Un migliaio di pagine sulla strage di Ustica, più i 29 faldoni della commissione d’inchiesta Pratis, che lavorò sulla tragedia del Dc9 Itavia. Qualcosa si muove, sia pure lentamente, sul fronte della direttiva Renzi sulla declassificazione degli atti legati alle stragi. A Bologna l’associazione dei familiari delle vittime torna a denunciare la scarsità dei materiali arrivati a due anni dal varo della direttiva proprio dai ministeri più interessati in ciò che accadde quella notte del 27 giugno 1980 sui cieli di Ustica: materiali non “coevi” alla strage (i primi sono del 1986) e per lo più insignificanti. Ma qualche parziale novità è nelle parole del segretario generale della presidenza del Consiglio dei ministri, Paolo Aquilanti, che il 30 giugno scorso ha partecipato all’incontro organizzato su Ustica nella sede dell’istituto Parri. “Il ministero dei Trasporti proprio in questi giorni ha potuto mettere insieme una serie documentale su Ustica, consistente, che sarà versata nei prossimi giorni all’archivio centrale dello Stato”, ha annunciato Aquilanti. Sempre a inizio luglio verranno forniti “tutti i documenti della cosiddetta commissione Pratis”, la commissione d’inchiesta istituita dall’allora presidente del Consiglio Ciriaco De Mita. In quest’ultimo caso, ha chiarito il dirigente di Palazzo Chigi durante l’incontro, “nulla di dirompente, perché sono documenti che sono già stati vagliati dalla magistratura, ma ora saranno a disposizione degli storici”.
La presidente dei famigliari delle vittime, Daria Bonfietti, ha sottolineato: “E’ la documentazione che manca, non la confezione. Ancora non abbiamo trovato documentazione coeva”. L’appunto riguarda in particolare la Marina. Aquilanti allora chiarisce: “Proseguirà anche col ministero della Difesa l’interlocuzione per reperire tutti gli altri documenti che ci fossero, perché non sappiamo se ce ne sono altri presso la Marina”. Del resto, durante il dibattito, il dirigente ha ammesso che “le amministrazioni si sono trovate un po’ smarrite” all’uscita della direttiva. Aquilanti parla di una “vischiosità degli apparati, non per volontà di boicottaggio ma per abitudini mentali” difficili da estirpare, anche alla luce di una direttiva del Governo. “L’invito a tutti – ha detto ancora Aquilanti – è proseguire il lavoro con lo stesso impegno e la stessa determinazione, perché possiamo uscire da una stagione di scarsa conoscenza”. Bonfietti, da parte sua, ha sottolineato che i familiari hanno sempre creduto nella direttiva Renzi, nonostante gli scetticismi che accompagnarono due anni fa l’emanazione della misura anti-segreti. “Ma non sempre abbiamo trovato comprensione, nemmeno da parte dell’archivio centrale dello Stato”. (Fonte Dire)