«L’immane tragedia di Ustica, il 27 giugno 1980, ha impresso un segno indelebile nella memoria della Repubblica, con le tante vite spezzate dei passeggeri e dell’equipaggio in quel volo di linea Bologna-Palermo, profonda ferita inferta alla coscienza civile del nostro Paese.
In questo giorno di memoria desidero esprimere la mia vicinanza ai familiari delle vittime innocenti e far sentire loro la solidarietà che, oggi come 38 anni or sono, il Paese intende testimoniare.
Grandi le sofferenze – materiali e morali – che hanno dovuto sopportare. La loro tenacia e la loro incessante ricerca della verità hanno sollecitato passi significativi per ricostruire le circostanze e le responsabilità di quella strage che ancora pretende una conclusiva, univoca ricostruzione.
La professionalità di tanti uomini dello Stato ha consentito, nel tempo, di avvicinare questo traguardo. Il loro lavoro e il loro senso del dovere hanno reso onore alle istituzioni democratiche. Mi auguro che si riesca ancora a procedere nel cammino di verità, favorendo anche la collaborazione di istituzioni di Paesi alleati e amici, con i quali condividiamo i valori più profondi di umanità e di civiltà.
L’unità di popolo che l’Italia è capace di esprimere nei momenti più drammatici della sua storia – e tra questi certamente va iscritta la strage di Ustica – conferma di essere una risorsa cruciale, un grande patrimonio comune, che non va in alcun modo disperso, a difesa della Repubblica».
(il testo del messaggio sul sito del Quirinale)
E’ QUESTA LA NOSTRA GIUSTIZIA ?
La sotto riprodotta mia lettera non ha ancora avuto alcun riscontro.
Stimato Presidente dott. Sergio Mattarella
c/o Quirinale
00124 Roma
Stimato Presidente,
Mi chiamo Enrico Brogneri ed esercito la professione di avvocato nel Foro di Catanzaro da oltre quaranta anni.
Mi rivolgo a Lei per una questione che considero meritevole della Sua attenzione quale garante della nostra Costituzione.
Utilizzando il servizio postale invierò nella mattinata di oggi un esposto al Consiglio Superiore della Magistratura per segnalare alcune gravissime circostanze, in un certo senso correlate al caso Ustica. Per problemi di spazio non posso trascrivere il testo della comunicazione che immagino Le sarà sottoposto per tempo. Le riporto solo la parte conclusiva della detta missiva, dalla quale Lei potrà intuire la straordinarietà degli strani avvenimenti che riguardano la mia persona da oltre un ventennio e che rappresentano un esempio negativo di anomala attività giurisdizionale: “Allo stato la situazione che si è creata non mi consente di approntare altre tutele a difesa dei miei diritti; e dunque, sceglierò malvolentieri la resa e non ricorrerò per cassazione. Nondimeno, poiché non mi sembra che quanto lamentato possa essere fatto rientrare nella normale attività giurisdizionale, confido nell’avvio di un’indagine che possa chiarire l’accadimento e porre auspicato rimedio sulle eventuali responsabilità…”.
Stimatissimo Presidente, sono più che certo che Ella non mancherà, al momento opportuno, di approfondire il contenuto della mia doglianza per poi raccomandare a chi di competenza un riforma seria della giustizia per la quale, a mio avviso, non può prescindersi dall’urgente reclutamento di magistrati seri e preparati.
Le porgo i miei più cordiali saluti.
Catanzaro, 19.08.2016