiche dall’Università di Bologna e so che teneva molto a questo riconoscimento, assolutamente meritato. Lo piangiamo con l’affetto che merita una persona che ci ha dato così tanto”.
Ma se tutto fosse stato già deciso a priori? Quell’aereo doveva essere abbattuto, punto e basta, per un motivo che non conosciamo. Attori della scena il DC9, il Mig libico e l’aereo X che ha lanciato il missile e nessun altro, tutto il resto è menzogna. Abbiamo una vittima, il DC9 e un indiziato, il Mig libico. Poi tutto il piano salta, all’ultimo secondo, ciò che era previsto non è più applicabile, per altri motivi che resteranno ignoti. Spunta il Mig dopo tre settimane, invece era lì dal 27 giugno, probabile casus belli? Chi lo sa.